Descrizione architettonica

Come si è visto, il Santuario è il frutto di diversi momenti costruttivi, dei quali l'ultimo è attribuibile agli anni intorno alla metà del settecento sotto l'egida dell'allora custode Don Niccolò Serchio. Ne risultò un edificio più piccolo di quello secentesco, che era a tre navate, del quale si conservavano alcune parti che resistettero allo scempio austriaco: il campanile, costruito nel 1722-23, il tabernacolo dell'altare maggiore e la Sacrestia.

Dal punto di vista della decorazione interna e per quanto attiene al prospetto esterno, il Santuario risente di alcuni successivi interventi che si sono protratti almeno fino agli anni 70 di questo secolo. Tra l'altro è da notare che si è provveduto a chiudere l'atrio di ingresso della chiesa rendendolo parte quasi continua nello sviluppo della navata.


La chiesa si sviluppa secondo una semplice navata, a croce latina con due altari laterali inseriti in due cappelle, conclusa da un coro, sul lato destro del quale, in corrispondenza dell'altare maggiore, si apre una cappella che ospita i numerosissimi ex voto che sono stati qui offerti a partire dall'800. Sempre sul lato destro, ma questa volta della navata, si apre una cappella mediana destinata a spazio per la preghiera invernale.
La copertura è costituita da una volta a botte ad arco ribassato interamente decorata ad affresco con vari soggetti e partiture architettoniche, così come decorate risultano le pareti della chiesa e del coro; all'esterno l'edificio è concluso da un tetto a falde con struttura lignea e manto in lastre di ardesia.

A proposito degli affreschi succitati è probabile che essi siano stati realizzati nel corso dell'800, integrati nel 1889, quando si ha notizia dell'avvenuta esecuzione di alcuni ornati all'interno del Santuario, e ripresi nel corso di questo secolo, sia per l'estrema vivacità nei colori, sia perché vi è rappresentata l'immagine del prospetto esterno del Santuario che non è quella attuale, ma neppure quella che risultava da alcune fotografie degli anni '20; lo stile stesso di alcuni decori dovrebbe avvallare un'ipotesi in tal senso.

Lo sguardo del visitatore è comunque volutamente indirizzato, come di consueto, verso il pregevole altare marmoreo sormontato dalla statua della Madonna, attualmente racchiusa da una nicchia ma che in origine doveva trovarsi in altra posizione forse al lato dell'altare o all'ingresso della chiesa.
Per Quanto attiene la statua, le fonti sono discordi ma si pensa di poterla attribuire alla fine del seicento od all'inizio del settecento.

Secondo lo storico Cambiaso è stata donata dal Senato nel 1654, ed è opera dello scultore milanese Tomaso Orsolino. In essa la S. Vergine è rappresentata con la palma della vittoria nella mano sinistra, e il Bambino che tiene nella mano destra la bandiera crociata della repubblica, sul braccio destro.


Questa iconografia fu poi copiata nel 1936 dallo scultore di Ortisei che fece la statua lignea presente attualmente nell'atrio.
L'organo a canne è collocato in corrispondenza dell'ingresso della chiesa. Esso appare sovradimensionato rispetto allo spazio disponibile, trattandosi di un'aggiunta successiva ad un organo preesistente di impianto settecentesco.

La facciata, conclusa al di sopra del cornicione con un timpano semicircolare, risulta penalizzata da maldestri interventi di rifacimento, che hanno eliminato del tutto le decorazioni esistenti, nonché il rosone del timpano, sostituito da un orologio, le grate ed i timpani a conchiglia delle finestre a piano terra, il cornicione tra i due ordini di finestre, ed in generale ogni veste decorativa, così come si può constatare dal confronto con le vecchie fotografie esistenti.

Di un certo interesse risulta lo svettante e massiccio campanile del 1900 con rivestimento in laterizio, che conclude il fronte principale al di là dell'edificio della canonica. Il retro è occupato dalla Casa del Pellegrino del 1906.