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Fulvio Baldoino
Aforismi
- La genialità salvifica dell'aborto.
Redenzione in extremis di padri e madri e
fortuna per gli altrimenti sfortu - nati.
- Mi accorgo che il mio rapporto con Dio è un
po' migliorato da quando bestemmio
liberamente.
- Vedo che la scrittura non mi serve proprio a
niente, se non a passare un quarto d'ora in
cui spero che mi serva a qualcosa.
- La nascita è una sentenza di morte emessa da
quegli stessi che fin dal primo momento si
affannano per evitarci la morte.
- Non è uno scherzo: viviamo, moriamo. E tutto
definitivamente.
- Le cose, troppo cose, non potevano essermi
care; così le ho pagate carissime.
- Essere sempre molto pensi-erosi
- Come il passeggero che alla stazione perde
sempre le coincidenze, e che si chiede se sia
una coincidenza.
- Certi dolori vengono vissuti in solitudine
perché intanto si è consci che la
comprensione e consolazione
dell'interlocutore non basterebbero; ci
vorrebbe la consustanziazione.
- Ci sono cose cui una madre non pone rimedio.
Le cose della morte e dell'amore, per
esempio. Dicono che l'amore di una madre sia
infinito. Non sottilizziamo e crediamoci. Ma
non arriva nell'infinito.
- Il tempo. Noi siamo dei segna - tempo. E il
tempo ci ripaga segnandoci a sua volta.
- Per curare l'amore ci vuole l'amore.
- Non è facile il giusto incontro. Ma diventa
un incontro disperato quando l'amore che si
cerca è l'unico che siamo convinti possa
avere il potere di guarirci, visto che ha
avuto il potere di ammalarci.
- Non avere ancora capito se il non trovare un
senso alla vita sia mancanza o sovrabbondanza
di fantasia.
- Al night: occupato. All'albergo: occupato. Al
cesso: occupato.
Comincio a pensare che sia un destino, o uno
scherzo, o un imbroglio. Comunque per ora di
certo un mistero.
- Moriamo senza sapere come dove quando
perché. Viviamo conoscendo il dove il come
il quando ma ignorando il perché; cosa,
questa di non sapere solo il perché, che
misteriosamente basta, da sola, a rendere la
vita altrettanto misteriosa della morte.
- Per me tutti i luoghi sono uguali. Non è una
considerazione di un cosmopolita, ma di un
apolide. Essere nato in terra italiana non
significa ignorare che l'essere è da tutte
le parti e che sarebbe meglio non fosse da
nessuna.
- Da scolaro di prima elementare mi davano da
scrivere pensierini. Ora, un terzo di secolo
dopo, scrivo pensierini. In questo, come in
tutto il resto, non sono proprio un individuo
"in progress..."
- Chi ha fatto le parti? (all'uno le creste di
gallo all'altro le zampe di gallina?). Dio?
Il destino? Il caso? Ananke? Non lo so. So
solo che la mia vecchia zia Berta le avrebbe
fatte meglio.
- L'uomo è un lutto ineluttabile.
- Essere fuori tempo è male, ma essere fuori
tempo e sentire il tempo è malissimo.
- La democrazia non fa per me. Mi provoca
fastidiosi disturbi psicosomatici e mi rende
noioso. Soprattutto verso coloro per i quali
mi impegno ad esercitarla.
- Generare è una degenerazione.
- Per far fronte alla morte si pensa bene di
opporle una nuova vita, passando sopra al
fatto che il nuovo venuto a suo tempo
ammalerà e morirà, e saranno, quelli,
momenti tutti suoi. Come vogliamo chiamare
tutto ciò? Un petit cadeau?
- La consistenza della nostra libertà? Parte
da lontano: in balìa della bàlia.
- Di fronte ad una verità durissima ci
accomodiamo con qualche bugia vigliacca che
torna bene a noi e agli altri che se la
sentono raccontare e che ci sono grati per
non avercela dovuta suggerire, ma anzi di
averla suggerita a loro, per quando sarà il
loro turno.
- Il bene? E' svaporato, forse del tutto
cancellato dall'esistenza della categoria del
benemerito.
- Il Paradiso? Chissà se esiste. Ma è una
questione puramente teorica.. Moralmente la
cosa è del tutto indifferente. Deve esserlo.
- Certe vite sono troppo faticose,
insopportabilmente faticose. Chissà quanti
trapassati di buon cuore dalle loro tombe
piangono sui vivi.
- Ho passato tutta la vita in tribunale. Dalla
parte dell'imputato e insieme dalla parte del
pubblico ministero. Ho dovuto produrmi in
contorsionismi per potermi puntare l'indice
contro.
- Apparentemente siamo, così soli, nella
condizione ottimale per meditare. In realtà
la buona meditazione è quella propria di chi
ha il tempo per stare sufficientemente solo
dopo essere stato sufficientemente in
compagnia.
- Ci si accorge troppo tardi di certi errori, e
spesso il ritardo risulta essere il vero
errore, quello irrimediabile.
- Da migliaia di generazioni si spera in un
mondo migliore. Poi, quello che succede
sempre è di passare a miglior vita.
- L'oggettività non è la verità, e neppure
il mezzo per attingerla.
- pazzi o pupazzi.
- Non si esce da sé da soli come la lisca non
esce da un pesce (vivo).
- La gente si salva arrotondando gli spigoli
della coerenza; che è quello che vogliono
gli educatori (Stato, Chiesa, scuola ecc.)
senza volerlo far vedere. Essi lasciano lì,
sbadatamente, una lima. Che combinazione!
- Le cose possono essere di più o di meno di
se stesse. L'importante è che non siano se
stesse.
- La Chiesa ha bruciato un bel po' di gente.
Sosteneva di farlo per Cristo. Ma Cristo non
lo avrebbe fatto per sé.
- A quarant'anni finiscono gli inganni: inizia
il tempo debito.
- Come anche la fortuna è cosa relativa! Se se
ne ha, prima si invecchia e poi si muore.
Cioè prima si finisce impolverati e poi
polvere.
- Settembre. Anche quando il sole è alto nel
cielo la luce è come trattenuta, di un
giallo che non esplode. Si direbbe filtrato
da qualche vetrata gotica.
E la malinconia è assicurata.
- Quando le chiederò appuntamento, non vorrò
disturbarla troppo.
"Mezz'oretta solo" - le dirò -
" poi ti lascerò alle tue giornate.
Giusto per parlare un poco della morte, e
capire cosa ne pensi e come la vivi. In tre
anni abbiamo litigato e ci siamo abbracciati
e guardati di storto e accarezzati e fatto
anche altre cose, ma della morte non ne
abbiamo mai parlato. Vorrei sapere, ad
esempio, se te ne distrai per natura o per
calcolo; e quando fosse per calcolo, se puoi
confessarmi il segreto".
- Leggere certi miei aforismi può essere
irritante, me ne rendo conto. Hanno
l'ambiguità concettuale e formale dei quadri
di Hescher e della figura visi-vaso di Rubin,
per cui ti sgusciano in altro e te la fanno
sotto gli occhi. Ma la realtà non è un po'
così? Magari un po' tanto così?
- Quando si è malati sembra di essere
impegnati in una lotta corpo a corpo col
proprio corpo, e non sai più se questo sia
un nemico da vincere o un amico da sostenere.
Allo stesso modo dal dentista ti può
capitare di essere dalla parte del dente.
- Mi restano i rimasugli di speranze che prima,
tanto tempo fa, potevano permettersi di non
essere speranze, ma erano una realtà futura
dovuta.
- Nella nostra società conta chi produce e chi
si riproduce, e chi si riproduce perché
così poi produce.
- A mano a mano che in natura si sale la scala
evolutiva, la riproduzione abbisogna di
sempre maggiore attrattiva. Nell'uomo, con
l'erotismo e la sessualità, l'attrattiva è
massima. Se così non fosse egli si
accorgerebbe di essere una pedina di un gioco
ingiusto e mortale e si asterrebbe dal
moltiplicarsi.
- Non è necessario essere salaci o sagaci.
Basta essere onesti per essere originali.
- Il cuore in una vita batte due miliardi e
mezzo di volte. A quale porta?
- Il cuore in una vita batte due miliardi e
mezzo di volte. A voler dedicare tutta la
nostra esistenza all'umanità, abbiamo a
disposizione mezzo battito di cuore pro
capite.
- La casa di chi è solo non è casa sua.
- Il sospetto è che spesso si fa un figlio
perché non si sa fare altro.
- Forse trasgredire serve a capire ciò che si
è trasgredito. Anzi, forse è l'unico modo
per capirlo.
- Scampare alla vita. In tale paradosso sta
l'inetto, si perde il suicida.
- Gli amici quando si incontrano si stringono
la mano, destra con destra o sinistra con
sinistra. Gli innamorati quando si incontrano
si prendono per mano, sinistra con destra.
- Abbiamo bisogno di regole? Semplicemente
crediamo di averne bisogno? Fatto sta che
sentita la cosa sotto l'ala della necessità,
subito ci necessita (appunto) regolamentare
le regole con altre regole, che richiamano
come api al miele regole al quadrato, e poi
al cubo, e poi alla quarta...fino
all'ennesima.
Cioè fino ad un quantum di identità pari a
quella di un N.N.
- Quando prendo sul serio un mio pensiero
serio, mi sento impaurito e solo.
- Che visione ridanciana dell'umanità!...
- Non enfatizzo mai. E se quanto dico è forse
poco per stupire, ciò per cui lo dico è
comunque sempre troppo da sopportare.
- Il massimo di giustizia che l'uomo possa
produrre, non è ancora lontanamente
sufficiente a questo mondo, e non lo sarà
mai, costitutivamente; perché tutto nella
natura si mastica vicendevolmente, di
necessità. Il mondo pertanto è infetto
della stessa infezione di un bubbone, e da
essa come un bubbone soltanto può guarire:
scoppiando.
- Sarà Compassione a sciogliere l'afrore del
pus nel nulla: una bomba atomica, l'unico
reale progresso della nostra epoca, potrebbe
essere lo strumento più egualitario.
Attraverso di essa l'Amore trionferà. Nel
nulla, finalmente, e non sul nulla
come tanta retorica ammaestra. E' vero, sarà
una volta; ma sarà una volta per sempre.
- Il movimento, nell'arte fotografica non è,
di norma, concesso. Il tempo di esposizione e
l'apertura dell'otturatore dettano precise
leggi in materia. Ecco allora nascere la
posa, artificio necessario. Ma fino a che
punto artificio? E' vero: si cerca la posa
migliore, ci si atteggia. Ma la posa non ci
dice forse moltissimo del soggetto proprio in
quanto per arrivare a "mettersi in
posa" egli ha fatto una scelta?: Quella
è la sua migliore posa. Quello è
l'atteggiamento in cui vuole essere visto. Il
soggetto dunque ci dice dei suoi desideri. E
non è forse di più dire dei desideri che
della realtà, spesso vissuta come estranea?
Io ho pudore a raccontare i miei sogni.
- Bisognerebbe che accidia e indifferenza, che
introversione e decadentismi, smettessero di
fronte alla violenza, alla prepotenza, alla
segregazione, alla tortura,
all'imbestiamento.
Uomini al limite di una sofferenza che stanno
per affermare e negare col suicidio,
indugiano ancora disperatamente perché non
riescono a non forzarsi a contare su di noi.
Sì, c'è qualcuno, molti anzi, da qualche
parte del mondo che conta su di noi.
Bisognerebbe ricordarlo più spesso alla
nostra memoria corta.
- Ho il senso della misura ma mi manca
l'equilibrio. Sembrerebbe una contraddizione
nei termini, invece è proprio perché manca
l'equilibrio, quell'equilibrio che potrebbe
permettere di sbilanciarsi con un certo
ardire a destra e a mancina, che devo essere
misurato in tutti i miei passi.
In tutti i miei passi sul filo.
- E' strano come la noia, un (non) sentimento
così profondo, renda superficiale il vivere.
- La spirale del DNA, da cui nasce la vita.
Considerando cos'è la Storia, l'esistenza,
la Natura, una spirale di violenza.
- Ci sono pensieri senza parole: perché non ne
esprimerebbero, perché non ne sarebbero
espressi.
- Una sfilza di insuccessi può non indurre
affatto lo sfortunato (o incauto, o incapace,
o ingenuo ecc.) personaggio a desistere dai
suoi obiettivi. Anzi, può accadere che a
mano a mano che si arricchisce la sua
collezione di tonfi, egli creda sempre più
in ciò che tenta.
Dipenderà da una testardaggine inversamente
proporzionale alla riuscita, o da una forma
di titano-vittimismo o da altro ancora? Non
sappiamo.
Sappiamo però che è un fatto. Anche nostro.
- Il bisogno di Dio aumenta con l'aumentare di
tutti quei fatti che ne evidenziano
l'assenza.
- L'individuo e la società spesso hanno
ottenuto grandi progressi attraverso grandi
disobbedienze. Forse soprattutto attraverso
grandi disobbedienze.
- Il sonno è a volte una fuga, e quando si
deve fuggire si ha sempre fretta. Perciò è
assolutamente sbagliato pensare che
l'addormentarsi subito sia l'ovvia
prerogativa delle persone serene e
tranquille.
- La differenza tra prosa e poesia sta (tra
l'altro) in ciò, che la prosa volendoci
comunicare delle cose per come oggettivamente
sono, per essere corretta deve portare delle
dimostrazioni, e quelle chiariscono il senso
del messaggio; la poesia invece volendoci
comunicare delle cose così come vengono
sentite deve scegliere la forma più adatta a
far sì che le proviamo nella stessa misura e
con la medesima intensità del poeta. Ecco
prender corpo allora il paradosso per cui
ciò che più dovrebbe essere lontano dalla
formalità è curatissimo nella forma.
- C'è un legame con la madre dovuto a diversi
fatti, ma soprattutto al fatto che la
società sostiene che c'è un legame con la
madre.
- L'inaridimento è cosiffatto che non
risparmia neppure se stesso: impossibile per
una persona arida dire cos'è l'aridità, a
meno che non le sia rimasto un residuo di
verde nell'anima.
- Spegnere la musica (virtuale) che ci pare
faccia da sottofondo (misteriosamente senza
note) di una situazione che viviamo, porta a
ridurre a pure cose (da non confondere con
cose pure) i vari elementi che a tale
situazione partecipano.
- "Sono un uomo solo; sono solo un
uomo". Pensieri che più o meno
nitidamente devono essere propri di ogni
condannato a morte. Forse anche di Cristo
dopo il Getsemani ("E così non avete
potuto vegliare con me neppure
un'ora?";"Dio mio, Dio mio, perché
mi hai abbandonato?").
E pensieri anche di chi vorrebbe fare
qualcosa per i Cristi che in guerra o sullo
stabulario, persone o cavie, sono comunque
inchiodati: al loro destino, alla loro
solitudine. E tremano loro convulsamente le
braccia o le zampe sotto i chiodi o sotto gli
spilli da bàlia..
- Avrei creduto che la lotta per l'autenticità
mi meritasse l'essere; invece, dietro
l'ultima maschera non ho trovato niente.
Sarebbe stato meglio che prendessi a
prestito, come a suo tempo tutti i miei amici
adolescenti, a destra e a manca. Poi qualcosa
mi sarebbe rimasto addosso senza volere, e
perciò autenticamente.
Così, sono spennato come una gallina pronta
per il brodo, e tutto ciò solo in nome di
una mascherata. Sì, se il mondo è un
carnevale, a questo punto realmente non sai
più se è più giusta la tua verità o
quella di Arlecchino.
- Bisogna lasciarsi andare all'intuizione più
spesso, se non altro per vedere fin dove si
può arrivare con il proprio ragionamento
automatico-istantaneo interno. Sì, interno.
Perlomeno rispetto quello analitico, che
sembra giungerci da una nuvoletta che ci sta
giusto a un palmo dalla testa.
- Ai vivisettori auguriamo, quando moriranno,
di rinascere topi. Vedremo se avranno ancora
lo slancio umanitario di continuare la loro
missione da quella parte.
- Mascheriamo il nostro egoismo con
l'altruismo. Avere figli non è altro che
questo. Ogni maternità e paternità è una
bestemmia al Dio che c'è (se c'è) o una
lode al Dio che ci sarà (se ci sarà).
Infatti ciò che cerca disperatamente di fare
l'uomo è creare Dio. Ma questa è
un'operazione che richiede molto tempo e
molto personale.
- I miei dubbi?: Aml-etici.
- L'aforisma differisce dalla massima in
questo: che può essere tagliato su misura
anche per un caso che in situazioni simili si
verifica una volta su 100. Ma per quel caso
valere al 100%
- Il sentimento di inferiorità che una persona
in condizione di handicap prova, unitamente
al sentimento di democrazia e buon cuore
" octroyé " che si sente riversare
addosso, stoppano il libero estrinsecarsi
della sua personalità. E' una bontà insomma
che si paga a caro prezzo, un po' come si
paga a caro prezzo la generosità dello Stato
quando elargisce le concessioni
governative.
- I genitori, lo Stato, la società, vorrebbero
che ci istruissimo ma non troppo. Solo fino
al punto in cui le domande, sale di ogni
sapere, non riguardassero la radice delle
cose.
- La società, si dice, sarà giusta quando non
ci sarà più il povero e il ricco.
Non sarebbero più pratici e più onesti a
dire mai?
- La massima dà una morale; l'aforisma la
distrugge. Di massima.
- La ragione o il torto te li dà la vita, non
la ragione. Che poi di ciò noi non si riesca
a farcene una ragione, è un altro conto.
- Dio non è fondamento ma è fondamentale.
- Coloro i quali credono che ogni essere umano
abbia a fianco il suo Angelo Custode, hanno
mai provato ad immaginarlo quando si sposta a
mossettine di danza sincrone a quelle del
torero? E quando per non staccarsi dal suo
protetto neanche di un palmo si piega in
avanti con lui nel momento della stoccata
finale? E poi quando lo segue (lo conduce?)
presso gli spalti dove una senorita riceverà
al volo il trofeo di un orecchio? Se ci
riescono sappiano allora che il merito non è
soltanto del matador, ma anche suo,
dell'Angelo. Diamogliene atto.
- Sono politicamente pericoloso? Diciamo che
non sarei uno di quei soldati a cui
passerebbe la rabbia e si eclisserebbe la
ragione non appena sul palco comparisse una
sciantosa ben fornita, fornita dallo Stato.
- In nome dell'umanità facciamo agli animali
cose orribili, ma dove il nostro sadismo
ipocrita si scatena fino a dover diventare,
nel tentativo di trovare giustificazione,
blasfemo attraverso la preghiera, è quando
si fa ciò che si fa in nomine patris, et
filii, et spiritus sancti. Amen. Facendo
corrispondere sincronicamente a una parola
così conclusiva la rasoiata che dissanguerà
l'agnello.
- Chissà se i figli di Rousseau, abbandonati
in orfanotrofio, erano gelosi di Emilio,
l'unico pargolo di cui Jean Jacques si
occupasse, e l'unico di cui ci si ricordi,
immaginario com'era.
- E' naturale coltivare le emozioni come la
piantina di basilico di Lisabetta? La
tentazione è forte, anche perché comunque
è naturale il desiderio di rifarsi, sia pure
con un artificio, di tante emozioni abortite.
- Un Dio che ci costringe al mutismo (quante
cose essenziali riusciamo a dire?) e alla
sordità (perché il nostro mutismo è la
sordità dell'interlocutore), se non esiste
è una fortuna.
- Di sovrumano non c'è Dio. C'è il Bisogno.
- "Sii te stesso", si consiglia,
credendo così d'aver risolto ogni problema,
"accèttati".
E magari lo si consiglia a chi, proprio
perché è se stesso, si ...accétterebbe.
- Non credo che il valore più grande sia la
vita. Credo sia la libertà. "Libertà
va cercando ch'è sì cara / come sa chi per
lei vita rifiuta". Tuttavia non è
chiaro come ciò sia possibile dal momento
che se la libertà rientra nella vita, si
avrebbe la negazione di un insieme a
vantaggio di un suo sottoinsieme; e se non vi
rientra, come si possa fare da parte di un
vivo l'affermazione che ho fatta. Forse che
misteriosamente la libertà sentita dai vivi
va oltre la vita? La si può situare in un
aldilà che senza essere trascendente resta
insieme oltre e presente? Ultrapresente?
- L'idea di distanza spirituale collegata
all'idea di distanza fisica. Quando finisce
un amore, l'altro è altrove che ti scontra
col gomito.
- Gli animali si accoppiano senza sapere quale
potrà essere il frutto di tale
accoppiamento. Quando il loro encefalo si
evolverà e lo sapranno, potremo cominciare a
chiamarli Adamo ed Eva, e come Adamo ed Eva
saranno macchiati dal peccato originale.
- Finché non ci sarà una profonda riflessione
sul rapporto tra uomo e animale, ogni
filosofia morale nascerà abortita. Non
possiamo esimerci dal tematizzare quanto ci
è così vicino, non foss'altro che
fisicamente. Se non lo si è ancora fatto è
perché abbiamo intuito che ci costerebbe
caro. Caro come costa cara qualsiasi
democrazia.
- Il problema è come l'essere possa essere
infinito e multiforme.
- Mi sono sempre lasciato troppo imbrigliare
dai miei superiori. L'anarchia sarebbe la
miglior cosa, ma anche la più difficile. Che
il primo passo da fare non sia quello di
sbandare sulla corsia opposta lasciandomi
imbrigliare dai miei inferiori?
N.B.:
Sto parlando freudianamente.
- Avere così poca fantasia da non riuscire ad
immaginare quello che si ha davanti...
- I miei segreti mi sono troppo intimi per
dispormi ad una qualsiasi intimità.
- Il volo non è per me aspirazione metaforica
di libertà. Mi sento altrettanto libero
quando riesco a tenere i piedi ben piantati
per terra.
- La Chiesa sarebbe il corpo mistico di
Cristo!... Mistificante, semmai
- Di una donna mi colpiscono le mani:
manifestano.
- Una pelliccia dovrebbe essere mortificante
per chi la porta addosso, visto che ha
mortificato mediamente una mezza dozzina di
animali; ed è il modo con cui li ha
mortificati l'offesa al pudore, a tutte le
ore del giorno e della notte, per una
coscienza che non abbia il pelo sullo
stomaco.
- Non c'è un'altra materia in cui più della
pedagogia si parli così tanto e si concluda
così poco.
- In aereo bisogna affidarsi all'uomo, o a Dio,
o alla fortuna. Proprio quando hai raggiunto
l'inverosimile, volare, tu non conti.
- Credevo di avere dei debiti da saldare, in
realtà li stavo pagando per altri. Ad ogni
modo Dio non m'ha mai fatto credito; e se ha
prestato, ha prestato ad usura.
- La colpa non ti permette di progettare il
domani perché non sai se entro domani te ne
sarai liberato.
- L'Inferno e il Paradiso rendono impossibile
la morale. E infatti sono immorali.
- La Natura certo mi distruggerà, ma io non
contribuirò a costruirla.
- Chi deplora la bestemmia, mostra di non
credere all'onniscienza di Dio.
- Se il cielo è infinito, possiamo avere delle
regole? O non durerebbero lo spazio di una
nuvola o al più di un'orizzonte?
- A volte si ringrazierebbe volentieri, e
volentieri sarei il samaritano che torna
indietro, se ci fosse qualcuno a cui
rivolgere la nostra gratitudine.
- Certe persone hanno l'unico scopo, se così
si può dire, di dare noia alla vita del
prossimo; a volte proprio di renderla
pessima. Sono persone di nessuna qualità.Il
loro è un vuoto totale di comprensione, di
sensibilità, di disponibilità; un pieno
zeppo di boria, di pregiudizio, di calunnia,
di pettegolezzo, di chiacchiera, di
qualunquistica sciatteria. In punto di morte
le loro ultime parole sarebbero una stupidata
di più.
- In questo mondo bisognerebbe cercare di
aiutarsi per rimediare al fatto di vivere.
Ebbene, c'è chi opera in modo del tutto
opposto. Il fatto è che non lo fa neanche
apposta, per calcolo o per cinismo...Si
ritrova ad essere etimologicamente scemo per
sensibilità e per morale, cioè socialmente
ben inserito; e pericoloso com'è per la
verità, trova un'altra come lui con la
quale, non pago di formare una coppia di
scemi, mette su famiglia e poi dà una sana
educazione alla prole.
Dopo bisogna andare a leggere sul manuale
delle istruzioni che cosa serva tutta la
bella famigliola.
- La fede di molti, forse di tutti, è un
rime-Dio.
- Come scrivere il nome di Dio?
- Come scrivere il nome di dio?
- Noi bianchi, sazi, mutuati, siamo una
minoranza rispetto al resto del mondo. Ma
poiché ci troviamo tra altri simili a noi
per condizioni, non ce ne rendiamo realmente
conto. Lo sappiamo solo in astratto, come in
astratto ciascuno di sé sa che deve morire,
ma neanche nonagenario concepisce di essere
un brulichio di vermi di lì a qualche
settimana.
In tali frangenti l'invasione dal sud,
dall'est e dal sud est può essere
conoscitivamente salutare.
- Le nostre convinzioni di fondo non sono,
contrariamente a ciò che si potrebbe
pensare, le più fondate.
- L'ispirazione è lo spostamento d'aria per il
battere d'ali di una falena: senti appena un
po' di prurito al naso e cominci a grattarlo;
poi arriva uno starnuto e con un vago piacere
te ne liberi. Il fatto è che magari neanche
sapevi che c'era una prigioniera nella
stanza.
- La diversità si paga con la diversità.
- Prendere l'idea della morte con allegria. Si
campa, si va via. E se qualcuno non dovesse
morire, si dovrebbe sentire discriminato.
- Il motivo per cui siamo, nonostante tutto,
così attaccati alla vita e ne abbiamo fatto
uno dei valori più alti, è che finisce
assolutamente.
- Non ho ancora ben capito la differenza tra
prosa e poesia. La intuisco più che altro,
ma ho pure il sospetto che tale intuizione mi
sia data dal concetto corrente che si ha per
l'una e per l'altra. In sostanza un giudizio
così incarnito nella mentalità della gente,
che lo scambi per un giudizio tuo, per lo
meno nella misura in cui senti di appartenere
alla gente.
- Avere una casa. Comprare uno spazio dello
spazio del mondo e gestirtelo, e
nascondertici, e cambiarlo, e darlo in
appartenenza agli ospiti finché sono ospiti,
e aprirlo e chiuderlo, e metterci le tue cose
e darvi appuntamento consueto e naturale per
i tuoi affetti e i tuoi effetti personali.
- I genitori per vocazione, bisognerebbe
randellarli sulla pubblica piazza, e ad ogni
bastonata associare una frasetta esplicativa
che illustri loro come il loro amore non era
altro che egoismo camuffato.
E bim e bum, e ahi! e ohi! finché non gli si
schiariranno a puntino le idee sul fatto che
di enti involontari è già pieno il mondo
senza far opera di volontariato.
- Ogni attimo di vita in più è un attimo di
vita in meno.
- È difficile spiegare il concetto che Gozzano
aveva delle piccole cose borghesi. Certo è
che gli è riuscito di amarle senza farsi
borghese piccolo piccolo.
- La forza degli usi e costumi sociali è così
forte che se la morte fosse facoltativa, si
morirebbe perché tutti lo fanno.
- Spesso la vita è troppo più di se stessa
perché la si possa vivere. Richiede una
forza, lei che è la vita di un uomo,
sovrumana.
- La politica è una cosa sporca perché ha
interesse a fare l'interesse di tutti, mentre
a volte bisognerebbe avere il coraggio di
fare l'interesse di uno solo, se quell'uno ha
ragione.
- Entro in una grande biblioteca. Mi siedo a
leggere le mie venti pagine l'ora. Poi faccio
un po' di conti mentre guardo attorno i muri
tappezzati di libri. Divento più umile di
san Francesco.
- Cercare cosa ci ha diviso, ci ha scisso, ci
ha fatto fessi.
- Psicologicamente parlando, non essere corposo
significa essere colposo.
- Io Polifemo; io con un occhio solo e
accecato; io che rispondo alla domanda del
mio fratello:
- Chi è stato?
- Nessuno!
- Ci sono momenti in cui pur di avere ciò che
voglio venderei l'anima a Dio.
- Come Machiavelli trovava un contrasto
insanabile tra politica e morale, così io
trovo un contrasto insanabile tra
quest'ultima e la natura. A cominciare
dall'inizio, se la vita dell'uomo è frutto
del peccato originale che ricade su chi
nasce, e se la base del vivere, il
sostentamento, carnivoro o erbivoro che sia,
è peccato frutto del peccato, e ricade su
chi muore. E fin'ora nessuno ancora ha
provato che così non è, cioè che
l'evidenza è falsa.
- L'anima ti anima solo se è ben accompagnata
dal corpo. Un'anima pura è un'anima dura di
comprendonio: non capisce il bene e non
capisce il male; non gode e non soffre; non
ha piaceri e non ha ripugnanze. Perfino non
è in grado di intendere le cose più
razionali o più spirituali. Insomma è più
anima un'anima-e-corpo, che un'anima-e-basta.
- In certi casi di persone troppo timorose di
Dio, la bestemmia è ciò che mette in
condizione di amare. Forse persino di amare
Dio.
- Giuseppe faceva il falegname. Cristo è morto
su una croce di legno. Il mestiere di suo
padre non era casuale.
- La letteratura, e l'arte in genere, possono
in effetti riempire il vuoto dell'esistenza;
ma l'impressione è che siano in grado di
farlo solo se si tratta di letteratura e arte
mosse dalla voglia di gloria e di gioco.
Tolti nel profondo e l'una e l'altro, il
vuoto non pare abbia difficoltà a
fagocitarle.
- Il segreto dell'esistenza sta nel saper
vivere in modo assoluto il relativo, e poi,
esauritolo, nel passare ad un altro relativo,
vivendolo di nuovo assolutamente.
- Capisco che quando si è in sintonia con
l'esistenza, quasi ci si senta dei
benefattori a fare un figlio: un abbaglio in
qualche misura comprensibile. Ma chi sta male
non può neanche invocare a sua discolpa
l'inganno della vita. Sa cosa è vivere. Ciò
dovrebbe essergli una indicazione sufficiente
su cosa (non) fare.
- L'ultimo uomo, quello che dopo tutti gli
altri ha compreso l'inutilità oltrechè
l'immoralità della procreazione, prima di
esalare l'ultimo respiro, se vorrà
gratificarsi dell'ultima illusione, porterà
la mano alla bocca e indirizzerà a Dio una
pernacchia d'addio. E' vero che col nulla non
si vince mai, ma è altresì vero che si può
non perdere più.
- Quando inizia a piovere non c'è bisogno di
una ragione: è un momento in cui i sensi non
ti mancano e il senso non cerchi. Ti prende
persino il gusto di fare dei progetti
indeterminati.
- La nostra ragione non può pretendere ragioni
plausibili da una vita che è
costituzionalmente irrazionale. L'uomo
perciò si trova su un pianeta a lui
eterodosso. Non è ecologicamente al posto
giusto. E' fuori nicchia.
- Stabilito che la vita non ci considera se non
come funzionali a se stessa, e che comunque
diventerebbe autolesionistico andare contro
la vita, fingere con tutta la convinzione
possibile, al pari di buoni attori, di
credere ai suoi inganni; ma non fingere per
l'inganno più determinante: la
proliferazione. Esso infatti coinvolge altri,
che non sappiamo se sarebbero capaci a
recitare.
- Il troppo attento al senso della vita,
finisce per capire il nulla, e il nulla lo
rende distratto. Alla fine si ha che chi è
troppo attento è troppo distratto.
- L'horror vacui dell'Uomo, che è poi quello
che spinge il maschio a mettere incinta la
femmina, la quale è generalmente
consenziente essendo in senso lato Uomo
anch'essa.
- Il sonno ci riposa dalla vita. Una ninna
nanna la cosa più grata che possa offrire
una madre.
- Pentitevi!, gente di troppa fede nella vita!
Pentitevi soprattutto voi, ginecologi ed
ostetriche, servi di vagine in cerca di
vagiti e di peni fautori di pena. Pentitevi
finché siete in tempo; e se non lo siete
più, diventate, ultima solidarietà, mammane
per le altrimenti mamme, cucchiai esperti e
pietosi.
- Il mio è un altruismo che giunge alla
disumanità. Non giustifico cioè chi si
inchina al desiderio quasi insopprimibile di
continuare se stesso in un altro che abbia la
sua eredità genetica al fine di non morire
alla sua morte individuale. No. Io sono
disumano. Dico che bisogna accettare la
morte.
- Altro che uteri a pigione per chi è sterile!
In prigione, semmai, sotto cento catenacci.
- Perché preferisco il relativo all'assoluto?
Perché se una gabbia è una gabbia, puoi
ancora sperare, ma se il cielo è una gabbia,
allora è finita.
- La vita è un soffio che ti soffia via.
- Vive bene chi sa gestire l'arte della
contraddizione, cioè colui che non tiene
conto di alcun principio, men che meno di
quello di non contraddizione.
- Ragioniamo in modo funzionale alla nostra
sopravvivenza, che in senso lato significa
anche i nostri interessi e la nostra
convenienza. Le cose più assurde vengono
perciò giustificate. Si giustifica tutto:
dall'encierro al fatto che una scopata, di
per sé sana, sia finalizzata al concepimento
di un essere che per un tumore, un colpo
apoplettico o qualche altro accidente o
incidente comunque morirà nel dolore. Un
pene eretto, se non si sta attenti, è una
stele da camposanto.
- Noè ha perso una buona occasione!
- Con chi prendercela se Dio non c'è?
- Forse preferiremmo un Dio malvagio, da
bestemmiare con paura ed orgoglio, piuttosto
di questo nulla senza orecchi, che trasforma
ogni nostro gesto verso o contro di lui in
stupidità.
- C'è chi crede in Dio per poter giustificare
le sue azioni dicendo: "Dio lo
vuole!".
- Se la verità è il niente, può servire a
qualcosa votarsi alla verità e alla sua
propaganda?
- Come può resistere un uomo che si sa
dimenticato per sempre da chi sapendolo
innocente dovrebbe difenderlo, e si trova
prigioniero a marcire a vita nel buio di un
carcere sperduto in qualche parte altrettanto
sperduta del mondo?
Forse può sorreggerlo la fede; ma se è
ateo, potrà egli reggere il peso del niente?
E se non vorrà fingere sostituendo il nulla
con Dio, allora sarà due volte prigioniero:
della prigione e della coerenza alla verità.
Tuttavia esistono questi santi.
Santi inutili: non possono pregare per noi;
non vorrebbero che pregassimo per loro.
- Se l'infinito ti sta stretto, è perché in
qualunque posto ti trovassi, sai che non
sarebbe mai sufficientemente distante dalla
tua sofferenza.
- Se dicessimo alla gente le cose come stanno
o, per non sembrare orgogliosi detentori di
verità assolute, semplicemente ci
limitassimo a pretendere la presa di
coscienza da parte della gente delle sue
stesse azioni, saremmo presi per pazzi; cioè
la gente si difenderebbe da una pazzia
smascherata caricando quella medesima pazzia
su chi gliela ha rivelata.
- Secondo il Pragmatismo a certi problemi non
si trova soluzione semplicemente perché non
sono problemi (per esempio: dove sta il vento
quando non soffia?). Ma allora il problema
consiste nel perché ci facciamo dei problemi
che non sono problemi.
- Quando l'uomo è passato dallo stato di
scimmia a quello, appunto, umano? Quando ha
cominciato a riprodursi scientemente, cioè a
voler essere eterno come Dio. Un desiderio
che nasceva dall'aver compreso che la morte
lo riguardava inesorabilmente.
- E' la storia che ci mostra come la logica sia
spesso una logica storica, legata cioè al
tempo. Anzi, ai tempi.
- Se la Natura ha inventato tra un uomo e una
donna l'amore per poter procedere attraverso
la riproduzione, allora bisogna essere
animali accorti, essere volpi: impossessarsi
dell'esca senza cadere nella trappola.
Rinunciare all'amore, fisico e non, sarebbe
un autolesionismo sciocco e inutile.
Salvare dunque capra e cavolo.
Più precisamente chi rischia di ritrovarsi
sotto il cavolo.
- Quando siamo sicuri della bontà della pena
di morte, dovremmo chiederci con totale
immedesimazione: "io farei da
boia?". Se la risposta fosse affermativa
e noi avessimo fede o stima in Cristo,
dovremmo ulteriormente mettere alla prova la
nostra affermazione e chiederci con totale
onestà: "Cristo farebbe da boia?".
Perché una cosa è sincera solo se siamo
disposti a farla. Altrimenti, se ci limitiamo
ad essere disposti a farla fare, c'è
qualcosa che non va. Nella cosa. O in noi.
- Vivere è un'arte. Marziale.
- Il sentimento, contrariamente a quanto si
pensa, sta spesso nella riflessione.
[Uroboro - Rassegna
contemporanea, Edizioni Mediateca, Campi
Bisenzio, 2000.]
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