Lo scontro con Cartagine
disegno di Alessandra Renzini
Le Guerre Puniche
Il tentativo dei Romani di conquistare la Sicilia, mise a confronto le più grandi potenze del Mediterraneo, Roma e Cartagine. Cartagine, che considerava la Sicilia una sua colonia, era stata fondata dai Fenici sulla costa dell'Africa del nord, ed era una città ricca e dotata di una grande flotta. Le guerre puniche (così dette perché i Cartaginesi erano chiamati "Puni") furono tre: iniziarono nel 264 e terminarono nel 146 a.C..
Nella prima guerra punica (264-241 a.C.) si scontrarono le flotte romane e cartaginesi prima a Milazzo, poi presso le isole Egadi: furono due vittorie per i Romani, ai quali i Cartaginesi cedettero la Sicilia, che divenne provincia romana e si impegnarono a pagare per dieci anni una forte indennità di guerra.
Tra la prima e la seconda guerra punica, un tribuno, Caio Flaminio, sconfisse i Galli e fece costruire la strada che da Roma porta a Spoleto e quindi a Rimini. Strada che, ancora oggi, è chiamata via Flaminia. Inoltre si fece difensore, in senato, di una proposta di legge che intendeva impedire ai senatori di impegnarsi nei commerci marittimi. Infatti la legge prevedeva che nessun senatore poteva possedere una nave capace di trasportare un carico maggiore di trecento anfore di grano. Questo divieto riguardava anche i figli dei senatori.
Nello stesso periodo si proibì ai senatori di assumere contratti statali.
E' evidente, in queste leggi, la preoccupazione degli antichi Romani di evitare che ci fosse confusione di interessi tra chi si occupava di politica (i senatori) e chi, invece, di affari.
Nella seconda guerra punica (218-202 a.C.) Annibale, generale cartaginese, giunse in Italia passando attraverso la Spagna e la Gallia. Superate le Alpi, percorse la penisola da Nord a Sud, sconfiggendo l'esercito romano in diverse battaglie, l'ultima delle quali a Canne (in Puglia). Mentre Annibale faceva riposare e riorganizzava il suo esercito, i Romani, al comando di Scipione l'Africano, portarono la guerra in Africa costringendo il comandante cartaginese a tornare in patria.
A Zama, vicino Cartagine, i Romani sconfissero definitivamente Annibale nell'anno 202. Annibale tentò di organizzare una rivincita chiedendo aiuto ai sovrani d'Oriente, ma questi lo tradirono e lui, per non essere consegnato ai Romani, si avvelenò (183 a.C.). Si concluse così la vita di uno dei più grandi generali di tutti i tempi.
La terza guerra punica (149-146 a.C.) fu provocata dalla paura che Roma nutriva nei confronti di Cartagine. In Roma si formò un partito, con a capo Catone, che ne voleva la distruzione totale. Infatti Catone, si era a tal punto fissato nell'idea di distruggerla, che, anche quando in Senato si discuteva di tutt'altro, usava concludere ogni suo discorso con queste parole : "Per il resto, ritengo che Cartagine sia da distruggere" ("Delenda est Carthago"). Infatti finché esisteva una grande città come Cartagine, con una popolazione di circa 700.000 abitanti, ricchi e intraprendenti, Roma non poteva aver pace.
Per cui nell'anno 146 il console Scipione Emiliano, nipote adottivo di Scipione l'Africano, conquistò Cartagine e la distrusse, facendo schiavi i suoi abitanti.
Roma diventò padrona del Mediterraneo.
A cura degli alunni della scuola elementare "Gianni Rodari" di via F. Santi I-00155 Roma, coadiuvati dagli insegnanti Maria Grazia Pesce e Piero Cusinato