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A Beautiful Mind

Di Ron Howard

 

John Forbes Nash, matematico, è insignito del Nobel nel 1994.  La sua vita, combattuta tra genialità creativa e schizofrenia, è narrata dal film a partire dal suo ingresso nell’università di Princeton nel 1947, fino alla consegna del Nobel ottenuto per le teorie che, analizzando i principi matematici della competizione, influenzeranno l’economia degli anni ’50.

“A Beautiful Mind” è quello che nelle sceneggiature si chiama “un’idea produttiva”, nel marketing “l’idea vincente”, l’intuizione in campo scientifico, il terno al lotto che cambierà l’esistenza dell’anziano…

John Forbes Nash l’ha cercata strenuamente, non per scelta ma per una necessità: dare forma alla sua ossessione, forma geniale, cosa che a pochi è concessa per natura.

Immaginiamo il magma della sua mente allucinata, distaccata dal reale, che procede per simboli e ragionamenti astratti lasciando progressivamente e poi in via definitiva i sensi, per arrovellarsi su se stessa in percorsi nascosti alla maggior parte di noi. E così ancora procede per associazioni, deduzioni, proiezioni. Poi si ingolfa e partorisce un mostro, un fantasma, un altro sé, un oggetto dello sconforto e della solitudine, un amico che gli colmi il vuoto, un infante negato, un interlocutore finalmente che sul suo piano lo sappia consigliare, che con lui condivida, lo incoraggi, dimostri comprensione e affetto.

John Forbes Nash vede cose che non ci sono, persone che non esistono, come non esistono le sue intuizioni applicate. Forse c’è un unico luogo dove entrambi risiedono: genio e follia, parti di un inconscio che evoca mostri  ed al contempo della mente, che si libera e crea strumenti di comprensione della realtà nascosti alla totalità degli uomini.

La sua autentica vicenda è descritta nel libro di Sylvia Nasar «Il genio dei numeri - Storia di John Nash, matematico e folle», nel quale l’autrice descrive un uomo riservato, arrogante, distaccato ed evidenzia ulteriori particolari che il film tralascia: John Nash era omosessuale, ebbe un figlio del quale non si occupò,  un'amante tenuta segreta; si separò dalla moglie, con la quale ebbe un rapporto difficile ed un figlio con molti disagi.

Howard, che ha diretto con successo film come Cocoon e The Grinch, si è cimentato in un’opera dal soggetto sicuramente interessante, ma realizzata secondo gli standard cinematografici dell’industria americana, che calibra senza genio tempi, misure, fotografia ed effetti sonori, seguendo i canoni della “buona regia” priva di  slanci e di innovazioni.

Il film è un’opera di ottimo artigianato costellata di errori ritmici e impreziosita dall’indiscutibile ed eclettica personalità di Russel Crowe vincitore del premio Oscar come miglior attore ne “il Gladiatore”.

 

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