L'attore di "Vacanze
romane" e "Moby Dick" aveva 87 anni
Nella sua lunga carriera, cinque nomination e un Oscar
E' morto Gregory Peck
Diceva: "Ho fatto molti film per il pubblico
una mezza dozzina impegnati, sei o sette da dimenticare"
LOS ANGELES - E'
morto Gregory Peck. L'attore di Vacanze romane, il capitano Achab del
Moby Dick di John Huston, una delle grandi stelle di Hollywood aveva 87
anni. Malato da tempo, è morto nel letto di casa sua a Los Angeles,
accanto alla compagna di una vita, sua moglie Veronique.
Peck era un Attore poliedrico: eroe timido, uomo moralmente
ineccepibile, ma anche personaggio negativo grazie a quel suo lato
misterioso, oscuro, che Alfred Hitchcock seppe valorizzare così bene in
"Io ti salverò". Nella sua carriera ottenne cinque
nomination, ma di queste solo una si traformò in un premio Oscar.
Nato a La Jolla, in California, nel 1916, Eldred Gregory Peck, questo il
suo nome completo, fece appena in tempo a passare dal teatro al cinema
che diventò subito un divo.
Furono due film piuttosto modesti, dopo l'esordio con Days of Glory
di Jacques Tourneur (1944) a farlo diventare famoso: Le chiavi del
Paradiso di John Stahl e La valle del destino di Tay Garnett.
Nel 1947 è già tra gli attori più richiesti: interpreta Il caso
Paradine di Hitchcock e Duello al sole di Vidor che lo lanciò
nell'epopea del far west dove sarebbe rimasto a lungo negli anni delle
giovinezza e dove sarebbe tornato con uno dei suoi ultimi film, Old
gringo, di Luis Puenzo (1989).
Sugli schermi Peck fece un discreto numero di conquiste, da Ingrid
Bergman a Audrey Hepburn accanto a lui in Vacanze romane di William
Wyler (1953), dalla litigiosa Lauren Bacall di La donna del destino
(Vincent Minelli, 1957) alla Ava Gardner di Le nevi del Kilimangiaro
(Henry King, 1953).
Il Gregory Peck tutto d'un pezzo emerge nell'antirazzista Barriera
invisibile (Elia Kazan, 1947) o in ruoli di democratico ed eroico
militare come il tenente di Trentottesimo parallelo missione compiuta
(Lewis Milestone, 1958), il comandante di sottomarino di L'ultima
spiaggia (Stanley Kramer, 1959) o il capo del temerario manipolo di I
Cannoni di Navarone (J.Lee Thompson, 1961).
Tra i personaggi negativi meglio riusciti vale la pena ricordare il
sadico dottor Lieberman (il dottor Mengele) di I ragazzi venuti dal
Brasile (Franklyn Schaffner, 1978).
Da Il grande paese di William Wyler (1958) a Adorabile
infedele di Henry King (1959), da Il buio oltre la siepe (Robert
Mulligan, 1962) che gli valse un Oscar, a Arabesque (Stanley
Donen, 1956) a L'uomo dal vestito grigio (Nunnally Johnson,
1956), Peck spazia dall'epoea al film giudiziario, alla spy story, con
una recitazione talvolta monotona ma sempre illuminata dalla sua figura
carismatica.
Tra le ultime interpretazioni di Peck, che fu per alcuni anni presidente
della Academy of Motion Pictures Arts and Sciences, si ricorda un cameo
nel remake di Martin Scorsese di Il promontorio della paura di
cui era stato protagonista nell'originale di J. Lee Thompson del 1963
insieme a Robert Mitchum.
Educato in un istituto militare cattolico, influenzato dal liberismo
Roosveltiano, Peck è stato un democratico di ferro e un tenace
sostenitore di Clinton. "I conservatori non mi hanno mai amato - ha
detto in un'intervista - e credo di non essere nella lista dei 10
migliori amici di Reagan".
Ha affidato i suoi ricordi ad un'autobiografia, "An Actor's
Life". Uno dei momenti più drammatici della sua vita fu il
suicidio di uno dei suoi cinque figli Jonathan, nel 1975.
Divorziato da Greta Rice, da cui ha avuto tre figli, Peck si è
risposato Veronique Passani, una giornalista francese conosciuta sul set
di Vacanze romane. Ha riassunto la sua lunghissima carriera con
questa frase: "Molti film per il pubblico, una mezza dozzina
impegnati, sei o sette da dimenticare".
(12 giugno 2003)
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