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Stamattina la sveglia avviene regolarmente alle sette, senza nessun "anticipo" come ieri. Dopo la colazione si impacchettano i bagagli e partono tutti per andare a vedere la diga di Iguaçu, una delle sette meraviglie del mondo moderno. Io, Marta e Fabrizio rimaniamo nel centro per i bambini gestito dalla comunità che ci ha ospitato. Molto simile al concetto di sejota, ma sicuramente con qualche fondo in più: le strutture sono distinte, gli arredi raffinati e anche i bambini sembrano un po' più svegli dei soliti di São Paolo. Ci sono due classi, i piccoli dove va Marta e i grandi dove stiamo io e Fabrizio. La nostra maestra è decisamente un elemento che sa attirare l'attenzione, non solo di noi grandicelli, ma anche dei bambini che rimangono ipnotizzati. Quanche danzina, il bingo con le figure geometriche e la storia di Biancaneve e i sette nani filano via senza nessun tentativo di insurrezione.
Anche il pranzo è molto ordinato e composto. Si vede che qui in campagna i bambini sono più facili da "plasmare" che in città. È anche vero che erano una quindicina per classe e non trenta come il resto della settimana, ma erano comunque molto ubbidienti. Mangiamo con loro, riso e fagioli (ma và?), polenza con spezzatino di pollo (giuro!) e insalta. Anche in cucina ci si distingue. Partiamo quindi per la stazione della rodoviaria dove incontriamo gli altri di ritorno dalla diga. Una visita molto interessante, da quanto dicono, alla prima diga al mondo per potenza erogata (12 milioni di kilowatt) che fornisce il 25% di tutta l'energia elettrica necessaria al Brasile (il 95% della produzione) e l'85% di quella del Paraguay (5% della produzione). La portata di acqua è di 30 volte quella media delle cascate. Pregevole!
L'omnibus del ritorno sembra messo un po' meglio di quello di andata. Sedili un po' più comodi e televisione. In compenso Monica ha ancora il posto occupato da un altro signore con lo stesso numero di poltrona e quando arriva l'assegnatario del posto dal lei occupato si scopre che anche altri sono nella stessa situazione. Contemporaneamente Cristina si accorge di aver perso il biglietto mentre il controllore li sta ricontrollando (è il suo mestiere) tutti. Il tutto si risolve in tranquillità dopo mezz'ora di trambusto. Il viaggio prosegue quindi tranquillo con la proiezione di "Street Fighter" che ci stende definitivamente.

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