Come città la possiamo considerare una bambina appena nata. Prima del 1885, qui c'era solo foresta. Oggi la chiamano "il piccolo paradiso italiano" perché le prime famiglie che si sono insediate qui venivano dallItalia (Padova) e anche perché è un luogo di pace e di prosperità.
Rio das Antas (foto Atuaserra)
A Nova Pàdua, dal "Belvedere Sonda", a 450 m di altezza, si può ammirare, tra le valli, il fiume "Rio das Antas", o camminare vicino alle sue rive per sentieri ecologici.
Si può anche attraversare il fiume con un traghetto azionato a mano da un uomo.
(foto Magrão)
A poca distanza si può ammirare il "Cachoeirao" (cascate) del Rio das Antas. L'acqua cade con forza tra molte pietre, formando un meraviglioso e allo stesso tempo pericoloso spettacolo della natura.
La religiosità è una caratteristica dei "novapadovani":
l'hanno portata con il loro bagaglio culturale quando sono venuti dall'Italia. Il primo prete di Nova Pàdua, Don Henrique Compagnoni, lodando la prima chiesa che gli immigrati avevano costruito, ha scritto "...è una chiesa abbastanza grande, di 10 per 12 e tutta di tavole di cedro". Cosa direbbe Compagnoni dell'attuale grande chiesa di Nova Padua?
L'economia "novapadovana" si basa principalmente sull'agricoltura. Si coltiva la vite e si fa il vino, poi lo si vende nelle grande città. Si coltivano anche mele, pesche, aglio, cipolle e prodotti di prima necessità. Sono milioni di chili all'anno.
(foto Magrão)
L'abondanza della produzione viene celebrata con gioia nella fiera dei prodotti coloniali (FEPROCOL), che si tiene ogni due anni.
Durante la sfilata della fiera, vengono mostrati i principali prodotti di Nova Pàdua: l'uva e gli altri prodotti della natura fatti sfilare su carri trainati da trattori.
(foto Magrão)
Ed è veramente la natura che qui regala gioia ed emozioni, nella ricchezza della terra e delle acque, dove si può sentire la tranquilla bellezza della sua forza.
Ecco insomma Nova Pàdua, piccolo e grazioso paese brasiliano, luogo natale della sottoscritta.
M.P.T.