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Il giocatore
Il
cespuglio di capelli nero ebano, il naso importante, le rughe profonde, le
guance esagerate: cammina l’abito sul cuore rinsecchito, mentre le donne gli
sciamano intorno e se ne bea: lo riflettono, è vivo. Dicono sia un usuraio. Lo
sguardo è compiaciuto, gli occhi sono una finestra sulla mente vuota. Passa
davanti al mio sguardo composto, ai toni salmone del mio abito, alla fettina di
limone annegata nell’acqua tonica, mentre osservo incredula la caricatura
vivente.
Deborda
nella carne e nella mente in un misto di desideri, sogna sconfitte contro la
propria fragilità, si concede una nuova chance, sposta il limite e contrae un
altro patto con se stesso. Il sorriso scombussola le membra ammorbidite e si
strozza in gola, gli occhi scrutano ma non vedono: dialoga con i propri desideri
e tu non esisti. L’ ambiente ovattato è pervaso di luce. Illude, inganna la luce… quando lo ritrovo in nottata pellegrina nel bunker uterino: lo sguardo ora è perso.
C’è
indubbiamente una buona testa sotto lo sguardo biondo, non dialoga ma comunica. Parla
di cose sue, ma non so quanto di lui ci sia davvero nelle immagini che sciorina
con metodo nel buio illuminato dal nostro riso. Forse è il mio amico il suo
interlocutore immaginario. Il tono dei discorsi, la punta del naso, piedi ed occhi… tutto di lui volge all’insù, esce dal corpo come a starci stretto e dopo una narrazione fitta di tratteggiature degne del buon teatro, Riccardo si stringe nella giacca troppo larga, china il capo e vola via ondeggiante assorto nei suoi conflitti, pronto a buttarseli dietro le spalle in una nuova serata di allegria. Sognatore tra i vinti corteggia la vita e non ne ha perso il gusto. Domani o stanotte stessa tornerà a sconvolgersi per poi sorridere. Sarà
la schiena dritta, l’abito impeccabilmente scuro, la testa lucida e gli
occhiali trasparenti, il portamento sicuro e lo spazio, lo spazio attorno a lui
quando occupa il verso lungo del tavolo da gioco… Non ti autorizza ad entrare nei suoi occhi, ma non mette particolari barriere. Tiene naturali distanze. Tra i miei pensieri ed i suoi scorrono molti successi. Il primo credo l'abbia avuto stamane al risveglio, davanti allo specchio la barba e la prima dissimulazione del sentimento: una lieve inquietudine per la partita pomeridiana. Farà fede l’abilità, lo status aiuta ma non è tutto … altri insidiano il suo posto e non è lontano il giorno in cui sarà il numero due. Si prepara all’evento con cortesia, conosce umiltà e marciapiede. Ora mangia con posate argentee, è riverito, è ammirato. Il fatidico giorno agirà con la stessa gentilezza, offrirà champagne agli ospiti, ma al chiuso della sua stanza misurerà con i passi il pavimento, toccherà con le dita le pareti, ricapitolerà antichi successi, confronterà la sua vita con quelle altrui e ne trarrà un saldo attivo, perché lui ha osato, ha scommesso il superfluo e ha guadagnato il necessario in sordina, giustificando ogni sua mossa.
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