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La maledizione dello scorpione di giada

 

regia di Woody Allen

con  Woody Allen, Helen Hunt, Dan Aykroyd

Nei panni un detective assicurativo nella New York degli anni ‘40, Woody Allen si scopre un nuovo Humprey Bogart, improbabile seduttore, dimesso filosofo. Indaga sul misterioso artefice di ingegnosi furti di gioielli, senza immaginare di essere stato lui stesso irretito da un ipnotizzatore... Nel far questo ingaggia furiose discussioni con la neo-collega Betty Ann, donna intelligente, vitale, non propriamente femminile, interpretata da una Hunt fondamentalmente sempre uguale a se stessa. Tra false accuse, equivoci, smascheramenti e inevitabili storie d’amore si snoda la vicenda, connubio di umorismo ed intelligenza, richiamo e parodia dei film che hanno segnato il cinema degli anni 40 e 50.

Allen è un abile sceneggiatore, non lesina sui mezzi, non risparmia sul cast. Fa ridere i suoi fans, che ne ricordano gli antichi splendori e ricercano tra le battute nuovo alimento per il prossimo libro di aforismi. Eppure non indovina i ritmi, stiracchia battute antiche, forza chiusure ad effetto. La sensazione finale è un poco di amaro in bocca, un’attesa delusa.

Ogni artista ha intuizioni, poche forse, ma fondamentali. Su questo si costruisce la sua arte.

Dopo anni di occhio disincantato sul mondo, che cosa ha veramente da dirci questo settantenne grande regista?

Lo aspettiamo, lontano dai suoi giochi di maniera, in una produzione matura i cui tratti rivelino l’evoluzione del suo pensiero e del suo stile.

 

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