Polvere

 

 «Queste sono le origini del cielo e della terra, quando furono creati,
(
be-hibbaream)
nel giorno in cui il Signore Dio 
YHVH   fece la terra e i cieli»

Genesi 2:4

 

 Scrive Rashi di Troyes:

(Rabbi Shelomoh ben Yishaq; Troyes, ca 1040 - 1105)

«Il testo ci insegna che tutte le cose furono create nel primo giorno. Altra interpretazione: l'espressione be-hibbaream equivale a be-he-beraam, ossia: «con la lettera He Egli li creò». Sta scritto infatti: «per mezzo di Yah il Signore creò i mondi» (Isaia 26:4). Per mezzo di queste due lettere del Suo Nome, la Yod e la He (le prime due lettere del tetragramma sacro YHVH), Dio formò i due mondi. Il testo qui ci insegna inoltre che questo mondo fu creato con la lettera He: ciò allude al fatto che tutti gli esseri di questo mondo devono discendere in basso, per vedere la corruzione. Infatti questo mondo è come la lettera He, la quale è chiusa da tutti i lati, ma è aperta in basso, così indicando la via per la quale tutti devono discendere.»

(rif.: Genesi Rabbah XII, 10; Chagigah II, 1; Menachot 29b).

 «Elohim disse: facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza»

Genesi 1:26

Dice il Midrash Rabbà, al capitolo 8 di Genesi Rabbà:

(ca. metà V sec.; edizione di Venezia, 1545):

   «Elohim disse: facciamo l'uomo a nostra immagine,secondo la nostra somiglianza». Introduzione di Rabbi Yochanan: «Tu mi hai formato un dopo (achor) e un prima (vaqedem) e Tu hai posato su di me il tuo palmo» (Salmo 139:5). Se l'uomo è meritevole, disse Rabbi Yochanan, si pasce dei due mondi (il modo a venire e questo), così com'è espresso da: "tu mi hai formato un dopo e un prima". Se non è meritevole, ne renderà conto, così com'è espresso da: "Tu hai posato su di me il tuo palmo". Rabbi Yirmeya ben Eléazar disse: Quando il Santo, sia Egli benedetto, creò Adam il primo uomo, lo creò androgino, così com'è espresso da: «Egli lo creò maschio e femmina... e lo chiamò col nome di Adam» (Gen. 5:2). Rabbi Shemuel bar Nachman disse: Quando il Santo, sia Egli benedetto, creò Adam il primo uomo, lo fece con due volti, poi lo segò e scisse, facendolo dorso a dorso (diprosaphon: doppia faccia, parola derivata dal greco, come molte altre in questo Midrash; NdT); un dorso di qui, per l'uomo, e un dorso di là per la donna. Si obiettò: è però scritto: «YHVH... prese una delle sue costole (tzelà)»! (Gen.2:21) Rabbi Shemuel bar Nachman rispose: "Una delle sue costole" significa "uno dei suoi lati", secondo le parole «e per la costola (tzelà) del Tabernacolo» (Esodo 26:20) che il traduttore in aramaico rende con "e per il lato del Tabernacolo". Rabbi Tanchuma in nome di Rabbi Benaya, e Rabbi Berekhia in nome di Rabbi Eleazar dissero: Egli li creò allo stato embrionale, che si estendeva da un confine all'altro del mondo, secondo le parole: «I tuoi occhi hanno visto il mio embrione (Golem, ossia anche "informe", o: non ancora definitivamente formato)» (Salmo 139:16). Rabbi Yehoshua bar Nehemia, e Rabbi Yehuda bar Rabbi Simon in nome di Rabbi Eleazar dissero: Egli l'ha creato riempiendo interamente tutto il mondo. Da Levante a Ponente; da cosa lo sappiamo? Dal versetto «Tu mi hai formato a Ponente (achor) e a Levante (vaqedem)» (Salmo 139:5); dal nord al sud; da cosa lo sappiamo? Dal versetto: «Da una estremità all'altra del cielo» (Deuteronomio 4:32) e riempiendo pure tutto lo spazio aperto del mondo, fra il cielo e la terra; da dove lo sappiamo? Dal versetto «Tu hai posato si di me il tuo palmo» (Salmo 139:5), che bisogna comprendere secondo queste parole: «Allontana la Tua mano da sopra di me, e che il Tuo terrore non mi spaventi» (Giobbe 13:21) Rabbi Eleazar disse: l'uomo è "ultimo" (achor) in rapporto all'opera divina del primo giorno, e "primo " (qedem) in rapporto a quella dell'ultimo giorno. Secondo Rabbi Eleazar, in effetti le prime parole dell'ultimo giorno della creazione: «che la terra faccia sorgere l'essere vivente» (Gen. 1:24) si rapportano al soffio di Adamo, il primo uomo. Rabbi Shimeon ben Laqish dice: l'uomo è "ultimo" in quanto (il suo corpo è) opera dell'ultimo giorno, e "primo" in quanto (la sua anima è) opera del "primo giorno". Secondo Rabbi Shimeon ben Laqish, in effetti, il versetto: «E il soffio di Elohim sfiorava la superficie delle acque» (Gen. 1:2) rinvia al soffio del Re Messia (o al soffio d'Adam, come espressione di riconciliazione; n.d.t.) secondo le parole: «E il soffio (Ruach) di YHVH riposa su di lui» (Isaia 11:2). Se l'uomo è meritevole gli si dice: tu precederai gli angeli del servizio (gli angeli furono creati il secondo giorno, dopo la creazione dell'anima di Adam, e gli animali furono creati l'ultimo giorno,prima della creazione del corpo di Adam; n.d.t.); altrimenti gli viene detto: ti precede la mosca, ti precede il moscerino, ti precede il verme. Rav Nachman dice: è menzionato per ultimo fra le creazioni, e come primo per i castighi (il diluvio). Egli fu pure l'ultimo ad elevare una lode, dice Rabbi Shemuel, poiché in effetti il passaggio «Lodate YHVH dai cieli...» (Salmo 148) è integralmente enunciato prima che ne siano menzionati «i re della terra e di tutti i popoli... giovani uomini e giovani donne» (ibid.). Allo stesso modo, l'uomo non elevò lodi che dopo il bestiame, l'animale selvatico e i volatili; la prova? È scritto innanzitutto: «che le acque pullulino d'un pullulare d'esseri viventi» (Gen. 1:20), poi «Elohim disse: che la terra faccia sorgere l'essere vivente» (ibid. v.24), e solo dopo questo il Signore Elohim disse: «facciamo l'uomo» (ibid. v.26).

 

 

Ti ho ricordato che «In principio Elohim fece il cielo e la terra» (Genesi 1:1). Elohim, e non ancora il «Signore YHVH», che arriverà dopo un bel po' di altre parole.

In effetti, il tetragramma YHVH appare per la prima volta solo al versetto 4 di Genesi 2, dove è scritto: «...behibbaream beyom asot YHVH Elohim», cioè il punto in cui è detto: «...quando furono creati, (be-hibbaream, da cui be-he-beraam, "con la lettera He Egli li creò", come suggerisce Rashì) nel giorno in cui il Signore Dio YHVH fece...».

Il tetragramma sacro YHVH riappare subito al versetto 5, con: «...il Signore YHVH non aveva ancora fatto piovere sulla terra, e non c'era ancora l'uomo per coltivare il terreno,». Continuando poi nel versetto 6, dove il tetragramma non è presente, vi si legge: «ma un vapore umido saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo». Finalmente, al versetto 7 vediamo: «Vaytzer YHVH Elohim et ha-adam afar min ha-adamah», ossia: «E YHVH Elohim creò un uomo polvere della terra».

Ciò che insegnano i commentari della tradizione, è che Elohim corrisponde alle "forze e leggi della natura", poiché la ghematria di questo nome è la stessa della parola ha-tevà: la natura, appunto.

hatevà: he-tet-bet-ayin
5 + 9 + 2 + 70 = 86

Elohim: aleph-lamed-he-yod-mem
1 + 30 + 5 + 10 + 40 = 86

 

Infatti il testo della Torah in Genesi 2:7 va considerato come una seconda creazione dell'uomo, a seguito della prima, in Genesi 1:26, che l'ha creato semplicemente creatura fra le creature, oggetto fra gli oggetti, così com'è precisato in Genesi 2:5, con la formula "Veadam ayin", ossia: "Adam niente", nella frase che di regola viene tradotta con "l'uomo non c'era ancora" (per coltivare la terra).

Dunque il creatore della natura si limita a dar vita a un "uomo naturale", o pre-istorico, mentre è solamente YHVH - e nel momento della sua prima apparizione - a creare l'uomo storico, ossia quell'uomo che si interroga sul senso dell'esistenza.

Il primo Adam è uomo o donna? I commentari dicono che l'Adam primordiale, Adam Qadmon, era "uomo e donna" insieme, o "al di là" della divisione in due esseri distinti, per contrapposti o coincidenti si voglia immaginarli. Ciò deriva, però, da Genesi 1:27, dove si legge, verso la conclusione del sesto giorno: «Dio Elohim creò Adam a sua immagine; lo creò a immagine di Dio Elohim; lo creò maschio e femmina», ossia: «...Et haAdam be-tzelmò be-tzelem Elohim barà...». C'è tuttavia, nella parola "tzelem", che traduciamo con "immagine", l'idea dello specchio, o della specularità, così come la stessa impressione è generata dall'idea di un Adamo primordiale "bifronte" o androgino, quando viene "segato" (proprio come un albero...) in due esseri dalla volontà divina di YHVH Elohim che da lui estrae una "costola", in ebraico: "tzelà" (Gen. 2:21):

La radice della parola "tzelà" è Tzade-Lamed-He:

che significa "ombra", e che forma anche la parola Tzelà (Tzade-Lamed-Ayn), col doppio significato di: costola (di Adam, o di qualsiasi vertebrato) o lato (del Tabernacolo, o di qualsiasi oggetto fisico o metafisico). Oppure può essere usata nel senso di "zoppicare", "claudicare", come nel caso di Jacob, reso claudicante dall'uomo misterioso con cui deve combattere un'intera notte, finendo all'alba, ferito al nervo ischiatico e col nuovo nome di Israel: «Non Giacobbe sarai chiamato, ma Israele (cioè: Sarà: combattere, El: Dio), poiché hai lottato con un essere divino e con uomini, e ce l'hai potuta» (Genesi 32:29).

 

...Siamo polvere preziosa...

 

 

 


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