DANIELE



.......purtroppo mi rendo conto di non avere neanche una bozza delle idee che ti hanno ordinato la mente per mettere insieme il tuo sito, perché nella mia di mente sento una gran bella confusione...

...Aspetta, però... e osserva:

....una bozza delle idee che ti hanno ordinato la mente ...> la ritengo la cosa più stupida del mondo....> ma comunque mi hai affascinato troppo...> ....perché nella mia di mente sento una gran bella confusione...

Ora una domanda:
è giusto o sbagliato ri-comporre un pensiero (proprio o altrui) in modo tale che la "materia" di quel pensiero --le parole e i nomi che lo compongono-- produca altre "forme"?


Per tentare insieme una risposta, io ti invito a questo percorso:
"Il Signore Dio YHVH con la Sapienza (Hochmah) fondò la terra": è il primo emistichio di Proverbi 3:19, dove la forma verbale ebraica "yassad" significa "fondare, fissare, ordinare", e quindi anche "dare forma".
Il secondo emistichio di Prov. 3:19 è quindi: "ed ha stabilito i cieli con l'Intelligenza (Binah)", dove la forma verbale ebraica "conen" sta per "stabilire, consolidare", e dunque, ancora una volta, "dare forma", ma qui, nei cieli, una "forma stabile", "consolidata".
Ecco: nei cieli, dove tutto ai nostri occhi parrebbe instabile, impalpabile, imprevedibile, cangiante, sfuggente, Dio ha stabilito e consolidato la forma con l'uso della sua Intelligenza: Binah. Sulla terra, dove invece tutto è tangibile, manipolabile, trasformabile con l'uso della nostra intelligenza, Dio ha fondato un mondo con la sua Sapienza: Hochmah. E noi continuamente fondiamo altri mondi ridisegnando le forme del visibile e dell'invisibile, e ricomponendone la materia in forme sempre soggette a una somiglianza col nostro essere duale e diviso in bene e male, prima e dopo, vita e morte, verità e falsità, sopra e sotto, e così via, danzerellando nella nostra "complessità"...
Qual è, allora, (o dov'è...) la "matrice", o la "mappa" di una verità pura, sulla quale fondare il nostro mondo secondo giustizia?
Nella visione che la Cabala ebraica ha definito, Hochmah e Binah scaturiscono da Keter, la "corona", prima delle dieci Sefirot o "emanazioni", "espansioni" dell'entità divina. A seguito del loro avvenire, secondo il pensiero di Luria, vi fu la deflagrazione attraverso le altre sette Sefirot che generò il caos da cui ebbe origine la nostra terra e la nostra vita... è forse un'idea in contraddizione con quella espressa nel primo emistichio di Proverbi 3:19?
Proviamo a rispondere con quella frase che gli autori del Rinascimento spesso aggiungevano a conclusione dei loro lavori: "Il fine corona l'opera", (o: "...è corona dell'opera"). Ne deriva che solo l'azione nel mondo e l'osservazione (theoria) delle conseguenze sarà il compimento di una "formazione" della nostra conoscenza e della nostra intelligenza, volte alla ricostituzione di un'unità armoniosa, espressa nel simbolo di una "corona", a "consolidare" col suo abbraccio un insieme altrimenti caotico in una complessità energetica positiva e vitale.
Tutto questo è il compito dell'Arte? Sì, se "Arte" è semplicemente costituire insiemi che non esistono in natura, generando infiniti altri "mondi possibili", per rendere ad ognuno sulla terra un'altra possibilità di salvezza dal caos.
E infatti quel "creare" dell'artista è nient'altro che "inventio" nella natura di altre forme della materia e della natura stessa, finalizzate a costituire la luce, o le tenebre. Questa, dunque, è l'unica scelta fondamentale per l'essere umano: la luce o le tenebre...
Ed è una scelta da cui nessuno può fuggire.


Allora, ragioniamo un attimo: la luce e le tenebre sono i due punti da cui ogni uomo deve partire nelle sue scelte, e sono necessariamente quindi anche i "veli" che coprono ogni contenuto che vogliamo dare: ogni volta che mi esprimo tingo di verità o falsità - di luce od ombra - ogni mia parola, ma attenzione, chi riceve il mio messaggio non partecipa del velo che io ho dato alla mia frase, ma ne pone di suo uno nuovo, e quindi è come se già, senza dover ri-comporre il mio pensiero, istantaneamente lo interpreta secondo gli schemi della sua libertà, del suo modo di vedere il giusto e l'errore, la luce e le tenebre. Così nascono forme nuove anche per una medesima materia, per una medesima posizione delle parti di un tutto.
Allora sopra una notizia data da uno schermo agiscono contemporaneamente molteplici libertà differenti, ed è questo che dà "vita" a quella materia: quella resta lì, immobile ma straordinariamente cangiante da parere a parere, e su questa staticità interviene un mormorio di opinioni diverse che è quasi il respiro di quella materia, di quel dato che in realtà non ha nessuna coscienza di esistere. Forse è proprio questo che mi "aliena", che mi stacca dall'oggetto reale, dal contenuto di un dato per andare a vedere, e non ad osservare, solo la sua forma, la sua affascinante movenza nelle opinioni; un attimo ancora: quando però mi arriva una "notizia" da un mass media essa è già stata posta al vaglio di altre menti, per scovarne quello che, a seconda dei "gusti" di quel respiro di cui ho parlato, può essere pubblicabile o no. In realtà la scelta è tra la cripta e la nascita, poichè, come viene divulgata, ogni notizia assume quel suo spaventoso anelito di vita, mentre non mostrata rimane come morta -negli ormai inutili- fatti in sè. E che cos'è che "pilota" la scelta di questa vita? Che cosa c'è che manovra ogni nostra scelta intrinsecamente, ma prima di tutto quella di chi opera tra la vita e la morte di un fatto? Secondo me, e non posso fare a meno di pensarlo, questo"dux" è il denaro, la ricchezza.
E perchè questo "moto" della ricchezza interviene sulla mano dell'uomo con la stessa impronta dell'Arte? è facile infatti modificare la materia dei fatti per dargli una forma nuova e, diciamo, più presentabile. Questa è l'opera di oscurare parti di una frase per metterne in risalto altre, spostare, incastrare ed incollare, inventare. Ma non è creare, è solo "sagomare" i fatti secondo una materia, una struttura con vere e proprie leggi da rispettare, come se fosse una mente che si serve della nostra mano, tramite l'ebbrezza dei soldi, per procurarsi dati dall'esterno, fatti da leggere e poi sagomare, reinterpretare, riproporre come nuovi ma col nome di quelli originali.
La cosa inquietante è che tutto questo parte da un abuso della cosa più importante al mondo per l'uomo, la libertà... non si può eliminarla ovviamente, perchè sappiamo che siamo "condannati alla libertà"; ma può esistere un punto di contatto tra alienazione e libertà, tra PROGRESSO e libertà? Devono necessariamente oscurarsi vicendevolmente, tanto che sembri che l'uno escluda l'altra?
Qual'è questo punto di contatto?


Ciao Claudio,
Della mia prima email non ho + traccia, mi dispiace, ma della tua risposta e della mia seconda ne ho fatto un unico testo più continuo, c'è tutto quello che vi avevo scritto tranne qualche mia osservazione personale sul finale, tipo che il percorso che avevo trovato mi aveva fatto ricordare da vicino il mio mito Kant, la curiosità che anch'io sono un musicista e compongo insieme al mio gruppo di Roma pezzi di rock progressivo, e qualche saluto che replico volentieri adesso, nella speranza che non ti capiti altro all' hard disk... mi sembra più che scontato che io mi sto fidando di te senza neppure poter supporre la verità di quello che mi scrivi, ma purtroppo sono congenitamente troppo buono, e spero che non mi deluderai... scusa la digressione, ma la libertà che internet propone ha sempre quel lato di oscurità da cui ogni scelta non potrà mai sottrarsi, e se mi concedi è sempre lecito il dubbio... aspetto una risposta, nella speranza, come ti avevo scritto la prima volta, del tuo aiuto per creare una storia dalle idee che pian piano stanno affiorando, ma, certo, prima queste idee devono avere una struttura... grazie della disponibilità che mi stai dimostrando, davvero...
Ciao e, spero, a presto
Daniele

Materia come vita.doc


Grazie, tutto ricevuto ottimamente. Ma di cosa ti preoccupi? Spero ti possa tranquillizzare la notizia che tutto quel che si trova nel mio sito internet corrisponde al vero, sia quando leggi l'origine di una citazione, sia quando leggi qualcosa che è dichiarato essere un romanzo o una fiaba, sia dove scrivo il mio curriculum, anche se la metà delle parole si spostano anarchicamente in giro per il sito... Sono vere le mie foto e quelle dei miei figli e di mia moglie, veri i miei dischi e i relativi brani in MP3; vera la mia attività per le carceri e per le sale da concerto, o nelle sale della Fondazione Guggenheim di Venezia.
Conosco bene Luther Blisset, è vero, ma non lo imito né sono un seguace dei suoi propositi!
Tu, piuttosto, hai iniziato molto bene la tua risposta a seguito della mia provocazione, e dunque seguirò con interesse il seguito. Ma tieni presente il fatto che io sono un uomo religioso, e per me parlare di Dio significa cercare l'unica forma di verità possibile...
Ciao, con simpatia. Claudio.

Caludio Ronco, claudioronco@iol.it, il 20/12/00 scriveva:


...io sono un uomo religioso, e per me parlare di Dio significa cercare l'unica forma di verità possibile...
Ma un attimo: io credo in Gesù Cristo profondamente (so che questo è un punto di disaccordo tra noi 2, forse...), e dedico alla sua preghiera almeno un'occasine quotidiana, ma sono anche allo stesso tempo una persona altamente razionale, e quindi non posso fare a meno di pensare che l'atto di "credere" debba partire dall'uomo, in quanto nella religiosità rimane intatta la libertà intrinseca alla natura di noi uomini... una volta una grande persona scriveva che "è volontà dell'uomo morale che vi sia un Dio, anche se non se ne potrà mai dimostrare l'esistenza...". io sento, lo giuro, tutti i giorni su di me un soffio benigno che mi aiuta a superare le giornate, e si presenta a me come speranza e amore, sempre, in ogni istante, anche ora che sto scrivendo questi pensieri sapendo che sarebbero impossibili da dimostrare ad un qualunque cinico, ma io ci credo. Sono fidanzato con una ragazza, Elisa ( non era esattamente del profeta Elia che si parla nel mio indirizzo, hihi, ma va bene lo stesso...) da poco più di un anno, e da quando l'ho conosciuta Credo come mai prima d'ora, davvero, sento la Sua presenza aiutarmi giorno dopo giorno, ed indirizzare la mia vita sempre ad un fine... ma sono esattamente consapevole che ogni volta che penso a Lui mantengo perfettamente intatta la mia possibilità di "veto" a scelte, possibilità o ai mie stessi pensieri, e quindi conservo la mia libertà.. adesso voglio porti un quesito:
perchè la gente ha smesso di credere in Dio (parlo dell'entità divina in sè, a prescindere che sia quella cristiana o ebraica)? Forse per lo stesso motivo che ti ho enunciato nella mia precedente risposta: oggi l'uomo non guarda più alla sostanza, non ha più tempo per sentire gli aneliti di amore che soffiano intorno a lui continuamente, perchè è difficile in fondo guardare ad un contenuto senza materia, poichè, sostengo questa tesi fermamente da "ormai" un paio di email, si guarda solo al "respiro della materia", alle ipocrite sentenze di persone identiche a noi, ma elevate sul piedistallo della società grazie alla ricchezza e all'apperenza..
Mi piacerebbe che mi dessi un tuo parere circa questi pensieri sulla religione e sul "respiro della materia" da me coniato... mi sto un pò montando la testa, eh? vabbè, ma mi appassiono a questi argomenti, e, a proposito, scusa ancora per la mia digressione, ma sono un figlio della società, solo adesso sto cominciando a cercare di elevarmene...
Spero ancora a presto


Un saluto
Daniele