GIUSEPPE UNGARETTI

La vita

Giuseppe Ungaretti nasce il 10 febbraio 1888 scriverà: "in una notte burrascosa" ad Alessandria d'Egitto da genitori lucchesi. Il padre, che lavora come operaio nel canale di Suez, muore quando il poeta ha appena due anni, e la madre continua a gestire un forno alla periferia delle città, ai confini con il deserto. Il soggiorno africano lascia ad Ungaretti un patrimonio di ricordi "esotici": la balia sudanese, i racconti favolosi della domestica croata Anna, il caratteristico quartiere in cui abitava ("la casa d'infanzia dista quattro passi dalla tenda del beduino, in una zona di subbuglio"). Nel periodo africano fa anche intense amicizie: con il compagno di scuola Moammed Sceab e con il conterraneo Enrico Pea che, emigrato ad Alessandria all'età di sedici anni commercia in marmi e ha fondato un circolo anarchico, la "Baracca rossa", cui aderisce anche Ungaretti. Insieme collaborano a molte riviste e giornali anarchici, con prose di ispirazione sociale, novelle, traduzioni e poesie. Dagli otto ai sedici anni frequenta il collegio salesiano, dove soffre la pesante disciplina, e poi la scuola migliore della città, "l'Ecole Suisse Jacot", per studiare diritto.

Nel 1912 Ungaretti si trasferisce a Parigi, dove studia per due anni alla Sorbona, seguendo tra l'altro le lezioni del filosofo Bergson, senza tuttavia laurearsi. Intanto frequenta i maggiori esponenti delle avanguardie: Apollinaire, Picasso, Braque, De Chirico, Modigliani e, nei loro frequenti soggiorni a Parigi, Soffici, Papini, Palazzeschi, Marinetti, Boccioni. Gli anni parigini sono segnati anche da un evento tragico che turbò fortemente il giovane Ungaretti: il suicidio dell'amico Moammed Sceab, che si era trasferito con lui dall'Egitto a Parigi. Per lui scriverà una delle sue liriche più intense.

Nel 1914 rientra in Italia per prendere un titolo di studio: l'abilitazione all'insegnamento della lingua francese. Darà l'esame a Torino con Farinelli, ma si prepara in Versilia. Si sposta poi a Milano dedicandosi all'insegnamento della lingua francese in una scuola secondaria e scrive le sue prime poesie: faranno parte della sezione Ultime che apre L'Allegria. Partecipa alla campagna interventista ed infine si arruola volontario combattendo sul Carso.

Nel 1915 pubblica le prime liriche su Lacerba nel febbraio, in aprile, in maggio. Viene richiamato e inviato sul fronte del Carso e su quello francese dello Champagne. La prima poesia dal fronte (Porto Sepolto) è datata 22 dicembre 1915.

Tra il 1918 e il 1921vive ancora a Parigi, lavorando presso l'ambasciata italiana e scrivendo corrispondenze per il "Popolo d'Italia" (il giornale di Mussolini). Sposa Jeanne Dupoix. Pubblica con Vallecchi, a cura di Ettore Serra, l'edizione provvisoria della raccolta Allegria di Naufragi (quella definitiva uscirà da Preda nel 1931) che comprende Il Porto Sepolto e i versi del '17, '18 e '19, oltre alla sezione Ultime).

La difficile condizione economica lo induce nel 1923 a trasferirsi a Marino nei Castelli Romani. Si impiega presso il Ministero degli Esteri. Pubblica a La Spezia, con il titolo Il Porto Sepolto, una nuova edizione de L'Allegria; includendovi le liriche composte tra il 1919 e il 1922 e la prima parte del Sentimento del Tempo. La prefazione è di Benito Mussolini.

Nel 1926 Muore la madre. Il 1928 è' l'anno della piena conversione alla religione cattolica, dopo un periodo passato a Subiaco, nella settimana di Pasqua.

Nel 1936 accetta l'incarico di insegnare Letteratura italiana all'Università di San Paolo in Brasile. Qui è colpito da un grave lutto: la morte del figlio Antonietto, di soli nove anni, dovuta ad una appendicite mal curata. Due anni prima era morto il fratello Costantino. Di queste e delle altre dolorose esperienze di quegli anni lasciò una profonda traccia nella prima raccolta poetica del dopoguerra: Il dolore del 1947.

Rientra in Italia nel 1942 dopo che il Brasile ha dichiarato guerra all'Asse, di cui fa parte l'Italia. E' nominato Accademico d'Italia (la sua adesione al fascismo fu stata tempestiva e non subì mai grossi ripensamenti); gli viene conferito un insegnamento universitario a Roma per "chiara fama". Mondadori inizia la pubblicazione delle sue opere sotto il titolo generale Vita d'un uomo.

Nel 1947 è sottoposto a procedimenti di "epurazione" presso l'Associazione degli scrittori: nessun addebito da muovergli. Viene iniziato anche un procedimento per l'abolizione della cattedra di "chiara fama" (avuta anche da De Robertis): dopo una lotta tra il Consiglio Superiore e il Ministro Gonella (favorevole alla permanenza in cattedra dei due maestri), sentite le rispettive Facoltà, l'insegnamento è confermato. Pubblica con Mondadori Il Dolore (poesie scritte tra il 1937 e il 1946).Alla raccolta fanno seguito le due edizioni della Terra promessa (1950 e 1954), Un grido e paesaggi del 1952 e Il taccuino del vecchio del 1961.Negli ultimi cori dell'ultima edizione della Terra promessa si avverte la sorda riflessione sulla natura di un Ungaretti fiaccato dalle terribili vicende personali.

Dopo una vecchiaia attivissima -costellata di viaggi, premi, conferenze- nella quale Ungaretti recita volentieri la parte di protagonista e di simbolo enfatico del "poeta", nel 1970 muore a Milano nella notte fra il 1 e il 2 giugno.

Analisi delle poesie

Le poesie di Ungaretti, sono molto diverse da quelle degli altri poeti. Esse, infatti, sono molto brevi, a volte composte da una sola frase, mancano di punteggiatura ed è molto importante il titolo.

Poesie brevi

Le poesie di Ungaretti sono brevi; infatti l’autore è un poeta ermetico. Questa forma letteraria, difatti, dà poca importanza alla lunghezza della poesia, esaltando invece le emozioni forti, a volte molto evidenti, a volte nascoste.

Mancanza della punteggiatura

La mancanza della punteggiatura dà alla poesia un senso di dolore. Infatti, le poesie di Ungaretti sono molto tristi, essendo ispirate dalla Prima Guerra Mondiale. Anche gli spazi tra una strofa e l’altra sono importanti: danno alla poesia un ritmo simile ad un singhiozzo.

L’importanza del titolo

Il titolo, nelle poesie ermetiche, è molto importante. In esse, infatti, è racchiuso tutto il significato della poesia, e, a volte, ne è racchiusa la morale.

L’ERMETISMO

L’ermetismo è una tendenza poetica sviluppatasi all’inizio del secolo. Il termine ermetismo significa "perfettamente chiuso", ma anche "arcano, misterioso". Infatti, le poesie ermetiche sono molto scarne di spiegazioni e di descrizioni, ma sono piene di significati profondi.

L’ermetismo si divide in due generi: la poesia delle cose quotidiane e la poesia evocativa. La prima descrive cose abituali, spiegandole con termini inusuali, esprimendo pensieri e sentimenti. A volte è ispirata a pensieri autobiografici, legati ai luoghi d’infanzia del poeta.

La seconda tendenza è composta da piccole liriche che cercano nell’espressività delle immagini, la potenza evocativa per creare atmosfere e stati d’animo.

Le Opere

·  Il Porto Sepolto

Volumetto in versi uscto nel 1916. Il titolo si riferisce a un porto reale nei pressi di Alessandria ma ha soprattutto un significato simbolico: il porto sepolto è il mistero, l'assoluto, alla cui ricerca il poeta si pone con la speranza di approdarvi come in un porto di pace.

 ·  L'Allegria

In quest’opera che ha struttura diaristica (ogni poesia è legata ad una precisa occasione e reca luogo e data di composizione), Ungaretti, poeta-soldato, racconta una vicenda storica particolarmente traumatica: la prima guerra mondiale, che egli visse in prima persona.

·  Sentimento del Tempo

Il titolo di questa raccolta è fortemente allusivo: sentimento del tempo significa sentimento del veloce scorrere del tempo, del rapido fluire delle cose, delle persone amate, che produce, per contrasto, la nostalgia del passato e un più tenace attaccamento alla vita. Accanto a questo sentimento del fluire delle cose appare l'altro tema della raccolta, scaturito da un avvicinamento del poeta alla fede: il sentimento di Dio, in cui solamente si placa l'angoscia esistenziale del poeta.

·  Il Dolore

Comprende le poesie scritte per la morte del figlio Antonietto ed altre, composte a Roma nel 1944, che esprimono l'angoscia per l'occupazione nazista.

·  La Terra Promessa

·  Un Grido e Paesaggi

·  Il taccuino del Vecchio

·  Vita di un uomo

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