QUANDO MUORE FELLINI
Quando muore Fellini il grido è
forte
spacca la testa che improvvisa piange
lacrime dal Marecchia fino al Gange
alluvionano il mondo alla sua morte.
Quel giorno dimmi chi non lacrimava
nemmeno la persona troppo frigida.
Pianse Rondi, e Akira Kurosawa
pianse la Loren con la Lollobrigida
pianse Anita, e Marcello pianse il Sole
pianse Mollica lacrime a bizzeffe
piansero i vermi, e tutte le parole
quel giorno cominciarono per Effe.
Quando muore il maestro di Amarcorde
anche i poeti abbassano la testa
era più bello di Harrison Forde
era più sexy lui di Mae Weste.
Era leggero come Cavalcanti
saggio come i filosofi tedeschi
umano come posson solo i santi
profondo come Fiodor Dostoieschi.
Elegante, narciso, mai avaro
lui era insieme Topolino e Pippo
lugubre come Antonio Fogazzaro
buffo come Peppino de Filippo.
Quando dava l'azione, come un rombo
il set s'illuminava d'alabastro:
era come Cristoforo Colombo
un condottiero come Fidel Castro.
Lo esaminavan le psicanaliste
ma a lui nessuno mai tolse le brache
Fellini avea più forza di Maciste
e più immaginazione di Mandrake.
Dolce come Verlaine, come Beatrice
e maledetto come James Dean
Casto della purezza di Euridice
e intelligente come Rin Tin Tin.
M'han detto ch'era morto: ebbi uno sciocche
come se fosser morte le albicocche
Fellini m'hai riempito di passioni
e per estremo saluto ti dirò
citando un bel refrain di Little Tony
che t'amo, t'amo, t'amo, e t'amerò.
(*)Versi letti a Roma dall'attore nel primo
anniversario della morte di Fellini e finora mai pubblicati