Trieste - Piazza Vecchia
Pagina in fase di allestimento
Una parrocchia di
frontiera
(Questa definizione,
cara all'attuale parroco, vuol porre l'accento sulla particolare posizione
della chiesa, quasi centrale e tuttavia porta ideale di Cittavecchia, con
tutti i problemi di un luogo di transito. Un'etichetta, pero', il cui significato
si presta ad un'interpretazione piu' ampia...)
ovvero
Appunti storici sulla
cappella del Santo Rosario
La chiesa della Beata
Vergine del Rosario sorge in una piccola oasi del passato, miracolosamente
sopravvissuta alle demolizioni giuseppine e risparmiata dalle ruspe littorie.
Il nome di Piazza Vecchia e' estremamente appropriato, poiche' in tempi
remoti essa era il centro vitale della citta'. Anticamente si estendeva
su una superficie molto piu' vasta e, in quanto piazza principale, vi fervevano
le operazioni di mercato. Una leggenda contribuisce ad ammantar di fascino
il luogo, affermando che proprio qui sia caduta dal cielo l'alabarda di
S.Sergio nell'attimo stesso del suo martirio. Forse fu con questa convinzione
nel cuore che i membri della confraternita del Rosario, nella prima meta'
del '600, ritennero il sito quanto mai adatto ad ospitare la loro cappella.
L'epoca era particolarmente feconda di confraternite, e questa del Rosario
era nata sotto i migliori auspici, essendo stata fondata da alcuni fra
i piu' abbienti cittadini di Trieste, riunitisi nella chiesa di S.Silvestro
il 1° aprile 1613. Nei tre lustri che seguirono, la pia congregazione
crebbe d'importanza e comincio' a sentire l'esigenza di un proprio luogo
di preghiera. Si trovo' un valido alleato alla realizzazione del progetto
nella persona di un predicatore appartenente al casato degli Estensi, che
soggiorno' a Trieste nel gennaio 1631. I fondi per la costruzione si reperirono
grazie alla generosita' di Antonio Gastaldi, di Antonio Giraldi e dei fratelli
Locatelli, mercanti.
L'11 maggio dello stesso anno, il 1631, narra un cronista d'allora che
il vescovo d'origine goriziana Monsignor Pompeo Coronini (canto' la messa
pontificale in musica), benedicendo quindi la prima pietra, impreziosita
da una medaglia d'argento recante l'immagine della Madonna ed i nomi di
papa Urbano VIII e di Ferdinando II, imperatore d'Austria.
I lavori di edificazione della struttura muraria si protrassero per quattro
anni, fino al 1635. Nonostante la munificenza dei benefattori bisogno'
fare i conti con la crisi economica del momento, e questo fece si' che
la chiesa sorgesse estremamente sobria, scevra dagli eccessi ornamentali
di certa architettura barocca.
Il Tribel, nella sua opera "Passeggiata storica per Trieste", afferma che
originariamente il campanile non si trovava dov'e' ora, ma sull'altro lato
della chiesa, e che fu proprio il riferimento alla torre campanaria a dare
il nome all'Androna della torre.
Una testimonianza scritta ci fornisce la certezza che fin da principio
la cappella fosse provvista di un organo: infatti gia' nel 1641 il canonico
Leonardo Gobb (o Gopp), raccomandandosi per ottenere un posto di organista
presso la Cattedrale di S.Giusto, forniva come referenza il fatto di aver
suonato per un anno alla chiesa del Rosario.
Dal 1641 la sacrestia ospito' il primo Monte di Pieta' di Trieste, ove
non si riscuotevano interessi, ma solo un contributo alle spese di gestione
ed all'ampliamento del capitale. Il monte fu chiuso piu' di un secolo dopo,
per comprovata disonesta' degli amministratori.
Ultimati, come dicevamo, i lavori esterni, la sistemazione dell'interno,
a una sola navata, era invece ben lungi dal trovare compimento.
Trascorsero quasi vent'anni. Nel frattempo la cattedra di S.Giusto, resa
vacante dalla dipartita di Monsignor Coronini, si era insediato Antonio
de Marenzi, di nobile famiglia triestina d'origini bergamasche, che aveva
pronunciato i voti dopo essere rimasto vedovo con due figli. Sua residenza
fu lo splendido palazzo Marenzi attiguo alla chiesa del Rosario.
Cediamo per un attimo la parola all'illustre storiografo triestino Fra
Ireneo della Croce, la cui casa natale, vittima del piano regolatore degli
anni '30, sorgeva proprio dietro la nostra chiesa.
Riferisce Ireneo: <<fu con solenne pompa e concorso ridotta a total
perfezione la chiesa della Santissima Vergine del Rosario>>.
Va osservato tuttavia che, ancora trent'anni dopo questa storica data,
i celebranti non disponevano d'altro che d'un precario e modesto altare
in legno.
Nel 1684 si provvide
a sanare questa situazione con la posa dell'altar maggiore in marmo di
Carrara, a 4 colonne, realizzato... all'estero (!), cioe' nella Serenissima
repubblica di Venezia, e pagato 1300 ducati.
Due anni piu' tardi,
nel 1686, furono aggiunti due altari laterali intitolati rispettivamente
a Sant'Antonio da Padova ed alle Anime del Purgatorio; quest' ultimo, pero'
dopo sette anni muto' denominazione, venendo dedicato a San Francesco di
Paola.
Il 24 aprile 1689, l'altar
maggiore veniva finalmente consacrato dal vescovo Monsignor Gorizutti.