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18 luglio 2003 - ADDIO SANDRO CIOTTI

La Repubblica

Panorama

 

 

 

 
 

AVEVA 75 ANNI

18/7/2003

Addio, Sandro Ciotti  

di  Paolo Papi

 

 

Sandro Ciotti e Gino Bartali
Sandro Ciotti e Gino Bartali
Dalle sue palpitanti e sofisticate radiocronache da bordo campo fino alla conduzione della Domenica sportiva, passando per il suo amore per il jazz, le belle donne, le sigarette e lo scopone scientifico. Con lui si è spento un fuoriclasse del giornalismo

Si è spento nella sua abitazione di Roma, dopo una lunga malattia, il giornalista Sandro Ciotti. Aveva 75 anni. Storico conduttore, insieme a Enrico Ameri, di Tutto il calcio minuto per minuto, la più amata trasmissione radiofonica dedicata al calcio della storia italiana, era entrato in Rai nel 1958 per passare - nel corso della sua lunga carriera - attraverso la conduzione dei più importanti programmi sportivi del palinsesto, da La Domenica sportiva fino agli ultimi collegamenti con Radio Anch'io. Realizzati sempre con garbo, sottile ironia e rara efficacia stilistica.

La sua voce, roca, signorile, galante, è diventata familiare a milioni di italiani e italiane, sia a coloro che ogni domenica, attaccati alle radioline, hanno seguito le sue magistrali e palpitanti cronache radiofoniche, sia a quelli che al campo verde avrebbero sempre preferito altri passatempi. Sandro Ciotti era stimato da tutti, tanto dai colleghi quanto dai fuoriclasse che si chiudevano spesso in lunghi ed ostici silenzi stampa. Come Johan Cruijff, il grande capitano dell'Olanda anni 70, che, interpellato sulla realizzazione di un film sulla sua vita, pose solo una condizione. Dirimente: che la regia fosse affidata a lui, Sandro Ciotti, «il miglior giornalista sportivo che abbia mai conosciuto».

UN CRONISTA DI RAZZA
Le sue passioni erano il calcio, che seppe raccontare con un'intensità e una competenza che solo il grande Niccolò Carosio. Ma anche la musica, le donne, le sigarette (che fumava anche per coltivare il timbro che lo ha reso celebre, disse in un'intervista) e lo scopone scientifico. La vita della Voice versione italiana, così lo hanno chiamato, è ricostruita nella sua autobiografia, Quarant'anni di parole, dove ripercorre tutti i passaggi chiave della sua carriera, a partire dalla mitica conduzione di 14 ore consecutive di diretta sotto la pioggia, durante le Olimpiadi di Città del Messico nel 1968, dove - racconta - gli cambiò la voce, facendogli assumere quel timbro che poi lo ha reso così popolare.

GLI INCONTRI CON I PERSONAGGI DELLO SPETTACOLO
Nel corso della sua vita professionale ebbe modo di stringere anche importanti rapporti di amicizia con noti personaggi dello spettacolo. Con Luigi Tenco, dalla cui morte non si diede pace per molto tempo, con Enzo Jannaci, a cui era legato da una giocosa simbiosi fraterna, con Nino Manfredi e Monica Vitti, con Alberto Sordi, con grandi dive come Sophia Loren o la Lollo o antidive come la Cardinale.

Scapolo non pentito, amante della vita e dei suoi vizi, fu anche incoronato da una nota rivista di moda femminilee durante gli anni '80 come l'uomo perfetto da sposare. Un gentiluomo di classe, ruvido, odorante di tabacco, capace di affascinare, senza inutili affettature, il cuore e la mente di milioni di telespettatrici. I colleghi, saputo del decesso, lo hanno salutato così: E' morto un fuoriclasse della cronaca sportiva.

VIOLINISTA, CANTANTE, PAROLIERE E CRITICO
La vita in pillole del grande giornalista

Violinista, calciatore, cantante, radiocronista, presentatore, critico musicale, paroliere: fra le tante anime di Sandro Ciotti la musica ha rivestito un ruolo di primo piano.

LA FORZA DI ESSERE DEMODE'
Nei panni del conduttore televisivo non ha convinto tutti: qualcuno lo accusava infatti di non tener conto delle esigenze delle telecamere, di essere compiaciuto, di sfiorare con le vallette lo spirito da caserma o di essere buonista nei giudizi. Per qualche critico, Ciotti era in tv ''demode' come il collo delle sue improbabili camicie''. La sua passione era il microfono: ''Gli devo tutto'', scriveva Ciotti. ''La tv e' onnivora, prepotente e sussiegosa proprio quanto la radio e' fragrante e amicale''. E, interpellato sulla tv, citava Sinatra che, agli albori del piccolo schermo, disse: ''E' una cosa stupenda: basta chiudere gli occhi per avere l'impressione di ascoltare la radio''.

RADIO E MUSICA
Radio e musica e' stato il connubio che Sandro Ciotti ha amato fin da giovane. Dopo gli studi, inizio' a collaborare con quotidiani e rotocalchi ('Giornale d'Italia', 'Paese Sera' e 'Il Messaggero') scrivendo, oltre che di sport, di jazz. Nel frattempo tentava altri mestieri: professore d'italiano, insegnante di educazione fisica, ma soprattutto autore di successo per alcuni artisti fra cui Fred Buscaglione ed Enzo Jannacci. L'amore per la musica lo accompagno' anche in tv: nel '59 condusse 'L'angolo del jazz', mentre nel '72 partecipo' a 'Telecanzoniere', prima trasmissione che trattava la musica leggera in chiave giornalistica. Autore di apprezzati documentari e inchieste, si addentro' nei misteri legati alla morte di Tenco, tema a cui dedico' un reportage nel '66. Alla canzone italiana e in particolar modo a Sanremo s'interesso' per un lungo arco della sua vita: sono una quarantina le edizioni del Festival che Sandro Ciotti ha seguito, con dedizione e professionalita', soprattutto per la radio.

SINATRA
Ma anche la musica d'oltreoceano lo affascinava. Amava Frank Sinatra, di cui diceva: ''Troppe mogli, pessime frequentazioni, ma vocalismo eccelso. Puo' cantare di tutto, compreso l'elenco telefonico''. Tra i musicisti, in testa alla sua personalissima 'top ten', c'erano anche Duke Ellington e Salvatore Accardo. Frutto della sua esperienza eclettica sono alcune 'viteparallele' dei protagonisti dei mondi che frequento'. Si divertiva ad incrociare calcio e musica, azzardando accostamenti, ad esempio, tra Michel Platini e Salvatore Accardo (''entrambi hanno il dono raro di ricoprire il doppio ruolo di sommo solista e uomo-orchestra''), o tra Gianni Rivera e Nat King Cole (''entrambi brillavano per classe, eleganzapropositiva, stile e nello stesso tempo sobrieta''').

ARTISTI AMICI
Tra gli artisti amici, da Nino Manfredi a Monica Vitti, ci fu anche Bruno Martino. Per l'estremo saluto al 're del night', in occasione dei funerali nel 2000, Sandro Ciotti si affido' ad un biglietto: ''Grazie per aver rifiutato di diventare un personaggio per rimanere una persona che ho molto amato'', scrisse all'amico scomparso. Della passione per le canzoni, per il cinema e per il teatro, Sandro Ciotti ha lasciato una traccia significativa nell'autobiografia, pubblicata da Rizzoli nel '97, 'Quarant'anni di parole'. Il timore - come da lui stesso confessato - era quello ''di essere ricordato solo per un intervento su Ameriper segnalare un gol della Juventus a Udine'' e non per idocumentari sulla musica, sul cinema, sul teatro realizzati confatica all'inizio della sua carriera alla Rai. (Ansa)

Sandro Ciotti

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