Da "EXPRESSION" – John Coltrane -

Quest’album di John Coltrane, nasce dalle ultime sessioni di registrazione dei mesi di Febbraio e Marzo del 1967. (Verranno pubblicati altri album di sessions realizzate prima di questa.) Ci sono musicisti, e Coltrane fu senza dubbio uno di questi, di cui ogni performance è d’importanza così vitale e tale da ispirare, che rappresenti la globalità dell’opera. Ed è perciò che Bob Thiele si propone di distribuire tutto ciò che Coltrane registrò per la Impulse.

La morte di un artefice così unico, comunque stordisce, perché l’intensità e la dimensione della vita nel suo lavoro ci fanno veramente dimenticare che egli fu soggetto ad una fine antitetica, quasi ad una non-esistenza. La morte di John Coltrane fu a maggior ragione rovinosa e frastornante, perché giunse così presto. Sebbene si fosse svelato all’età di quarant’anni – e queste dimostrazioni concrete stiano forgiando generazioni di musicisti – ci fu molto da aspettarsi e tuttavia nulla da anticipare. E ciò perché Coltrane fu il più implacabile investigatore di se stesso, del suo mondo e della sua musica negli ultimi vent’anni di jazz. Fu una ricerca senza tregua che lo portò alla convinzione che la musica potesse penetrare nelle profondità dell’uomo e che quindi potesse cambiarlo. Come osservò Jimmy Garrison – a lungo suo bassista – pochi mesi prima della morte di Coltrane, :"Egli percepisce di essere stato chiamato a fare ciò che sta facendo, che corrisponde in qualche modo a realizzare ciò che ti sei proposto di fare a questo mondo. Ed è una cosa prodigiosa farlo con lui, in quanto ciò ti segna; ti fa smettere di pensare con superficialità e penetra nei concetti musicali ai quali ti stai avvicinando".

E neppure è possibile ascoltare John Coltrane con scarsa profondità. Se una sua particolare creazione era lenta e profonda, oppure fieramente grintosa, la forza musicale dell’idea di Coltrane, ridimensionava l’anima ed il corpo; alcune si allontanavano, ma nessuna poteva generare indifferenza.

Il modo in cui Coltrane si poneva era: "Voglio essere un’autentica forza per il bene vero. In altre parole, intendo dire che sono a conoscenza che ci sono altre forze empie, che portano sofferenza e miseria al mondo, ma io voglio essere la forza opposta; voglio essere quella leale al bene".

Questo era un uomo che, come disse Jimmy Garrison, aveva scoperto cosa c’era da fare sulla Terra; e poiché ebbe un sereno e supremo buon senso orientato verso ciò, fu capace di focalizzare tutte le sue energie in questa direzione, in contrasto con la diffusa tendenza volta ad uno sporadico utilizzo delle risorse. Con la formidabile natura alla portata della sua musicalità, fu la concentrazione d’energia, resa possibile da un così totale impegno, che scaturì negli straordinari album e nelle sue personali apparizioni degli ultimi anni.

Quest’ultima raccolta non è denominata come un album commemorativo o come un tributo, perché venne intitolata dallo stesso Coltrane il venerdì antecedente la sua morte, avvenuta il 17 Luglio del 1967. Lui e Bob Thiele stavano pensando a parole che fossero attinenti all’album, ed in fine Coltrane disse: "Expression. Ecco qual è".

E quando Thiele gli chiese cosa volesse mettere come note al disco, Coltrane rispose: "Vorrei pubblicare un album che non abbia assolutamente alcun commento. Solo i titoli dei brani ed i nomi dei musicisti. Ormai non so più cos’altro possa essere detto in parole su quello che sto facendo. Lasciamo che la musica parli per loro".

Per coerenza, non ho qui esposto alcun giudizio, anche perché quest’album si commenta da solo, e se tutte le note scritte negli album precedenti di John venissero smarrite, nulla d’importante sarebbe stato perso, in quanto la sua musica trascende qualsiasi analisi o tentativo di stima verbale. La musica vive così completamente, così fortemente e così organicamente entro i suoi stessi termini, che è in grado di parlare a chiunque sia abbastanza aperto da poterla sentire.

John Coltrane aveva solo quarant’anni, ma si era spinto così profondamente nell’esistenza e nelle sue opportunità, più di quanto avesse fatto la maggior parte degli uomini, non importa quanti decenni questi avessero vissuto. Ascoltò ciò che vide e sentì, e quest’album è parte di ciò che ascoltò.

¾ Nat Hentoff

 

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