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Le fate Ignoranti

di Ferzen Ozpetek

 

Piccola fata turchina e bonaria, fata saggia rassicurante e serena, fata virtuosa dolce e discreta… ti cercano i bimbi per trovare la strada, perché la sapienza sia guida alla vita e ci conceda di errare al meno, di risparmiar dolori, di sortire illesi vincitori e fecondi da questo mondo inquieto ed ostile.

Fata irrequieta, multicolore, bizzarra, irosa per fino, fata istintiva, fata da bassifondi, esclusa dalle favole antiche, senza castelli né principi, né cavalli né regni. Non insegni saggezza ma un quotidiano che ha cuore.

Immigrati, puttane, travestiti, ammalati, persone al limite della società “perbene”  si inventano un cocktail vitale incontrandosi nella quotidiana condivisione dell’allegria e del dolore. Il segreto: l’accettazione delle differenze, di se stessi e della realtà. Questa è la famiglia “allargata” in cui ha vissuto per sette anni Massimo, marito di Antonia (Margherita Buy), in una relazione nascosta con Michele (Stefano Accorsi), sensibile trasgressivo e vitale,  egoista a tratti, a tratti generoso ed umile: il vicino del piano di sopra che accoglie senza pietismo né pregiudizi chiunque abbia bisogno.

In questa famiglia creata intorno alle affinità, nella quale si mischiano razze linguaggi e scelte sessuali, in cui si vivono desideri ed amori in modo naturale, in cui non si nascondono emozioni e sentimenti, Antonia ritrova se stessa. Tra le “fate” sui generis comprende aspetti di Massimo che le erano ignoti, è attratta da Michele e lui da lei.

Ferzen Ozpetek, quarantadue anni, nato ad Istanbul, da venti anni vive in Italia. "Il bagno turco-Hamam" e "Harem Suare" i suoi film.

Spiega l'autore: “Gli elementi importanti della mia vita sono stati e sono tuttora tre: l'amore, la famiglia, l'amicizia. Questo film rappresenta il mio sguardo su come i tre elementi possano mescolarsi tra di loro e su come, da questo contatto, nascano nuovi significati e nuovi modelli di comportamento sociale ed emotivo”.

Razze e tendenze sessuali per il regista non sono un problema… il film parla di sentimenti e i sentimenti sono una cosa del cuore.

Ozpetek è impregnato di italianità e di Turchia, cerca una mediazione tra le due sensibilità, cerca una sintesi, si butta in una sperimentazione che passa per il "Il bagno turco-Hamam" e si affina ne “Le fate ignoranti”. In entrambi i film il regista descrive famiglie accoglienti, “antiche” per certi versi, eterogenee, che permettono alla persona di vivere aspetti talvolta nascosti ma essenziali della propria personalità, negandosi i quali l’uomo resta inespresso e dunque infelice.

In quanto alla regia: dopo un inizio faticoso che cerca di contrapporre  la freddezza di un ambiente chiuso e borghese ai colori e alle sfumature della diversità accettata, il film prende un buon ritmo. Non ci sono virtuosismi né particolari slanci nelle scelte fotografiche, ma tutto è comunque ben congegnato ed orchestrato.

Vedremo come Ozpetek, dopo aver messo in pellicola le sue “urgenze”, si saprà evolvere in altri temi concettuali ed espressivi.

 

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