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AVVENIMENTI
SPECIALI special event |
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Country Night Gstaad 2003 |
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Anche
quest’anno la Country Night di Gstaad non ha deluso le
aspettative
di
chi
ipotizzava due indimenticabili notti di grande country music. Grazie
ad un organizzazione competente ed impeccabile
e una scelta degli artisti sempre mirata e quest’anno poi
particolarmente invitante, la cittadina Svizzera si conferma ancora una
volta il punto di diamante di tutto il movimento country europeo. In
nessun altro festival country del vecchio continente infatti si può
trovare un cast di artisti di così alta caratura e fama; possiamo così
affermare che quello di Gstaad è sicuramente il più importante
appuntamento legato alla musica country in Europa. Quest’anno a calcare
il palco del grande tendone immerso tra il verde delle montagne è toccato
a Terri Clark e al trio formato da Mark Chesnutt, Joe Diffie e Tracy
Lawrence e fin dall’annuncio dei nomi si è capito che si sarebbe
trattato di un grande spettacolo all’insegna della più grintosa e
genuina musica country e così infatti è stato.
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La conferenza stampa |
Come
di consueto il sabato pomeriggio, dopo il primo show del venerdì sera, si
svolge la conferenza stampa con gli artisti. In una lussuosa sala del
bellissimo hotel Palace di Gstaad si è svolto quindi l’incontro dei
cantanti con giornalisti, disc jokeys, rappresentanti di associazioni
country ed esperti del settore di tutta Europa.
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Il primo a prendere
la parola è stato Marcel Bach, è lui l’ideatore di questo importante
appuntamento ed è a lui che dobbiamo la possibilità di vedere dal
vivo tali personaggi di così alto valore e di così rara presenza in
Europa. Parla della Country Night con orgoglio
ricordando che questa è ormai la quindicesima edizione…
annuncia che per la serata sarà tutto esaurito e ricorda quando
alla prima edizione riuscirono a vendere solo 500 biglietti…’’certo’’
dice ‘’ che di strada ne è
stata fatta’’ … poi aggiunge ridendo ‘’anche
se è meglio che non pensi a quanto tutto ciò mi sia venuto a costare…’’
Poi dopo un breve discorso presenta la maglietta ufficiale dello
show e si congeda dalla folla di giornalisti passando la parola
all’addetto stampa e pubbliche relazioni; il gentilissimo e
cordialissimo Ed Bouchard che un attimo prima ci aveva accolto
all’ingresso. Ci da alcune indicazioni e annuncia con non poco
stupore dei presenti che alla fine della conferenza gli artisti si
intratterranno per le consuete foto e si avrà anche l’occasione per
avere degli autografi, si raccomanda però di non dimenticare di
essere ad una conferenza stampa e di attenersi ad un contegno
professionale. Raccomanda in fine di essere puntuali all’ingresso
all’inizio del concerto in modo che Terri Clark, che inaugurerà per
prima la serata, non inizi a cantare quando la folla deve ancora
prendere posto. Poi chiede se Terri sta arrivando ma gli dicono che
non è ancora pronta, ed infatti lei si fa attendere qualche minuto
ma poi eccola sbucare fuori dall’entrata con in testa il suo solito
cappellaccio bianco dal quale si diramano verso il basso i lunghi
capelli castano scuro.
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E’
alta accidenti ! e bella, anche se vistosamente ingrassata e i jeans
attillati mostrano che i fianchi non sono più quelli di una volta,
ma poco importa. Lei saluta, si siede e chiede scusa per il ritardo
dicendo che si è trattenuta con alcuni fans a firmare qualche
autografo. Dà proprio un’impressione sicura di sé e dimostrerà di
non sentirsi affatto a disagio da sola di fronte ad una massa di
giornalisti curiosi, bensì condurrà la conferenza in maniera
dinamica rispondendo pienamente a tutte le domande e buttando qua e
là qualche buona battuta ironica, stimolando e compiacendo così i
giornalisti presenti che la tempesteranno di domande. Le chiedono
come si sente a cantare in Europa e lei risponde che e bello ed
interessante essere di fronte ad un pubblico nuovo per lei e poi
l’Europa le piace, ha avuto la possibilità di visitarla ed e rimasta
particolarmente colpita da storia, arte, monumenti e cultura di
città come Parigi e Torino.
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Le
fanno i complimenti per la nomination ai CMA awards come migliore cantante
femminile, lei ringrazia umilmente ed aggiunge che per vincere un award
serve un po’ di tutto: talento, determinazione,
fiducia in se stessi, bravura e fortuna, ‘’ certo che non sarà affatto facile’’ dice ‘’comunque ho un buon team alle spalle e spero di farcela. Vincere un
award è sempre stato il mio
sogno e da sempre uno dei miei obiettivi ed è proprio una cosa bellissima
che ora possa diventare realtà.’’
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Le
chiedono come mai durante lo
spettacolo del venerdì aveva cantato qualche canzone imitando cantanti
del passato, come Johnny Cash o George Jones. Lei ride e risponde che
quella è una cosa che aveva sempre fatto fin da ragazzina quando ancora
andava a scuola e tutti le chiedevano di fare quelle imitazioni; ‘’ho
sempre creduto che una ragazza che imitasse cantanti maschili fosse una
cosa divertente, per questo l’ho voluto fare nei miei show. All’inizio
ero titubante non volevo che la gente la prendesse troppo sul serio, era
solo per ridere…’’ poi aggiunge ridendo ’’del
resto non riesco a parlare come loro, posso solo imitarli cantando.’’
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Una
domanda che ci si aspettava di sentire era quella riguardo al perché lei,
che è una ragazza, avesse sempre voluto adottare un look da cowboy con
tanto di cappello. ‘’ Bè, da
quando personaggi come George Strait innanzitutto e poi Clint Black, Alan
Jackson, Garth Brooks hanno iniziato a vestirsi così, tutti più o meno
hanno adottato questo look ed io sono
sempre stata una ragazza un po’ maschiaccio ed usavo vestirmi
normalmente in questa maniera, così ho pensato perché no? Perché non
potrei farlo io? Del resto mi sento bene vestita così. Certo qualcuno a
volte pensa che abbia qualcosa da nascondere, come per esempio che stia
perdendo i capelli…’’ e si toglie il cappello mostrando la bella
capigliatura mentre ride ancora compostamente.
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La
domanda successiva è quale è secondo lei il motivo per il quale
ultimante non si sono viste molte donne al top delle charts. ‘’uuumm davvero non lo so, credo sia perché generalmente il sound
delle voci femminili a Nashville è spesso orientato verso il pop ed
ultimamente il mercato si è spostato verso un sound più tradizionale…
credo sia questo il motivo ma certo non posso affermarlo con esattezza,
comunque ci sono tante brave cantanti a Music City perciò sono sicura che
non dovremo attendere molto prima di vedere qualche volto femminile nelle
zone alte delle classifiche.’’
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Le
chiedono cosa ha provato la prima volta che ha sentito una sua canzone
alla radio e le si illumina il viso…
‘’mi ricordo che ero in
New Messico a girare il video della canzone ed una radio la trasmise,
iniziai a correre e a saltare sul letto, toccai quasi il soffitto con la
testa ed ancora oggi è una grande emozione quando sento suonare le mie
canzoni alla radio.’’
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In
una conferenza svoltasi due giorni dopo la morte del grande Johnny Chash
non si poteva poi non chiedere alla cantante
canadese riguardo alla scomparsa di un personaggio di tale
importanza. ‘’certo è una grave
perdita non solo per l’industria musicale ma per tutti noi. Siamo
cresciuti ascoltando le sue canzoni e prima di noi i nostri genitori e i
nostri nonni, è qualcosa che fa parte di noi, della nostra cultura.
Ricordo per esempio che mia nonna aveva una cotta per lui, insomma è una
perdita così grande per tutti di fronte alla quale non possiamo rimanerne
indifferenti. Lo incontrai un giorno quando lavoravo ancora in un negozio
di stivali e abbigliamento western a Nashville nel ’91 e lui entrò per
comprare un paio di stivali, posso dire che ricordo poche persone in grado
di trasmettere una tale energia e di un tale carisma.’’
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Le
chiedono poi se per lei si considera una cantante canadese che suona negli
stati uniti o una cantante americana in Canada e se per lei un
riconoscimento della country music association del suo Canada
ha più valore di quello
Della Country Music association americana. Lei capisce che la domanda è
un po’ pericolosa ed anche se la risposta dovrebbe essere scontata
risponde diplomaticamente: ‘’Stati
Uniti e Canada sono, musicalmente parlando, due mondi e due realtà
differenti, io amo cantare nel mio paese, sono orgogliosa di essere
canadese ma è vero anche che negli USA ci sono più opportunità ed in
Canada la musica è un fenomeno più locale, è molto difficile uscire dai
propri confini, ma così non è negli States. Certo che là la musica
country non è solo un affare di Nashville.’’
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Così
termina la conferenza con Terri Clark, un artista che dimostra subito di
non essere affatto una giovane impacciata,
ma
un artista ormai matura e di mondo, una
persona estroversa, sempre con la risposta pronta, attenta a cosa dire e a
cosa non dire e completamente a suo agio di fronte alla stampa.
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Dopo
una breve pausa ecco entrare il trio del Rockin’ Roadhouse Tour: Mark
Chesnutt, Joe Diffie e Tracy Lawrence. Entrano in fila indiana e sono
accolti da uno scrosciante applauso, si siedono ed anno tutta l’aria di
essere i tre amiconi buontemponi della situazione. Joe si siede nel
centro, Tracy Lawrence a sinistra e Mark Chesnutt a destra. Allora subito viene chiesto a Joe se si tratta di una disposizione casuale
o se si è seduto nel mezzo perché è lui il capo; risponde: ‘’si certo sono io il capo’’, gli altri due confermano: ‘’
si è lui il capo, ma solo per oggi…’’ e Mark Chesnutt aggiunge ‘’allora
così non va bene, sono io che dovrei stare a destra… scusate un
attimo’’ e così si
cambia di posto con Tracy Lawrence assumendo la formazione che verrà poi
mantenuta sul palco. Tutti guardano attenti e divertiti da questo
simpatico siparietto iniziale e si capisce fin da subito che l’atmosfera
è diversa e che questa seconda parte della conferenza avrà un tratto
meno formale della prima. Certo
che i tre non sono più dei ragazzini, Tracy Lawrence soprattutto,
decisamente ingrassato, è quasi irriconoscibile, non ha più i lunghi
capelli di un tempo ma solo una ‘zazzera’ che gli esce da sotto il
berretto da baseball ben calcato in testa. Inoltre ha proprio un’aria
stanca, con i segni della nottata ancora in viso, ma risponderà
pienamente a tutte le domande che gli verranno poste e più tardi sul
palco darà proprio tutta un’altra impressione.
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Dei
tre il più simpatico è sicuramente Mark Chesnutt, le sue battute faranno
ridere spesso e fragorosamente il folto gruppo di giornalisti che lo
ricambieranno applaudendo con decisione ai suoi scherzi. Probabilmente è
anche il più a suo agio dato che è già stato alla Country Night quattro
anni fa è conosce già meglio ambiente ed organizzatori. Joe Diffie è
anche lui abbastanza loquace, non risponde alle domande attenendosi solo a
quanto chiesto ma va anche oltre, raccontando fatti e facendo
considerazioni personali, facendo anche qualche battuta e trasmettendo a
tutti la sua nota umanità.
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Chiedono
a Joe e a Tracy quali sono le prime impressioni su Gstaad e loro
rispondono che sono rimasti impressionati dal bellissimo panorama, la
gente è molto gentile ed hanno avuto modo di apprezzare l’ottimo
formaggio e la birra. Già la birra, questo finirà per essere uno dei
principali argomenti di discussione della conferenza, la nomineranno in
continuazione ed anche sul palco poi non mancheranno le citazioni a quello
che sembra essere il nettare di cui i tre si nutrono. Addirittura in
conferenza stampa affermeranno: ‘’in verità a noi piace avere sempre della buona birra a portata di
mano, la teniamo sempre vicino al palco in modo che quando ne vogliamo un
po’ non dobbiamo andare fino all’autobus o chiedere al personale di
back up. Così fa anche Merle Haggard, c’è birra a tonnellate ai suoi
concerti’’ . All’inizio credevo si trattasse di uno scherzo,
eppure hanno la faccia seria e Joe aggiungerà che per lui fare la birra
ed il vino a casa è uno dei suoi hobby preferiti. A quel punto lo stupore
sarà sulle facce di tutti, ma poi ci si ricorda che si è ad un concerto
di musica country e non al teatro dell’opera perciò … viva la birra!
La discussione prosegue ancora in maniera informale e si parla
ancora di tutto tranne che di musica country, a Mark viene chiesto della
sua passione per la pesca e lui fa ancora ridere tutti quando la spara
grossa dicendo che il più grande pesce che abbia mai preso era lungo
sette piedi, perciò più o meno come Joe Diffie…
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Finalmente
si inizia a trattare dell’argomento per il quale ci si è riuniti e una
delle prime domande è perché hanno pensato di unirsi e fare un tour
insieme; risponde Mark Chesnutt: ‘’ci
conosciamo da tredici anni, siamo sempre stati amici ed abbiamo anche
collaborato insieme durante questi anni e questa è proprio una bella
cosa, non ci sono molte collaborazioni come questa. Abbiamo iniziato
questo tour l’anno scorso ed è andato così bene che abbiamo voluto
prolungarlo per quest’anno e forse anche l’anno prossimo…’’
Il Rockin’ Roadhouse Tour infatti ha proprio fatto bene durante questo
periodo arrivando ad oggi a vendere circa 750.000 biglietti, il che non è
affatto male. Poi Mark prosegue con il suo marcato accento texano: ‘’certo che all’inizio era proprio una cosa nuova per noi e ci
domandavamo che cosa mai faremo? Tracy se la faceva sotto… e ognuno di
noi ha così tanti album che abbiamo dovuto calcolare e scegliere quante e
quali canzoni poter cantare e questo era il problema più grande, specie
per Tracy Lawrence, si perché sul palco non si regola mai e vuole cantare
sempre più di noi…’’ tutti ridono e Mark aggiunge compiaciuto: ‘’questo è il bello del tour, noi andiamo proprio d’accordo e
cerchiamo di divertirci sempre’’. La domanda seguente è perché
tutti, ad eccezione di Tracy Lawrence, nello spettacolo del venerdì sera
non hanno eseguito gli ultimi singoli dei loro rispettivi album. Risponde
ancora Mark e non perde l’occasione per prendere ancora in giro Tracy: ‘’volevamo
farlo anche noi ma lui si prende tutto il tempo sul palco…’’
ancora risate. Chiedono poi
se vedremo un album dal vivo di questo tour e dicono che era quello che
volevano fare ma le loro rispettive Label non si sono messe ancora
d’accordo perciò non si sa…
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Si
parla poi di Johnny Cash, Mark a proposito dice: ‘’è sempre stato un eroe, una persona dalle diverse sfaccettature,
aveva un carattere eccezionale ma allo stesso tempo era anche un outlaw e
famose sono le sue sfuriate quando si arrabbiava spaccando tutto…
comunque aveva una grande voce ed un talento innato per la musica. Io
personalmente l’ho sempre ammirato.’’ Joe dice: ‘’io
l’ho incontrato un paio di volte ed ho anche avuto la fortuna di
lavorare con lui ad un film per la TV e posso dire che era una persona
eccezionale, sia lui che sua moglie June. Ricordo che alle prove cercava
sempre di aiutare gli altri ed aveva proprio una personalità umile,
sapeva divertirsi ed essere serio allo stesso tempo.’’ Anche Tracy
lawrence ha parole d’ammirazione per l’indimenticabile eroe scomparso,
poi ancora a lui chiedono dell’attuale andamento della musica country in
America: ‘’siamo contenti che
ultimamente si sia tornati a un country più tradizionale, ma questa è
proprio una caratteristica di questo genere musicale, nella musica country
ci sono influenze pop, Rock, R&B, gospel, bluegrass … e a volte
qualcuna di queste prende il sopravvento, ma ultimamente si è tornati ad
un sound più tradizionale.’’ E Mark aggiunge: ‘’una
delle cose più brutte è sentirsi dire che la tua canzone è troppo
country per la radio, ma devo dire che fortunatamente non si sono fatti
molti discorsi del genere a Nashville ultimamente.’’ Poi
chiedono a Joe di raccontare le sue prime esperienze a Nashville: ‘’all’inizio è stata dura… io scrivevo canzoni per altri
artisti… la prima volta che ho sentito una mia canzone alla radio stavo
guidando e ho quasi fermato la macchina tanta era l’emozione. E poi io
venivo da una famiglia non certo agiata della mid class americana di una
cittadina del’ Oklahoma, perciò quello che feci fu correre a
controllare il mio conto corrente… non potevo crederci … tutti quei
soldi. Certo la cosa mi ha motivato a scrivere ancora… nessuno nella mia
famiglia aveva mai guadagnato così tanto.’’ ‘’ e cosa hai
fatto con tutti quei soldi?’’ chiedono ‘’li
misi in banca…’’ - ‘’Svizzera??’’- ‘’oh
certo si capisce…’’ ancora risate.
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La
conferenza prosegue con tante domande sempre con lo stesso tono semiserio,
capisco allora che si sta facendo tardi così alzo la mano per chiedere la
parola e chiedo a Joe, tanto per rimanere in ambito scherzoso, come faccia
lui che è l’unico ad essere del Oklahoma ad avere a che fare con due
ragazzacci del Texas con un così marcato accento texano, lui ridacchia e
dice: ‘’è… è proprio
orribile !’’ poi aspetta che tutti si ricompongano e finiscano di
ridere ed aggiunge: ‘’probabilmente
io ho meno accento di loro due, ho vissuto per un certo periodo nel in
Wisconsin, nord degli States e allora ho perso un po’ il mio accento
strascicato del sud, comunque è proprio una gran cosa lavorare con questi
due ragazzi, sono due grandi professionisti e siamo ottimi amici.’’
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L’ultima
domanda che viene posta ai tre cantanti riguarda i progetti futuri; Tracy
lawrence annuncia che a novembre uscirà il suo nuovo singolo al quale
seguirà il nuovo album, Joe Diffie dice anche lui che sta lavorando ad un
nuovo album che si chiamerà Home
Run, ma vuole farlo con calma dato che ha appena cambiato etichetta e
vuole pertanto fare le cose per bene e naturalmente nel frattempo
continuerà a scrivere canzoni. Anche Mark Chesnutt risponde che stanno
lavorando per il suo prossimo album e hanno già trovato parecchie canzoni
da portare in studio dalle quali sceglieranno quelle più adatte, ma
puntualizza, ‘’a dire il vero
quello che vorrei fare adesso è prendermi una pausa, l’album non
dovrebbe uscire prima del prossimo anno.’’
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Il concerto
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E
così alle sei di sera di una magnifica giornata assolata ha inizio il
concerto del sabato. Anche se le ore di sole sono ormai poche è quasi un
peccato che si svolga al coperto dato che non fa freddo, la giornata è
proprio magnifica e la vista mozzafiato.
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A
Terri Clark spetta il compito di aprire questo concerto come da programma;
certo che si tratta di una open act di tutto rispetto! |
Arriva
con la sua solita grinta e attacca subito con il suo ultimo hit i
just wanna be mad. L’acustica è ottima, la coreografia sul palco,
dove sullo sfondo il bel simbolo della Country Night domina la vista pure
e il pubblico, che poi si rivelerà però non troppo caldo.. è comunque
vario, ci sono giovani come anche tante persone di età più matura.
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La
musica non è troppo forte, proprio giusta. Malgrado ciò però noto una
signora nella fila davanti alla mia che si copre le orecchie con le mani,
certo non credo proprio possa essere perché la musica di Terri Clark non
gli piaccia, più probabile che si dotata di un udito finissimo da far
invidia ad una gazzella della savana… Certo che il pensiero e la vista
di qualcuno che non possa
godersi lo spettacolo di una delle rare presenze in Europa di così grandi
cantanti country americani, o che debba farlo tenendo le mani sulle
orecchie per tutto il tempo proprio non riesco a sopportarlo. Allora mi
alzo e gentilmente le porgo i tappi per le orecchie che avevo preso
all’ingresso. Lei mi guarda stupita poi sguaina un sorriso a 36 denti e
mi ringrazia, io saluto e mi rimetto seduto proprio in tempo per la
prossima canzone.
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Terri
sul palco si sente completamente a suo agio, suona la chitarra con un
movimento fluido del polso che sembra essere nata dando già pennate alla
chitarra è la sua musica è composta, come del resto ci si aspettava, da
una buona dose di grintoso country rock: I’m
An Emotional Girl, When Boy Meets Girl, Everytime I Fall, I Wanna Do It
All e da più lente ballate: Now
that I Found You A
Little More Gasoline, If I were You, dolcissima quest’ultima ed
eseguita con sentimento.
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Dopo
questi brani la band si prende una pausa e lei rimane sola con la sua
chitarra acustica ed arpeggiandola inizia a scherzare e a parlare
con il pubblico. Poi racconta di se, degli anni della sua gavetta a
Nashville e dice ‘’cantavo
canzoni come queste in quel bar di Nashville per pochi dollari di
mancia.’’ Ed inizia a
cantare qualche classico come Coal
Miner’s Daughtar, Mama’s Crazy Over me, Bartender’s Blues ed
altri invece scritti da lei stessa in quel periodo.
Canzoni che parlano di lei, di quel periodo un po’ solitario della
sua vita quando passava la maggior parte del tempo a casa ad ascoltare
musica country e a suonare la chitarra, sola mentre i suoi amici uscivano
a divertirsi e il country non era di moda… Ed ancora una volta è sola,
seduta su di uno sgabello con la sua chitarra, ma questa volta è su un
palco ed è ormai una star affermata ed ha un pubblico davanti che la
bacerebbe con gli occhi tanta è l’emozione che riesce a suscitare.
Arpeggia la chitarra e canta con un visibile coinvolgimento e con una voce
che sembra davvero prendere forma dai suoi vecchi ricordi. Il pubblico
segue con attenzione ed in silenzio assoluto, davvero preso da quello che
sarà uno dei momenti più intensi di tutto il concerto e sull’ultima
nota l’applauso dilaga mentre lei sorride dicendo: ‘’Grazie
per la mancia…’’
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Iniziano
poi le sue imitazioni di cantanti del passato tra cui George Jones e Merle
Haggard, e lei stessa non riesce a trattenersi dal ridere mentre sotto a
quel suo cappellaccio bianco la bocca si muove sgraziatamente per meglio
imitare quei ‘vecchioni’ del country e alla fine dice ‘’scusate se ho spaventato i bambini…’’
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Ricompare
la band e lei presenta uno ad uno tutti i suoi componenti e riparte a
tutta birra con brani del suo repertorio
country rock fino alla fine tra cui Pain
To Kill, che sarà il suo prossimo hit, Better
Things To Do, You’re Easy On The Eyes che fu il suo primo hit ad arrivare a
classificarsi al primo posto delle charts americane.
In
fine c’è tempo per un bis prima di ricevere l’ultimo e meritato
applauso di chiusura.
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Terri
Clark ha offerto un’ottima performance mostrandosi un’artista matura
anche dal vivo e dimostrando che alla sua musica sempre potente e
movimentata corrisponde una personalità estroversa dotata di quella
grinta necessaria sia per tenere un palco e soddisfare il pubblico, sia
per cercare di scalare le classifiche ed imporsi in un mercato e in un
mondo dove tenacia, sicurezza di sé e determinazione sono quanto di più
indispensabile per rimanere a galla… e di certo lei ne ha da vendere.
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Arrivano
poi i tre volponi del Rockin’ Roadhouse e partono subito con il brano
ufficiale del tour; Rockin’ The
Roadhouse Down. I tre non canteranno insieme per tutto il
concerto, eccetto per una parentesi dedicata a cover di altri artisti, ma
si alterneranno di volta in volta fino a ritornare insieme in chiusura
per un gran finale.
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Si
separano momentaneamente quindi ed inizia Tracy Lawrence che si rivelerà
vocalmente il più in forma dei tre; voce perfetta, praticamente uguale ai
suoi album ed anche molto ispirato. Il suo repertorio è davvero di tutto
rispetto, prevalgono brani medi o lenti tutti caratterizzati dal fiddling
e dalla steel guitar sempre in evidenza. Inizia con Better
Man Better Off, poi Is That A
Tear in Her Voice, I See It Now, Time Marches On, l’allegro honky
tonk Running Behind che grazie alla Rockin’ Roadhouse Band si
rivela molto più coinvolgente dal vivo e il suo prossimo hit, una sorta
di country – southern rock, del quale non dice il nome ma come detto
alla conferenza stampa farà parte del nuovo album in progetto.
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Dopo
questa canzone lascia il palco a Joe Diffie che francamente non riuscirà
ad eguagliare Tracy in fatto di performance vocale ma farà comunque la
sua parte grazie alla sua simpatia e ad un buon repertorio composto
principalmente da honky tonk e country en’ roll. Parte subito forte con Third Rock From The Sun, poi, dopo una breve pausa per i consueti
ringraziamenti per l’opportunità di suonare in Svizzera, per
l’ospitalità e chiaramente per l’ottima birra…(!!) è la volta di If The Davil Danced In Empty Pockets, Help Me Girl, molto intensa e Pick
Up Man con la quale chiude la sua prima apparizione in questo
spettacolo.
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Arriva
così il momento di Mark Chesnutt che ci da subito dentro con brani del
suo fumante repertorio Texas honky tonk del tipo A Little Too Late, Bubba Shot the Juke Box Last Night. Poi rallenta
per eseguire la canzone che è stata il singolo con il quale si è
affacciato per la prima volta al grande mercato; Too
Cold At Home che è proprio un piacere riascoltare dopo 13 anni dalla
sua uscita; Mark poi visibilmente impegnato, ce ne regala un’esecuzione
da repertorio. Dopo di che ecco l’immancabile omaggio a Johnny Cash,
dice: ‘’E adesso qualche minuto
per ricordare un eroe che ci ha lasciati. Era una star del country come
del rock, un’outlaw come una cantante gospel, è sia nella all of fame
country che in quella Rock ‘en Roll.’’ E parte con Folson
Prison Blues, poi un medley di I’ll
Walk The Line e Jackson.
Infine chiude omaggiando il grande Man In Black con una bellissima
versione di The
Ring Of Fire, eseguita con un po’ più di personalità rispetto alle
altre. ‘’God bless Johnny Cash’’ urla e riattacca con l’honky
tonk di Old Flames Have No Names fino
a chiudere la prima parte del loro spettacolo tra gli applausi scroscianti
del pubblico.
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Dopo
una pausa di circa mezzora si riparte, ma prima che tornino di scena i
cantanti ecco Marcel Bach che
sale sul palco per i consueti ringraziamenti agli sponsor e a tutto lo
staff che ha partecipato alla realizzazione di questo importante evento.
Invita poi tutti ad un minuto di raccoglimento in onore di Johnny Cash
mentre ancora una volta la bellissima The
Ring Of Fire è di sottofondo.
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Come
nella parte iniziale il primo a tornare in scena è Tracy Lawrence, questa
volta però parte riproponendo la formazione acustica adottata per lo
speciale televisivo di qualche anno fa ‘’The Round’’ dal quale
sono stati tratti poi alcuni suoi video. La sua chitarra assieme ad altre
tre, un mandolino e il fiddle per altre splendide canzoni del suo
repertorio che grazie all’abilità della Rockin’ Roadhouse band
ci donano una magica atmosfera acustica. I
Threw The Rest Away, poi
l’omaggio a Merle Haggard con Mama
Tried. Seguono altri due suoi magnifici medi tempi; Lessons
learned, con i contrappunti del dolcissimo fiddle e delle chitarre che
si fondono alla magica voce di Tracy e If
The World Had A Front Porch con il suo importante significato di pace,
che ci riporta alla memoria le bellissime immagini del rispettivo video.
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Poi
la band ricompare al completo e Tracy Incita: ‘’e adesso un po’ di honky tonk per tutti le cowgirls e i cowboys
svizzeri !!’’ e riparte scaldando così il pubblico per l’arrivo
di Joe Diffie. I due duettano sul brano Texas
size heartache di Joe, poi Tracy lascia il collega da solo che
prosegue con Ships Who Don’t Come
In. Segue l’oscura ed acustica The
Man Of Costant Sorrow con un esecuzione mozzafiato insieme a due
chitarristi della band che suonano e fanno coro a cappella con Joe
cantando attorno ad un solo microfono; sarà uno dei gioielli di questo
concerto.
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Dopo
di che continua con il brano classico He
Started Loving Her Today ed un’altra voce si aggiunge alla sua,
proprio una voce familiare, ci si guarda attoniti… che sia arrivato
Jeorge Jones? Ma che … è Mark Chesnutt ed è proprio impressionante
quanto la sua voce somigli a quella del vecchio maestro che fu uno dei
primi a predire il successo di Mark durante i suoi esordi. I due intonano A
Country Boy Can’t Survive e dopo un attimo riappare Tracy Lawrence.
Ed ecco i tre buontemponi riuniti ancora una volta, ridono e scherzano per
tutto il tempo, parlano ancora di birra e risate a più non posso quando
Joe fa eseguire a Mark un yodeling … Questa sarà una della parti più
belle del concerto, (tra uno scherzo e l’atro) i tre Iniziano a duettare
su brani classici: The Davil Went
Down To Georgia di Charlie Daniel
Whisky River per la quale Joe Diffie stupisce il pubblico
dimostrandosi ottimo imitatore di Willie Nelson, Good
Hearted Woman, con Joe sempre a fare la voce di Willie, ed ancora Working
Man Blues di Merle Haggard e il primo singolo della carriera di George
Strait Unwound. Keith Whitley è
l’ultimo ad essere omaggiato prima
che i tre ritornino ai loro repertori ed è il momento di Prop
Me Up Beside The Jukebox (If I Die) e la bellissima e trascinante John Deer Green di Joe Diffie, entrambe molto coinvolgenti dal vivo
ed eseguite splendidamente.
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A
questo punto Mark rimane da solo e proseguirà per un po’ con il suo
repertorio senza l’ausilio degli altri due. Parte con uno dei suoi medi
tempi più belli I Just Wanted You
To Know, poi accelera il ritmo con Going
Through The Big D ed inizia a regalare al pubblico, che per la verità
era rimasto piuttosto composto fin ad all’ora, un momento di grande
spettacolo, invita tutti ad alzarsi e l’atmosfera comincia davvero a
cambiare con la folla urlante ed incitata da colui che avendo già
partecipato alla Country Night qualche anno fa sa come smuovere il freddo
pubblico svizzero. A proposito di Texas, dice: ‘’Abbiamo
qualcosa in Texas, mi piacerebbe portarvi là,
che si chiama Texas blues ed più o meno così…’’ e via
con un trascinante country-rock-blues che manda in visibilio la folla.
Dopo It Sure Is Monday Chiude la
sua parentesi all’insegna del country rock scaldando il pubblico come
non mai prima, così saluta come se tutto fosse finito e se ne va. Ma non
può finire qui, dove sono gli altri? Ed eccoli che tornano sul palco Joe
e Tracy mentre intonano il bel valzer di Alibis.
Mark li raggiunge dopo poco, (si sarà fatto una birra nel
frattempo…?). Questa volta lo spettacolo è vedere i tre amici seduti su
degli sgabelli che cantano divertiti, lanciandosi occhiate di assenso e
dandosi pacche sulle spalle mentre cantano alcune delle loro canzoni di
maggiore successo. Inizia così un grande medley dei loro più grandi
successi che si conclude con Almost
Goodbye di Mark ed il bis della canzone ufficiale del tour Rockin’
The Roadhouse Down.
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Anche
quest’anno quindi le cose sono state fatte per bene a Gstaad e la
piccola cittadina svizzera si è confermata essere il più grande evento
legato alla musica country di tutta Europa. Il line up davvero invidiabile
ha offerto un grande spettacolo. Terri Clark ha dimostrato essere un
artista di talento anche dal vivo e di possedere realmente sul palco
quella grinta che la caratterizzano da sempre nei suoi album e non ci sono
davvero parole per descrivere i tre del Rockin Roadhouse tour che riuniti
così insieme danno proprio l’impressione di essere tre grandi artisti,
tre grandi professionisti, offerti ad un prezzo speciale. Bravo Marchel
Bach, proprio un bel colpo!
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Emanuele
Tilli
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