Da "CHET BAKER & CREW" – Chet Baker
Quest’album fornisce la richiesta di una parte rappresentativa di Baker e del Quintetto per l’entusiastica partecipazione del pubblico che affollò i clubs e le sale da concerto per tutto il 1956,. Questa è la stessa formazione ascoltata ed applaudita in tutti gli USA. Ma forse, cosa più importante, è stato scoperto un nuovo Chet Baker. Questo non è il Baker già sentito con il Mulligan Quartet o all’Ann Arbor; non è cambiato radicalmente, il sound c’è ancora, e solo un viaggio nel tempo potrebbe svelarci cosa è successo. Ora Baker parla con forza, e con quel lampo di genio che non era così evidente prima. CHET BAKER & CREW, o il quintetto, ha il suo nucleo in due dei membri che costituivano l’originario "European Quartet", il bassista di Philadelphia Jimmy Bond ed il batterista bostoniano Peter Littman. Appena tornati dall’Europa nel Maggio del 1956, nella prima data del tour americano, Baker assunse il pianista Harvey Leonard, che vide la nascita del gruppo nelle prime settimane e che contribuì con parecchi arrangiamenti degni di nota. Poco dopo si unirono il pianista Bobby Timmons, ed il tenorsassofonista Phil Urso che proveniva dal gruppo di Herdsman; il quintetto era completo .La notevole estroversione della band può essere attribuita ad Urso. Egli possiede quell’innato, brioso e libero senso del ritmo, che è così consistente nella concezione musicale di Zoot Sims. Oltre ai membri regolari della formazione, Chet aveva fatto conoscere la cromaticità dei tamburi di Bill Loughbrough. Fu lui che ideò i nuovi "boobam" e la sua impronta in "To Mickey’s Memory", rende quest’album un esempio di ciò che Chet Baker ed il suo gruppo hanno fatto prima dei recenti concerti. Chet Baker, che secondo le due riviste Down Beat e Metronome Polls, è il miglior trombettista americano, ha suscitato nelle sue tournée, americana ed europea, un interesse sempre più crescente; il riconoscimento del suo talento si è notevolmente diffuso e i suoi concerti in Europa hanno lasciato un profondo segno. Sin da quando tornò dall’estero, la richiesta di suoi spettacoli crebbe di tre volte.Per le frequentissime apparizioni, sia negli States che in Europa, non gli si era presentata l’occasione di registrare. I nuovi otto brani inclusi in quest’edizione di "CHET BAKER & CREW", furono i primi ad essere incisi dal quintetto sin dal ritorno di Baker nel Maggio del 1956.Queste sono le prime registrazioni fatte da Baker in più di due anni, sotto la supervisione del presidente della Pacific Jazz, Richard Bock, che aveva conservato i nastri per un’eventuale, successiva pubblicazione. In quasi tutti gli altri casi, la scadente acustica ed il piano scordato, hanno rovinato delle registrazioni che avrebbero potuto essere importanti. Il suo concerto del Maggio 1954 all’Università del Michigan, sono invece un’eccezione; anche se non si disponeva dei più avanzati apparecchi di registrazione, il materiale venne ritenuto soddisfacente e "Jazz at Ann Arbor" venne pubblicato dopo quell’anno. Si può con certezza affermare che "CHET BAKER & CREW", così da tanto tempo atteso, potrebbe essere un esempio di quanto meglio ci sia nell’ingegneria del suono e nella qualità di riproduzione. Tutti gli otto brani sono stati registrati al Forum Theater con un’apparecchiatura realizzata per l’occasione e Chet Baker fu registrato come mai prima di allora. Sembrava che il 1957 sarebbe stato un anno particolarmente buono per lui e per il suo pubblico. Accogliendo l’accanita domanda di dischi, Bock trascorse l’ultima parte del 1956 registrando Baker in ogni possibile formazione; quartetti, quintetti, ottetti e persino un’orchestra, sono stati registrati per un disco che sarebbe stato pubblicato nel 1957, utilizzando l’enorme quantità di materiale raccolta durante il periodo trascorso lontano dalle sale di registrazione. Nelle registrazioni in studio ed in quelle realizzata dal vivo al Forum Theater, Baker suona e canta con i migliori jazzisti. C’era materiale a sufficienza per produrre un altro album cantato. In "CHET BAKER & CREW", come negli album che ancora devono essere pubblicati Chet Baker non è affatto il giovane insicuro con una malferma tromba. E c’è qualcos’altro… quella sfuggente ed indefinibile dote, che separa l’uomo dal ragazzo.
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Woody Woodward, editorialista per "Jazz Americana"