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«Chi attraversa il labirinto, deve passare per gli intrichi e gli inganni dell'oscurità per vincere la morte: così come gli Ebrei fecero per "sette" giorni il giro delle mura di Gerico, così come gli Achei assediarono Troia per "sette" anni. I rigiri delle viscere e le linee tracciate sul fegato sono uno specchio microcosmico del corso delle costellazioni celesti. Tale corso cosmico fu riprodotto nella "danza", trasponendo nella categoria del tempo la rappresentazione spaziale. Giace nelle profondità la rappresentazione misterica dei grande alvo materno e del labirinto in cui dovrà vagare l'uomo esposto all'impegno della vita.»

Paolo Santarcangeli, Il libro dei labirinti, ed. Frassinelli Varese 1984

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