Fellini
Dalla stampa nazionale ed estera dei rotocalchi
illustrati, dal grande pubblico dei loro lettori, Franco Pinna viene ricordato
soprattutto come il fotografo di scena dei film di Federico Fellini. In
realtà, più che in quel ruolo, Pinna ha seguito le riprese
di Fellini prevalentemente come free-lance, libero quindi da qualsiasi
vincolo imposto dalla produzione cinematografica.
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Pinna conosce Fellini già
al tempo de La strada (1952) e Le notti di Cabiria
(1956), ma il contatto decisivo si compie durante la lavorazione
di Giulietta degli spiriti (1964), quando il sardo viene
chiamato a sostituire il fotografo di set Giovanbattista Poletto.
Tra i due si stabilisce una forte, silenziosa intesa che si protrae per
altri sette film ( Tre passi nel delirio/Toby Dammit, Block-notes
di un regista, Satyricon, I clowns, Roma, Amarcord, Casanova),
permettendo a Pinna, riconosciuto a livello internazionale come il fotografo
per eccellenza di Fellini, di vendere i suoi servizi ai più affermati
rotocalchi del mondo ("Life", "Stern", "Vogue", "Paris Match", "Quick",
ecc.) e di dedicarsi quasi esclusivamente ai fotolibri derivati dai film. |
Agli antipodi rispetto al frenetico Paparazzo immortalato
da La dolce vita, Pinna affronta i set di Fellini con lo
stesso spirito del rilevatore scientifico manifestato nel Sud Italia. Vi
trova fisionomie e aneddoti all'infinito, sforzandosi di dare spessore
concreto alle atmosfere oniriche e alle magiche visioni di un attimo dell'universo
Felliniano.
Quando morì improvvisamente, nel 1978, il fedelissimo
"Franchino" (così lo chiamava Fellini) stava preparando i primi
sopralluoghi per La città delle donne. Il regista,
che su di lui stava scrivendo la prefazione al mai pubblicato fotolibro
Itinerari emiliani, fu il primo a visitarne la salma.
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fotografie
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