<<< Teatro di Rivista

Visiona tutti i collegamenti alle news

14 luglio 2003 - ADDIO Compay Segundo

 

 pagina 1

pagina 2

pagina 3

pagina 4

pagina 5

 

Inizio Pagina

 

Inizio Pagina

 

Inizio Pagina

Il musicista del Buena Vista Social Club aveva 95 anni
Una malattia lo aveva costretto ad annullare il tour in Europa
E' morto Compay Segundo
maestro della musica cubana

Compay SegundoL'AVANA - E' morto Compay Segundo. Il novantacinquenne cantautore cubano, leader del Buena Vista Social Club, è morto questa notte nella sua casa dell'Avana. Nei giorni scorsi era stato ricoverato in ospedale a causa di una infezione renale. Già da alcune settimane aveva annunciato il suo ritiro dalle scene, a causa della malattia che lo aveva costretto ad annullare anche una tournée in Europa. La situazione è peggiorata ieri sera: il musicista ha perso conoscenza intorno alla mezzanotte e poco dopo è morto, circondato dai suoi cinque figli e dagli amici più cari. La salma dell'autore di "Chan-chan" sarà trasportata oggi stesso a Santiago de Cuba, dove sarà sepolta.

Nato in piccolo paese vicino a Santiago di Cuba nel 1907, Compay Segundo, il cui vero nome era Maximo Francisco Repilado Munoz, ha conosciuto una nuova stagione artistica da quando il chitarrista americano Ry Cooder lo ha "riscoperto" a Cuba. Prima un cd, poi la felice collaborazione con Wim Wenders per la realizzazione del film "Buena Vista Social Club", del 1999, dedicato alla vita e all'arte dei grandi cantanti dell'isola caraibica.

Compay Segundo, il panama sulla testa, il sigaro eternamente in mano, con i suoi vecchietti dell'orchestra ha venduto quasi un milione di copie, ha vinto un Grammy Award e ha fatto il giro del mondo portando ovunque la sua musica. La sua ultima esibizione in pubblico risale al 27 febbraio scorso quando tenne un concerto all'Auditorium Nazionale di Città del Messico.

Ma prima ancora del rilancio sulla scena internazionale, Compay Segundo era considerato come uno dei maestri della musica cubana tradizionale e del "son", tipico della sua regione. La sua passione per la musica scoppia a Santiago de Cuba, dove a 14 anni impara a suonare il tres, il tipico strumento a corde cubano, ma la sua carriera vera e propria comincia all'Avana, nel 1929. In quegli anni incontra Beny Moré, il padre della salsa moderna. Nel '48 fonda il duo Los Compadres, in cui canta come seconda voce, detta "segunda", da cui il nome d'arte.

Nella vita ha fatto di tutto: ha lavorato nelle fabbriche di sigari, ha fatto l'ebanista, il barbiere, l'attore, senza mai abbandonare la sua musica. Ha anche inventato uno strumento, "l'harmonico", una chitarra a sette corde. E' stato l'ultimo rappresentante della grande epoca del "son": con il suo stile inimitabile alla chitarra e la sua voce roca, ha colpito subito il pubblico europeo. Ha firmato oltre un centinaio di canzoni, tra cui la celebre "Chan Chan", diventata un classico. Ha sempre suonato e cantato la sua gioia di vivere: sigari, fiori, il "ron" cubano e le donne. In occasione del suo novantacinquesimo compleanno, nel novembre scorso, aveva espresso il desiderio di una "proroga" fino ai 115 anni.

(14 luglio 2003)

Inizio Pagina

 

Inizio Pagina

"Hecho en Cuba" è il titolo della raccolta di successi e inediti
firmati Ochoa, Gonzales, Ferrer, Segundo e Omara Portuondo
Buena Vista, un nuovo cd
per i "vecchietti" cubani
di RITA CELI

La copertina del CDTornano isimpatici vecchietti del Buena Vista Social Club. "Scoperti" grazie al progetto musicale di Ry Cooder, conosciuti meglio attraverso le immagini del documentario di Wim Wenders, apprezzati durante i loro tour italiani da soli o nella formazione completa, i super abuelos (nonni) della musica cubana non hanno mai smesso di suonare e di cantare. E tornano di nuovo insieme (anche senza proporsi con l'ormai celebre sigla) con una nuova raccolta, Hecho en Cuba (su etichetta Carosello-Warner, in vendita al prezzo di 15 euro), registrata nei leggendari studi Egrem nel cuore dell'Avana, gli stessi dove qualche anno fa era nata la magia di Buena Vista Social Club. Il titolo ("Fatto a Cuba") corrisponde al timbro che contraddistingue le scatole dei sigari cubani, quelli orginali, realizzati "totalmente a mano". E come un sigaro cubano, il cd ha l'aroma inconfondibile del son e dei tanti ritmi creati, trasformati e tramandati dagli artisti dell'isola.

La copertina del primo volume Hecho en Cuba è dedicata alla scatola dei Montecristo. Sfilando il cartoncino che copre il cd, ci sono cinque sigari sulle cui fascette ci sono i nomi dei protagonisti della raccolta: Eliades Ochoa, Ruben Gonzales, Ibrahim Ferrer, Compay Segundo e Omara Portuondo. Compay Segundo è "l'anziano" del gruppo, classe 1907, star indiscussa del progetto Buena Vista. Una terribile artrite ha invece colpito Ruben Gonzales, considerato il più grande pianista cubano, nato a Santa Clara nel 1919, il primo che portò il mambo a Cuba: erano gli anni Quaranta, e arrivarono nell'isola anche le tecniche moderne di jazz. Ibrahim Ferrer, classe 1927, ha pubblicato il suo primo disco da solista soltanto nel '99, prodotto da Ry Cooder. Poi c'è il giovanotto dell'orchestra, Eliades Ochoa (del 1946) e c'è Omara Portuondo (nata nel 1930) una delle più grandi vocalist cubane. Tutti loro hanno vissuto una nuova giovinezza artistica dopo l'esperienza con Ry Cooder e Wim Wenders, e hanno diffuso nel mondo il loro talento e la loro musica. Non a caso l'album è già stato pubblicato in 45 paesi riscuotendo un enorme successo di vendite.

Il secondo volume della raccoltaLa raccolta Hecho en Cuba, oltre a classici del loro repertorio, contiene anche degli inediti come Te apartes de mi e Pobre corazon (Compay Segundo), Fabiando (Ruben Gonzales), Bajo un Palmar (Omara Portuondo y Pio Leyva), La Chica Del Granizado e Nuestra Ruca (Ibrahim Ferrer), El Cuarto de Tula (Eliades Ocha). A completare i tredici brani del volume c'è l'inossidabile Chan Chan (Compay Segundo), Que Lio, Compay Andres (Eliades Ocha), Como siento yo (Ruben Gonzales) e lo strumentale Buena Vista Social Club (unico tributo al disco e al film che li ha resi famosi nel mondo).

A sottolineare il legame con uno dei prodotti tipici dell'isola, insieme al ron, nell'ultima pagina del libretto all'interno del cd c'è una storia in pillole del sigaro. Dal diario di Cristoforo Colombo che il 28 ottobre del 1492 scrive di alcuni nativi che stavano "bevendo fumo" a Sigmund Freud che spesso fumava un sigaro mentre ascoltava i sogni dei suoi pazienti. L'immagine del secondo volume (non ancora disponibile in Italia) è invece ispirata alla scatola dei Cohiba e, oltre ai brani dei cinque allegri vecchietti, ospita anche Mami te gusto degli Afro Cuban All Stars, altra formazione cubana, capitanata dal maestro Juan De Marcos Gonzalez con alcuni elementi della Buena Vista Social Club, che negli ultimi tempi ha fatto il giro del mondo.

(18 maggio 2003)

Inizio Pagina

 

Inizio Pagina

o straordinario successo di "Buena Vista Social Club"
dopo il celebre film-documentario di Wim Wenders


Quel disco senza tempo
rubato dalla mia scrivania

In cima alle classifiche a due anni dalla pubblicazione
È la prova che il pubblico sceglie anche senza i discografici


di ERNESTO ASSANTE

Ibrahim Ferrer e Omara PortuondoROMA - Quando due anni fa arrivò sui nostri tavoli "Buena Vista Social Club", il disco prodotto da Ry Cooder con alcuni vecchi musicisti cubani, molti di noi restarono assolutamente estasiati. Quel disco aveva la straordinaria dote del sentimento, della meraviglia, nascondeva tra i suoi solchi il sapore della musica che non ha tempo, che sfugge alle mode e non si consuma, e al tempo stesso permetteva di respirare un'aria di contemporaneità, di vita, che molti altri dischi di oggi non hanno.

Ma come capita a molti altri piccoli capolavori nessuno di noi pensò che fosse un cd destinato al successo, al dominio delle classifiche. Eppure l'avrei dovuto capire subito che quel cd era particolare, che aveva qualcosa in più, qualcosa di strano e magico e che avrebbe trovato, a suo modo, una via per entrare nei cuori di milioni di persone. L'avrei dovuto capire quando, nel giro di sole cinque settimane, mi era stato rubato ben quattro volte da sconosciuti frequentatori della redazione, costringendomi ogni volta a tornare dal mio negozio di fiducia per comprarne una nuova copia.

Certo, accade spesso che qualche disco scompaia dalle nostre scrivanie, ma i "ladri" non sono quasi mai buoni intenditori, si accontentano dei dischi di maggior richiamo, non cercano certamente le stranezze, i suoni raffinati, i personaggi ignoti al grande pubblico. Ed invece, in questo caso, per quattro volte in cinque settimane, ben due anni fa, ignoti estimatori della buona musica avevano deciso di lasciar perdere i cd dei soliti noti e prendere "Buena Vista Social Club", un disco realizzato da un gruppo di vecchi suonatori cubani, prodotto da un grande musicista come Ry Cooder.

Oggi, a più di due anni dalla sua pubblicazione, a molti mesi dall'uscita nelle sale cinematografiche del film di Wim Wenders dedicato proprio ai musicisti in questione ed alla loro musica, due mesi dopo l'arrivo in Italia per alcuni fortunati concerti del gruppo di arzilli "rumberos" cubani, il disco è improvvisamente arrivato al primo posto in classifica, scavalcando i personaggi dell'estate, i Ricky Martin, le Alexia, i Jovanotti, i campioni della musica popolare e i prodotti dell'industria discografica. E lo ha fatto non in virtù di una ricca campagna promozionale, o di qualche evento che ne ha favorito la popolarità (sarebbe dovuto accadere quando il disco ha vinto il Grammy due anni fa, o quando è uscito il film lo scorso inverno, o quando i musicisti sono arrivati in tour a luglio), ma solo sulla base di un continuo passa parola.

I "ladri" delle mie copie del cd, insomma, devono essere stati il punto di partenza, il motore di una virtuosissima catena di Sant'Antonio, che ha portato un disco registrato nel 1996 a Cuba a diventare un hit dell'estate italiana del 1999. Avranno amato il disco al punto di comprarne una seconda copia e regalarla ad un amico caro; avranno consigliato parenti e conoscenti suggerendo questo strano piccolo gioiello fatto di sentimenti e musica, di suoni latinoamericani e di passione, un disco senza tempo e senza età che coinvolge chi lo ascolta in una sorta di magica celebrazione del potere della musica. E chi ha ricevuto il disco, o il consiglio, se n'è innamorato a sua volta, pensando che Ibrahim Ferrer, Ruben Gonzales e Omara Portuondo avessero realizzato il disco proprio per loro.

E' un caso unico, quello di "Buena Vista Social Club", quello di un disco che vive di vita propria e che sconvolge le regole del mercato arrivando da Cuba, dimostrando che, insomma, il pubblico non ama soltanto quello che la grande industria della musica propone. Magari i "ladri" delle mie copie di "Buena Vista" sono i meno meravigliati del successo del disco, sapevano da subito, dalle prime note ascoltate, che quel cd era uno straordinario scrigno di sorprese e che chiunque avesse avuto la pazienza di aprirlo avrebbe trovato quello che avevano trovato loro: canzoni per il cuore e per la mente, realizzate da un gruppo di vecchi musicisti cubani che nulla sanno di classifiche e di successi ma che conoscono il segreto della musica meglio di chiunque altro.

(11 settembre 1999)

Inizio Pagina

 

Inizio Pagina

n "Buena Vista Social Club" di Wim Wenders
le vecchie glorie della musica


Energici "supernonni"
di Cuba



di IRENE BIGNARDII

Buena Vista Social Club"Noi crediamo nei sogni" dice una scritta su un muro della vecchia Havana. Si riferisce ad altri sogni, naturalmente, ma sembra un commento più che mai appropriato a quello che vediamo raccontato in Buena Vista Social Club: il ritorno alla ribalta - dopo quarant'anni - di un gruppo di talentosissimi musicisti cubani che la storia, le mode, le vicende della vita, gli alti e bassi cubani avevano contribuito a sciogliere, disperdendo un patrimonio di divertimento e di ingegno musicale. La storia del gruppo e del suo improvviso ritorno al successo è stata molte volte raccontata: basti ricordare che i "superabuelos", i supernonni, come li chiamano adesso a Cuba, sono stati rintracciati e tirati fuori dal loro quarantennale silenzio da Ry Cooder, che il disco da loro registrato è diventato un successo mondiale, che hanno vinto il Grammy, e che la loro vita è ricominciata a tempo di musica.


Wim Wenders, in uno dei suoi momenti di umore felice, ricostruisce questa vicenda con libertà e devozione, senza mai forzare la mano, senza avventurarsi in letture politiche o sociali - si accenna per un attimo alla "crisi di ottobre" e se compare Castro, in una vecchia foto mentre gioca a golf con il Che, è solo per scherzare sul fatto che il Che, quel giorno, l'ha lasciato vincere -, abbandonandosi al puro piacere della musica e della simpatia dei suoi personaggi. Cuba e l'Havana, il Malecon invaso dalle onde e le case tarlate dalla salsedine, le strade maltenute e i grandiosi vecchi palazzi, fotografati con molta libertà e grandi contrasti di colori da Jorg Widmer, parlano da soli e per allusioni: della difficoltà della vita, dell'ironia e della malinconia di questa bellissima gente, della musicalità di un popolo.

I superabuelos sono simpaticissimi e belli, dal veterano Compay Segundo, classe 1907, che, dice, fuma da ottantacinque anni, progetta non si sa quanto seriamente di fare il sesto figlio e dà la ricetta per il brodo contro la sbronza, a Ruben Gonzales, classe 1919 ("il più grande solista di piano che io abba mai sentito", secondo Ry Cooder), che si era ridotto a non avere più un pianoforte, da Omara Portuondo, l'Edith Piaf cubana, classe 1930, stile da regina e voce da brivido, a Ibrahim Ferrer, del 1927, che canta sempre con il suo berrettino da devoto della Santeria - la religione popolare cubana. La loro musica è travolgente ed elettrizzante: l'amore che portano al loro paese - la cui bandiera sventola nell'ultima scena del film sul loro trionfo al Carnegie Hall, in una sorta di innocente provocazione agli ospitanti Stati Uniti - finisce per sedurre anche lo spettatore.

(8 maggio 1999)

Inizio Pagina

Compay Segundo

Torna inizio pagina