Un edificio costruito in mattoni e legno ha dei limiti strutturali che lo pongono in relazione a quella “misura d’uomo” nella quale infinite altre culture possono convivere o coesistere, in ragione di un principio “amoroso” di avvicinamento e scambio d’esperienze, fondato sull’idea di ibridazione piuttosto che sulla contaminazione, ispirato al rispetto sociale piuttosto che alla sopraffazione del più forte sul più debole; in breve, contribuendo alla costruzione di città dove sia possibile difendere l’umanità dai danni e dalle tragedie della con-fusione grazie alla fusione delle diversità in edifici d’intelligenza compassionevole e saggia, si può sperare in un mondo che smetta di scegliere più o meno inconsciamente il suicidio di massa... Qui sta il nocciolo della questione: alcuni “strumenti dell’arte” dell’architetto come del musicista, dello scrittore come del pittore e così via, sono violenti e causano morte, mentre altri posseggono il dono della leggerezza come quello della profonda visione, della meraviglia e dello stupore come della grazia e della varietà, esprimendosi in una bellezza che si posa sul mondo con la carezza dell’amante e lo sguardo ricettivo e fertile dell’amato. |
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