Dalle sue palpitanti e sofisticate
radiocronache da bordo campo fino alla conduzione della Domenica
sportiva, passando per il suo amore per il jazz, le belle donne,
le sigarette e lo scopone scientifico. Con lui si è spento un
fuoriclasse del giornalismo
Si è spento nella sua abitazione di Roma, dopo una lunga
malattia, il giornalista Sandro Ciotti. Aveva 75 anni.
Storico conduttore, insieme a Enrico Ameri, di Tutto il
calcio minuto per minuto, la più amata trasmissione
radiofonica dedicata al calcio della storia italiana, era entrato
in Rai nel 1958 per passare - nel corso della sua lunga carriera -
attraverso la conduzione dei più importanti programmi sportivi
del palinsesto, da La Domenica sportiva fino agli ultimi
collegamenti con Radio Anch'io. Realizzati sempre con
garbo, sottile ironia e rara efficacia stilistica.
La sua voce, roca, signorile, galante, è diventata familiare a
milioni di italiani e italiane, sia a coloro che ogni
domenica, attaccati alle radioline, hanno seguito le sue
magistrali e palpitanti cronache radiofoniche, sia a quelli che al
campo verde avrebbero sempre preferito altri passatempi. Sandro
Ciotti era stimato da tutti, tanto dai colleghi quanto dai
fuoriclasse che si chiudevano spesso in lunghi ed ostici silenzi
stampa. Come Johan Cruijff, il grande capitano
dell'Olanda anni 70, che, interpellato sulla realizzazione di un
film sulla sua vita, pose solo una condizione. Dirimente: che la
regia fosse affidata a lui, Sandro Ciotti, «il miglior
giornalista sportivo che abbia mai conosciuto».
UN CRONISTA DI RAZZA
Le sue passioni erano il calcio, che seppe raccontare con
un'intensità e una competenza che solo il grande Niccolò
Carosio. Ma anche la musica, le donne, le sigarette (che
fumava anche per coltivare il timbro che lo ha reso celebre, disse
in un'intervista) e lo scopone scientifico. La vita della Voice
versione italiana, così lo hanno chiamato, è ricostruita nella
sua autobiografia, Quarant'anni di parole, dove ripercorre
tutti i passaggi chiave della sua carriera, a partire dalla mitica
conduzione di 14 ore consecutive di diretta sotto la pioggia,
durante le Olimpiadi di Città del Messico nel 1968, dove -
racconta - gli cambiò la voce, facendogli assumere quel timbro
che poi lo ha reso così popolare.
GLI INCONTRI CON I PERSONAGGI DELLO SPETTACOLO
Nel corso della sua vita professionale ebbe modo di stringere
anche importanti rapporti di amicizia con noti personaggi dello
spettacolo. Con Luigi Tenco, dalla cui morte non si diede pace per
molto tempo, con Enzo Jannaci, a cui era legato da una
giocosa simbiosi fraterna, con Nino Manfredi e Monica
Vitti, con Alberto Sordi, con grandi dive come Sophia Loren
o la Lollo o antidive come la Cardinale.
Scapolo non pentito, amante della vita e dei suoi vizi, fu
anche incoronato da una nota rivista di moda femminilee durante
gli anni '80 come l'uomo perfetto da sposare. Un gentiluomo di
classe, ruvido, odorante di tabacco, capace di affascinare, senza
inutili affettature, il cuore e la mente di milioni di
telespettatrici. I colleghi, saputo del decesso, lo hanno salutato
così: E' morto un fuoriclasse della cronaca sportiva.
VIOLINISTA, CANTANTE, PAROLIERE E
CRITICO
La vita in pillole del grande giornalista
Violinista, calciatore, cantante, radiocronista, presentatore,
critico musicale, paroliere: fra le tante anime di Sandro
Ciotti la musica ha rivestito un ruolo di primo piano.
LA FORZA DI ESSERE DEMODE'
Nei panni del conduttore televisivo non ha convinto tutti:
qualcuno lo accusava infatti di non tener conto delle esigenze
delle telecamere, di essere compiaciuto, di sfiorare con le
vallette lo spirito da caserma o di essere buonista nei giudizi.
Per qualche critico, Ciotti era in tv ''demode' come il collo
delle sue improbabili camicie''. La sua passione era il microfono:
''Gli devo tutto'', scriveva Ciotti. ''La tv e' onnivora,
prepotente e sussiegosa proprio quanto la radio e' fragrante e
amicale''. E, interpellato sulla tv, citava Sinatra che, agli
albori del piccolo schermo, disse: ''E' una cosa stupenda: basta
chiudere gli occhi per avere l'impressione di ascoltare la radio''.
RADIO E MUSICA
Radio e musica e' stato il connubio che Sandro Ciotti ha amato fin
da giovane. Dopo gli studi, inizio' a collaborare con quotidiani e
rotocalchi ('Giornale d'Italia', 'Paese Sera' e 'Il Messaggero')
scrivendo, oltre che di sport, di jazz. Nel frattempo tentava
altri mestieri: professore d'italiano, insegnante di educazione
fisica, ma soprattutto autore di successo per alcuni artisti fra
cui Fred Buscaglione ed Enzo Jannacci. L'amore per la musica lo
accompagno' anche in tv: nel '59 condusse 'L'angolo del jazz',
mentre nel '72 partecipo' a 'Telecanzoniere', prima trasmissione
che trattava la musica leggera in chiave giornalistica. Autore di
apprezzati documentari e inchieste, si addentro' nei misteri
legati alla morte di Tenco, tema a cui dedico' un reportage nel
'66. Alla canzone italiana e in particolar modo a Sanremo
s'interesso' per un lungo arco della sua vita: sono una quarantina
le edizioni del Festival che Sandro Ciotti ha seguito, con
dedizione e professionalita', soprattutto per la radio.
SINATRA
Ma anche la musica d'oltreoceano lo affascinava. Amava Frank
Sinatra, di cui diceva: ''Troppe mogli, pessime frequentazioni, ma
vocalismo eccelso. Puo' cantare di tutto, compreso l'elenco
telefonico''. Tra i musicisti, in testa alla sua personalissima
'top ten', c'erano anche Duke Ellington e Salvatore Accardo.
Frutto della sua esperienza eclettica sono alcune 'viteparallele'
dei protagonisti dei mondi che frequento'. Si divertiva ad
incrociare calcio e musica, azzardando accostamenti, ad esempio,
tra Michel Platini e Salvatore Accardo (''entrambi hanno il dono
raro di ricoprire il doppio ruolo di sommo solista e
uomo-orchestra''), o tra Gianni Rivera e Nat King Cole (''entrambi
brillavano per classe, eleganzapropositiva, stile e nello stesso
tempo sobrieta''').
ARTISTI AMICI
Tra gli artisti amici, da Nino Manfredi a Monica Vitti, ci fu
anche Bruno Martino. Per l'estremo saluto al 're del night', in
occasione dei funerali nel 2000, Sandro Ciotti si affido' ad un
biglietto: ''Grazie per aver rifiutato di diventare un personaggio
per rimanere una persona che ho molto amato'', scrisse all'amico
scomparso. Della passione per le canzoni, per il cinema e per il
teatro, Sandro Ciotti ha lasciato una traccia significativa
nell'autobiografia, pubblicata da Rizzoli nel '97, 'Quarant'anni
di parole'. Il timore - come da lui stesso confessato - era quello
''di essere ricordato solo per un intervento su Ameriper segnalare
un gol della Juventus a Udine'' e non per idocumentari sulla
musica, sul cinema, sul teatro realizzati confatica all'inizio
della sua carriera alla Rai. (Ansa)