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Cattivi pensieri

 

 

Sapessi raccontare di queste cose con la sagacia che consente all'interlocutore di distanziarsi a sufficienza da se stesso riconoscendosi nelle dinamiche altrui, al punto da leggere con ironia dentro la propria esperienza, fino ad accogliere a piene mani, se pur per un istante solo, l'istanza di chi consigliò agli uomini con lungimiranza politica di non far agli altri ciò che a te stesso non vuoi sia fatto!

Che il dramma si consumi intorno alla tavola…la mistica tavola, dove archetipi bisogni ed esternazioni si convogliano in un'unica significativa rappresentazione teatrale: il dramma della quotidiana lotta per la conquista dell'oggetto primario sia esso affetto o cibo.

Non mi dilungherò sulle manifestazioni dell'anoressia affettiva…il popolo chiede pane maestà, che il panettone possa compensarlo adeguatamente del suo bisogno? E allo stesso modo chiesi attenzione….ma venne elargito un thè adeguatamente zuccherato…rifiutai il thè e rifiutai il bisogno….imparai a non chiedere il primo e a non desiderare il secondo. Vige nelle famiglie una consuetudine atavica che risiede in una zona ben localizzata del gene materno…dona indipendentemente dal bisogno altrui…dona per il tuo bisogno di donare, per soddisfare il tuo senso di colpa…ti chiedono amore ..elargisci supplì. E a Natale il supplì sarà più condito e accattivante e sarà più profondo il tuo sconforto.

E così si fa appello agli avi…alla memoria storica: la ricetta della nonna. Morto l'oggetto del contendere se ne salva l'essenza buona….sei uova sbattute ogni duecento grammi di cioccolato fondente in altrettanto burro, fusi adeguatamente a bagnomaria. Lo spirito della nonna aleggia sulla crema. Ella è presente nella progenie, incarnata in questa ultima cena dove parenti ed ospiti rivivono la sacralità del sacrificio mistico. Il rito antropofago mi consentirà di assimilarne il cuore?

Già…memoria storica ..senso di appartenenza e regola…processo di identificazione…riconoscimento sociale…differenza tra regola e libertà..relativismo dogmatico..esatto il nuovo dogma per cui tutto è relativo..contraddizione in termini evidentemente.

Una necessità: sfuggire alla regola stessa cercandone una piu' adeguata a contenere il proprio bisogno di appartenenza. Ho sempre pensato che le buone regole facessero parte del vivere sociale e servissero non solo per arginare la prevaricazione e difendere i deboli, ma diciamo per ottimizzare le risorse intellettive e non solo, della tribù umana che contribuisce al progresso…nessun progresso storico forse, a cui in fondo un tempo credevo, ma piuttosto un progresso individuale, in cui ciascuno esprime e vive la sua preistoria, l'età del pensiero, il medioevo, l'umanesimo, l'arte di maniera, la resistenza e la propria guerra mondiale, l'età della scientificità evoluta…ed infine…caos e confusione mistica ante mortem.

Ma orbene…in quali di queste ere psicofisiche si colloca la cottura della spigola?

Non so ora in quale anello della catena evolutiva si collochi il sopracitato branzino, ma indubbiamente canalizza parte delle istanze affettive di alcuni soggetti predisposti all'acquaticità…

Ode alla sicurezza che deriva dal rito, ode alla meticolosa conoscenza dei procedimenti che regolamentano la nostra presenza nell'equilibrio sociale e ci riconoscono un ruolo attivo nella comunità: ode alla spigola, ordinata desiderata lessata nel brodetto spinata e addobbata per l'estremo sacrifizio…curerete con tanta attenzione il mio commiato?

 

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