ALCUNI FATTI dellaVITA HANNO ANCHE un SEGUITO
(Woodstock)
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A
San Gimignano ci si doveva andare da tempo, così prendiamo
la più bella giornata di questa lunga estate e facciamo la
gita, che è di piacere, ma ci porterà dentro i giri
dei galleristi locali, che è sempre meglio che nulla. Basta,
alle 9.30 siamo in pista, raccattiamo Leonardo senza neanche il
tempo di prendere un caffè e ci dirigiamo verso la superstrada
fra gli usuali frizzi e commenti artistici. Fino a Cecina va bene,
ma da lì a Volterra è tutta strada normale e stretta
per giunta. Per un tempo interminabile seguiamo un furgone stracarico
di acqua minerale che avanza a passo di lumaca sollevando le ire
di Ugo: - va remengo, va remengo! – tuona il veemente triestino.
Noi tre gli facciamo notare che ha la targa di Roma e Ugo si calma
un po’. Stanchi e accaldati ci fermiamo per un caffè. Il
barista dietro il banco affetta panini. –Sa, - gli confessa Ugo
con aria complice – io sono la loro mamma…!-. Il barista ha un’aria
assorta. Al duecentocinquantesimo panino ha un lampo d’intelligenza
ed esclama – vuol dire che sono i suoi pulcini? – Non l’avesse mai
detto. Questa storia dei pulcini ci accompagnerà per tutta
la gita e anche dopo. A Volterra chiediamo a Ugo se vuole scendere,
ma non otteniamo neppure risposta tanto la mamma è occupata
a gongolare sui suoi pulcini. Finalmente arriviamo e varchiamo le
mura di San Gimignano assieme a qualche migliaio di turisti. |
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Il ristorante è
piccolo, ma accogliente e simpatico. Ci incastriamo dentro le nostre
sedie e fra i tavoli. Mangiamo benino, beviamo dignitosamente, paghiamo
il giusto. La mamma è così eccitata dall’aver trovato
la sua galleria dove forse già si immagina, che non si tiene
più e comincia a promettere ritratti a tutte le belle ragazze
che incrociamo. Torniamo in galleria a parlare col proprietario,
un milanese dall’aspetto efficiente che ci fa un discorso sulla
vendibilità del prodotto che potrebbe andare benissimo per
le caramelle mou come per i quadri. Noi come supporto visivo non
abbiamo un granché, solo le foto della saletta Mascagni.
Improditoriamente gliele mostriamo. Lui indica crudelmente chi ospiterebbe
e chi no. Leonardo gongola, Umberto fa i conti su come ingrandire
i cartoncini, io sarei rimasto più sorpreso se mi avesse
accettato, quindi considero il rifiuto abbastanza normale. Per qualche
minuto godiamo del vantaggio di una mamma ammutolita, ma appena
lasciato quel luogo ingrato Ugo dà sfogo all’acrimonia per
il tradimento da parte della “sua” galleria. Così da pulcini
che eravamo, diventiamo prole degenere che non ha nessun rispetto
per la genitrice e che non gliene importa nulla se la mamma questa
notte non dormirà etc. etc.
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