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L'attore, 80 anni, era ricoverato per problemi
respiratori
I funerali si svolgeranno mercoledì nella
chiesa di Sant'Agnese
E' morto a Roma
Ciccio Ingrassia
Grande comico popolare, ma anche interprete di
film d'autore
Il successo in coppia con Franco Franchi
scomparso nel '92
ROMA
- Ciccio Ingrassia è morto nel pomeriggio a
Roma. Aveva 80 anni. L'attore era stato
ricoverato sabato notte al Policlinico Gemelli
in seguito a complicazioni dovute a problemi
respiratori, di cui soffriva da due anni. I
funerali si svolgeranno mercoledì a Roma, alle
10.30, nella chiesa di Sant'Agnese in via
Nomentana.
Insieme a Franco Franchi, Ingrassia ha dato vita
per decenni a una delle più popolari coppie
comiche italiane. I due, inseparabili al cinema
e in televisione, hanno condiviso quarant'anni
di carriera, dagli esordi nell'avanspettacolo ai
riconoscimenti nel cinema d'autore. Strada che
Ingrassia ha proseguito da solo dopo la morte
del compagno d'arte, avvenuta nel '92. Dei due
lui era quello serio e severo, mentre Franchi
era buffo e pasticcione. La sua figura lunga e
allampanata faceva da contrappunto naturale alle
smorfie clownesche del compagno. Se Franco era
lo zotico e il cretino, Ciccio era il saggio con
qualche ombra di nobiltà, forse per questo più
incline ai ruoli drammatici che gli sono stati
assegnati.
Francesco Ingrassia era nato a Palermo il 5
ottobre 1922. Ma, come ha rivelato il
figlio, a un certo punto la stampa sbagliò
e fissò la sua nascita al 1923, errore che
l'attore non si preoccupò mai di correggere.
Franco Franchi (all'anagrafe Francesco Benenato)
e Ingrassia iniziarono a lavorare insieme sui
palcoscenici di avanspettacolo nel dopoguerra, e
dovettero a Domenico Modugno la prima grande
occasione. Fu lui infatti a segnalare i due a
Mario Mattoli che, nel '60, stava girando Appuntamento
a Ischia. Per la coppia siciliana ci fu
stata solo una breve apparizione, ma sarà
l'inizio di una lunga frequentazione con il
grande schermo, per cui gireranno quasi 150
film. Sempre Modugno li scelse per Rinaldo in
campo di Garinei e Giovannini, la commedia
musicale che fu il vero trampolino di lancio:
notati dai produttori, iniziarono a girare un
film dopo l'altro, anche al ritmo di otto-dieci
l'anno. Sfruttando il filone delle parodie di
film d'autore o di successo, di volta in volta
Franchi e Ingrassia furono agenti segreti,
sanculotti, gringos, mafiosi, con sconfinamenti
nello spazio e nella mitologia.
La loro carriera cinematografica non è fatta
solo di farse e parodie, anche se il grande
pubblico ha sempre apprezzato le loro divertenti
divagazioni. I due vigili, I brutti di
notte, Sedotti e bidonati, I due
figli di Ringo, I due pompieri, I
due deputati, I nipoti di Zorro,
Farfallon. Di parodia in parodia girarono
anche Ultimo tango a Zagarolo e I due
maggiolini più pazzi del mondo, Indovina
chi viene a merenda?, Il bello il brutto
e il cretino. Non mancarono occasioni di
prestigio: dai Due marines e un generale
con Buster Keaton, a Capriccio all'italiana,
dove Pier Paolo Pasolini li volle accanto a Totò
nel 1968, a Il giudizio universale di
Vittorio De Sica. Ciccio Ingrassia ottenne un
Nastro d'argento come miglior attore non
protagonista per Todo Modo di Elio Petri
e, pur proseguendo con successo la carriera con
Franchi, girò anche due film. Diresse Franchi
nel suo esordio da regista, Paolo il freddo,
e nel 1975 tornò dietro la macchina da presa
con L'esorciccio, in cui offrì a Lino
Banfi il suo primo ruolo da protagonista.
Nel 1971 Franchi e Ingrassia furono il Gatto e
la Volpe nel Pinocchio televisivo di
Luigi Comencini con Nino Manfredi e Gina
Lollobrigida. La televisione intanto
moltiplicava la loro popolarità grazie agli
sketch creati per Partitissima, Cantatutto
numero uno, varie edizioni di Canzonissima,
Il gamberetto e poi ancora Ieri e oggi,
Che combinazione, Drim. La lista
delle loro partecipazioni a programmi tv è
lunga almeno quanto quella dei loro film. Alla
televisione è legata anche la riconciliazione,
dopo una delle tante liti, che con un certo
clamore avvenne in diretta in una puntata di Domenica
In con Pippo Baudo.
Solo nel 1984 i critici cominciarono a guardarli
con altri occhi, grazie ai Taviani che li
scelsero per Kaos (in cui interpretarono
la novella pirandelliana La giara);
grazie a Fellini, che immortalò Ingrassia in Amarcord
nel personaggio del matto che grida dalla cima
di un albero "Voglio una donna"; e
grazie a certe trasmissioni tv di nicchia, come Blob
e Cinico tv, che avviarono una
"riabilitazione artistica" simile a
quella che ha fatto trionfare la memoria di Totò.
E allora anche il cinema italiano lo riscoprì:
da Daniele Luchetti (Domani accadrà,
1988) a Felice Farina (Condominio, 1991,
per cui Ingrassia ottenne il David di Donatello
come miglior attore non protagonista), da Ettore
Scola (Il viaggio di capitan Fracassa,
1991) a Leone Pompucci (Camerieri, 1995).
Nel 1986 Ingrassia recitò da solo accanto a un
grande vecchio delle nostre scene, Gianni
Santuccio, e i due ottennero un notevole
successo di pubblico e critica in un testo
serio, Classe di ferro di Aldo Nicolaj,
dedicato a malinconie, illusioni e sogni della
terza età. Quanto al primo amore artistico,
Franchi e Ingrassia tentarono di rianimarlo col
programma di RaiTre Avanspettacolo nel
1992. Ma non fu un'esperienza fortunata, tanto
più che in quel periodo Franchi si trovò fra
gli indagati di un processo di mafia, e ne soffrì
tanto da ammalarsi durante le riprese: una
malattia che precedette di pochi mesi la sua
morte, avvenuta il 9 dicembre 1992.
In quell'occasione, Ciccio Ingrassia disse
parole affettuose: "E' andato via un
fratello" disse "il compagno di una
vita professionale movimentata, vissuta insieme
nel bene e nel male. Insieme abbiamo sofferto la
fame, litigato su come porgere una battuta,
sulle proposte da accettare e quelle da
rifiutare. Alla fine le accettavamo tutte, per
paura di rimanere senza lavoro. I nostri figli
sono cresciuti assieme".
(28 aprile 2003)
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Giampiero Ingrassia, anche lui
attore, ricorda la carriera
del padre e il sodalizio
artistico con Franco Franchi
Il figlio: "Il cinema
era tutta la sua vita"
"Furono la prima coppia del
cinema italiano
e sono ancora nel cuore di
tutti"
ROMA
- "Mio padre ha conosciuto
la fame nera, fece la gavetta
più becera prima di raggiungere
il successo insieme a Franco
Franchi. Sono stati la prima
coppia del cinema italiano e ora
l'unica cosa bella è che
finalmente si sono
riuniti". Così Giampiero
Ingrassia, figlio dell'attore
scomparso, ricorda l'avventura
cinematografica del padre
"per il quale il cinema era
tutta la vita".
Il figlio ricorda come Ingrassia
abbia "combattuto fino alla
fine" contro una malattia
che lo tormentava da due anni,
ma come avesse deciso di non
apparire più, di non
partecipare a trasmissioni anche
se continuavano a invitarlo.
"Ho fatto il mio tempo,
ripeteva" racconta
Giampiero Ingrassia, "e così
aveva deciso di fare il
pensionato di lusso e mi diceva:
non ho dormito per tanti anni,
ora mi riposo".
Qualcosa si era spezzato per
sempre quando nel '92 era morto
Franco Franchi, compagno di vita
e di cinema. "Dopo la morte
di Franco" spiega il figlio
"si era chiuso sempre di più.
Centocinquanta film e 40 anni di
attività insieme sono una vita
e, anche se c'è chi li ha
criticati, mio padre e Franchi
sono stati la prima coppia del
cinema italiano e ancora oggi
sono nel cuore di tutti".
Quarant'anni di successi e
gloria ma Ingrassia aveva un
unico insegnamento per il
figlio, che è attore e
intrattenitore televisivo:
"Mi ripeteva che bisogna
sempre essere umili, mantenere
sempre una grande umiltà anche
quando si arriva ai livelli più
alti". Infine, un
particolare curioso: "In
realtà era del '22 ma, dopo un
errore dei giornalisti, non
corresse mai la sua data di
nascita".
(28 aprile 2003)
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