La qualità della vita a Carpiano, Domenico Dosa e Maria Minervini, 1999

CAP. 1 Il dinamismo della comunità locale

Non è un luogo comune affermare che oggi è sempre più difficile leggere la realtà sociale di una comunità locale, anche quando si tratta di centri di piccole dimensioni come Carpiano. La società nel suo complesso è continuamente attraversata da nuovi processi, nuovi fenomeni, nuove domande, e ciò rende oggettivamente difficile ricondurre tutte le variabili in gioco in un quadro unitario in grado di fornire una visione di insieme della realtà che si vuole rappresentare.

La società è sempre più complessa, aumentano le variabili da controllare e la velocità con cui si modificano. Per poter capire quindi la realtà sociale non sono più sufficienti letture semplici, apparentemente efficaci nella loro immediatezza comunicativa, ma riduttive e povere di informazioni nel descrivere e spiegare la complessità.

Come leggere, ad esempio, la dimensione locale, del piccolo paese, caratterizzato tradizionalmente da relazioni informali intense, da aspettative di consumo povere, da un certo isolamento culturale, ecc., in un mondo sempre più globalizzato dove le distanze si sono ridotte e in qualche caso azzerate ?

Se per esempio si considera Carpiano, risulta che più del 30% dei residenti ha fatto viaggi all’estero nell’ultimo anno, mentre il 60% dispone del telefono cellulare.

Ci si domanda allora se ha senso affidarsi alle categorie interpretative tradizionali o se invece non occorra rileggere la relazionalità che si dispiega in un piccolo centro urbano alla luce delle potenzialità comunicative che le nuove tecnologie mettono a disposizione in modo diffuso e non più elitario?

L’obiettivo di questa indagine è proprio questo, non fermarsi ad una lettura superficiale ed immediata, ma leggere la complessità che si nasconde dietro l’articolazione della domanda sociale espressa dai cittadini di Carpiano. Una domanda sociale che è attraversata dai grandi processi culturali e sociali che coinvolgo la società italiana, ma che mostra anche proprie specificità, dettate dal contesto locale ed ambientale in cui trovano espressione.

La domanda sociale di Carpiano che possiamo identificare con l’insieme di bisogni, di aspettative, di tensioni espresse dai suoi cittadini, è il prodotto di diversi fattori ambientali che ne connotano l’articolazione, l’intensità e la qualità.

Semplificando, possiamo individuare in almeno tre fattori strutturali le variabili più significative dal punto di vista sociologico in grado di spiegare gran parte di ciò che muove i bisogni ed i comportamenti sociali più diffusi nella popolazione locale:

Incominciamo con il considerare il primo fattore strutturale, e cioè la collocazione territoriale di Carpiano nell’orbita della sfera metropolitana di Milano.

Il fenomeno del decentramento insediativo dai grandi centri urbani è ormai un fenomeno molto conosciuto e studiato. In Italia, a differenza degli altri paesi europei, ha sempre avuto espressioni più attenuate visto il fitto reticolo di piccoli e medi comuni che caratterizza tradizionalmente il nostro tessuto urbano. Anche in Italia comunque il processo è andato nella stessa direzione di un cambiamento significativo della morfologia urbana contemporanea che ha visto crescere il peso di quell’area indistinta e diffusa rappresentata dall’hinterland.

L’hinterland può essere considerato il luogo dove le potenzialità della grande città si scarica (Martinotti). È il luogo dove si realizza la nuova ridistribuzione sul territorio delle attività produttive, commerciali e di servizio. È soprattutto il luogo dove si è consumata la nuova localizzazione degli insediamenti abitativi. Ciò ha portato a considerare le nuove aggregazioni insediative più dei "campi-base" da cui partire e fare ritorno negli spostamenti nel territorio metropolitano che vere e proprie comunità locali in grado di esprime una propria identità.

Dove però c’è stata sedimentazione e consolidamento urbano, anche recente, sta sorgendo una nuova domanda di identità territoriale. E’ questo il caso di Carpiano diviso tra tensioni metropolitane e dimensione locale.

Le tensioni percorrono il territorio metropolitano nelle due direzioni: dalla metropoli al comune, dal comune all’area metropolitana.

Da un lato, infatti queste tensioni sono il prodotto di quello scaricamento della grande città che ha espulso in questi ultimi anni risorse e potenzialità, prima concentrate al suo interno, e dall’altro esprimono quell’attrazione verso il centro metropolitano ed i suoi "satelliti" periferici minori (San Donato, San Giuliano, Rozzano, ecc.), indotta dalla collocazione territoriale dei servizi e delle attività produttive.

Uno dei fattori che hanno spinto a ricollocarsi e a scegliere di vivere a Carpiano molti degli attuali residenti, è stato proprio il fattore "abitazione". In gran parte il processo di insediamento abitativo a Carpiano è figlio di quel disagio registrato nella metropoli milanese e nel suo immediato hinterland.

Dall’indagine risulta che il 43% circa degli intervistati aveva la sua precedente residenza a Milano o nei comuni della prima cintura metropolitana collocati nella zona sud (San Donato, San Giuliano, Pieve Emanuele, Rozzano ed Opera) e un altro 10% circa abitava nei comuni limitrofi di Melegnano e di Locate Triulzi. Quindi, un carpianese su due si è ricollocato sul territorio metropolitano secondo una logica che gli esperti chiamano di "metropolizzazione selettiva".

La provenienza dal centro dell’area metropolitana fa sì che i legami di tipo strettamente amicale e parentale inducano i residenti a ripercorrere il territorio metropolitano in senso centripeto, dalla periferia al centro.

Ma sono soprattutto le attività di lavoro, di studio e di tempo libero quelle che orientano maggiormente verso il centro dell’area metropolitana: il 56% circa degli intervistati che studiano e lavorano sono diretti verso Milano (30,1%) o nei comuni della prima cintura (San Donato, San Giuliano, Pieve Emanuele, Rozzano, Assago, ecc.) mentre il 33% dell’intero campione dichiara di fare abitualmente lo stesso percorso per le attività di svago e di tempo libero.

Questa connotazione morfologica di tipo "satellitare", che genera continuamente tensioni "centro-periferia", imprime la sua impronta su tutte le espressioni della domanda sociale di Carpiano.

Il secondo fattore strutturale che aiuta a spiegare la domanda sociale di Carpiano è rappresento da una socialità aperta verso l’esterno. Legate al primo aspetto che connotava Carpiano come "comune satellite" del capuologo milanese, le relazioni sociali dei cittadini carpianesi si caratterizzano soprattutto per questa apertura verso l’esterno.

Gli indicatori di mobilità utilizzati nell’indagine rilevano con assoluta evidenza un sistema di relazioni sociali in gran parte proiettato verso l’esterno. Se ci limitiamo alle relazioni amicali e parentali più strette, dalla ricerca risulta che il 50% circa degli intervistati dichiara che gli amici con cui esce più spesso risiedono fuori Carpiano, mentre il 68% dichiara che per frequentare i parenti più stretti deve recarsi fuori Carpiano.

L’85% di coloro che lavorano o studiano svolgono la loro attività fuori Carpiano, di questi più del 63% raggiunge i luoghi di lavoro o di studio percorrendo una distanza superiore ai 10 Km.

Questa socialità aperta imprime alla comunità locale una forte capacità di assorbimento degli stimoli e delle sollecitazioni che vengono prodotti all’esterno. La domanda sociale di Carpiano è quindi, principalmente, il prodotto di sollecitazioni esterne. Lo studente, ad esempio, che frequenta un liceo di Milano o l’Istituto Professionale di San Donato, condivide esperienze scolastiche e tensioni umane e relazionali prodotte in contesti diversi dal luogo di residenza. Chi lavora a Milano matura le sue esperienze professionali in un contesto fortemente dinamico, ricco di opportunità e di sollecitazioni, ma anche di tensioni e di preoccupazioni che si porta dietro anche quando fa ritorno a casa, in un contesto residenziale molto diverso.

Il terzo fattore strutturale evidenziato è quello di una società locale ricca di risorse individuali che limita al minimo le situazioni di marginalità e di esclusione. Innanzitutto, Carpiano è una società locale ancora giovane in grado di esprimere potenzialità e forte dinamismo: soltanto l’11,5% della popolazione è anziana (65 anni e più), mentre nell’Italia nord-occidentale è pari al 18,2% e in Lombardia al 16,6%.

Inoltre, abbiamo stimato, in base ai dati ricavati dal sondaggio, che la fascia di adulti compresa tra i 16 ed i 45 anni, la fascia socialmente più dinamica, rappresenta più del 45% della popolazione locale. In termini di composizione famigliare, il 21% del campione fa parte della quota di popolazione costituita dalle famiglie giovani senza figli o con figli piccoli. Una percentuale davvero rilevante, che spiega in parte l’origine dell’immigrazione recente a Carpiano.

È una società inoltre che vanta un tenore di vita medio elevato: più dell’84% dei carpianesi dichiara di essere molto o abbastanza soddisfatto (graf.1). Per avere un termine di paragone, si pensi che nel nord d’Italia le persone che dichiarano di avere risorse economiche ottime o adeguate sono molto meno (67,5%).

Graf. 1 Valutazione del tenore di vita

Fonte: indagine D.Dosa, M.Minervini 1998

Ma al di là di una valutazione soggettiva del proprio tenore di vita abbiamo considerato anche altri indicatori oggettivi, tra i quali il titolo di godimento dell’abitazione o il possesso di un computer in casa. Da questi dati risulta che l’89% circa degli intervistati occupa un alloggio di proprietà, mentre il 64% abita in una villetta singola o a schiera (graf.2). In Italia coloro che abitano in una casa di proprietà sono meno del 67%.

Per quanto riguarda la disponibilità del computer, dal sondaggio emerge che a Carpiano il 45,5% delle famiglie ne possiede almeno uno, contro il 25,3% registrato nel nord d’Italia.

Graf.2 Titolo di godimento della propria abitazione

 

 

 

 

 

 

Fonte: indagine D.Dosa, M.Minervini 1998

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