"8:30 è stato uno dei preferiti tra gli album da me fatti! Amo questo disco!" esclama il più vecchio membro e co-fondatore dei W.R., Joe Zawinul. "Penso che a questo punto abbiamo raggiunto la vetta...questo concerto dal vivo...ogni sera era un avvenimento."
Joe Zawinul e Wayne Shorter hanno dato vita ad una delle più prolifiche band della nuova era del Jazz elettrico. Nella fase di evoluzione ('79) il gruppo consisteva in un mostruoso quartetto: Joe (tastiere), Wayne (sax), Peter Erskine (batteria) e Jaco Pastorius (basso). La loro incredibile "arte magica" fu raccolta dal vivo durante il colossale World Tour del 1979.
Prosegue Joe: "Io e Wayne non avevamo l'intenzione di fare un sacco di denaro. Non l'abbiamo mai avuta. Abbiamo iniziato a guadagnarne molto, ma l'abbiamo sempre investito per il materiale. Avevamo il nostro impianto di amplificazione... le nostre luci. Poi abbiamo aggiunto a ciò, tre schermi video. Avevamo tre schermi e dei laser durante il tour di 8:30. Era robaccia di scarto!!! (ride)". Raggiunsi Joe al Blue Note, un locale jazz di N.Y. Ci siamo sistemati per l'intervista nel camerino, Joe sorseggiando una bevanda e parlando del passato con quel suo accento austriaco. I suoi occhi, ricchi di saggezza... la sua voce forte di passione, la sua stretta di mano, così straordinaria.
Costituitisi nel 1970, i Weather Report avrebbero realizzato le previsioni che li volevano famosi e fortunati. Pur essendo una band di successo, essi mantennero con umiltà la loro impronta originaria. "Non eravamo veramente consapevoli di tutto ciò" spiega Joe. "Prima di tutto non ce ne importava niente... e poi non eravamo in competizione. Prendevamo la cosa con disinvoltura e, creammo qualcosa che si sviluppò come un fungo ! (ride) Fu incredibile. Iniziammo veramente in modo rilassato, ma pur sempre in una band di Rock & Blues, e io volevo cambiare. Nel terzo album (Streetnighter), operammo qualche modifica, sempre più, fino a quando finalmente riuscimmo ad avere quel suono che piaceva a Wayne e a me. Le cose iniziavano ad andare. Ogni album era migliore di quelli precedenti!"
L'ascolto di questo CD, è una lezione di "astuzia dei suoni". Le tue orecchie possono essere ingannate, ma il riposo è assicurato... quando i musicisti sul palco sembrano otto, e in realtà sono solo quattro. incredibilmente quattro! "Jaco, Peter Wayne ed io, sorprendentemente bello. Sapevamo darci spazio e giocare l'uno con l'altro. Avevamo ancora quelle caratteristiche del jazz. Avevamo molte influenze che provenivano dal R&B, ma generalmente suonavamo degli avanguardistici "grovigli" jazz con un più forte ritmo! Mi piaceva il jazz, specialmente quello che va dal periodo Be-Bop in poi... ma quello che non capivo nella maggior parte dei musicisti jazz, era la loro dannata agilità! Proprio come se stessero nuotando. Noi, con la band, eravamo in grado di acquisire un'incredibile capacità, e per mezzo di questa musica abbiamo regalato emozioni a molte persone. Era incredibile. Ed è perciò che io sarò sempre felice," Joe ride.
"Jaco era un musicista fantastico!" si lascia sfuggire. "E Peter se ne andava dal palco fresco, col volto riposato e di chi cerca ancora qualcosa. Era un grande, grande gruppo! E 8:30 è uno dei miei dischi preferiti, perché è stato registrato dal vivo, è puro! Per quattro persone suonare dal vivo proprio così... non penso che oggi ci siano molte cose che possano reggere il confronto. Oggi posso rendermi conto di quanto fu bello. E lo posso dire ora guardando indietro, perché mentre lo stai facendo, non puoi sapere che ciò è il massimo."
Chiedo a Joe (una leggenda lui stesso) come fu lavorare con delle leggende umane come Wayne Shorter e Jaco Pastorius. "E' incredibile. Non era un lavoro. Era come se il tempo si fosse fermato! Eravamo completamente ispirati! Il motto era andare avanti sino all'ultima nota! Era il MOMENTO DELLO SPETTACOLO!! Seriamente, lo era!" Joe ride.
Improvvisamente Zawinul cade in preda ad un pensiero profondo. Le rughe del suo volto fanno emergere una profonda saggezza. I suoi occhi si socchiudono: "Un giorno in cui si suona, è un giorno rituale... perché quando sei sul palco è come se fossi in un luogo sacro. Sei in un posto solo con te stesso. Questo è il più bel dono che ti possa essere fatto! Salire là sopra e vivere ciò che ami fare... dovresti essere grato di ciò. Noi non abbiamo mai voluto avere niente da nessuno, ma è anche vero che siamo stati umili e riconoscenti. Spesso non sembrava così... la gente ci criticava perché diceva che eravamo arroganti. Non siamo mai stati trattati male da nessuno. Eravamo molto umili, degli uomini, lasciamelo dire... molto grati per aver ricevuto il dono e la fortuna di poter suonare assieme."
"Sul palco, i suoi occhi ascoltano e sentono. Eravamo più come una squadra sportiva che altro," dice Joe parlando della band "Praticavamo molti sport: nuoto, corsa, giocavamo a palla e con il frisbee, surf... ognuno aveva come una certa fonte di energia in più."
Ma non capitava spesso che quei ragazzi non pensassero altro che ai W.R. "Wayne ed io non parlavamo quasi mai di musica. Raramente parlavamo della nostra musica. Se lo facevamo, era di qualcosa che avevamo ascoltato... o di Stravinsky o di robaccia del genere!"
Sia Joe che Wayne si sono affinati lavorando col MAESTRO Miles Davis. Ma quanto hanno preso da Miles Davis i W.R.? "Molto poco, devo dire" risponde velocemente Joe. "Voglio dire che sono sempre stato influenzato da Miles a causa del suo bel modo di suonare, ma non influenzato a tal punto, da dire che noi stavamo cercando di copiare qualcosa. Siamo sempre stati differenti."
Che cosa mi dici a proposito del sound elettrico di Miles? "Quello era il mio sound! L'ho fatto conoscere a Miles per primo! Attraverso me si rivolse all'elettronica. E' ciò che i buoni musicisti fanno: la buona gente si consiglia l'un l'altro sulle buone cose. Fu un dare e prendere, e non un rapporto maestro - discepolo. Era amicizia e scambio reciproco di pensieri e filosofia.."
"Per me Duke Ellington è il super campione; è come Joe Louis" Zawinul si alza. "I musicisti della sua band se ne andarono e cercarono di suonare da soli... Anche nel nostro caso, tutti i ragazzi che hanno suonato con i Weather Report, non hanno mai cercato di farlo da soli. Non sto parlando in termini economici, Chester Thompson passò a suonare con Phil Collins facendo così un sacco di soldi. E ogni elemento della nostra band che se ne andò cercando di fare da solo... compreso il grande Jaco... e Jaco è stato uno dei più grandi musicisti... ma quando se ne è andato non piacque più come quando era con Wayne e me. E' proprio una di quelle cose, per cui solo qualche volta riesci ad aver la giusta carica!"
Questa carica ha influenzato parecchi dei più grandi musicisti. I Weather Report hanno indubbiamente lasciato la loro impronta indelebile nella musica. Per sempre. Dal primo brano "Black Market", questo CD dà il via a pura potenza dotata di precisione. La loro magica miscela sgorga da ogni nota della loro arte. Ascoltate l'ipnotico sonno di Jaco nella "Third Stone From The Sun" di Jimi Hendrix. Mia modesta opinione è che, " A Remark You Made" sia uno dei pezzi più belli ed emozionanti che siano mai stati scritti. "Birdland" vi donerà un sorriso ogni volta che la ascolterete.
Joe Zawinul si esprime al meglio: "La musica è filosofia. Le note non c'entrano! Ci sono così tante persone che suonano bene, ma non sono ancora in grado di dire qualcosa. Noi eravamo dei cantastorie."
— Scott H. Thompson / Easter Sunday 1994
Scott H. Thompson è uno scrittore pubblicato in tutto il mondo, un articolista, un critico musicale e un esperto radiofonico di jazz. Thompson collabora con Down Beat e The Jazz Report.