La politica economica in Italia ha esperimentato negli anni ottanta interventi che possono essere interpretati come appartenti alla politica dell'offerta. Si è trattato, tuttavia, di interventi di tipo settoriale e
di natura sostanzialmente erogatoria: trasferimenti alle imprese per lo più pubbliche, ma anche private, volti a conseguire obiettivi specifici, difficilmente riconducibili ad una visione unitaria. Strumenti siffatti tendono spesso a
conservare, talvolta a suscitare disarmonie settoriali nello sviluppo del sistema economico. Si avverte dunque la necessità di una politica dell'offerta che sia soprattutto politica dei fattori, capace di irradiare i propri effetti
orizzontalmente ai vari comparti della produzione del paese. Nelle condizioni in cui versa la finanza pubblica in Italia, è di particolare importanza individuare quegli interventi che comportino, più che oneri aggiuntivi per il bilancio,
la possibilità di offrire nuove strutture normative, organizzative ed istituzionali del mercato dei fattori, accrescendo il loro contributo al processo di accumulazione e all'allargamento della base produttiva.