Clori
Recitativo accompagnato:
Destatevi, o Pastori, ecco il mattino;
Del ciel glazzurri campi
LAlba già imbianca,
E laria el suol lAurora
Con Gigli e Rose infiora.
Già sul colle vicino le cacciatrici Ninfe
Affrettano del dì la Messaggera,
Impazienti, dalla sua Dimora;
E voi, dormite ancora?
Provan già glarchi,
E pronte e tese han le reti
Appo la Selva el Fonte
Nerea, Florilla e Clori;
Destatevi, destatevi o Pastori!
(Clori si allontana)
Tirsi (Risvegliandosi)
Ma, destomi... ahi, vaneggio!
Dalla mia solitaria capanna,
Sol linfelice mia mandra riveggio,
E soffro la crudel guerra che fanno,
Nel mio deluso core,
Perduta libertà, e Amor tiranno!
Aria:
Ne campi e nelle Selve
Seguivo già le belve,
Pascevo il Greggie ancor,
Libero Pastorello, libero Cacciator;
Ora non son più quello,
Perdei la libertà!
E quel chè peggio, oh Dèi!
Come sil mio tormento
Colpa non sia di lei,
Mostrare al mio lamento
Clori non vuol pietà!
Clori (Nascosta, sta spiando Tirsi)
Rec.:
Che prodigio è mai questo?
Tirsi, che sì crudel, sì duro hal core,
Su lestinta innocenza il pianto sparge?
Io non vintendo ancora,
Lagrime troppo insolite,
E pavento o da voi qualche frode,
O dAmor qualche inganno...
Tirsi (Continua a lamentarsi, senza accorgersi di Clori)
...Chio più non possa, amati Armenti,
Viver in pace, senza tormenti,
E dura legge chAmor portò!...
Clori (Sempre nascosta)
Rec. arioso:
Pianger sovra unestinto,
E negare una stilla di lagrimoso umore
A unalma che agonizza,
A un cor che more...
(Tirsi si allontana; Clori ritorna al centro della scena)
Aria:
Ride il fiore in seno al prato,
A tornar la Primavera,
E con soffio delicato
Spira laura lusinghiera;
(Entra frattanto Cupido)
Solo tu, crudele, ingrato,
Sdegni ognor la fé sincera,
Del mio petto innamorato,
In sì barbara maniera!
Cupido (A Clori, indicando Tirsi, che corre a nascondersi dietro un albero)
Parlato:
Lagnarsi per un solo,
Che di tenera età troncò lo stame,
E offrir pianti e sospiri,
A chi pianti e sospiri
Non sente o vede,
E pietà senza merto, e senza fede!
Clori
Rec.:
Cupido! Nume crudel, spietato Dio!
Invan tento fuggir dal mio destino,
Se meco porto impresso,
della tua crudeltà, del mio sprezzato ardore,
Loggetto istesso.
Io lamo, e lui nol crede;
Io peno, e tu non hai pietà
De miei sospir, delle mie pene,
Chio penerei felice,
Se tu ascoltassi almeno
Quel chel mio cor ti dice!
Cupido
Parlato:
Io crudele? Io tiranno? Ed io spietato?
Deliri oppur vaneggi, perfida ingannatrice!
Fosti tu che al tuo amore giurasti fedeltate,
E poi, senza pietate,
Volgesti lempio cor ad altro oggetto;
E lui restò schernito, e abbandonato...
Menti dunque chio sia crudel,
Chio sia tiranno, e Dio spietato!
(fra sé, mentre Tirsi torna a spiare Clori, nascosto nel boschetto)
Aria:
Son pur le lagrime
Il cibo misero, chio prendo ognor;
Sempre fra gemiti
Non spiro altraere, che del dolor!
(Rivolto agli amanti)
Parlato:
Tormento e gelosia,
Sdegno, affanno, e dolore...
Da noi, questo volete?
Ahi, quanto ministro duol,
E pianto, a chi mi segue,
E le mie leggi adora!
Se un volto vinnamora,
Sappiate, servetti miei, che:
Ciò cha voi piace
In brevora svanisce,
E poi dispiace!
(A Clori)
Aria:
La bellezza è come un fiore,
Sul mattin vivace e bello,
Sul mattin di Primavera;
Che la sera langue e muore,
Si scolora e non par quello.
Clori
Rec.:
Sì sì... benché laspetto
Di caduco fior mi sappresenti,
Pur volgo leggro sguardo alla Speranza;
E questa par madditi in lontananza,
Tirsi cha me ritorna, e che mi dice:
Fui misero infelice, cara, da te lontano;
Oscuro e cieco fu il dì per me;
Ma sempre venne di pura fé,
La Gloria e l Vanto.
Torna dunque alle gioie, o cara,
E asciuga l pianto.
Tirsi
(Rientrando in scena, rivolto a Clori con aria innamorata)
Piacemi, o bella, il tuo leggiadro aspetto,
Ma più dellAlma ancor, la Virtù rara:
Onesta tamo più, più mi sei cara!
Aria:
Pastorella, co bei Lumi,
Erbe e fiori anchinnamori,
Pastorella del mio cor...
Clori
... Ma questaure e questi fiumi,
Sussurrando, mormorando,
Sol per te parlan damor.
Clori e Tirsi
Duetto:
Quel fior che allAlba ride,
Il sole poi luccide,
E tomba ha nella sera.
Clori e Cupido
E un fior la vita ancora:
LOccaso ha nellAurora,
E perde in un sol dì la Primavera.
Clori
Rec.:
Sì sì, questa sia solo
La cagion del mio duolo;
Che se fedel mi sei,
Son piaceri del cor, gli affani miei.
Tirsi
(A Clori)
Aria:
Tergi il ciglio lagrimoso,
Acciò torni più vezzoso,
Nel tuo volto, il bel seren.
Io per te languisco e moro,
Caro e dolce mio tesoro;
Mi si strugge il core in sen!
Clori
Io per te gioisco, e imploro,
Adorato mio Medoro...
(si arresta, imbarazzata, e poi riprende)
Lonestà ch a te convien!
Tirsi (stupito e offeso)
Rec.:
Ma... che mai?... Io son Tirsi,
Non Medoro!
Vedi? Tirsi! Il tuo tesoro...
Clori
Vedo ben! Ma ho detto... alloro!
Per premiar un core doro,
Per goder dolce riposo...
Aria (continua come prima):
...Calma il ciglio tuo cruccioso,
Acciò torni più amoroso
Il tuo sguardo, o caro ben!
Cupido (rivolto al pubblico)
Parlato:
Non è però che al mio possente impero
Di ribellar lalma vassalla or qui si tenti:
Servi son del sembiante,
Applaudono ambiziosi al mio servaggio,
Poi del mio giogo dolcemente acerbo,
Lodan lincarco, ed io...
Men vò superbo!
(Cupido esce, ridendo)
Tirsi (A Clori)
Rec. accompagnato:
...Ah, non parlar damore!
Sappi... (che fo?)... dovrei...
Fuggi daglocchi miei;
Ah, tu mi fai tremar!
Aria:
Fuggi, che sio tascolto,
Che sio ti miro in volto,
Mi sento in ogni vena
Il sangue, oh Dio, gelar!
(Esce Tirsi)
Clori (Al pubblico)
Rec.:
Non abbia cor alcuno
Cagion per raggelarsi:
Tirsi, quando si lagna,
Sempre le doglie sue
Trasforma in rabbia.
Frattanto resta in gabbia,
Ed io... men vò sicura!
Sì sì, non paventate:
Lampi, tuoni e venti di tempesta,
Paion fatal sventura,
Ma dellamor tali procelle,
Credete pur, son fide ancelle.
Aria:
Sorge lirato Nembo,
E la fatal tempesta
Col sussurrar de londe,
Ed agita e confonde,
E cielo e mar!
Ma sciolta in un baleno,
Fugge la nube infesta,
E placido e sereno,
Il cielo appar!
Fine della prima parte
Seconda parte
(Entra Tirsi, agitato; Cupido lo segue correndo)
Tirsi
Rec. accompagnato:
Dovrei... Ma no... Perché?
Lamore... Oh Dio!... La fé...
Ah, che parlar non so...
Spiegalo tu per me!
Cupido (Al pubblico)
Parlato:
Ebben, sia fatto.
Se a lei di quando in quando,
Qual farfalla amorosa, gira intorno scherzando,
Dun animo giovial, lo stima effetto;
Se talor dal suo petto,
Trae qualche sospiro, o mostra che languisce,
Dice che dhippocondria patisce;
E se talvolta, perché meglio lintenda,
Fissa le luci sue, ne lumi suoi,
Un vizio natural, stima che sia...
Tirsi (Rubando la parola a Cupido)
Rec.:
...Così dellalma mia,
Gli effetti non comprende,
E glatti miei,
Sempre al rovescio intende!
Ah, la dolce libertà
Tanto bramata un tempo,
Or non taggrada più, folle mio core?
Sai pur quanto periglio, quante amarezze,
Ad incontrar tu vai,
Povero cor, lo sai?
Delle false speranze, della tradita fede,
Ancor non hai prova certa o bastante?
Parlo invan... tu rispondi:
Ahi, sono amante!
Aria:
Non sospirar, non piangere, mio cor,
Che sono i gemiti indegni del tuo duol;
Folle son io che spero,
Dal cùculo vezzoso, udir cucù sincero;
Col suo sìssì insidioso,
Muccide un usignol!
(Tirsi si siede in terra a suonare il flauto,
con aria afflitta)
Cupido (Spiando Tirsi, fra sé)
Parlato:
(Vè, nel lagnarsi e piangere,
Vè unombra di piacer;
Ma la forza del bel volto,
Su la sera svanirà...)
Clori (Nascosta, cantando sulla melodia del flauto di Tirsi)
(...Sel piacere non è colto,
Come rosa morirà...)
Cupido (Al pubblico)
Parlato, continua:
...Ma poi, qualor dalla soave bocca,
Sciolga in note dolcissime canore
Parolette damore,
Ne modulati accenti sì graziose e care,
Che fermi in aria ad ascoltarle i venti,
Nel Verno renderian la calma al mare...
Tirsi
(Rubando la parola a Cupido)
Rec. arioso:
...Fuor di sé lalma mia,
Tutte le pene oblia,
E lieta, mentre tacita respira,
Tutta ne glocchi e ne lorecchie accolta,
Nullaltro fuor che i suoi bei labbri mira,
Nullaltro fuor chil suo bel canto ascolta:
(Giunge Clori cantando allegramente, accompagnata dal flauto suonato da Tirsi nascosto nel boschetto)
Clori
Aria:
Zeffiretto, amorosetto,
Che scherzando vai vezzoso,
Con lAugello, col fiore e col Rio,
Vanne, vola al bellidolo mio;
Digli, o caro, chio lamo fedel!
Va con lali del pensiero,
Amoroso, lusinghiero;
Trova il più vago, costante mio amante,
Digli chaltro che amar non possio;
Corri, taffretta, lattesa è crudel!
(Scherzosa)
Rec.:
Fra i pensieri quel pensiero,
Chal mio ben giunga primiero,
Sappia allor chun premio avrà
Dal mio core.
Sì sì, che compagni nellardire,
Nel desire, nella brama desser primi,
Tutti a gara volerete,
Né distinguer si potrà,
Chi di voi primo sarà!
E se sia che volando,
Con ostinato, nobile valore,
Non sia fra miei pensieri,
Chi si possa vantar per vincitore,
Ciascun dal mio core, un premio speri,
Per risvegliar in voi gara ambiziosa,
Di giunger più spediti a trovar...
...Chi posso dir? Medoro?...
Tirsi (sempre nascosto a spiare Clori)
...Ah! Ancor lalloro?
Clori (fingendo di non accorgersi di Tirsi)
...Oppur... Fileno?
Tirsi
...Ahi!
Clori
No, per Licida io peno...
Tirsi
...Ahimè!
Clori
O forse... Tirsi?
Tirsi
...Ah, forse lanime potran unirsi?
Clori
...No, Tirsi di noia muccide;
Vo dir: Alcide!
Tirsi
...Ahimè, io moro!
Clori
Sì sì, Medoro!
Tirsi
...Ahi, cruda sorte!
Clori
...No no, mannoia a morte...
Basta! Vo dir:
Un qualche amante...
Tirsi
...Ah, empia! Incostante!...
Io manco, io moro, tu non mavrai...
Clori
...Io lor prometto, di non turbar mai
Quel sicuro piacere, che provaranno
In sempre raggirarsi intorno
A sì perfetto, ed amoroso oggetto...
Tirsi
...Ah, qual dispetto!
Clori
...Né di questo maggior premio può darvi,
O miei pensieri, il core.
Tirsi
...Né maggior pena a Tirsi, Amore!
(Clori si nasconde per spiare Tirsi; Tirsi si accascia affranto; Cupido entra in scena)
Cupido (Indicando Tirsi)
Parlato:
Le sventurate sue amorose vicende,
Nel compendio dAmor, registra Amore.
Più sfortunato core non vi sarà chil legga
Ne secoli venturi;
La gran turba damanti vedrà
Nellamor suo,
Senza esempio, la fede;
Vedrà di Clori infida,
Senza pari linganno;
E vedrà infin, dalla miseria loro,
Creder donna fedel, esser pazzia!
(Cupido esce)
Clori (Sempre nascosta, rivolta a Tirsi)
Rec.:
Semplicetto Pastore,
Ami, e larte damar sì poco intendi?
Apprendi prima ad ingannare, apprendi!
O forse che per te dovrò temer sventure?
Ah, sciocco amante, mi basterà fuggirti,
E tu con voce querula dirai:
Torna a me, ove ten fuggi?
Più sdegnato con te, cara, non sono;
Vieni, torna ad amarmi, io ti perdono!
Lumidetto ciglio mio tu tergerai,
Prigioniero del piacer, chil dolce dardo,
Del mio sguardo, de miei rai,
Schiavo ognor, sospirerai!
Aria:
Ha nel volto un certo brio,
Lidol mio,
Che diletta e spira ardor;
Le sue vaghe pupillette,
Son saette,
Che dan palma al Dio damor!
Cupido (Nascosto, sta spiando Clori)
Parlato, fra sé:
(Ah, Ninfa altezzosa, questo tu credi?)
Tirsi (Irrompe in scena, aggredendo Clori)
Rec.:
Credi, che quanto dolci
Eran gli sguardi tuoi,
Soave tanto fosse il piacer,
Di vagheggiarti amante.
Ma qual fallace incanto,
Sparì la speme, e fosco in un istante,
Mappare il ciel dAmore,
Pria sì giocondo, e luminoso al core.
(Cacciando via Clori da sé)
Rec. accompagnato:
Ah, fuggirò da tanta folle pena!
Tornerò fra le gregge allafflizione,
Ed al silenzio in preda;
Poi, delle fiere in traccia,
Qual disperato,
Per alpestri selve imprenderò la perigliosa caccia;
E senza tema, qual chi morte aspetta,
Dalle rabbiose, più feroci belve,
Duna belva crudel farò vendetta!
Griderò forsennato,
E ovunque io volga i furiosi passi, dirò:
Dingrato amor, questo è leffetto;
E se a pietà non mossi un bianco petto,
A pietà moverò almen i tronchi e i sassi!
Aria:
Chiedo amore, altro non bramo,
Io che amo, e serbo fé;
E pietà lanima mia, non desìa,
Se nel cor pace non vè...
(Cupido entra irato e maestoso in scena, mentre Tirsi e Clori, terrorizzati dal suo sguardo, si ritraggono nel boschetto)
Cupido
Rec. solenne e accompagnato:
Per atterrar lorgoglio
Duna bellezza altera,
Dalla più vaga sfera,
Chil terzo ciel
Di bella luce indora...
Tirsi e Clori
...Guidato dalla sdegno,
Or giunge Amore!
Concertato:
Se quando di pace,
Cupido è foriero,
Sì ardente ha la face,
Lo strale ha sì fiero...
Clori
Che sarà, quanda far guerra,
Scende in terra,
Nume irato, e Dio guerriero?
Lampi e tuoni ha nel sembiante:
E lidea del guerreggiar!
Cupido
Striscio il piè fra spade e scudi,
E di morte suglincudi,
Del mio brando fulminante,
Fò gran colpi risonar!
A tre
E con furia spaventevole,
I suoi
dardi sibilar!
I miei
Cupido
Benché doro, il dardo mio,
Gran ferite apre in un sen;
Son fanciullo, è ver, ma Dio:
Spargo nettare, e velen!
Clori
Fieri dardi, acuti strali,
Al ferir vinvita un cor!
Ma con piaghe aspre, e mortali,
Di fierezza, e non dAmor!
Cupido
Rec.:
Dunque, se sua beltà tanto presume,
Clori, che bellezza è unombra sola,
Alla madre dAmore, al più bel Nume,
Glincensi usurpa, e lOlocausti invola!
A tre
A chi è offeso, oh quanto piace,
Poter far le sue vendette!
Cupido
Alla guerra il Nume invita,
E dal ciel scaglia saette!
Clori (Al pubblico)
Rec. arioso:
O voi, che mascoltate,
Se vedeste il tormento onde sospiro,
Mossi tutti a pietate,
Del mio grave martiro,
O piangereste, oppur direste almeno:
Povera Clori... oh, quanti affanni ha in seno!
Aria:
Son come navicella,
Esposta in mezzo al mar,
De venti al rio furor!
Scorre fra la procella,
Né può lido trovar,
Immersa nel timor!
(Fra sé)
Rec.:
(Non sia mai, però, chuna Ninfa,
Da tal periglio minacciata,
Debba dirsi perduta, o disperata!)
(Rivolta a Cupido)
Ascoltami, fanciullo alato, e Dio!
Frenal dardo, e ascolta attento:
Ti pascesti già del mio tormento...
Or che scendi per far guerra,
Larco atterra,
E inventa nuove frodi,
Sancor sazio non sei.
Vieni, ma sol de laffanni miei,
Trionfa, e godi!
Saprà allor lalta mia fé,
Mostrarsi invitta ad ogni grave offesa!
(fra sé)
(Ed otterrà la vittoria,
In tanta impresa!)
Aria:
(Cantando, Clori gira intorno a Cupido come per farlo cadere in un incantesimo, e pian piano Cupido si abbandona al sonno)
Dormi, o fulmine di guerra,
Scorda lire!
Già provasti cha ferire,
Larco el dardo,
Dun bel ciglio, dun bel guardo,
Han vigor chi forti atterra.
(Cupido cade addormentato)
Tirsi e Clori
(Al pubblico)
Parlato:
Tacete, voi che sapete!
(E proprio vita dura!)
Dorme Amor, nol vedete?
A Cappella:
Non sia voce importuna
Che gli turba il riposo: Amor giace...
(Sol quando dorme Amor,
Il mondo è in pace)
(Prima rivolti a Cupido addormentato, poi luno indicando laltro e Cupido insieme)
Duetto:
Altra volta incatenarmi,
Già poteste il fido cor.
So per prova i vostri inganni:
Due tiranni siete ognor!
Tirsi (A se stesso)
Rec.:
Lungi, lungi da me, pensier tiranno!
Tu mi vorresti rendere infelice,
Col farmi credere Clori traditrice...
Ah, sento il cor che mi dice:
No, non può alma sì bella,
Esser a me rubella.
Dunque, da questo sen, fugga laffanno!
Lungi, lungi da me, pensier tiranno!
Aria:
Fuggi! Fuggi da questo sen, o barbaro pensier!
Lasciami in pace!
Clori (A Tirsi)
Sebben cinganni Amor,
Per te consente il cor,
Perché ti piace...
Rec.:
Se ciò chAmor contrasta, el cor desira,
E ciò chil labbro dice, il sen ripugna,
Sia lonestà chil vieta,
E la sincerità del suo bel genio,
Non voglian mai chio creda Tirsi ingrato.
Lungi dunque da noi, pensier spietato!
Aria:
Tirsi amato, adorato mio Nume,
Vieni, o caro, ritornami in sen.
Farfalletta son io, che le piume,
Ardo al lume, del caro mio ben!
(Frattanto Cupido si è risvegliato ed ascolta divertito il canto di Clori)
Cupido (Al pubblico, allontanandosi dagli amanti)
Rec.:
Di pallido color la Ninfa intanto,
Copre il bel viso, e dOstro poscial tinge,
Qual chi, temendo e vergognando, suole
Mostrare in volto, or rose, ed or viole.
(Indica Clori:)
Pur sorridendo alfine onestamente,
Con arte, ora gli dice:
Clori
(A Tirsi, porgendogli una mela e un uovo)
Pastor, tua nobil alma,
Tuo costume gentil, tuo vago viso,
Dolce fiamma damor, destano al core;
Ma, dellamore, è lOnestà maggiore!
Tirsi
(A Clori e Cupido, allontanandosi da loro)
Ondio rispondo allora:
Aria, e poi Terzetto concertato:
No, di voi non vo fidarmi,
Cieco Amor, crudel beltà;
Troppo siete menzognere,
Lusinghiere Deità!
Cupido
No, non vè di che adirarmi,
Nò, di voi non vo lagnarmi;
Vado fiero del mio ardire,
Regno ognor sul tuo soffrire,
O mia inquieta umanità!
A tre
Presto o tardi prigionieri
Noi saremo de piaceri
Dellumana vanità!
Fine della Serenata
Si abbia compassione per certe povertà della poesia di questi canti, ma si consideri che la melica non vuole forzatamente divenire opera drammaturgica, e saccontenta di compiacere la melodia, pur di non costringere il musicista a conformarsi a un testo.
©claudioronco2003