Notizie dai giornali (tipo calepinus) Updating: 13.4.2001

SOMMARIO: Preside di un collegio cattolico inglese pedofilo -|- L'Aquila: l'Armata bianca accusata di associazione per delinquere finalizzata alla violenza privata ed ad abusi sessuali -|- Vedova McDonald's regala 80 milioni di dollari all'Esercito della Salvezza -|- Ulster: marcia protestante, scontri fra cattolici e protestanti -|- Colpevole di truffa il Presidente della Convenzione Nazionale delle Chiese Battiste degli Usa -|- I preti Usa muoiono di Aids ma non risulta dai certificati -||- IL PROBLEMA DELLE SETTE RELIGIOSE NON CRISTIANE -|- Nel giorno dell'unità cristiana il Papa chiede perdono -|-  Meteoriti di ghiaccio: un fenomeno noto già nei secoli scorsi -|- L'uomo del secolo -|- L'uomo del secolo: risultati del sondaggio del TIME -|- Uganda, suicidio di massa: oltre 400 morti in chiesa -|- allarmante crescita dei gruppi neonazisti -|- Papa sul Calvario in visita fuori programma -|- Ruanda: sul genocidio mea culpa del Consiglio Onu  -|- Filippine, undici crocifissi per celebrare il venerdì Santo -|- Gli abitanti del vecchio continente discendono da appena sette donne -|- Guatemala: prete a giudizio per omicidio vescovo -|- "Abbiamo usato gli ebrei come schiavi durante il Reich" -|-

-|- LONDRA:GHEDDAFI FINANZIA L'IRA |-

   

Alcuni compagni denunciano l'ex-preside morto di Aids "Abusava di noi e temiamo di aver contratto il virus"
Lo spettro della pedofilia nel college dei piccoli Blair
LONDRA - "Abbiamo paura di avere l'Aids". Una lettera scritta da alcuni ragazzi al servizio di assistenza infantile di Londra per denunciare: "Padre David Martin, l'ex preside e cappellano della nostra scuola abusava di noi". Teatro della vicenda il collegio cattolico London Oratory Church, a Fulham, frequentato, tra gli altri, anche dai due figli del primo ministro britannico Tony Blair. La notizia è riportata sul Daily Mail.

La stampa britannica si occupò di padre Martin già due anni fa quando il prete morì, secondo alcune indiscrezioni, di Aids all'età di 44 anni. Dagli articoli e dai pettegolezzi la paura dei ragazzi che si erano trovati più volte in intimità con il cappellano e che ora temono che quanto è accaduto nella stanza in cui lui spesso li chiamava possa averli contagiati. Scotland Yard ha immediatamente aperto delle indagini.

Un portavoce della polizia ha detto: "Siamo stati allertati quando a ChildLine (la versione inglese del Telefono Azzurro) è arrivata una lettera in cui ragazzi denunciavano il fatto e subito abbiamo cominciato a indagare". Ma sembra che Euan e Nicholas Blair, i due figli del premier di 14 e 16 anni, non siano coinvolti nella vicenda.

(LA REPUBBLICA 5 dicembre 2000)

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Giuseppe Ventura

web site: http://users.iol.it/ventura_davide
E-MAIL: logos.bros@iol.it
VENTURA_GIUSEPPE@iol.it

Cari fratelli in Cristo, è stata promossa dal TIME l'iniziativa su internet chiamata "l'uomo del secolo" dove si vota il personaggio che abbia meglio caratterizzato questo secolo.

Venuti a conoscenza dell'iniziativa, dei gruppi neo-nazisti si sono organizzati per votare Adolf Hitler che da aprile 1999 risulta essere al 1° posto di questa graduatoria. I cristiani per rispondere a questo fatto indignante hanno proposto il nome di Billy Graham, il famoso evangelista statunitense che attualmente è al 4° posto della graduatoria.

Pertanto invito i lettori di questa E-MAIL a visitare il sito:

http://cgi.pathfinder.com/time/time100/poc/century.html

e votare per Billy Graham o qualunque altro uomo riteniate simboleggi quest'ultimo secolo e dare così un segnale forte e togliere al più presto dalla cima della lista una delle più abbiette prefigurazioni dell'anticristo di questo secolo e della storia umana.

Invia questa E-MAIL ai tuoi conoscenti diffondendola il più possibile per frenare queste riesumazioni di un passato da cancellare, che prepotentemente cerca di tornare alla ribalta.

  

 The Person of the Century Poll Results

TIME's Person of the Century is that person who, for better or worse, most influenced the course of history over the past 100 years. Using that criteria, TIME's editors named the iconic and transforming scientist, Albert Einstein, as Person of the Century.

The Person of the Century poll is now closed. The ranking below reflects the status of nominees as of January 19, 2000, the last day of voting.


#

Persone

%

Contatti

1

Elvis Presley

13.73

625045

2

Yitzhak Rabin

13.17

599473

3

Adolf Hitler

11.36

516926

4

Billy Graham

10.35

471114

5

Albert Einstein

9.78

445218

6

Martin Luther King

8.40

382159

7

Pope John Paul II

8.18

372477

8

Gordon B. Hinckley

5.62

256077

9

Mohandas Gandhi

3.61

164281

10

Ronald Reagan

1.78

81368

11

John Lennon

1.41

64295

12

American GI

1.35

61836

13

Henry Ford

1.22

55696

14

Mother Teresa

1.11

50770

15

Madonna

0.85

38696

16

Winston Churchill

0.83

37930

17

Linus Torvalds

0.53

24146

18

Nelson Mandela

0.47

21640

19

Princess Diana

0.36

16481

20

Pope Paul VI

0.34

15812

 

The Event of the Century

If you had to choose the most important event of the 20th century, which would it be? The Event of the Century poll is now closed. The ranking below reflects the status of nominees as of January 19, 2000, the last day of voting.


#

Eventi

%

Tally

1

Elvis teaches American teens to rock 'n' roll (1954)

13.30

52929

2

First landing on the moon (1969)

11.54

45921

3

Gandhi opposes Britain with civil disobedience (1915)

10.66

42433

4

World War II (1939)

8.17

32514

5

U.S. civil rights movement (1964)

7.14

28433

6

The Holocaust (1933-1945)

6.70

26654

7

Invention of the microchip (1958)

5.24

20870

8

Internet created (1969)

5.24

20851

9

Model T Ford introduced (1908)

4.12

16406

10

Theory of relativity presented (1916)

4.08

16230

11

First atomic bomb dropped (1945)

3.70

14736

12

World War I (1914)

2.89

11529

13

First electronic computer unveiled (1946)

2.25

8972

14

First radio signal broadcast (1901)

2.18

8706

15

Berlin Wall falls (1989)

1.87

7470

16

Invention of the airplane (1903)

1.71

6821

17

Invention of the transistor (1947)

1.31

5247

18

Russian Revolution (1917)

1.12

4483

19

First nuclear chain reaction (1942)

0.97

3859

20

The Soviet Union dissolves (1991)

0.84

3358

 

  

 Nel giorno dell'unità cristiana il Papa chiede perdono
Una cerimonia a tre voci in cui si sono mischiati i riti cattolici, ortodossi e anglicani

ROMA - Un gran giorno per l'unità dello spirito cristiano. Preghiere cattoliche, anglicane, ortodosse e luterane. Oggi il Papa ha aperto la Porta Santa della Basilica di San Paolo insieme al metropolita ortodosso Athanasios, rappresentante del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, e all'arcivescovo di Canterbury George Carey, presidente della Comunione Anglicana.

"Ascolta o Padre la nostra preghiera che unisce i cuori dei fedeli nella lode del tuo nome e nel comune impegno di conversione, perché, superata ogni divisione fra i cristiani, la tua Chiesa si ricomponga in comunione perfetta, e nella gioia del Cristo cammini verso il tuo Regno". Ma Wojtyla è andato anche oltre arrivando a chiedere perdono al Signore per le divisioni che hanno costellato la storia del cristianesimo: "Perdono a Cristo di tutto ciò che nella storia della Chiesa ha pregiudicato il suo disegno di unità".

Perdono in una giornata che sarà ricordata come storica, in cui ogni passo del rituale è stato moltiplicato per tre. Così la processione che ha percorso il colonnato di fronte alla Porta Santa aveva un ordine di precedenze che vedeva insieme tutti i rappresentanti delle diverse chiese. Così in tre hanno spinto la Porta (per tre volte, per riuscire ad aprirla). Il primo a entrare è stato Giovanni Paolo II, a porgergli il Vangelo è stato un diacono ortodosso. E se a mostrare il Vangelo all'esterno della chiesa è stato il papa, a mostrarlo all'interno è stato Athanasios e a benedire a ovest e ad est sono stati Carey e un altro metropolita ortodosso.

Significative le parole a conclusione dell'omelia pronunciate da Giovanni Paolo II. "L'augurio che esprimo in questo momento solenne è che l'anno di grazia Duemila sia per tutti i discepoli di Cristo occasione per imprimere nuovo impulso all'impegno ecumenico, accogliendolo come un imperativo della coscienza cristiana".

Dopo la cerimonia tutti insieme a tavola. Un pranzo cominciato con antipasto d'aragosta e proseguito con risotto con carciofi e frutti di mare, fagiano con contorni vari, semifreddo con frutta e caffè.
Nel refettorio del complesso basilicale, accanto a Giovanni Paolo II si sono seduti il metropolita ortodosso Athanasios a destra e il primate anglicano George Carey a sinistra. Fra gli altri al pranzo c'erano l'arcivescovo di Canterbury, il presidente della Federazione luterana Christian Krause, il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, cardinale Joseph Ratzinger, il prefetto della Congregazione per i vescovi cardinale Lucas Moreira Neves.

(da LA REPUBBLICA del 18 gennaio 2000)

  

 Da IL CORRIERE DELAL SERA del 26.1.2000

Un fenomeno noto già nei secoli scorsi Nel ’50 fu devastata una fattoria inglese
MILANO — Anche se il fenomeno della caduta di blocchi di ghiaccio dal cielo è noto da secoli, gli episodi che conosciamo meglio risalgono a questi ultimi anni. Il meglio testimoniato è accaduto il 2 aprile 1973 quando un blocco di ghiaccio di circa due chili precipitò a tre metri dal signor R.S. Griffiths, osservatore di fulmini per la Electrical Research Association, in Inghilterra. Il signor Griffiths stava rientrando a casa quando osservò un violento lampo di luce e dopo 9’, mentre stava prendendo nota del fenomeno, gli piombò a soli tre metri di distanza un blocco di ghiaccio che si frantumò nell'impatto.
Griffiths raccolse i frammenti più grandi (612 grammi, circa un terzo del pezzo intero) che subito diventarono il campione meglio noto di questo genere di fenomeni: le analisi dimostrarono che il ghiaccio era diverso da quello della grandine e un'indagine sui voli aerei escluse la presenza di aerei in cielo all'ora dell'impatto. Notizie di pezzi di ghiaccio pesanti anche 7 chili vennero riportate dai giornali inglesi il 9 novembre 1950 quando un "grappolo" di blocchi cadde su una fattoria del Devonshire: uno dei più grossi fu rinvenuto conficcato nel terreno accanto a una pecora decapitata dal bolide. Un'altra caduta rovinosa si verificò la sera del 7 marzo 1976 a Timberville, in Virginia. Un blocco di ghiaccio dalle dimensioni di un pallone da basket precipitò su una casa, sfondò il tetto e penetrò nel soggiorno dove tre persone stavano guardando la tv; quasi contemporaneamente un secondo blocco cadde a una cinquantina di metri dalla casa. Da IL CORRIERE DELAL SERA del 26.1.2000

  

 Secondo un quotidiano americano il virus tra i sacerdoti si diffonde a un ritmo quattro volte superiore

I preti Usa muoiono di Aids ma non risulta dai certificati

No comment dalle gerarchie ecclesiastiche

NEW YORK - Sui loro certificati di morte è scritto deceduto per polmonite o linfoma, mai, o raramente per Aids. Un'attenzione in più per chi ha deciso di scegliere il celibato o forse una mistificazione per non ammettere apertamente che l'Aids è una malattia che sta uccidendo non solo i gay e gli eterosessuali, ma anche i preti cattolici della puritana America. Certo non è una strage, ma secondo un'inchiesta del Kansas City Star, quotidiano del Midwest, il virus si diffonde, tra i sacerdoti della Chiesa cattolica statunitense, a un ritmo quattro volte superiore a quello della popolazione degli Stati Uniti. Centinaia di preti americani sono stati contagiati, alcuni sono già ammalati e altri sono morti, un dramma che il più delle volte si consuma in silenzio e nella solitudine. L'inchiesta del quotidiano del Midwest è stata lunga e approfondita. Nel solo Missouri e nello stato del Kansas, almeno 16 preti e due religiosi di ordine superiore sono morti di Aids negli ultimi anni. Ma dalle testimonianze raccolte questa sarebbe solo la punta di un iceberg. L'inchiesta del quotidiano è basata sullo studio dei certificati di morte e su interviste con decine di esperti, di medici e religiosi. Il dottor Farley Cleghorn, dell'Istituto di virologia di Baltimora, ha ammesso di aver curato una ventina di religiosi. E tutti, quando si sono recati dal medico, hanno chiesto fosse mantenuto il segreto sul loro stato di malati. Tremila questionari anonimi sono stati inviati ad altrettanti sacerdoti, oltre 800 hanno risposto ammettendo che il problema esiste. Sei religiosi su 10 hanno affermato di essere a conoscenza della morte almeno di un prete per Aids e 3 su dieci hanno detto di conoscere un prete sieropositivo. Alla domanda "Qual è il vostro orientamento sessuale, il 75 per cento dei preti intervistati si è detto eterosessuale, il 15 per cento omosessuale e il 5 per cento bisessuale. Charlie Isola, medico di New York, intervistato dal quotidiano, ha ammesso che tutti i preti da lui curati avevano un'età compresa tra i 40 e i 60 anni e avevano contratto l'infezione sessualmente.

"Alcuni di loro - ha detto - avevano avuto contatti sessuali durante il seminario o dopo l'ordinazione".
Perché secondo gli esperti sentiti dal Kansas City Star, nonostante ci siano molti modi per contrarre l'infezione, il contagio per i preti cattolici americani è avvenuto, nella maggior parte dei casi, attraverso il rapporto sessuale
. La Chiesa cattolica americana conosce il problema. Non a caso, secondo il Kansas City Star, "la maggior parte delle diocesi e degli ordini religiosi ha iniziato a richiede agli aspiranti seminaristi il test anti-Aids prima dell'ordinazione". Ma forse questo non basta. Il problema che sembra affacciarsi è proprio quello dell'ignoranza, riguardo al sesso, in cui vengono tenuti e cresciuti i giovani durante il periodo di seminario. "Non penso che il problema reale sia l'Aids ma la disonestà della Chiesa rispetto alla sessualità - ha scritto nel suo questionario un sacerdote omosessuale - I preti devono nascondere la loro sessualità in tutti i modi e naturalmente questo atteggiamento conduce a esprimere la propria sessualità in modo poco salutare".

Nel 1967 i vescovi della Chiesa cattolica Usa avevano condotto un approfondito studio sulla vita dei sacerdoti americani. Pubblicato nel 1972, con il titolo The Catholic Priest in the United States: Psycological Investigations, dallo studio emergeva che gran parte dei preti non avevano sviluppato una sana identità sessuale e non avevano risolto i conflitti tipici dell'adolescenza. Uno studio che però nessuno prese in seria considerazione. "I preti sono esseri umani, come tutti gli altri e queste morti lo dimostrano", ha commentato il vescovo Raymond J. Boland, della diocesi di Kansas City, di fonte ai risultati dell'inchiesta del quotidiano Usa. Mentre un generico "no comment" è stata la risposta al Kansas City Star da parte delle gerarchie ecclesiastiche americane e di Roma. "Il Vaticano ha delegato le risposte ai vescovi locali", ha scritto il giornale.

(LA REPUBBLICA 4.2.2000 The TIME 30 gennaio 2000)

  

IL PROBLEMA DELLE SETTE RELIGIOSE NON CRISTIANE

'Macché religione, quello è crimine'

Una legge severa votata all'unanimità dal Senato. E un comitato permanente di controllo. A Parigi le sette fanno paura. Così si è deciso di usare il pugno di ferro. Anche a costo di passare per liberticidi. In Francia considerano la setta americana come una delle più pericolose. E le azioni contro di essa hanno rischiato di creare incidenti diplomatici con gli USA.

Di Fabrizio Coisson su PANORAMA del 4/2/2000

Nessuna targa sul portone, nessuna indicazione, massima discrezione: al primo piano di un palazzo nel centro di Parigi, rue Saint Dominique, si trova l'anonima sede della "Mission interministèrielle de lutte contre les sectes".
Un organismo ufficiale, dunque, del governo francese: ma la prudenza, si lascia intendere, non è mai troppa quando si dà battaglia alle sette. A molti sembra un problema magari un po' folkloristico, a metà strada tra le mode New age e le suggestioni neogotiche. "Invece è un pericolo molto concreto per le democrazie moderne" sostiene Alain Vivien, l'ex ministro che il governo Jospin ha messo alla guida di questo organismo. "Sì, ci sono piccoli gruppi di truffatori o di esaltati, ma esistono anche grandi sette transnazionali che vorrebbero sostituirsi alle strutture statali o stravolgerle". Insomma, la Francia prende la questione molto sul serio, e con lei mezza Europa, dalla Germania al Belgio, ai paesi dell'Est (molto meno l'Italia).
Non si tratta soltanto di quei gruppi che, ogni tanto, occupano le pagine di cronaca nera, come qualche anno fa i seguaci dell'Ordine del Tempio solare, che si suicidarono in massa in Svizzera, Canada e poi in Francia. O i giapponesi di Aoum che si divertivano a riempire di gas le stazioni del metro di Tokyo. "Si è perso troppo tempo a considerare le sette sotto un aspetto religioso" insiste Vivien: "In Francia le chiese sono separate dallo stato, e lo stato non interviene nei problemi religiosi. Lo stato osserva solo i comportamenti dei gruppi e delle associazioni: quando questi gruppi e associazioni hanno pratiche di tipo totalitario o minacciano i diritti dell'uomo e l'equilibrio sociale, la legge deve intervenire. Semplice, no?".

Non semplicissimo, a giudicare dalle polemiche che ogni intervento in questo campo rischia di sollevare. E forse anche perché il fenomeno settario è assai complesso, come testimonia proprio il caso francese. Nel dicembre 1995 una commissione parlamentare (già sulla base di un rapporto di Vivien) aveva cercato di definire il fenomeno, mettendo un po' tutto nello stesso mazzo, Testimoni di Geova e cercatori del Graal, integralisti cattolici e Sokka Gakai, elencando 170 sette, divise per numero di aderenti e per caratteristiche. Il "censimento" contò 160 mila aderenti e oltre 100 mila simpatizzanti, ma in gran parte si trattava di testimoni di Geova, la cui "disobbedienza civile" riguarda essenzialmente il rifiuto della trasfusione di sangue.

E oggi? Le cifre non sono molto cambiate, anche se non mancano ascese e cadute nella hit parade delle sette: per esempio i seguaci del reverendo Moon si sono quasi estinti, mentre è salita in potenza Scientology, nota a molti soprattutto per l'adesione di attori come Tom Cruise, Nicole Kidman, (Michael Jackson*), o John Travolta. Anzi, è proprio questa setta americana "che vuole trasformare la maggioranza della gente in schiavi felici" in cima a tutte le preoccupazioni di Vivien e del Rapporto annuale sulla lotta alle sette che ha appena inoltrato a Jospin. Lo scontro è in atto da tempo, ci sono stati processi (con esiti diversi) in vari paesi europei e la Germania ha messo Scientology praticamente fuori legge, tra le proteste americane. E la setta Usa è stata all'origine di un clamoroso scontro diplomatico che Vivien racconta a Panorama: "Un giorno da Washington ci fanno sapere che un loro ambasciatore itinerante, Robert Seipel, sarebbe venuto in Europa per discutere i temi della libertà di religione. Pensavamo ci volesse parlare dei talebani dell'Afghanistan, degli islamisti del Sudan... Questo tipo arriva a Parigi e ci dice invece che ad attentare alle libertà religiose è la Francia! Il tutto sulla base di tre, dico tre, ridicole denunce. Gli abbiamo risposto che non era una cosa seria, e il Quai d'Orsay ha inviato una lettera alla signora Madeleine Albright per dirle che d'ora in poi le discussioni sulle libertà si sarebbero fatte davanti all'Assemblea dell'Onu. Gli americani sono nostri amici, ma non sono i padroni del mondo. A casa loro basta che un gruppo si definisca religioso per nascondersi dietro il primo emendamento della Costituzione, quello che garantisce la libertà di credo. Poi magari finisce in tragedia, come a Waco nel 1993, con 88 morti".

(*) aggiunta personale

PERICOLO CONCRETO

In Francia, più che suicidi collettivi (il caso dell'Ordine del Tempio solare è isolato) si temono manipolazioni mentali, sfruttamento economico, abusi sessuali, plagi di intere famiglie. Le cronache sono numerose, da anni: c'è il centro che dovrebbe aiutare i tossicodipendenti e in realtà depreda i disperati; c'è il santone che chiede il "sacrificio" di una fanciulla diversa ogni settimana; la comunità che costruisce templi multicolori ignorando ogni legge urbanistica; il prete che ritiene di non dover pagare tasse e anzi di doverle incassare dai suoi fedeli.

Vengono tenute sotto sorveglianza 18 sette di "guaritori", 16 occultiste, cinque ufologiche, quattro sataniche, altre a matrici religiose o politiche, apocalittiche o esoteriche. Eppure c'è chi ritiene che si faccia ancora poco, che le sette "puntino a infiltrarsi nell'amministrazione statale, nella struttura economica" (parole di Vivien). Il rapporto della Missione interministeriale dice che le sette trovano terreno fertile anche per la crisi delle grandi ideologie, che gli strumenti legislativi sono spesso in ritardo. Che ci vorrebbe più prevenzione.

Ma è proprio qui che le polemiche si accendono. Di fronte ai reati, infatti, gli strumenti attuali sono sufficienti: basta applicarli. Ma si può prevenire? Magari sciogliere un gruppo prima che commetta un reato? I rischi di superare la linea rossa delle libertà personali e di associazione esistono. Eppure un progetto di legge in questo senso è stato approvato, all'unanimità, dal Senato francese, nel dicembre scorso: prevede per esempio lo scioglimento di una setta nel caso in cui i suoi capi siano stati già condannati due volte in precedenza. La linea dura, chiaramente, piace a Vivien, che però ammette l'esistenza di "problemi di legittimità costituzionale": il progetto di legge sarà di certo modificato. Segnala comunque un allarme largamente condiviso in Francia.
E non solo in Francia. Il Consiglio d'Europa il 22 giugno 1999 ha approvato una raccomandazione che chiede a tutti gli stati membri di applicare sistematicamente la legge
"contro le procedure illegali" delle sette; di far rispettare l'obbligo scolastico; di diffondere informazioni sulla pericolosità delle sette; di sostenere le organizzazioni di vittime o famiglie di vittime delle pratiche settarie. Gli uffici del comitato interministeriale di Vivien sono anche, di fatto, uno snodo per il coordinamento delle attività contro le sette: 'I paesi che hanno una legislazione più avanzata sono l'Austria e il Belgio' dice Vivien: "Abbiamo rapporti stretti con la Germania, la Gran Bretagna, la Catalogna, e con numerosi paesi dell'Est che si sono confrontati con il fenomeno delle sette dopo la fine della repressione comunista". Rapporti anche con l'America Latina, in particolare il Brasile, e in Asia col Giappone e la Corea.

E con l'Italia? "Purtroppo pochissimi contatti. Eppure anche il ministero dell'Interno italiano aveva fatto, come noi, un censimento delle sette, nel 1998. Con risultati allarmanti".

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 La cifra è ancora imprecisata, si sa che gli arsi vivi: erano membri della setta "I 10 comandamenti di Dio"
Uganda, suicidio di massa: oltre 400 morti in chiesa

KAMPALA Il loro leader li aveva avvertiti nei giorni scorsi: "Vendete i vostri possedimenti e preparatevi ad andare in paradiso". E ieri ha mantenuto la seconda parte di quell'avvertimento, convincendo un numero imprecisato ma enorme - tra le 400 e le 600 persone - di adepti della sua setta a darsi fuoco, in un macabro suicidio collettivo. Così, dopo essersi radunati in una chiesa nel villaggio di Kanungu a 320 chilometri a sudovest di Kampala e dopo varie ore di canti e preghiere, i seguaci della setta "Dieci comandamenti di Dio" si sono tolti la vita. Fondata nel 1994 dal predicatore Joseph Kabitere, la setta aveva ottenuto nel 1997 il riconoscimento come organizzazione non governativa dalle autorità ugandesi anche se era iniziata allora un'inchiesta con l'accusa di maltrattamenti e sequestro di ragazzi (circostanza che emerge sulla stampa locale di oggi, che ricorda come nel 1998 una scuola elementare gestita dalla setta era stata chiusa, essendo stato accertato che i fanciulli che la frequentavano, circa 300, erano malnutriti, costretti a dormire sulla nuda terra e obbligati a duri lavori).

Le sette apocalittiche o più genericamente ultrareligiose non sono una novità per lo stato africano. A settembre dell'anno scorso erano stati infatti arrestati e rinchiusi in un campo di raccolta centinaia di membri della "Chiesa del messaggio dell'ultimo ammonimento" il cui leader aveva inizialmente predetto la fine del mondo per il giugno scorso, aggiornandola poi a quest'anno, in data da definirsi.

Il portavoce della polizia, Eric Naigambi, aveva precisato allora che circa un migliaio di seguaci erano stati arrestati nei pressi della cittadina di Luwero, dove avevano allestito un campo dopo aver venduto tutti i loro beni e donato i proventi al loro guru Wilson Busharo. Secondo la polizia, in attesa dell'Apocalisse, nel campo si praticava sesso di gruppo e sette membri della setta erano stati alla fine incriminati per violenza carnale ai danni di ragazze minorenni, mentre altri erano stati accusati di stupro, furto e sequestro di persona.

Nel novembre del '97 le cronache si erano occupate invece di un altro movimento cristiano fondamentalista dal momento che un loro raduno alla periferia della capitale era stato bersaglio di un attentato dinamitardo che aveva ucciso tre persone, ferendone oltre trenta. Il lancio della bomba a mano fu messa in relazione a una disputa sull'utilizzazione di alcuni terreni con degli integralisti musulmani.

(REPUBBLICA 19 marzo 2000)

 

Germania: allarmante crescita dei gruppi neonazisti

BERLINO - L'amplificarsi del fenomeno neonazista in Germania preoccupa il Verfassungsschutz, il servizio di sicurezza interno (letteralmente "Protezione della costituzione", ndr), che suona immediatamente l'allarme. Nel suo ultimo rapporto, che il ministro degli interni Schily renderà noto la settimana prossima e di cui oggi il quotidiano "Bild" anticipa i dati più significativi, il servizio registra l'esistenza di 114 organizzazioni di estrema destra con un totale 53.600 aderenti: una crescita dell'11%. In aumento anche il numero dei picchiatori naziskin, stimati a 8.200 (+9%).

LA REPUBBLICA dell'1.4.2000

Guatemala: prete a giudizio per omicidio vescovo

CITTA' DEL GUATEMALA - Mario Orantes, il sacerdote sospettato per l'assassinio del vescovo di Città del Guatemala, monsignor Juan Gerardi, è stato rinviato a giudizio per omicidio dopo quasi due anni di indagini. Lo ha disposto la notte scorsa il giudice istruttore, Flor de Maria Garcia, confermando altresì l'ordine d'arresto spiccato a carico del religioso, che da tempo si trova peraltro ricoverato in ospedale per imprecisati disturbi nervosi e problemi alla schiena. La data di apertura del processo sarà stabilita in seguito.
LA REPUBBLICA dell'1.4.2000

Il Pontefice, prima della partenza, torna al Santo Sepolcro al Muro del Pianto aveva chiesto il perdono divino

Il Papa sul Calvario in visita fuori programma

"Lo spirito ci darà la forza per superare le divisioni" Il rientro a Roma. All'aeroporto, a riceverlo, Massimo D'Alema

GERUSALEMME - Il Papa è rientrato in Italia dalla Terrasanta. Ad accoglierlo, all'aeroporto di Fiumicino, il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema e il cardinale vicario di Roma, Camillo Ruini. Un ritorno, dunque, sottolineato ai massimi livelli anche dall'autorità civile, per un viaggio pieno di significati e di segnali. Uno dei più importanti, di certo, fra i molti compiuti da Giovanni Paolo II. E anche l'ultimo giorno in Terrasanta, ha avuto momenti di particolare importanza. Come l'eccezionale fuori programma sul monte Calvario. Il Pontefice, infatti, nel pomeriggio è voluto tornare nella Basilica del Santo Sepolcro, tappa cruciale della sua visita nei luoghi della vita di Gesù Cristo. E ha fatto quello che stamattina non era risucito a fare: salire al Calvario, percorrendo i gradoni di pietra levigati dal tempo che portano alla Cappella. Per raccogliersi ancora una volta in preghiera. La seconda visita è stata raccontata con commozione da padre Luis Terrato, superiore della basilica. "Stavamo giusto finendo di recitare i vespri - ha raccontato il francescano - poco prima delle 16, in attesa di cominciare la nostra processione quotidiana nella cappella del Santo Sepolcro, quando alcuni uomini della vigilanza sono venuti a dirci: 'presto, fate presto che sta arrivando il Papa'. Hanno letteralmente buttato fuori i turisti e alle 16.30 è arrivato il Papa. Cosa posso dire? Non riesco a crederci. Il Papa stamani era andato via con il desiderio di salire al Calvario. Se ne era andato guardando lassù, sovrapensiero. Ma mai avremmo creduto che sarebbe tornato".Il Papa era già stato al Santo Sepolcro in mattinata. Giovanni Paolo II si era raccolto in preghiera, con le due mani sulla pietra che ospitò il corpo di Cristo, nella grotta del sepolcro. C'era arrivato percorrendo a piedi l'ultimissimo tratto della via Dolorosa, come un qualunque pellegrino aveva prima baciato e sfiorato con la mano la pietra dell'Unzione e alla fine si era inginocchiato per baciare due volte la pietra sepolcrale.

Durante la messa, Giovanni Paolo II ha rinnovato l'esortazione all'unità della Chiesa. "Qui presso il Santo sepolcro e il Golgota, mentre rinnoviamo la nostra professione di fede, possiamo forse dubitare che nella potenza della spirito della vita ci verrà data la forza per superare le nostre divisioni e operare insieme al fine di ricostruire un futuro di riconciliazione, di unità e di pace?".

L'ultimo giorno del viaggio del Papa in Terra Santa è segnato dalle visite ai luoghi tra i più sacri alle tre religioni. Prima del Santo sepolcro, il Papa ha pregato davanti al Muro del Pianto e ha collocato tra le antiche pietre la sua "fituch", il foglio che nella tradizione ebraica contiene preghiere, richieste fatte a Dio, meditazioni personali. Il foglio, che contiene la parola "forgiveness", perdono, e porta lo stemma del Vaticano e la firma del Papa, verrà esposto al memoriale di Yad Vashem.

Quindi Giovanni Paolo II è salito alla spianata delle moschee di Al Aqsa e della Roccia, sul monte del Tempio, accolto dal Mufti di Gerusalemme Ikrama Sabri. "Haram al-Sharif (il nome arabo della spianata delle moschee, ndr) è collegato con la memoria di Abramo che per tutti i credenti è un modello di fede a Dio altissimo", ha detto il Papa. Quindi, rispondendo indirettamente alle polemiche sorte con il Mufti di Gerusalemme, ha aggiunto: "Gerusalemme è sempre stata venerata dagli ebrei, dai cristiani e dei musulmani. Gerusalemme è la città santa per eccellenza".

E attraverso il suo rappresentante a Gerusalemme Est Faisal Husseini, l'Autorità nazionale palestinese si è dissociata dalle recenti dichiarazioni del mufti di Gerusalemme sulla Shoah. "Su una simile questione", ha detto Husseini, "non si tratta di cifre: in quegli anni è accaduto in Europa qualche cosa di orribile, di tremendo, che noi tutti condanniamo senza riserve". Secondo il mufti la cifra di sei milioni di ebrei uccisi nell'Olocausto è superiore alla realtà e viene strumentalizzata da Israele e dalle comunità ebraiche nel mondo.

In serata il Papa, in elicottero, ha raggiunto l'aeroporto di Tel Aviv da cui è ripartito per Roma con un aereo della El-Al.

(26 marzo 2000)

 Ruanda: sul genocidio mea culpa del Consiglio Onu

NEW YORK - Mea culpa del Consiglio di sicurezza dell'Onu sul genocidio ruandese. Per la prima volta, il 'governo' delle Nazioni Unite ha ammesso le proprie responsabilità nel non aver saputo o potuto fermare il genocidio di 800.000 tutsi e Hutu moderati nella primavera del 1994 e ha nel contempo lanciato un appello per evitare che in futuro si ripetano nuovi massacri della popolazione civile.

(LA REPUBBLICA 15 aprile 2000)

 Il rito si celebra ogni anno sulla collina di Catud. Centinaia di locali e turisti assitono allo spettacolo

 

Filippine, undici crocifissi per celebrare il venerdì Santo

CUTUD - Chiodi veri, lunghi sette centimetri da conficcare nelle mani e nei piedi. Undici uomini "appesi" alla croce. Centinaia di fedeli che percorrono le strade battendosi il petto con enormi canne di bambù. Questo brutale rituale religioso, che celebra il venerdì Santo, si consuma ogni anno sulla collinetta vicino alla città di Cutud, ottanta chilometri a nord di Manila. Spettatori, un'enorme folla di locali, forestieri e turisti.

Il supplizio del Gesù Cristo filippino, che volontariamente insieme ad altri dieci si fa crocifiggere per il Venerdì Santo, dura solo tre minuti ma è uno spettacolo impressionante. Il martello batte sul chiodo, lui fa una smorfia e il sangue comincia a sgorgare. Un altro in attesa del suo turno beve del gin per addormentare un poco il dolore.
"Ho promesso di smettere al quindicesimo anno - dice Chito Sangalang, nei panni di Gesù per la quattordicesima volta - Lo faccio per ringraziare Dio perché mia madre è guarita dalla tubercolosi". Tra gli undici crocifissi di quest'anno vi è anche una donna guaritrice, Amparo Santos, al suo quinto supplizio. "Lo faccio per espiare i peccati" dice dopo esser scesa dalla croce.

La Chiesa cattolica non approva questo rito. Non lo approva ma le autorità locali non fanno nulla perché sia interrotto. D'altra parte è un sacrificio volontario, nessuno impone la crocifissione. E' una specie di cruento "fioretto" che i fedeli fanno per ringraziare Dio di un beneficio ricevuto, o per chiedere la fine di una profonda sofferenza. E come sempre, ci sono anche gli invasati.

(21 aprile 2000)

 Un genetista inglese ha scoperto che tutti gli abitanti del vecchio continente discendono da appena sette donne

Tara (figlia di EVA?) e le sue sorelle, ascendenti degli europei
Individuate grazie allo studio del Dna mitocondriale. Sono vissute nell'arco di tempo da 45.000 a 8.000 anni fa

LONDRA - Tara ha vissuto in Toscana circa 17.000 anni fa, sulle verdi colline del Chianti, probabilmente. I suoi discendenti, più tardi, molto più tardi, si trasferirono nell'Europa del Nord. Il clima nella Penisola si era fatto troppo caldo, e la "famiglia" aveva scelto di attraversare la Manica, allora asciutta, e cercare refrigerio nelle Highlands e in Irlanda.

Tara è una delle sette progenitrici di tutti gli abitanti del vecchio continente. È anche l'ava di Bryan Sykes, il noto genetista inglese, docente all'università di Oxford, che ha scoperto che gli europei discendono da appena sette donne e che ha dato a ciascuna di loro un nome: Ursula (la più anziana (vissuta nel nord della Grecia circa 45.000 anni fa), Xenia, Helena, Katrine (veneziana di 100 secoli fa), Valda e Jasmine (la più giovane: è nata in Siria circa 8.000 anni addietro).

"Immagino - dice oggi Sykes - che Tara avesse capelli castani, occhi azzurri e pelle olivastra. Era probabilmente sana dal punto di vista fisico e dev'essere stata una buona madre, capace di andare a caccia se era il caso". Ma cosa dà allo scienziato la certezza di essere un lontanissimo pronipote della donna toscana? Anni di studi genetici, di rilevazioni e di analisi in laboratorio su quel particolare Dna che non è soggetto a mutazioni se non in periodi di tempo lunghissimi (circa 8.000 anni). Si tratta del Dna che si trova nella parte di cellula chiamata mitocondrio. "Il Dna mitocondriale - ha spiegato Sykes al quotidiano Times - è ereditato per via materna. Gli spermatozoi non ce l'hanno. Se ne deduce quindi che il Dna mitocondiale di tutti gli esseri umani dovrebbe essere lo stesso".

Prelevando il mitocondrio da seimila europei (attraverso un tampone strofinato all'interno della guancia) il professore di medicina genetica è riuscito ad isolare sette tipi diversi di dna. E di conseguenza a risalire alle "sette figlie di Eva", come Sykes ha chiamato le "bisnonne" comuni di tutti gli europei. Per dare a loro una età approssimativa lo studioso ha usato invece un procedimento induttivo: le ha infatti collocate a circa 8.000 anni di distanza l'una dall'altra, sulla base appunto del periodo di mutazione del Dna mitocondriale.

Al di là del suo indubbio fascino, la teoria di Sykes ha risvolti scientifici molto interessanti. In primo luogo perché se Ursula si aggirava per la Grecia già 45.000 anni fa, allora bisogna datare diversamente le ipotizzate migrazioni europee dei primi uomini, che si immaginavano ben più recenti. Ma allo stesso tempo è confermata la teoria della discendenza africana della specie umana: Sykes ha infatti notato che il dna mitocondiale dei sette clan europei è molto simile a quello di Lara, una delle tre progenitrici degli abitanti dell'Africa.

Ma la scoperta ha anche un risvolto interessante per gli attuali europei. Ciascuno può infatti sapere di quale delle "figlie di Eva" è discendente. Per farlo basta una semplice analisi del suo Dna mitocondriale. Che costa appena 120 sterline (circa 360.000 lire): il servizio è offerto dalla "
Oxford ancestors", la società che Sykes ha lanciato per aiutare ciascuno di noi a ritrovare l'ava più anziana.

(19 aprile 2000)

 

Germania e aziende tedesche riconoscono la responsabilità e firmano una bozza per il risarcimento: 11 mila miliardi
"Abbiamo usato gli ebrei come schiavi durante il Reich"
Il documento segreto è stato diffuso dalla Reuters. Tra i firmatari, DaimlerChrysler, Siemens e Bayer

WASHINGTON - Quattro righe che cambiano la storia, eccole. "Si riconosce l'intenzione del governo della Germania e delle società tedesche di accettare la responsabilità morale legata all'uso di lavoratori coatti e in stato di schiavitù, al danno della proprietà subito a causa della persecuzione razziale e ad altre ingiustizie del partito nazionalsocialista e della Seconda guerra mondiale".

E' il passaggio della bozza di accordo attraverso il quale la Germania e le sue aziende dichiarano il loro coinvolgimento nella pratica di schiavitù e di furti a cui furono sottoposti gli ebrei durante il regime nazista e si impegnano a risarcire i sopravvissuti e gli eredi delle vittime dell'Olocausto. Dopo anni di gestazione, la bozza ha visto la luce. E' stata consegnata da una fonte vicina ai negoziati all'agenzia di stampa Reuters che l'ha diffusa.

I risarcimenti previsti dall'accordo toccano i cinque miliardi di dollari (oltre 11 mila miliardi di lire) da distribuire tra circa 240 mila persone, anche se non si sa quante di queste siano ancora in vita e in che misura i risarcimenti riguardino gli eredi delle vittime. La bozza è stata stilata il 12 maggio. L'accordo impegna la Germania e diverse aziende tedesche a dividersi i costi delle compensazioni in cambio della garanzia, fornita dagli Usa, che non ci saranno ulteriori azioni legali dei superstiti nelle corti americane.

L'accordo dovrebbe essere firmato il 2 giugno dal presidente americano Bill Clinton e dal cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, nel corso di una cerimonia a Berlino, indicano le fonti.

La decisione arriva dopo anni di tensione, lunghe cause giudiziarie e pressioni della comunità ebraica internazionale. Una loro prima vittoria, che costituisce il precedente storico a cui la Germania sta per adeguarsi, fu quella ottenuta nel 1998 contro le banche svizzere che risarcirono le vittime dell'Olocausto con quasi 3 miliardi di dollari riconoscendo la loro responsabilità nell'aver trattenuto nei propri forzieri l'oro che gli ebrei perseguitati da Hitler riuscirono a salvare nella confederazione.

Le compagnie tedesche che usufruirono della manovalanza a costo zero degli ebrei prelevati dai ghetti e dai campi di concentramento (12 milioni di persone) dovranno versare in più altri 50 milioni di dollari (110 miliardi di lire) di interessi.

Quali sono le aziende tedesche coivolte? Innanzitutto, solo 50 delle 200 maggiori imprese tedesche hanno sottoscritto la bozza dell'accordo. Tra queste ci sono la DaimlerChrysler, la Siemens, la Allianz e la Bayer. Ancora non è certo che la bozza sia da considerarsi definitiva nella sua applicazione pratica, ma la dichiarazione di responsabilità è il passo politico che dà la cifra dei passi avanti compiuti. Tra i Paesi che si uniranno a Stati Uniti e Germania nel sottoscrivere il fondo comune ci saranno Bielorussia, repubblica Ceca, Israele, Polonia, Russia e Ucraina.

(LA REPUBBLICA 16 maggio 2000)

 

Il MESSAGGERO 20.5.2000 PRIMA PAGINA

L’Aquila. L’Armata bianca nella bufera. Nove indagati. L’accusa è di abusi sessuali
Nozze mistiche con violenze
Sotto accusa padre Andrea D’Ascanio, frate cappuccino ed esorcista

L’AQUILA - La setta le chiamava "nozze mistiche per purificarsi dai peccati del mondo"; secondo gli investigatori, quei "riti" non erano altro che abusi ed addirittura violenze carnali tanto che anche il Vaticano, da due anni, sta cercando di vederci chiaro. Il movimento religioso antiabortista dell’Aquila, "Armata Bianca", ed il suo enigmatico leader, il frate cappuccino ed esorcista padre Andrea D’Ascanio, sono di nuovo nella bufera. All’alba di ieri, i carabinieri dell’Aquila, su disposizione del Procuratore della Repubblica Nicola Trifuoggi, hanno fatto scattare una raffica di perquisizioni nella sede dell’Armata Bianca, nell’abitazione del frate ed in altre località italiane.

Il MESSAGGERO 20.5.2000 Pagina 8

L’Armata bianca nella bufera / Raffica di perquisizioni dei carabinieri, sotto assedio la sede a Sant’Appollonia. Nove avvisi di garanzia
Il Vaticano indagava già da due anni
Un’adepta pentita ha fatto scattare l’inchiesta per abusi sessuali

di MARCELLO IANNI
Già da due anni l’Armata Bianca era nel mirino del Vaticano e non solo per questioni religiose. La clamorosa inchiesta della Procura della Repubblica per presunti abusi sessuali all’interno della Movimento, ancora una volta nella bufera, non ha colto di sorpresa solo l’ambiente ecclesiastico aquilano. Il massiccio blitz, ieri, dei carabinieri soprattutto lungo via 20 settembre, aveva fatto presagire qualcosa di clamoroso.
Il reato ipotizzato è pesante: associazione per delinquere finalizzata alla violenza privata ed agli abusi sessuali. Un’inchiesta scaturita proprio dalle denunce di violenza sessuale fatte da alcune adepte che avrebbero raccontato di strane "nozze mistiche".
Bocche cucite da parte degli inquirenti che mantengono il più stretto riservo su un caso assai delicato in quanto tra i nove indagati, oltre al leader del Movimento, padre Andrea D’Ascanio, coinvolgerebbe altri prelati (tra i quali padre Giovanni Antonuccci) e personaggi molto in vista del capoluogo. D’altra parte, numerose sono state per tutta la giornata di ieri le perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti indagati per svariati reati. Il blitz è scattato intorno alle 8 quando i carabinieri del Reparto operativo e del Nucleo operativo coordinati dal capitano Luciano Padricelli, hanno bussato alla porta del convento di Sant’Apollonia, nei pressi di via 20 Settembre con un mandato di perquisizione. Il frate, ideologo e fondatore dell’Armata Bianca, padre Andrea D’Ascanio, non era però nella sua abitazione e, fino a tarda ora, è risultato irreperibile. Nella sede, ad aspettare il frate, c’erano invece due ignare signore, da poco erano giunte dal Messico dove hanno fondato un analogo movimento, e che per tutta la durata della perquisizione, oltre quattro ore, sono state "fermate" ed interrogate. Dopodichè è giunto sul posto un furgone, sempre dei carabinieri, nel quale in tutta fretta sono stati caricati numerosi faldoni di fascicoli per poi dirigersi nelle vera e propria sede del movimento, ospitata in un appartamento di Coppito, esattamente in via della Murata. Anche lì perquisizioni a raffica e sequestri di fascicoli. Ma non è finita. Un ennesimo sequestro è stato fatto dai carabinieri della stazione di Paganica che hanno rinvenuto materiale cartaceo di litografia, appartenente al Movimento, all’interno di una fabbrica del Nucleo industriale di Bazzano, utilizzata dal prelato solo come deposito. Altre decine di perquisizioni sono state eseguite dai militari del Reparto operativo in numerosi appartamenti del centro cittadino nei confronti di altrettanti indagati.
In un primo momento si era ipotizzato che l’inchiesta, coordinata personalmente dal Procuratore Capo, Nicola Trifuoggi, fosse scaturita dalle indagini sulle sepolture dei resti abortiti a seguito di protocolli d’intesa tra il movimento dell’Armata bianca ed alcune strutture sanitarie del Nord Italia. Durante la giornata di ieri hanno preso sempre più piede indiscrezioni su presunte violenze sessuali sulle quali da oltre due anni anche il Vaticano sta tentando di vederci chiaro. Lo ha confermato ieri l’arcivescovo Giuseppe Molinari: "Sull’indagine della magistratura- ha dichiarato il prelato- non posso e non voglio entrare nel merito. Posso solo dire che qualcuno al di sopra di me sta indagando da due anni su questa vicenda e presto si farà piena luce. Solo allora potrò esprimermi".

Da seguace di padre Pio a "crociato" contro l’aborto

Il consigliere spirituale (così si fa chiamare dai suoi adepti) dell’Armata Bianca, Nicola D’Ascanio, 66 anni, prese i voti da padre cappuccino con il nome di Andrea dell’Aquila. Amante della montagna e abilissimo rocciatore, decise di prendere i voti a seguito di una visita che fece a Pietralcina dove incontrò Padre Pio. Fu proprio il Beato, secondo le agiografie del "Movimento per la vita Armata Bianca", a suggerirgli di intraprendere la strada sacerdotale. Dopo aver abitato per un periodo nel convento Chiara decise di recarsi in Puglia.
E proprio a Taranto, il 24 febbraio 1973, accade il fattaccio che forse segnò per sempre la vita di Padre Andrea. Durante una pratica di esorcismo guidata dal cappuccino aquilano morì una donna, Silvia Cosima Martucci. Il frate fu convocato dalla donna in quanto secondo lei suo figlio, studente di Medicina, era posseduto dal demonio. Padre Andrea fu contattato da Maria Teresa D’Abenante (allora insegnante ed oggi la più stretta collaboratrice di padre Andrea), pia donna per vocazione e rampolla di una nobile famiglia tarantina, per una giornata di preghiera e per liberare il giovane dal demonio. Per tutta la notte, tra il 23 ed il 24 febbraio 1973, le attenzioni furono rivolte al ragazzo, mentre nel pomeriggio l’esorcismo riguardò inspiegabilmente la Martucci. Fu chiusa in una stanza insieme con padre Andrea e la D’Abenante. Da lì la donna uscì soltanto morta per lesioni. Secondo il perito il decesso era dovuto alle "eccessive pratiche di soccorso". Il giudice Lavernicocca incriminò padre Andrea e la D’Abenante per omicidio colposo e chiese una "perizia neurologica" per la donna.
Dopo varie vicissitudini, negli anni Ottanta, padre Andrea torna all’Aquila e fonda l’Armata Bianca. Il Movimento per la vita, ancora oggi non ufficialmente riconosciuto dal Vaticano, era sorto nel 1984 proprio su iniziativa del frate e di alcuni suoi collaboratori, tra cui la D’Abenante. L'Associazione iniziò a far parlare di sè il 28 dicembre 1991 quando nel cimitero dell'Aquila fu inaugurato il monumento "Ai bambini mai nati", la cui realizzazione fu finanziata dallo stesso gruppo con il benestare dell'allora Arcivescovo dell'Aquila, Mario Peressin. In quella occasione, al cimitero giunsero anche il regista Franco Zeffirelli e l’onorevole Carlo Casini.
Il nome Armata Bianca deriva dal fatto che era nata per "opporsi" all’Armata Rossa Sovietica con lo scopo di diffondere il Vangelo proprio nell'ex Urss. Il Movimento, oltre la diffusione del Vangelo nei Paesi dell'Est, ha come scopo quello della difesa della vita e quindi svolge un'intensa campagna contro l'aborto. In questo senso nel 1998 e all'inizio di quest'anno aveva stipulato convenzioni con ospedali di Novara e di Vercelli per poter entrare in possesso dei resti abortivi allo scopo di celebrarne i funerali e dargli sepoltura. Ciò in contrasto con un decreto presidenziale che regola tutta la materia e che stabilisce che la sepoltura dei feti può avvenire solo su richiesta dei genitori. All’Aquila, ci furono denunce ed esposti, ma l’inchiesta fu archiviata nel 1992 perché la magistratura non riscontrò violazioni alla legge sull’aborto, ed in particolare al diritto alla riservatezza della donna che decide di ricorrere all’intervento.

IL CASO Il Vaticano bloccò la nomina a sacerdote di due aderenti

L’Armata Bianca le ha provate tutte per farsi riconoscere dal Vaticano ma finora nessun aderente è stato nominato sacerdote in Italia. La vicenda più clamorosa ci fu il primo maggio del 1997. L’allora arcivescovo Mario Peressin aveva deciso di consacrare cinque nuovi sacerdoti tra cui due dell’Armata: Giovanni Antonucci di Villa Sant’Angelo ed il napoletano Carlo Benedetto Lauro. All’ultimo momento, però, arrivò dal Vaticano una lettera perentoria con la quale venivano bloccate le nomine dei due aderenti dell’Armata Bianca. I motivi sono rimasti oscuri, ma Peressin ci riprovò per il 2 agosto dello stesso anno, ma anche in questo caso andò... buca. Poi i due citati ci riuscirono in qualche modo emigrando all’estero. Questa vicenda finì sugli organi di stampa, padre Andrea e una sua collaboratrice Maria Teresa D’Abenante, denunciarono i giornali per diffamazione.

 

(LA REPUBBLICA del 28.5.2000) Londra: Gheddafi finanzia l'Ira

LONDRA - Il leader libico Muammar Gheddafi avrebbe finanziato l'Esercito repubblicano nordirlandese (Ira) perché compisse attentati nel Regno Unito: lo scrive oggi il quotidiano "Sunday Times". Secondo il giornale, l'Ira ha ricevuto da Gheddafi oltre 6,5 milioni di sterline, circa 20 miliardi di lire. Il Times cita un rapporto dei servizi segreti britannici, l'MI5: gli agenti libici fornirono il denaro a un corriere dell'Ira identificato come "Cassidy" in una serie di contatti all'aeroporto di Tripoli.

Tanti anni addietro era stata anche aperta una valigia diplomatica del Vaticano contenente salsicce al plastico inviate dalla Libia ad un macellaio cattolico di Belfast.

 

USA: VEDOVA MCDONALD'S REGALA 80 MILIONI DI DOLLARI

(ANSA) - WASHINGTON, 24 SET - La vedova del fondatore dell'impero degli hamburger McDonald's ha donato 80 milioni di dollari all'Esercito della Salvezza per costruire un centro per i poveri a San Diego. E' il dono piu' cospicuo mai ricevuto dall'Esercito della Salvezza in 118 anni di esistenza. Joan Kroc ha spiegato di aver deciso il regalo dopo essere transitata con la vettura nel centro di San Diego ed essere stata impressionata dal suo squallore. ''Mio marito si vestiva ogni dicembre da Babbo Natale per sollecitare doni, sui marciapiedi di San Diego, per l'Esercito della Salvezza - ha detto la vedova - Penso che sarebbe molto contento di questa decisione''. Il denaro sara' utilizzato per costruire un centro per la comunita' locale comprendente un asilo, un teatro, una scuola, una libreria multimedia ed uno stadio di pattinaggio. ''Siamo al settimo cielo. Stiamo ancora cercando di convincerci che non e' un sogno'', ha detto un portavoce dell' Esercito della Salvezza. Joan Kroc, che ha una fortuna personale di 2.1 miliardi di dollari, e' una delle filantrope piu' attive negli USA. In marzo aveva donato 25 milioni di dollari alla Universita' di San Diego per un centro di pace. Un anno fa aveva regalato 15 milioni di dollari alle vittime di una alluvione nel Nord Dakota.(ANSA).

 

Ulster: marcia protestante, scontri fra cattolici e polizia

BELFAST - Violenza in Ulster tra un gruppo di cattolici la polizia dopo che questi hanno cercato di ostacolare una marcia di protestanti. E' successo ieri sera a Lurgan, 30 chilometri a sud di Belfast. Centinaia di poliziotti e di soldati erano stati posti nelle strade della cittadina. Secondo fonti ufficiali sono stati i cattolici ad attaccare: le forze dell'ordine hanno risposto con proiettili di gomma. Non sembra però che vi siano feriti. Gli incidenti sono avvenuti prima che gli orangisti (protestanti) sfilassero attraverso Lurgan. La marcia si è comunque svolta regolarmente e senza incidenti. I cattolici hanno criticato il premesso concessi ai lealisti di dare vita alla marcia, che apre una stagione che ogni anno si preannuncia carica di tensione in Nord Irlanda. La marcia ricorda la vittoria di Guglielmo d'Orange sul cattolico Giacomo II alla battaglia di Boyne del 1690.

LA REPUBBLICA del 18.6.2000

  USA: RICONOSCIUTO COLPEVOLE DI TRUFFA IL PRESIDENTE DI UNA GRANDE CHIESA BATTISTA

SAINT PETERSBOURG (florida) - Il Presidente di una delle più grandi chiese nere degli Usa è stato riconosciuto colpevole di furto e truffa e rischia una condanna di sette anni di carcere. Al termine di un processo svoltosi a Saint Petersbourg, una giuria composta da sei bianchi, ha riconosciuto Henry Lyons, presidente della Convenzione Battista Nazionale degli Usa, colpevole di aver truffato per oltre quattro milioni di dollari alcune aziende alle quali aveva promesso elenchi di indirizzi dei membri di chiesa per la promozione dei loro prodotti. Il procuratore ha dichiarato che tali elenchi erano falsi e che i membri della Convenzione Battista Nazionale, che Lyons stimava a 8,5 milioni,potrebbero essere in realtà soltanto un milione. Berenice Edwards, ex assistente di Lyons, anch'esa accusata di truffa, è stata assolta. Henry Lyons è stato inoltre riconosciuto colpevole di aver intascato la maggior parte di un dono di 244.000 dollari fatto dalla Lega antidiffamazione per la ricostruzione delle chiese incendiate. Gli avvocati difensori hanno precisato che Lyons, che fu consigliere del Presidente Clinton per le questioni raziali e che è noto per le sue brillanti prediche, aveva già restituito il denaro.. henry Lyons e berenice Edwards dovranno subire ora un altro processo a livello federale per truffa, frode fiscale, riciclaggio di denaro sporco ed estorsione. (eni) (LA RIFORMA pag. 3 di venerdì 19.3.1999)