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Riflessioni sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica

Interventi su il Sole 24 Ore

Ho qui raccolto miei interventi su Il Sole 24 Ore (1982 - '85) in quanto mi è parso che le osservazioni, le proposte, le raccomandazioni, sia pure - in senso stretto - legate al tempo in cui sono state fatte, in senso più ampio potrebbero servire da spunto per riprendere le riflessioni su quanto sta avvenendo nel mondo della ricerca e della innovazione tecnologica nel nostro Paese.

Forse a torto - essendo io ormai fuori dal gioco e non avendo quindi una percezione aggiornata, da addetto ai lavori come allora - ho l'impressione che il dibattito sui temi dello sviluppo tecnologico si sia un po’ come assopito, o addirittura, peggio, sia stravolto dalla pervasiva visione che ormai è solo la problematica del web e della tecnologia informatica che valga la pena di venir discussa, oppure dalla idea di una ricerca genetica diabolica da cui ci si debba difendere.

Se questa percezione non è del tutto errata, mi sembra andrebbe ripreso con forza il dibattito su tutti gli aspetti che dalla ricerca scientifica portano alle invenzioni, alle innovazione di piccolo o grande respiro che siano, e che tengano conto che il futuro non é fatto solo di persone che siedono davanti ad un computer (che è la visione del lavoro che la fiction televisiva tende a dare del nostro mondo produttivo), ma anche di produzione di prodotti materiali, semplici o complessi che siano, dal loro uso, dai problemi che in generale lo sviluppo della società pone alla innovazione tecnologica che richiedono innovazione sia nei prodotti che nei processi per produrli. Detto in altri termini, il futuro non è fatto solo di manipolazione di elettroni ma anche di atomi e molecole.

Ho raggruppato in tre parti questi miei interventi degli anni '80.

  Parte Ia      Il processo innovativo

La prima parte tende a dare una idea di cosa sia il complesso processo innovativo tecnologico: come dalla ricerca generale o applicata possano nascere idee innovative e quale sia il travaglio che poi porterà eventualmente all'innovazione tecnologica nei prodotti o nei processi produttivi e quali sia il ruolo dei vari agenti lungo detto complesso percorso. Questa parte è quella meno legata alle peculiarità del periodo in cui sono stati scritti.

  Parte IIa    Elementi per una politica della ricerca e dell’innovazione

Nella seconda parte ho invece raggruppato i testi più legati alla discussione degli interventi pubblici per una politica della R&S, suggerendo aspettative, critiche, proposte. Questa parte è certamente legata agli eventi particolari dell'epoca. Tuttavia la loro rilettura potrebbe servire sia da spunto per vedere fino a che punto la realtà della politica a favore della R&S sia veramente migliorata nel nostro Paese e se non sia il caso di riparlarne, di rifocalizzare su di essa la nostra attenzione. Qualcosa certamente da allora è stato fatto. Tuttavia, a titolo di esempio, consideriamo due delle proposte trattate negli interventi: quello di favorire la R&S nelle imprese attraverso un forte incentivo alla assunzione di ricercatori e la necessità di rivedere in modo radicale il rapporto tra insegnamento e ricerca nelle Università favorendo attraverso il riconoscimento anche economico chi all'università più si distingue nella ricerca. Nei due casi qualcosa è avvenuto nel frattempo. Nell'industria c'è il contratto di formazione per giovani e l'Università è stata oggetto di una complessa riforma. Tuttavia non mi sembra che ai problemi che denunciavo allora sia stato adeguatamente risposto in ambedue i due casi.

  Parte IIIa   Idee per pianificare l’innovazione

Nella terza parte sono raccolti gli interventi che più si indirizzano alla possibilità di pianificare la R&S. Anzitutto, perché pianificare un'attività che dovrebbe essere essenzialmente libera come la ricerca? Alla domanda non é facile rispondere. Eppure si aveva la sensazione allora, e mi pare che valga ancora adesso, che esistano dei grandi temi per il futuro della società che richiedono interventi programmati che includono la ricerca di nuove soluzioni tecnologiche. Basti pensare al traffico urbano, all'energia, all'inquinamento ambientale, alla riqualificazione produttiva in un mondo in cui la globalizzazione porta alla redistribuzione delle attività produttive.
Negli anni '80 anche in Italia vennero lanciati grossi programmi di ricerca come i Progetti Finalizzati del CNR. Che ne è stato? Qualcuno ne ha valutato i risultati? L'esperienza acquisita con i primi progetti è servita a modificarne e migliorarne l'approccio? Oppure tutto è stato dimenticato?
La Commissione della Comunità Europea aveva in quegli anni avviato il Programma Quadro quinquennale di R&S. Un paio degli interventi qui raccolti si riferiscono al Programma ESPRIT sottolineando l'esigenza che il programma venisse analizzato e criticato alla luce delle esigenze particolari del nostro Paese, e che al piano comunitario se ne affiancasse uno italiano se non altro per favorire la nostra partecipazione (delle aziende, degli enti di ricerca, delle università) al piano comunitario, per completarlo ed aiutare la nostra ricerca ad avvalersene. Siamo ora al quinto programma quinquennale R&S. E' migliorata la nostra posizione rispetto a detti interventi di pianificazione comunitaria? C'è qualcuno che eserciti una critica sui piani stessi, che ne valuti i risultati? Forse è un'attività troppo complessa da portare avanti e per farla occorre una determinazione che forse non c'è. Ma siamo d'accordo che vada bene così?

PS: Se l'argomento vale ancore la pena di venir discusso, sarò lieto di inserire i commenti che mi arriveranno in allegato                   Commenti ricevuti 

  Parte Ia      Il processo innovativo

  Parte IIa    Elementi per una politica della ricerca e dell’innovazione

  Parte IIIa   Idee per pianificare l’innovazione

 

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