Da "PYRAMID" – The Modern Jazz Quartet -

 

CHI E’ CHI NEL M.J.Q.

Le note qui riprodotte, provengono dall’LP originale e riassumono la storia del Modern Jazz Quartet e dei suoi membri fino al 1959-60, periodo in cui i brani di questo disco vennero registrati.

 

MJQ: il 24 Agosto del 1951 quattro ex membri della band di Dizzie Gillespie si unirono a New York per una seduta di registrazione. Il risultato di quell’incontro diede loro tanta soddisfazione, che decisero di rimanere in contatto, con lo scopo di incidere altri dischi o magari solo per il piacere di suonare assieme. Ci furono delle altre sessioni e da quest’assidua frequentazione, nacque il Modern Jazz Quartet.

Il MJQ suonò per la prima volta in un club di New York nel 1952. Le sue sonorità particolari e l’originale approccio stilistico, fecero velocemente nascere il vivo interesse di un pubblico entusiasta. Iniziarono quindi a suonare nei club di tutto il Paese e a registrare dischi. Nell’arco di tre o quattro anni, il M.J.Q. era diventato il gruppo jazz più popolare sia tra il pubblico che tra i critici.

Durante ciascuno dei quattro precedenti anni, il M.J.Q. aveva fatto una lunga tournée in Europa, riscuotendo, come nessun altro prima di loro, un enorme successo. Il M.J.Q. è l’eterno vincitore di tutti i sondaggi effettuati tra i lettori di riviste jazz americane ed europee. Ci si potrebbe quindi aspettare di incontrarli al Blackhawk di San Francisco, come al Festival di Maggio a Firenze, al Newport Jazz Festival, o al Mozarteum di Salisburgo. Queste sono persone di questo mondo, che sia a casa loro che altrove, creano con la loro musica, qualcosa di nuovo e sempre più incantevole.

 

John Lewis: nato a LaGrange, Illinois, nel 1920. È cresciuto ad Albuquerque nel New Mexico, ha studiato musica ed antropologia all’Università del New Mexico. Lewis decise di fare della musica la sua professione, dopo aver ascoltato un brano del gruppo di Charlie Parker e di Dizzy Gillespie (nel quale Milt Jackson suonava il vibraharp). Ebbe un ruolo chiave nella prima orchestra di Dizzy Gillespie, come pianista ed arrangiatore, anche se furono forse più importanti per la sua crescita musicale, le collaborazioni con i quintetti di Charlie Parker e di Miles Davis. In questi anni, seguì corsi avanzati alla Manhattan School of Music, ottenendo diplomi d’insegnamento e di laurea.

Il M.J.Q., è per Lewis un perfetto strumento per esprimere le sue concezioni sia di compositore che di pianista. Dal suo originale stile compositivo, nasce un’importante e considerevole parte del repertorio del gruppo, tra cui partiture di film, balletti e lavori per quartetti e orchestre sinfoniche. Quasi tutti gli arrangiamenti del M.J.Q. sono suoi. È stato direttore della School of Jazz di Lenox nel Massachusetts, sin dalla sua fondazione nel 1957.

 

Milt Jackson: nato a Detroit, Michigan, nel 1923. Da ragazzo era attratto da tutti gli strumenti a percussione, e studiò la batteria, il piano ed il vibraharp. Suonò in molti club di Detroit e nel 1945, fu ascoltato da Gillespie, il quale lo portò con se a New York, dove presto venne riconosciuto come il più grande vibrafonista esistente. Jackson ebbe un ruolo primario nel primo sviluppo della corrente "moderna" del Jazz; fu il primo ad adattare lo stile bop al vibraharp. Il famoso sestetto composto da Gillespie, Jackson, Charlie Parker, Ray Brown, Stan Levy e Al Haigh, fu una delle formazioni che più influenzarono i gruppi d’avanguardia degli anni Quaranta, e la sua opera condizionò per sempre lo sviluppo del jazz contemporaneo.

Dopo un primo periodo trascorso con Gillespie, Jackson suonò, come libero professionista con Howard McGee, Tadd Dameron, Thelonius Monk, Coleman Hawkins ed altri. Tra il 1949 ed il 50, sostituì Terry Gibbs nell’orchestra di Woody Herman, per poi ritornare, dal 50 al 52, con Gillespie, suonando pianoforte e vibrafono. Per molti anni, i sondaggi lo hanno premiato come miglio vibrafonista jazz.

 

Percy Heath: nato a Wilmington, Delaware, nel 1923. È cresciuto a Philadelphia dove suonò il violino nell’orchestra della scuola. Heath iniziò lo studio del contrabbasso dopo aver lasciato l’esercito ed essersi iscritto alla Granoff School di Philadelphia. Tuttavia, solo dopo pochi mesi, era ricercato per le sessions che si tenevano nei locali dei dintorni della città. Howard McGee, lo sentì suonare nel 1947 e gli chiese di unirsi al suo sestetto; giunse quindi a New York con lui e l’anno successivo suonarono al Festival Jazz di Parigi. Grazie alle collaborazioni che seguirono, divenne famoso anche all’estero. Tornato negli U.S.A., lavorò con Fats Navarro, Miles Davis e con J. J. Johnson. Nel 1950 si unì alla band di Dizzy Gillespie, dove vi rimase per due anni. Richiesto da molti musicisti, Heath è uno dei bassisti jazz che vanta il più alto numero di presenze nelle sessioni di registrazione. È stato apprezzato per le sue tonalità calde e per un’impeccabile sensibilità.

 

Connie Kay: nato a Tuckahoe, New York, nel 1927. Il suo primo strumento fu il piano. Batterista autodidatta, era talmente bravo da ragazzo, che ricevette proposte di lavoro da parte di Cat Anderson e successivamente da Lester Young. Nel 1944 e nel 1945, suonò spesso con Sir Charles Thompson e Miles Davis al Minton’s di New York. L’anno successivo fece numerose session in diversi club con Charlie Parker, Coleman Hawkins, Stan Getz ed altri musicisti. Si riunì a Lester Young nel 52 e vi rimase fino al 55, quando iniziò a suonare col M.J.Q. Sulla sua fine timbrica che regge la struttura dei brani, il critico Nat Hentoff ha scritto: " E’ un batterista di rigore e di gusto rari, ed è in grado di rispondere alla domanda di vivacità del gruppo".

"In un caldo pomeriggio dell’agosto 1957, al Music Inn vicino a Lenox nel Massachussets, nel meraviglioso Berkshires, la grande cantante gospel, Mahalia Jackson, stava terminando uno dei più commoventi concerti a cui abbia mai assistito. A quel tempo, noi (il M.J.Q.), abitavamo con l’Oscar Peterson Trio, e gli insegnanti della School of Jazz di Lenox. Ray Brown, il famoso bassista dell’Oscar Peterson Trio, scrisse un pezzo, che ora noi chiamiamo Pyramid, ispirato dalla voce della Jackson. In esso vi sono forti echi gospel e blues; il titolo nacque da un arrangiamento sperimentale del brano, la cui l’idea era di dargli un tempo piramidale: da lento a veloce per poi tornare rapidamente a lento. Per qualche verso disuguale dall’idea originaria, in questa versione si trovano ancora gli impulsi "piramidali" crescenti e decrescenti.

¾ John Lewis

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