Servizi: L'assistenza domiciliare

di Claudia Trevisan

I guaiti del cane si sentono fin giù nell'atrio di quella vecchia casa di ringhiera. Sono i gemiti della piccola Luna, una bastardina di sette anni che attende l’arrivo della signora Lucia, richieste che si fanno sempre più consistenti man mano che la signora sale i due piani che la separano dal vano d'entrata. Quando finalmente si apre la porta si assiste alla classica scena del cane scodinzolante per l'arrivo del proprio padrone, una festa che gli animali ci regalano semplicemente per qualche carezza profusa sulla loro testa. Ma Lucia non è la padrona di Luna, che, invece, dobbiamo cercare percorrendo il lungo corridoio cosparso di centrini ricamati, tipico di queste case di tanto tempo fa, e approdare nella camera da letto arredata con quei vecchi mobili massicci di noce. Lì, semidistesa sul letto, con indosso una vestaglia sgargiante sta sorridente Elsa, la padrona di Luna. Elsa accoglie Lucia salutandola con occhi allegri e sereni, e senza parlare indica il guinzaglio. Lucia capisce: ormai da venti giorni circa e per tre volte alla settimana questa scena si ripete. Lucia è una volontaria inviata dall'Associazione Nazionale Volontari Lotta contro i Tumori, per garantire un'assistenza domiciliare adeguata a Elsa, un’ anziana signora di settantacinque anni, vedova da venti e senza parenti. In quel letto di casa propria, quel letto che ha visto dare alla luce il suo unico figlio scomparso prematuramente in una semplice esercitazione militare, Elsa affronta la degenza post ospedaliera grazie alla sua "amica volontaria" che le porta a spasso il cane, che le va a fare la spesa e che l'aiuta nelle piccole pulizie domestiche.Storie simili a quella di Lucia e Elsa se ne potrebbero raccontare molte, ognuna diversa dall'altra. Talvolta però l'essere schematici e cristallini può servire a far meglio comprendere ciò che si vuole comunicare. Quindi, in che cosa consiste l'assistenza domiciliare? Anzitutto è bene suddividerla in due grandi matrici:  - assistenza domiciliare di tipo "sociale"; - assistenza domiciliare di tipo "sanitario". Con la prima tipologia l'Associazione fornisce ai malati oncologici la possibilità di usufruire di servizi che non necessitano - da parte del volontario - di competenze tecniche specifiche, ma che sono di estremo ed effettivo aiuto per gli assistiti: piccoli lavori domestici (pulizie, lavaggio, stiraggio, ecc.); provvedere alla spesa; guardare o semplicemente colloquiare con l'assistito, e così via. Un'assistenza dal valore indiscutibile, perché quelle che possono sembrare banali incombenze quotidiane per chi sta bene e vive un tessuto di relazioni ben ordito - famiglia, parenti, amici -, diventano situazioni gravose e talvolta impossibili quando si è malati, soli e (trinomio triste, ma veritiero) anziani. Esaminando ancor meglio gli aspetti che questo tipo di servizio offre, possiamo considerare anzitutto la prospettiva dell'ammalato. Come prima cosa il paziente - che nel 95 % dei casi è un anziano solo - può evitare il ricovero ospedaliero - e questo a livello istituzionale significa un risparmio economico notevole e la possibilità di tenere liberi un maggior numero di letti -. Ciò comporta la "piacevole rinuncia a tutto ciò che il soggiorno ospedaliero" implica: ambiente non familiare, orari spesso e volentieri non compatibili con le proprie abitudini. Pranzo, cena e risveglio mattutino anticipati. Spesso impossibilità di fare un sonno ininterrotto e sereno (un continuo andare e venire nei corridoi, pazienti che si lamentano, passaggio delle ambulanze, vocii degli infermieri, scomodità di un letto che non è il proprio). I pasti non certo da Hotel a cinque stelle (è un luogo ormai comune usare l'espressione "è cibo da ospedale"). Difficoltà nel procedere ad una igiene personale come può essere fatta entro le mura domestiche. Disorientamento e senso di impotenza. Talvolta purtroppo un trattamento da parte del personale sanitario nei confronti del paziente - e ci riferiamo soprattutto agli anziani - più superficiale e talvolta scortese. Un'assistenza fornita a casa, può evitare questa serie di inconvenienti che, pur non volendo gettar discredito sulle istituzioni, sono reali e esperibili quotidianamente anche per chi è in salute. È sufficiente recarci a trovare un ammalato in ospedale per vedere come funzionano o ascoltare le testimonianze di uno di loro per rendercene conto. E' quindi indubbio il servizio che viene reso da queste figure del volontariato.

   
Solidarietà e disponibilità ai nostri assistiti è un dovere

La seconda tipologia di assistenza, quella sanitaria, prevede invece un iter di competenze specifiche che un semplice volontario non qualificato non può fare: inserire una flebo, praticare delle punture, medicare delle ferite, ecc. Questo tipo di servizi viene quindi garantito dall' utilizzo, da parte dell'Associazione, di personale preparato, di solito infermieri, che può anche essere lo stesso volontario poco sopra descritto (quindi le due tipologie di assistenza possono essere benissimo svolte dalla stessa persona). Spesso però il servizio specifico riceve un compenso o un rimborso spese dall'Associazione. Badate: un compenso economico che ha più un valore simbolico visto che è personale che collabora con l'Associazione e che quindi ne comprende l'esigenze. Infatti in termini monetari un'assistenza come quella fornita dal personale qualificato dell'associazione significherebbe, qualora il paziente dovesse provvedere da sé al recupero e al pagamento di un infermiere a domicilio, un onere economico maggiorato notevolmente, benché del tutto simili sono le competenze. È quindi giusto sottolineare che il personale infermieristico affiliato all'Associazione riceve un compenso ben inferiore al lavoro svolto. Il servizio ha quindi un valore duplice: non solo alleggerisce gli "oneri" a livello statale, evitando prolungate ospedalizzazioni (soprattutto nel caso di pazienti che necessitano di cure profuse da personale competente, e che non possono essere abbandonati a se stessi se sono soli), ma garantisce una qualità di vita superiore e migliore agli assistiti che possono beneficiare di cure o anche semplice compagnia entro le mura di casa propria. Ciò che all'associazione però preme sottolineare è che i servizi, sia che si traducano in assistenza domiciliare o trasporto per il day hospital o aiuto economico, ecc., non possono essere dei servizi a carattere prolungato. L'associazione è un "tampone" alla lentezza istituzionale. Specificando meglio, essa - come per quanto detto nel numero precedente della rivista - interviene fintantoché non sia possibile all'assistito ottenere l'assegno di accompagnamento, che gli permette di pagare una persona che svolga le medesime funzioni rese gratuitamente dall'Associazione. Questo carattere temporaneo è una necessità vitale per il buon funzionamento della struttura volontaristica. Se l'assistenza dovesse prolungarsi per un tempo indeterminato, non si potrebbe garantire ad altri di usufruire dei servizi e, nelle malattie, non si può rispettare la coda con il numerino come dal salumiere. Il merito più grande dell'associazione, al di là degli effettivi servizi pratici resi, è fornire agli assistiti, che se sono tali è perché si riscontra per essi una richiesta oggettiva di soccorso, il TEMPO e la SERENITÀ' di cercare l'aiuto per una durata indeterminata. Dare modo quindi all'ammalato di trovare un parente, di organizzare con conoscenti o con chiunque altro una catena di aiuti, di aspettare questo lento assegno di accompagnamento, ecc. Il carattere della temporaneità non è dunque vitale per la stessa associazione, ma per tutte quelle persone che si trovano nelle condizioni di necessitare di questa assistenza. Ancora non è stato esplicitato come avvenga il contatto con gli assistiti e come quindi si possa accedere a questi servizi: anzitutto l'associazione tesse dei rapporti con il personale sanitario di alcuni ospedali e quindi i casi più lampanti sono spesso segnalati da personale infermieri e medici che conoscono l'attività dell'associazione; da membri della stessa associazione; dal contatto diretto di famiglie di malati oncologici con l'Associazione; da assistenti sociali inviati dal comune di residenza; dai medici di fiducia, ecc. Non sempre però l'offerta riesce a soddisfare la domanda ed ecco allora che ritorniamo all'esigenza di "ottimizzare", senza nulla togliere alle cure che si offrono, i tempi e i servizi - per esempio c'è chi ha solo bisogno di trovare qualcuno che gli faccia la piccola spesa quotidiana. Questo può significare la ricerca del volontario che abita più vicino al richiedente e che si sa va a fare la spesa quotidianamente per la propria casa. Ecco cosa significa ottimizzare i servizi. Ma questo non è certo poco se si considera, per esempio, cosa significhi per un anziano affrontare quotidianamente come ammalato quest'onere: vestirsi, scendere le scale della propria abitazione, percorrere la strada che lo separa dal supermercato, acquistare i prodotti che a causa dell'età e della malattia fa fatica a selezionare, ritornare verso casa - e affrontare così tutte le condizioni meteorologiche, caldo, pioggia, vento, neve e magari ghiaccio, ecc. - risalire le scale, sistemare le due cose acquistate e poi magari accorgersi di aver comprato invece che il mangiare per il gatto, la scatola di pelati! Quando si discute di assistenza è necessario capire che non bisogna pensare con i propri parametri di riferimento, con le proprie abitudini, facendo conto della nostra esperienza, ma è utile mettersi nella prospettiva dell'altro, del richiedente, di colui che lancia l' S.O.S. Fra le competenze e i servizi resi dall’Associazione da un pò di tempo esiste anche, nella sola città di Milano, il Banco Alimentare.Questo è un’organizzazione grazie alla quale la merce con data di scadenza prossima dei supermercati aderenti, viene prelevata e data alle associazioni che sono inserite nella cooperazione, le quali successivamente provvedono alla distribuzione. I pacchi spesa che l’Associazione Nazionale Volontari Lotta Contro i tumori fornisce ai propri assistiti hanno un valoremedio che s’aggira intorno alle 200.00/300.000 milalire, e contengono generi di prima necessità, come farina, oli, latte sale, uova, zucchero, oppure detersivi ecc.Il significato di queste cifre appare evidente se si pensa cosa significhi vivere con una pensione sociale da 400.000/ 500.000 milalire. La parcellizzazione e la distribuzione di questi pacchi alimentari - che sono inviati con cadenza mensile- viene fatta. a discrezione dell’Associazione, che provvede a recapitarli solitamente a chi già usufruisce dell’assistenza oppure vengono mandati, sotto segnalazione ad altri destinatari il cui unico bisogno è quello di generi di prima necessità.Anche la sinergia fra Banco Alimentare e associazioni risulta esserer valida su due fronti non trascurabili: anzitutto la possibilità per gli assistiti di avere un consistente aiuto economico, che garantisce spesso una equilibrata alimentazione. in secondo luogo si evita che delle merci ormai prossime alla scadenza (di solito vengono forniti quando raggiungono la data dei tre mesi prima del consumo consigliato) rimangano invendute e quindi vengano letteralmente buttate via. Quindi oltre ad una perdita in termini economici per gli esercizi e l'onere anche dello smaltimento di queste giacenze, una beffa per chi ne necessita e ne potrebbe trarre sostentamento. In conclusione, se per caso il quadro non fosse ancora sufficientemente completo, bisognerebbe far emergere il parere della signora Elsa e di Luna all’arrivo di Lucia. Ma Elsa, Luna e Lucia sono personaggi inventati da chi scrive e che immagina una possibile situazione di richiesta pervenuta all’Associazione,Quindi proponiamo ai lettori una ipotetica risposta di Elsa alla domanda: ”cosa significano per lei queste visite settimanali?” “io, e Luna siamo contente quando arriva Lucia e quando non c’é siamo tranquille, perchè sappiamo che il giorno dopo o forse due lei verrà a farci visita e ad alleggerire questo pesante stare a letto. E poi Luna con Lucia va più spesso ai giardini a correre di quanto invece non facevo io prima che la malattia me lo impedisse. Lo sa fra un mese mia nipote verrà a stare qui vicino e mi ha detto che così potrà venirmi a trovare più spesso"..

 


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