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Intervista |
Tutto quello che avreste voluto sapere sugli sposi...qualcuno ha già osato chiederlo!
Stefano. Mi consenta: in realtà arriveremo al matrimonio con un anno in più: i nostri compleanni sono rispettivamente il 15 ed il 19 settembre. I. Ah, bene: annotato. Dunque festeggerete un sacco di cose nei prossimi mesi di settembre! La prima domanda sorge spontanea: che lingua parlate tra di voi? Cécile. L'italiano. S. L'italiano di Cécile è ottimo. Non a caso: l'ha imparato da me! C. Grazie, ma non è vero. Lo parlavo già abbastanza bene quando ci siamo conosciuti. Certamente il fatto di vivere in Italia contribuisce a migliorarlo. Anche se un certo accento non sparirà mai. I. A proposito: come vi siete conosciuti? S. Ci siamo conosciuti poco meno di due mondiali di calcio fa: era la primavera/estate del 1995. C. Io ero a Milano come scambista alla Bocconi. Ci siamo incontrati tramite amici ed amiche comuni. I. E fu subito amore? C. No. Anzi, posso dire che il rapporto è stato quasi freddo. Ci vedevamo solo in compagnia di altri amici. E' vero, ci siamo scambiati gli indirizzi, ma nient'altro. S. Infatti in seguito ci sono state un po' di cartoline. Roba amicale, ma comunque siamo rimasti in contatto. C. Sì. Siamo rimasti in contatto soprattutto grazie ad una amica e ad un amico in comune. Entrambi ora vivono a Londra e per anni hanno fatto da messaggeri, informando l'una dei "movimenti" dell'altro e viceversa. I. E la "scintilla" quando è scoccata? S. Ad un matrimonio! Ovviamente di uno dei due amici comuni, quelli che facevano da "tramite". Ironia della sorte, anche quello era un matrimonio internazionale: Francesca è italiana, Carlos è cittadino svizzero. Alla stessa cerimonia, il mio più vecchio e grande amico ha annunciato il suo matrimonio, di lì a venire. Curiosità: anche quello è un matrimonio internazionale: lui è italiano, lei è tedesca. C. Stefano ha degli amici un po' particolari: molti hanno sposato uno straniero o una straniera. E' un bene: così anche a lui non sembra strano! I. Dunque dopo quattro anni è stato un colpo di fulmine? S. Non esattamente. Abbiamo cominciato a scriverci e-mail. Poi un bel giorno Cécile è venuta a trovarmi a Milano. C. Senza quel viaggio non sarebbe successo mai nulla...ora che lui si svegliava! I. Come avete vissuto i primi tempi? Come avete affrontato la distanza? S. Con tanta pazienza e determinazione. Inizialmente ci scrivevamo moltissimo via e-mail e ci sentivamo solo qualche volta alla settimana. Poi abbiamo iniziato a sentirci tutti i giorni, generalmente di notte, sperando di non pesare troppo sulle bollette telefoniche. Abbiamo anche iniziato a "chattare" via Internet, con Netmeeting. Grazie ad una webcam a testa potevamo vederci, oltre che sentirci. E' stato davvero molto divertente. C. Vederci non era comunque facile. I voli tra Parigi e Milano costano un'esagerazione. Pertanto, all'inizio, ci siamo fatti grandi viaggi col treno di notte. A Parigi io vivevo da sola in un monolocale... S. ...la casa di bambola... C. Sì. Te l'avevo descritto così in uno dei primi e-mail. Dicevo: a Parigi non era un problema vedersi. Ma Stefano viveva ancora con i suoi genitori. Quindi, quando venivo in Italia, spesso passavamo i week-end fuori Milano. Oppure andavamo a Brentonico. I. Già, Brentonico. E' il posto dove vi sposate. Qualcuno si sarebbe aspettato Parigi, altri Milano, altri ancora una via di mezzo. Perchè Brentonico? S. E' il paese d'origine del nonno paterno, che non ho mai conosciuto. Il cognome Andreolli è tipico di quel paese: ce ne sono decine e decine. Per distinguere le famiglie con lo stesso cognome si usano soprannomi. A Brentonico ho passato gran parte delle vacanze estive, in compagnia della nonna paterna che lì era ormai quasi una cittadina onoraria. C. Sposarsi a Parigi è costoso e, specialmente se non vi si abita, è difficile organizzare. Ho poi l'impressione che Milano non offra posti tranquilli e romantici: la città non è proprio 'sto granchè. Escluse quindi le due città natali, non rimaneva che andare fuori città. Ma piuttosto che finire in un posto che non vuol dire niente per nessuno dei due, solo perchè è bello o è di moda, meglio scegliere un posto che si conosce e che ha un significato per entrambi: Brentonico, appunto. I. Che tipo di cerimonia avete previsto? Matrimonio civile o religioso? S. In Italia, diversamente dalla Francia, il matrimonio religioso ha anche valore civile. Noi abbiamo deciso per il matrimonio religioso. C. Tuttavia, dal momento che io non sono battezzata, al contrario di Stefano, che è credente, la cerimonia rispetterà la differenza tra di noi. Si tratterà di una benedizione nuziale, senza il rito della Comunione. I. Capisco. Ma torniamo un passo indietro: cosa è successo dopo il periodo del "pendolarismo transalpino"? C. Verso la fine del 2000 ho trovato lavoro a Milano. Non è stato facile, ma non ci ho nemmeno impiegato molto tempo. S. E' vero. Visto che non riusciva ad essere spostata di sede nell'azienda dove lavorava, ho pensato che avrebbe potuto presentarsi alla camera di commercio italo-francese. C. E infatti loro mi hanno segnalato un'azienda francese che cercava qualcuno su Milano nel mio settore di attività. I. Un momento. Perchè è stata Cécile a cercare un posto in Italia e non viceversa? S. Beh, io qualche timido tentativo l'ho fatto. Non appena laureato, ho inviato un bel po' di curricula in Francia, per lo più nel settore aeronautico (quello della mia laurea). Però non ho avuto nemmeno una risposta positiva, fosse anche per un colloquio preliminare. Certamente il fatto che non parlassi francese ha influito. I. Ora lo parli? S. Lo capisco abbastanza. L'ho studiato un po', ma da qui a parlarne ce ne vuole. Anche perchè Cécile non mi fa fare "palestra". C. E' vero, ma non mi viene naturale parlare in francese con te. S. Un altro fattore è stato sicuramente il fatto di essere appena laureato. Forse oggi sarebbe più facile. C. Troppo tardi...ormai siamo in Italia ed io mi trovo talmente bene che un ritorno in Francia al momento non è d'attualità! S. Sì. Eh, beh, poi c'è il fatto che Cécile è stata molto intraprendente: è venuta a trovarmi dopo il nostro primo "re-incontro" al matrimonio...ha fatto le valige per venire in Italia due anni dopo...una grande prova d'amore. Non c'è dubbio! I. Concludiamo con un classico di ogni talk-show notturno che si rispetti: fatevi una domanda, datevi una risposta e poi...tutti a casa! S. Mi ami? C. Sì, molto. E tu? S. Sì. Anche più del Milan.
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