QUANDO L'ACCIDIA PRENDE IL SOPRAVVENTO

Applicare il carpe diem per non farsi schiacciare dalla vuotezza

di  Michele Schiavone

Tanto per cominciare, chiariamoci: cos'è l'accidia? Il Garzanti la definisce come avversione ad operare unita al tedio; come indolenza, pigrizia, inerzia. Se davvero è così, dovrei finire ed essere rigettato ripetutamente in quell'inferno scontato e dantesco che è parte pregnante dell'immaginario collettivo. Comunque sia, per meglio intenderci, mi sento in dovere di tradurlo in gergo giovanile: lo scazzo. E' una colpa? Non voglio colpevolizzare nessuno (me in magna parte) ed oso darle un significato che paradossalmente fa decadere il suo significato primario e la idealizza: "sapemmo con certezza, contagiandoci l'un l'altro, che le regole erano il modo di vivere dei lavoratori, e che noi invece, eravamo uomini". Come Brizzi sostiene in Bastogne, potremmo coprirci di questo nobile manto di trasgressione, come del resto tento di fare quotidianamente, ma francamente più di una volta ciò che spinge all'indolenza è la più pura voglia di non faticare ma ancora più spesso, almeno per me ed i miei simili, l'apatia procurata dalla depressione a sua volta causata dalla vuotezza di questo tempo, dall'inutilità ripetitiva e catatonica di giorni tutti uguali e noiosi.

Cosa si può fare per non cadere nel vortice psicodistruttivo della routine? Mah, se lo sapessi non sarei accidioso, no? Però concedo una piccola parte del mio scazzo per provare a dare una soluzione... agire, agire, agire. Non facendo cose d'obbligo, ma sfogandosi nelle cose che più ci piacciono e valorizzano... la musica, l'arte... il sonno! Bisogna applicare il carpe diem, per non farsi schiacciare dalla vuotezza dei momenti. Ma cosa c'è di più bello, che il farsi cullare dal buon babbo ozio? Del resto è una delle cose più belle che ci siano concesse... arrivare alla noia non avendo proprio più nulla da inventarsi per passare il tempo, esaurire tutte le idee e di conseguenza farsi assalire dal tedio inutile e logorante. L'affanno quotidiano ci stressa, ci bracca, non ci dà possibilità di fuga... e allora facciamoci cogliere dalla voglia di non battere ciglio, lasciamo che lo scazzo ci colmi il tempo, facendocelo assaporare minuto per minuto, secondo per secondo... potrebbe essere una delle tante strade che tra un affanno e l'altro ci consentono di apprezzare al meglio noi stessi e le piccole cose di questa infame vita. 

Ma di scrivere ancora mi è passata la voglia, quindi buona notte. Vi aspetto giù di sotto, oltre lo Stige subito a destra, interno 666, e non dimenticate la crema abbronzante.

 

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