In tempi antichi, la musica più alta era —come la filosofia— arte della "consolazione", e poteva servire come esercizio alla "buona morte", a guardare oltre, al di là della terrificante parete divisoria fra il sensibile e l'ultrasensibile, fra il mondo fisico e quello metafisico. Fungeva, in effetti, da "ponte" fra i mondi, e, come ogni ponte, serviva nelle due direzioni. |
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