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"La Cena dei cretini"

 

di François Veber

in scena la coppia Gaspare e Zuzzurro

riduzione teatrale e regia di
ANDREA BRAMBILLA

Non è una nostra ripetuta cena, una di quella con parenti e amici, con figure mistiche al confine tra il paradosso e il reale, che si appropriano di spazi indebiti idee ed umori, che si insinuano tra le pieghe dei pensieri altrui come un fastidioso indefinibile ronzio che piega la serata al termine, l’ingegno al sonno e intanto induce alla meditazione sulla vacuità del nostro esistere, sull’inutilità di certa vita ove le cose fondamentali restano inespresse, mentre s’impone l’orrido, il banale, il futile.

Si tratta di una cena dove ciascuno invita un cretino accuratamente scelto, martire ignaro delle beffe altrui, sovrano e vittima delle debolezze proprie e delle crudeltà di un pubblico di amici, che lo sottopone ad un rituale sottilmente perfido per creare un diversivo alla monotonia del quotidiano.

Pierre Brochard, convinto di avere in tasca il “primo premio” per aver trovato l’idiota totale, sceglie a questo scopo tale Pignon. Il signor François Pignon, funzionario del ministero delle finanze che ha come hobby costruire modellini con i fiammiferi, è sopra ogni cosa un guastafeste,  a tal punto che riesce a ribaltare la situazione passando da vittima a carnefice, creando una serie di problemi al suo potenziale anfitrione, giungendo a mettergli in crisi il matrimonio.

Veber esalta l’idiozia di certa intelligenza e l’intelligenza di certa stupidità. Brochard è infatti un perfido dal volto umano, Pignon un cretino buono. I ruoli si scambiano continuamente e la simpatia del pubblico volge ora verso l’uno ora verso l’altro protagonista, alla ricerca di barlumi di senno in Pignon e di pentimento in Brochard e, benché lo spettatore non possa che condannare il padrone di casa per il perfido costume, ne giustifica a tratti il comportamento, travolto dall’eccezionale e maldestra idiozia della vittima.

Il soggetto è intrigante, il cast notevole, la regia buona. Il riso è garantito per tutto lo spettacolo, ma la domanda finale resta:

 …in conclusione… chi è il cretino?

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