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Quest'ultima giornata completa si sta rivelando come una delle più pesanti. Sveglia alle sette meno dieci e la città è immersa nella nebbia. Il freddo penetra nelle ossa e ci rimane parecchio. Non vado a Santo Amaro perchè il ginocchio mi fa un po' male e di camminare tutta la mattina non me la sento. In sejota vado nella classe dei grandi, che in genere fanno cose più organizzate e tranquille, almeno non mi saltano addosso quando si esce a giocare. Ma l'attività del mattino è: giocare a pallone nel campetto vicino. Fortunatamente i grandi giocano più organizzati e solo otto per volta, cambiando squadra ogni volta che una vince segnando tre gol. Chiaramente c'è chi gioca sulla terra battuta con i piedi nudi, e le ciabatte infradito vengono usate sulle mani come guanti da portiere. Mentre si gioca si aprono le nuvole e viene fuori un sole magnifico.
Dopo un abbondante pranzo rigenerante a base di riso e fagioli (ma và?) parto con Monica alla volta di Santo Amaro per salutare le educatrici e fare un po' di spesucce futili. Da lì ci muoviamo verso Santa Cecilia per andare alla festa di compleanno nella casa di accoglienza per i bambini di strada. Nelle quattro ore di festa abbiamo il tempo di parlare un po' con gli educatori della casa, di mangiare la torta (sponsorizzata da un supermercato) e naturalmente di ballare scatenati la samba.
Tra i bambini di strada che sono arrivati oggi ci sono due ragazzine che si muovono in una maniera che è difficile descrivere a chi non l'ha mai vista. Quindi non ci provo perchè è tardi e sono stanco. Ce n'è anche una di due anni, piccola piccola, ricciola e diffile al sorriso. Ma le mie smorfie hanno ragione anche di lei e un paio di volte riesco a farla ridere. Ad un certo momento gli educatori ci chiedono di oliare i ragazzi e scompaiono, lasciandoci soli con loro. Fortunatamente non ci sono grandi iniziative di subbuglio e tutto fila liscio. Oliare vuol dire guardare, per chi di voi ha il portoghese un po' arrugginito.
La sera torniamo a casa e dopo cena ci mettiamo a fare braccialetti per tutti i bambini (un centinaio) della sejota di Marta e Tanja. Come se non ci fosse null'altro da fare... cosiì mi tocca scrivere il diario a ore impensabili di notte, sapendo che domani si va in gita con la sejota e dobbiamo essere puntuali alle otto e non ritardare della solita mezz'ora. Ma tanto è l'ultimo giorno e si puo' fare...

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