due SEGUITI....
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Nessuno
ci voleva andare, al premio Città di Livorno, meno che il
sottoscritto. La mamma mi dette l’autorizzazione perché “mi
serve per il curriculum”. Leonardo lo liquidò dicendo “ O
cos'è?” Umberto non aveva opere da presentare, Ugo si era
dimenticato di aver preso l’impegno con Malventi. Io no, io dovevo
lavorare, stampare, incorniciare e presentare. Ma si sa, io sono
un discepolo, anzi il discepolo. Così presi un granchio,
anzi due, in una notte senza luna, gli diedi un titolo ed una cornice
e mi apprestai a presentarlo alla Premiata Galleria d’Arte degli
Scali Rosciano. |
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Presenziamo alla premiazione. Il Prof. Monti, pimpantissimo, presenta, introduce, declama. Luca chiede se qualcuno si è ricordato di portare una macchina fotografica. Leonardo distratto non sente. La saletta è gremita… di tavolini. La folla in piedi occupa il poco spazio disponibile per cui due persone sono costrette a restare fuori della porta a fumare una sigaretta e bere un bicchiere di vino. Alla premiazione del pubblico Leonardo riceve un sesto premio -un gattino d’argento ed una medaglia ricordo- ma noi nulla, neanche una menzione. Alla premiazione della giuria Leonardo di nuovo un sesto premio, altro gattino d’argento e varie strette di mano. “Speriamo sieno maschio e femmina” mi fa, sbucando tra la folla. Poi mi chiamano per il terzo premio. Mica male, la mamma sarà contenta. Me ne vado con la mia targa quando assegnano il secondo premio a Ugo. “Ritiro io” grido. Me ne vado con la targa e la coppa quando danno il primo premio a Umberto. “Alt! Ritiro io, datemi tutto” sembrava l’assalto alla diligenza. Poi ritiriamo anche i quadri, mentre Leonardo borbotta “Io avevo capito che ci voleva un dipinto su Livorno, sennò guasi guasi ci mettevo e’ fiori…” che fa ben sperare per il futuro. Scendiamo per la strada vecchia, le coppe sul sedile posteriore tintinnano ad ogni scossone, la targa tace. Però, ‘sti filibustieri che non ci volevano venire…
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