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A.I. Intelligenza Artificiale

di Steven Spielberg

Il piccolo David è un sofisticato prodotto tecnologico nato dalla mente del Professor Hobby il quale, dopo la perdita del figlio, decide di lavorare al progetto per la costruzione di un robot  che consoli i genitori avviliti per la mancanza di un bambino.

David arriva a casa di Monica e Henry, ma i genitori adottivi non lo accettano. Quando il loro figlio in coma ritorna a casa guarito, la madre, apparentemente con lo scopo di salvarlo, abbandona il robottino  nel bosco.

Attraverso un originale paese dei balocchi, accompagnato  dal suo orsetto Teddy e da Joe, bellissima figura di gigolò, il piccolo David inizia la sua avventura…

 

Quanto dolore dovrà sopportare il robot bambino, il pinocchio del terzo millennio, per poter assurgere da giocattolo ad essere umano… Nato per alleviare la solitudine, per riempire i vuoti, per emulare sentimenti si scopre più umano e più pietoso degli uomini stessi. Che cosa in realtà lo distingue dall’uomo? “Credere in ciò che non si può vedere”, dice Joe il Gigolò. E il bimbo imparerà a sognare, a credere in una fata turchina che lo possa trasformare in un bambino vero, condizione necessaria per poter essere amato. David pregherà la fata finché avrà vita, di una preghiera perenne e fiduciosa e spererà che la statua si muova a pietà. Sognerà un istante eterno tra le braccia della madre, capace di dare un significato alla sua esistenza, di farlo sentire accolto e desiderato.

Dice il dottor Hobby , creatore del piccolo robot: “ Dio ci ha creati perché lo amassimo …” risponde una scienziata dello staff: “ il dubbio non è che la macchina sappia amare l’uomo, ma piuttosto l’uomo amerà la macchina”?

Nel corso della vicenda i robot vengono temuti, “macellati” in un grande mercato  nel quale l’uomo distrugge le sue “creature” per provare a se stesso la propria identità, per confermarsi creatore e proprietario di queste macchine, che come tali non possono essere oggetto di amore e di compassione.

Inquietante è la domanda sottintesa dell’uomo a Dio. “… sono io che per tutta la mia esistenza devo rincorrerti e dimostrarti di essere degno del tuo amore… o sei tu che devi imparare ad amarmi”?

 

 

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