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"La
Cena dei cretini"
di
François Veber in
scena la coppia Gaspare e Zuzzurro riduzione
teatrale e regia di Non
è una nostra ripetuta cena, una di quella con parenti e amici, con figure
mistiche al confine tra il paradosso e il reale, che si appropriano di spazi
indebiti idee ed umori, che si insinuano tra le pieghe dei pensieri altrui come
un fastidioso indefinibile ronzio che piega la serata al termine, l’ingegno al
sonno e intanto induce alla meditazione sulla vacuità del nostro esistere,
sull’inutilità di certa vita ove le cose fondamentali restano inespresse,
mentre s’impone l’orrido, il banale, il futile. Si
tratta di una cena dove ciascuno invita un cretino accuratamente scelto, martire
ignaro delle beffe altrui, sovrano e vittima delle debolezze proprie e delle
crudeltà di un pubblico di amici, che lo sottopone ad un rituale sottilmente
perfido per creare un diversivo alla monotonia del quotidiano. Pierre
Brochard, convinto di avere in tasca il “primo premio” per aver trovato
l’idiota totale, sceglie a questo scopo tale Pignon. Il
signor François Pignon, funzionario del ministero delle finanze che ha come
hobby costruire modellini con i fiammiferi, è sopra ogni cosa un guastafeste, a tal punto che riesce a ribaltare la situazione passando da
vittima a carnefice, creando una serie di problemi al suo potenziale anfitrione,
giungendo a mettergli in crisi il matrimonio. Veber
esalta l’idiozia di certa intelligenza e l’intelligenza di certa stupidità.
Brochard è infatti un perfido dal volto umano, Pignon un cretino buono. I ruoli
si scambiano continuamente e la simpatia del pubblico volge ora verso l’uno
ora verso l’altro protagonista, alla ricerca di barlumi di senno in Pignon e
di pentimento in Brochard e, benché lo spettatore non possa che condannare il
padrone di casa per il perfido costume, ne giustifica a tratti il comportamento,
travolto dall’eccezionale e maldestra idiozia della vittima. Il
soggetto è intrigante, il cast notevole, la regia buona. Il riso è garantito
per tutto lo spettacolo, ma la domanda finale resta: …in
conclusione… chi è il cretino? |
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