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Fulvio Baldoino

Aforismi

 

  1. La genialità salvifica dell'aborto. Redenzione in extremis di padri e madri e fortuna per gli altrimenti sfortu - nati.
     
  2. Mi accorgo che il mio rapporto con Dio è un po' migliorato da quando bestemmio liberamente.
     
  3. Vedo che la scrittura non mi serve proprio a niente, se non a passare un quarto d'ora in cui spero che mi serva a qualcosa.
     
  4. La nascita è una sentenza di morte emessa da quegli stessi che fin dal primo momento si affannano per evitarci la morte.
     
  5. Non è uno scherzo: viviamo, moriamo. E tutto definitivamente.
     
  6. Le cose, troppo cose, non potevano essermi care; così le ho pagate carissime.
     
  7. Essere sempre molto pensi-erosi
     
  8. Come il passeggero che alla stazione perde sempre le coincidenze, e che si chiede se sia una coincidenza.
     
  9. Certi dolori vengono vissuti in solitudine perché intanto si è consci che la comprensione e consolazione dell'interlocutore non basterebbero; ci vorrebbe la consustanziazione.
     
  10. Ci sono cose cui una madre non pone rimedio. Le cose della morte e dell'amore, per esempio. Dicono che l'amore di una madre sia infinito. Non sottilizziamo e crediamoci. Ma non arriva nell'infinito.
     
  11. Il tempo. Noi siamo dei segna - tempo. E il tempo ci ripaga segnandoci a sua volta.
     
  12. Per curare l'amore ci vuole l'amore.
     
  13. Non è facile il giusto incontro. Ma diventa un incontro disperato quando l'amore che si cerca è l'unico che siamo convinti possa avere il potere di guarirci, visto che ha avuto il potere di ammalarci.
     
  14. Non avere ancora capito se il non trovare un senso alla vita sia mancanza o sovrabbondanza di fantasia.
     
  15. Al night: occupato. All'albergo: occupato. Al cesso: occupato.
    Comincio a pensare che sia un destino, o uno scherzo, o un imbroglio. Comunque per ora di certo un mistero.
     
  16. Moriamo senza sapere come dove quando perché. Viviamo conoscendo il dove il come il quando ma ignorando il perché; cosa, questa di non sapere solo il perché, che misteriosamente basta, da sola, a rendere la vita altrettanto misteriosa della morte.
     
  17. Per me tutti i luoghi sono uguali. Non è una considerazione di un cosmopolita, ma di un apolide. Essere nato in terra italiana non significa ignorare che l'essere è da tutte le parti e che sarebbe meglio non fosse da nessuna.
     
  18. Da scolaro di prima elementare mi davano da scrivere pensierini. Ora, un terzo di secolo dopo, scrivo pensierini. In questo, come in tutto il resto, non sono proprio un individuo "in progress..."
     
  19. Chi ha fatto le parti? (all'uno le creste di gallo all'altro le zampe di gallina?). Dio? Il destino? Il caso? Ananke? Non lo so. So solo che la mia vecchia zia Berta le avrebbe fatte meglio.
     
  20. L'uomo è un lutto ineluttabile.
     
  21. Essere fuori tempo è male, ma essere fuori tempo e sentire il tempo è malissimo.
     
  22. La democrazia non fa per me. Mi provoca fastidiosi disturbi psicosomatici e mi rende noioso. Soprattutto verso coloro per i quali mi impegno ad esercitarla.
     
  23. Generare è una degenerazione.
     
  24. Per far fronte alla morte si pensa bene di opporle una nuova vita, passando sopra al fatto che il nuovo venuto a suo tempo ammalerà e morirà, e saranno, quelli, momenti tutti suoi. Come vogliamo chiamare tutto ciò? Un petit cadeau?
     
  25. La consistenza della nostra libertà? Parte da lontano: in balìa della bàlia.
     
  26. Di fronte ad una verità durissima ci accomodiamo con qualche bugia vigliacca che torna bene a noi e agli altri che se la sentono raccontare e che ci sono grati per non avercela dovuta suggerire, ma anzi di averla suggerita a loro, per quando sarà il loro turno.
     
  27. Il bene? E' svaporato, forse del tutto cancellato dall'esistenza della categoria del benemerito.
     
  28. Il Paradiso? Chissà se esiste. Ma è una questione puramente teorica.. Moralmente la cosa è del tutto indifferente. Deve esserlo.
     
  29. Certe vite sono troppo faticose, insopportabilmente faticose. Chissà quanti trapassati di buon cuore dalle loro tombe piangono sui vivi.
     
  30. Ho passato tutta la vita in tribunale. Dalla parte dell'imputato e insieme dalla parte del pubblico ministero. Ho dovuto produrmi in contorsionismi per potermi puntare l'indice contro.
     
  31. Apparentemente siamo, così soli, nella condizione ottimale per meditare. In realtà la buona meditazione è quella propria di chi ha il tempo per stare sufficientemente solo dopo essere stato sufficientemente in compagnia.
     
  32. Ci si accorge troppo tardi di certi errori, e spesso il ritardo risulta essere il vero errore, quello irrimediabile.
     
  33. Da migliaia di generazioni si spera in un mondo migliore. Poi, quello che succede sempre è di passare a miglior vita.
     
  34. L'oggettività non è la verità, e neppure il mezzo per attingerla.
     
  35. pazzi o pupazzi.
     
  36. Non si esce da sé da soli come la lisca non esce da un pesce (vivo).
     
  37. La gente si salva arrotondando gli spigoli della coerenza; che è quello che vogliono gli educatori (Stato, Chiesa, scuola ecc.) senza volerlo far vedere. Essi lasciano lì, sbadatamente, una lima. Che combinazione!
     
  38. Le cose possono essere di più o di meno di se stesse. L'importante è che non siano se stesse.
     
  39. La Chiesa ha bruciato un bel po' di gente. Sosteneva di farlo per Cristo. Ma Cristo non lo avrebbe fatto per sé.
     
  40. A quarant'anni finiscono gli inganni: inizia il tempo debito.
     
  41. Come anche la fortuna è cosa relativa! Se se ne ha, prima si invecchia e poi si muore. Cioè prima si finisce impolverati e poi polvere.
     
  42. Settembre. Anche quando il sole è alto nel cielo la luce è come trattenuta, di un giallo che non esplode. Si direbbe filtrato da qualche vetrata gotica.
    E la malinconia è assicurata.
     
  43. Quando le chiederò appuntamento, non vorrò disturbarla troppo.
    "Mezz'oretta solo" - le dirò - " poi ti lascerò alle tue giornate. Giusto per parlare un poco della morte, e capire cosa ne pensi e come la vivi. In tre anni abbiamo litigato e ci siamo abbracciati e guardati di storto e accarezzati e fatto anche altre cose, ma della morte non ne abbiamo mai parlato. Vorrei sapere, ad esempio, se te ne distrai per natura o per calcolo; e quando fosse per calcolo, se puoi confessarmi il segreto".
     
  44. Leggere certi miei aforismi può essere irritante, me ne rendo conto. Hanno l'ambiguità concettuale e formale dei quadri di Hescher e della figura visi-vaso di Rubin, per cui ti sgusciano in altro e te la fanno sotto gli occhi. Ma la realtà non è un po' così? Magari un po' tanto così?
     
  45. Quando si è malati sembra di essere impegnati in una lotta corpo a corpo col proprio corpo, e non sai più se questo sia un nemico da vincere o un amico da sostenere. Allo stesso modo dal dentista ti può capitare di essere dalla parte del dente.
     
  46. Mi restano i rimasugli di speranze che prima, tanto tempo fa, potevano permettersi di non essere speranze, ma erano una realtà futura dovuta.
     
  47. Nella nostra società conta chi produce e chi si riproduce, e chi si riproduce perché così poi produce.
     
  48. A mano a mano che in natura si sale la scala evolutiva, la riproduzione abbisogna di sempre maggiore attrattiva. Nell'uomo, con l'erotismo e la sessualità, l'attrattiva è massima. Se così non fosse egli si accorgerebbe di essere una pedina di un gioco ingiusto e mortale e si asterrebbe dal moltiplicarsi.
     
  49. Non è necessario essere salaci o sagaci. Basta essere onesti per essere originali.
     
  50. Il cuore in una vita batte due miliardi e mezzo di volte. A quale porta?
     
  51. Il cuore in una vita batte due miliardi e mezzo di volte. A voler dedicare tutta la nostra esistenza all'umanità, abbiamo a disposizione mezzo battito di cuore pro capite.
     
  52. La casa di chi è solo non è casa sua.
     
  53. Il sospetto è che spesso si fa un figlio perché non si sa fare altro.
     
  54. Forse trasgredire serve a capire ciò che si è trasgredito. Anzi, forse è l'unico modo per capirlo.
     
  55. Scampare alla vita. In tale paradosso sta l'inetto, si perde il suicida.
     
  56. Gli amici quando si incontrano si stringono la mano, destra con destra o sinistra con sinistra. Gli innamorati quando si incontrano si prendono per mano, sinistra con destra.
     
  57. Abbiamo bisogno di regole? Semplicemente crediamo di averne bisogno? Fatto sta che sentita la cosa sotto l'ala della necessità, subito ci necessita (appunto) regolamentare le regole con altre regole, che richiamano come api al miele regole al quadrato, e poi al cubo, e poi alla quarta...fino all'ennesima.
    Cioè fino ad un quantum di identità pari a quella di un N.N.
     
  58. Quando prendo sul serio un mio pensiero serio, mi sento impaurito e solo.
     
  59. Che visione ridanciana dell'umanità!...
     
  60. Non enfatizzo mai. E se quanto dico è forse poco per stupire, ciò per cui lo dico è comunque sempre troppo da sopportare.
     
  61. Il massimo di giustizia che l'uomo possa produrre, non è ancora lontanamente sufficiente a questo mondo, e non lo sarà mai, costitutivamente; perché tutto nella natura si mastica vicendevolmente, di necessità. Il mondo pertanto è infetto della stessa infezione di un bubbone, e da essa come un bubbone soltanto può guarire: scoppiando.
     
  62. Sarà Compassione a sciogliere l'afrore del pus nel nulla: una bomba atomica, l'unico reale progresso della nostra epoca, potrebbe essere lo strumento più egualitario. Attraverso di essa l'Amore trionferà. Nel nulla, finalmente, e non sul nulla come tanta retorica ammaestra. E' vero, sarà una volta; ma sarà una volta per sempre.
     
  63. Il movimento, nell'arte fotografica non è, di norma, concesso. Il tempo di esposizione e l'apertura dell'otturatore dettano precise leggi in materia. Ecco allora nascere la posa, artificio necessario. Ma fino a che punto artificio? E' vero: si cerca la posa migliore, ci si atteggia. Ma la posa non ci dice forse moltissimo del soggetto proprio in quanto per arrivare a "mettersi in posa" egli ha fatto una scelta?: Quella è la sua migliore posa. Quello è l'atteggiamento in cui vuole essere visto. Il soggetto dunque ci dice dei suoi desideri. E non è forse di più dire dei desideri che della realtà, spesso vissuta come estranea?
    Io ho pudore a raccontare i miei sogni.
     
  64. Bisognerebbe che accidia e indifferenza, che introversione e decadentismi, smettessero di fronte alla violenza, alla prepotenza, alla segregazione, alla tortura, all'imbestiamento.
    Uomini al limite di una sofferenza che stanno per affermare e negare col suicidio, indugiano ancora disperatamente perché non riescono a non forzarsi a contare su di noi. Sì, c'è qualcuno, molti anzi, da qualche parte del mondo che conta su di noi.
    Bisognerebbe ricordarlo più spesso alla nostra memoria corta.
     
  65. Ho il senso della misura ma mi manca l'equilibrio. Sembrerebbe una contraddizione nei termini, invece è proprio perché manca l'equilibrio, quell'equilibrio che potrebbe permettere di sbilanciarsi con un certo ardire a destra e a mancina, che devo essere misurato in tutti i miei passi.
    In tutti i miei passi sul filo.
     
  66. E' strano come la noia, un (non) sentimento così profondo, renda superficiale il vivere.
     
  67. La spirale del DNA, da cui nasce la vita.
    Considerando cos'è la Storia, l'esistenza, la Natura, una spirale di violenza.
     
  68. Ci sono pensieri senza parole: perché non ne esprimerebbero, perché non ne sarebbero espressi.
     
  69. Una sfilza di insuccessi può non indurre affatto lo sfortunato (o incauto, o incapace, o ingenuo ecc.) personaggio a desistere dai suoi obiettivi. Anzi, può accadere che a mano a mano che si arricchisce la sua collezione di tonfi, egli creda sempre più in ciò che tenta.
    Dipenderà da una testardaggine inversamente proporzionale alla riuscita, o da una forma di titano-vittimismo o da altro ancora? Non sappiamo.
    Sappiamo però che è un fatto. Anche nostro.
     
  70. Il bisogno di Dio aumenta con l'aumentare di tutti quei fatti che ne evidenziano l'assenza.
     
  71. L'individuo e la società spesso hanno ottenuto grandi progressi attraverso grandi disobbedienze. Forse soprattutto attraverso grandi disobbedienze.
     
  72. Il sonno è a volte una fuga, e quando si deve fuggire si ha sempre fretta. Perciò è assolutamente sbagliato pensare che l'addormentarsi subito sia l'ovvia prerogativa delle persone serene e tranquille.
     
  73. La differenza tra prosa e poesia sta (tra l'altro) in ciò, che la prosa volendoci comunicare delle cose per come oggettivamente sono, per essere corretta deve portare delle dimostrazioni, e quelle chiariscono il senso del messaggio; la poesia invece volendoci comunicare delle cose così come vengono sentite deve scegliere la forma più adatta a far sì che le proviamo nella stessa misura e con la medesima intensità del poeta. Ecco prender corpo allora il paradosso per cui ciò che più dovrebbe essere lontano dalla formalità è curatissimo nella forma.
     
  74. C'è un legame con la madre dovuto a diversi fatti, ma soprattutto al fatto che la società sostiene che c'è un legame con la madre.
     
  75. L'inaridimento è cosiffatto che non risparmia neppure se stesso: impossibile per una persona arida dire cos'è l'aridità, a meno che non le sia rimasto un residuo di verde nell'anima.
     
  76. Spegnere la musica (virtuale) che ci pare faccia da sottofondo (misteriosamente senza note) di una situazione che viviamo, porta a ridurre a pure cose (da non confondere con cose pure) i vari elementi che a tale situazione partecipano.
     
  77. "Sono un uomo solo; sono solo un uomo". Pensieri che più o meno nitidamente devono essere propri di ogni condannato a morte. Forse anche di Cristo dopo il Getsemani ("E così non avete potuto vegliare con me neppure un'ora?";"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?").
    E pensieri anche di chi vorrebbe fare qualcosa per i Cristi che in guerra o sullo stabulario, persone o cavie, sono comunque inchiodati: al loro destino, alla loro solitudine. E tremano loro convulsamente le braccia o le zampe sotto i chiodi o sotto gli spilli da bàlia..
     
  78. Avrei creduto che la lotta per l'autenticità mi meritasse l'essere; invece, dietro l'ultima maschera non ho trovato niente. Sarebbe stato meglio che prendessi a prestito, come a suo tempo tutti i miei amici adolescenti, a destra e a manca. Poi qualcosa mi sarebbe rimasto addosso senza volere, e perciò autenticamente.
    Così, sono spennato come una gallina pronta per il brodo, e tutto ciò solo in nome di una mascherata. Sì, se il mondo è un carnevale, a questo punto realmente non sai più se è più giusta la tua verità o quella di Arlecchino.
     
  79. Bisogna lasciarsi andare all'intuizione più spesso, se non altro per vedere fin dove si può arrivare con il proprio ragionamento automatico-istantaneo interno. Sì, interno. Perlomeno rispetto quello analitico, che sembra giungerci da una nuvoletta che ci sta giusto a un palmo dalla testa.
     
  80. Ai vivisettori auguriamo, quando moriranno, di rinascere topi. Vedremo se avranno ancora lo slancio umanitario di continuare la loro missione da quella parte.
     
  81. Mascheriamo il nostro egoismo con l'altruismo. Avere figli non è altro che questo. Ogni maternità e paternità è una bestemmia al Dio che c'è (se c'è) o una lode al Dio che ci sarà (se ci sarà). Infatti ciò che cerca disperatamente di fare l'uomo è creare Dio. Ma questa è un'operazione che richiede molto tempo e molto personale.
     
  82. I miei dubbi?: Aml-etici.
     
  83. L'aforisma differisce dalla massima in questo: che può essere tagliato su misura anche per un caso che in situazioni simili si verifica una volta su 100. Ma per quel caso valere al 100%
     
  84. Il sentimento di inferiorità che una persona in condizione di handicap prova, unitamente al sentimento di democrazia e buon cuore " octroyé " che si sente riversare addosso, stoppano il libero estrinsecarsi della sua personalità. E' una bontà insomma che si paga a caro prezzo, un po' come si paga a caro prezzo la generosità dello Stato quando elargisce le concessioni governative.
     
  85. I genitori, lo Stato, la società, vorrebbero che ci istruissimo ma non troppo. Solo fino al punto in cui le domande, sale di ogni sapere, non riguardassero la radice delle cose.
     
  86. La società, si dice, sarà giusta quando non ci sarà più il povero e il ricco.
    Non sarebbero più pratici e più onesti a dire mai?
     
  87. La massima dà una morale; l'aforisma la distrugge. Di massima.
     
  88. La ragione o il torto te li dà la vita, non la ragione. Che poi di ciò noi non si riesca a farcene una ragione, è un altro conto.
     
  89. Dio non è fondamento ma è fondamentale.
     
  90. Coloro i quali credono che ogni essere umano abbia a fianco il suo Angelo Custode, hanno mai provato ad immaginarlo quando si sposta a mossettine di danza sincrone a quelle del torero? E quando per non staccarsi dal suo protetto neanche di un palmo si piega in avanti con lui nel momento della stoccata finale? E poi quando lo segue (lo conduce?) presso gli spalti dove una senorita riceverà al volo il trofeo di un orecchio? Se ci riescono sappiano allora che il merito non è soltanto del matador, ma anche suo, dell'Angelo. Diamogliene atto.
     
  91. Sono politicamente pericoloso? Diciamo che non sarei uno di quei soldati a cui passerebbe la rabbia e si eclisserebbe la ragione non appena sul palco comparisse una sciantosa ben fornita, fornita dallo Stato.
     
  92. In nome dell'umanità facciamo agli animali cose orribili, ma dove il nostro sadismo ipocrita si scatena fino a dover diventare, nel tentativo di trovare giustificazione, blasfemo attraverso la preghiera, è quando si fa ciò che si fa in nomine patris, et filii, et spiritus sancti. Amen. Facendo corrispondere sincronicamente a una parola così conclusiva la rasoiata che dissanguerà l'agnello.
     
  93. Chissà se i figli di Rousseau, abbandonati in orfanotrofio, erano gelosi di Emilio, l'unico pargolo di cui Jean Jacques si occupasse, e l'unico di cui ci si ricordi, immaginario com'era.
     
  94. E' naturale coltivare le emozioni come la piantina di basilico di Lisabetta? La tentazione è forte, anche perché comunque è naturale il desiderio di rifarsi, sia pure con un artificio, di tante emozioni abortite.
     
  95. Un Dio che ci costringe al mutismo (quante cose essenziali riusciamo a dire?) e alla sordità (perché il nostro mutismo è la sordità dell'interlocutore), se non esiste è una fortuna.
     
  96. Di sovrumano non c'è Dio. C'è il Bisogno.
     
  97. "Sii te stesso", si consiglia, credendo così d'aver risolto ogni problema, "accèttati".
    E magari lo si consiglia a chi, proprio perché è se stesso, si ...accétterebbe.
     
  98. Non credo che il valore più grande sia la vita. Credo sia la libertà. "Libertà va cercando ch'è sì cara / come sa chi per lei vita rifiuta". Tuttavia non è chiaro come ciò sia possibile dal momento che se la libertà rientra nella vita, si avrebbe la negazione di un insieme a vantaggio di un suo sottoinsieme; e se non vi rientra, come si possa fare da parte di un vivo l'affermazione che ho fatta. Forse che misteriosamente la libertà sentita dai vivi va oltre la vita? La si può situare in un aldilà che senza essere trascendente resta insieme oltre e presente? Ultrapresente?
     
  99. L'idea di distanza spirituale collegata all'idea di distanza fisica. Quando finisce un amore, l'altro è altrove che ti scontra col gomito.
     
  100. Gli animali si accoppiano senza sapere quale potrà essere il frutto di tale accoppiamento. Quando il loro encefalo si evolverà e lo sapranno, potremo cominciare a chiamarli Adamo ed Eva, e come Adamo ed Eva saranno macchiati dal peccato originale.
     
  101. Finché non ci sarà una profonda riflessione sul rapporto tra uomo e animale, ogni filosofia morale nascerà abortita. Non possiamo esimerci dal tematizzare quanto ci è così vicino, non foss'altro che fisicamente. Se non lo si è ancora fatto è perché abbiamo intuito che ci costerebbe caro. Caro come costa cara qualsiasi democrazia.
     
  102. Il problema è come l'essere possa essere infinito e multiforme.
     
  103. Mi sono sempre lasciato troppo imbrigliare dai miei superiori. L'anarchia sarebbe la miglior cosa, ma anche la più difficile. Che il primo passo da fare non sia quello di sbandare sulla corsia opposta lasciandomi imbrigliare dai miei inferiori?
    N.B.:
    Sto parlando freudianamente.
     
  104. Avere così poca fantasia da non riuscire ad immaginare quello che si ha davanti...
     
  105. I miei segreti mi sono troppo intimi per dispormi ad una qualsiasi intimità.
     
  106. Il volo non è per me aspirazione metaforica di libertà. Mi sento altrettanto libero quando riesco a tenere i piedi ben piantati per terra.
     
  107. La Chiesa sarebbe il corpo mistico di Cristo!... Mistificante, semmai…
     
  108. Di una donna mi colpiscono le mani: manifestano.
     
  109. Una pelliccia dovrebbe essere mortificante per chi la porta addosso, visto che ha mortificato mediamente una mezza dozzina di animali; ed è il modo con cui li ha mortificati l'offesa al pudore, a tutte le ore del giorno e della notte, per una coscienza che non abbia il pelo sullo stomaco.
     
  110. Non c'è un'altra materia in cui più della pedagogia si parli così tanto e si concluda così poco.
     
  111. In aereo bisogna affidarsi all'uomo, o a Dio, o alla fortuna. Proprio quando hai raggiunto l'inverosimile, volare, tu non conti.
     
  112. Credevo di avere dei debiti da saldare, in realtà li stavo pagando per altri. Ad ogni modo Dio non m'ha mai fatto credito; e se ha prestato, ha prestato ad usura.
     
  113. La colpa non ti permette di progettare il domani perché non sai se entro domani te ne sarai liberato.
     
  114. L'Inferno e il Paradiso rendono impossibile la morale. E infatti sono immorali.
     
  115. La Natura certo mi distruggerà, ma io non contribuirò a costruirla.
     
  116. Chi deplora la bestemmia, mostra di non credere all'onniscienza di Dio.
     
  117. Se il cielo è infinito, possiamo avere delle regole? O non durerebbero lo spazio di una nuvola o al più di un'orizzonte?
     
  118. A volte si ringrazierebbe volentieri, e volentieri sarei il samaritano che torna indietro, se ci fosse qualcuno a cui rivolgere la nostra gratitudine.
     
  119. Certe persone hanno l'unico scopo, se così si può dire, di dare noia alla vita del prossimo; a volte proprio di renderla pessima. Sono persone di nessuna qualità.Il loro è un vuoto totale di comprensione, di sensibilità, di disponibilità; un pieno zeppo di boria, di pregiudizio, di calunnia, di pettegolezzo, di chiacchiera, di qualunquistica sciatteria. In punto di morte le loro ultime parole sarebbero una stupidata di più.
     
  120. In questo mondo bisognerebbe cercare di aiutarsi per rimediare al fatto di vivere. Ebbene, c'è chi opera in modo del tutto opposto. Il fatto è che non lo fa neanche apposta, per calcolo o per cinismo...Si ritrova ad essere etimologicamente scemo per sensibilità e per morale, cioè socialmente ben inserito; e pericoloso com'è per la verità, trova un'altra come lui con la quale, non pago di formare una coppia di scemi, mette su famiglia e poi dà una sana educazione alla prole.
    Dopo bisogna andare a leggere sul manuale delle istruzioni che cosa serva tutta la bella famigliola.
     
  121. La fede di molti, forse di tutti, è un rime-Dio.
     
  122. Come scrivere il nome di Dio?
     
  123. Come scrivere il nome di dio?
     
  124. Noi bianchi, sazi, mutuati, siamo una minoranza rispetto al resto del mondo. Ma poiché ci troviamo tra altri simili a noi per condizioni, non ce ne rendiamo realmente conto. Lo sappiamo solo in astratto, come in astratto ciascuno di sé sa che deve morire, ma neanche nonagenario concepisce di essere un brulichio di vermi di lì a qualche settimana.
    In tali frangenti l'invasione dal sud, dall'est e dal sud est può essere conoscitivamente salutare.
     
  125. Le nostre convinzioni di fondo non sono, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, le più fondate.
     
  126. L'ispirazione è lo spostamento d'aria per il battere d'ali di una falena: senti appena un po' di prurito al naso e cominci a grattarlo; poi arriva uno starnuto e con un vago piacere te ne liberi. Il fatto è che magari neanche sapevi che c'era una prigioniera nella stanza.
     
  127. La diversità si paga con la diversità.
     
  128. Prendere l'idea della morte con allegria. Si campa, si va via. E se qualcuno non dovesse morire, si dovrebbe sentire discriminato.
     
  129. Il motivo per cui siamo, nonostante tutto, così attaccati alla vita e ne abbiamo fatto uno dei valori più alti, è che finisce assolutamente.
     
  130. Non ho ancora ben capito la differenza tra prosa e poesia. La intuisco più che altro, ma ho pure il sospetto che tale intuizione mi sia data dal concetto corrente che si ha per l'una e per l'altra. In sostanza un giudizio così incarnito nella mentalità della gente, che lo scambi per un giudizio tuo, per lo meno nella misura in cui senti di appartenere alla gente.
     
  131. Avere una casa. Comprare uno spazio dello spazio del mondo e gestirtelo, e nascondertici, e cambiarlo, e darlo in appartenenza agli ospiti finché sono ospiti, e aprirlo e chiuderlo, e metterci le tue cose e darvi appuntamento consueto e naturale per i tuoi affetti e i tuoi effetti personali.
     
  132. I genitori per vocazione, bisognerebbe randellarli sulla pubblica piazza, e ad ogni bastonata associare una frasetta esplicativa che illustri loro come il loro amore non era altro che egoismo camuffato.
    E bim e bum, e ahi! e ohi! finché non gli si schiariranno a puntino le idee sul fatto che di enti involontari è già pieno il mondo senza far opera di volontariato.
     
  133. Ogni attimo di vita in più è un attimo di vita in meno.
     
  134. È difficile spiegare il concetto che Gozzano aveva delle piccole cose borghesi. Certo è che gli è riuscito di amarle senza farsi borghese piccolo piccolo.
     
  135. La forza degli usi e costumi sociali è così forte che se la morte fosse facoltativa, si morirebbe perché tutti lo fanno.
     
  136. Spesso la vita è troppo più di se stessa perché la si possa vivere. Richiede una forza, lei che è la vita di un uomo, sovrumana.
     
  137. La politica è una cosa sporca perché ha interesse a fare l'interesse di tutti, mentre a volte bisognerebbe avere il coraggio di fare l'interesse di uno solo, se quell'uno ha ragione.
     
  138. Entro in una grande biblioteca. Mi siedo a leggere le mie venti pagine l'ora. Poi faccio un po' di conti mentre guardo attorno i muri tappezzati di libri. Divento più umile di san Francesco.
     
  139. Cercare cosa ci ha diviso, ci ha scisso, ci ha fatto fessi.
     
  140. Psicologicamente parlando, non essere corposo significa essere colposo.
     
  141. Io Polifemo; io con un occhio solo e accecato; io che rispondo alla domanda del mio fratello:
    - Chi è stato?
    - Nessuno!
     
  142. Ci sono momenti in cui pur di avere ciò che voglio venderei l'anima a Dio.
     
  143. Come Machiavelli trovava un contrasto insanabile tra politica e morale, così io trovo un contrasto insanabile tra quest'ultima e la natura. A cominciare dall'inizio, se la vita dell'uomo è frutto del peccato originale che ricade su chi nasce, e se la base del vivere, il sostentamento, carnivoro o erbivoro che sia, è peccato frutto del peccato, e ricade su chi muore. E fin'ora nessuno ancora ha provato che così non è, cioè che l'evidenza è falsa.
     
  144. L'anima ti anima solo se è ben accompagnata dal corpo. Un'anima pura è un'anima dura di comprendonio: non capisce il bene e non capisce il male; non gode e non soffre; non ha piaceri e non ha ripugnanze. Perfino non è in grado di intendere le cose più razionali o più spirituali. Insomma è più anima un'anima-e-corpo, che un'anima-e-basta.
     
  145. In certi casi di persone troppo timorose di Dio, la bestemmia è ciò che mette in condizione di amare. Forse persino di amare Dio.
     
  146. Giuseppe faceva il falegname. Cristo è morto su una croce di legno. Il mestiere di suo padre non era casuale.
     
  147. La letteratura, e l'arte in genere, possono in effetti riempire il vuoto dell'esistenza; ma l'impressione è che siano in grado di farlo solo se si tratta di letteratura e arte mosse dalla voglia di gloria e di gioco. Tolti nel profondo e l'una e l'altro, il vuoto non pare abbia difficoltà a fagocitarle.
     
  148. Il segreto dell'esistenza sta nel saper vivere in modo assoluto il relativo, e poi, esauritolo, nel passare ad un altro relativo, vivendolo di nuovo assolutamente.
     
  149. Capisco che quando si è in sintonia con l'esistenza, quasi ci si senta dei benefattori a fare un figlio: un abbaglio in qualche misura comprensibile. Ma chi sta male non può neanche invocare a sua discolpa l'inganno della vita. Sa cosa è vivere. Ciò dovrebbe essergli una indicazione sufficiente su cosa (non) fare.
     
  150. L'ultimo uomo, quello che dopo tutti gli altri ha compreso l'inutilità oltrechè l'immoralità della procreazione, prima di esalare l'ultimo respiro, se vorrà gratificarsi dell'ultima illusione, porterà la mano alla bocca e indirizzerà a Dio una pernacchia d'addio. E' vero che col nulla non si vince mai, ma è altresì vero che si può non perdere più.
     
  151. Quando inizia a piovere non c'è bisogno di una ragione: è un momento in cui i sensi non ti mancano e il senso non cerchi. Ti prende persino il gusto di fare dei progetti indeterminati.
     
  152. La nostra ragione non può pretendere ragioni plausibili da una vita che è costituzionalmente irrazionale. L'uomo perciò si trova su un pianeta a lui eterodosso. Non è ecologicamente al posto giusto. E' fuori nicchia.
     
  153. Stabilito che la vita non ci considera se non come funzionali a se stessa, e che comunque diventerebbe autolesionistico andare contro la vita, fingere con tutta la convinzione possibile, al pari di buoni attori, di credere ai suoi inganni; ma non fingere per l'inganno più determinante: la proliferazione. Esso infatti coinvolge altri, che non sappiamo se sarebbero capaci a recitare.
     
  154. Il troppo attento al senso della vita, finisce per capire il nulla, e il nulla lo rende distratto. Alla fine si ha che chi è troppo attento è troppo distratto.
     
  155. L'horror vacui dell'Uomo, che è poi quello che spinge il maschio a mettere incinta la femmina, la quale è generalmente consenziente essendo in senso lato Uomo anch'essa.
     
  156. Il sonno ci riposa dalla vita. Una ninna nanna la cosa più grata che possa offrire una madre.
     
  157. Pentitevi!, gente di troppa fede nella vita! Pentitevi soprattutto voi, ginecologi ed ostetriche, servi di vagine in cerca di vagiti e di peni fautori di pena. Pentitevi finché siete in tempo; e se non lo siete più, diventate, ultima solidarietà, mammane per le altrimenti mamme, cucchiai esperti e pietosi.
     
  158. Il mio è un altruismo che giunge alla disumanità. Non giustifico cioè chi si inchina al desiderio quasi insopprimibile di continuare se stesso in un altro che abbia la sua eredità genetica al fine di non morire alla sua morte individuale. No. Io sono disumano. Dico che bisogna accettare la morte.
  159. Altro che uteri a pigione per chi è sterile! In prigione, semmai, sotto cento catenacci.
     
  160. Perché preferisco il relativo all'assoluto? Perché se una gabbia è una gabbia, puoi ancora sperare, ma se il cielo è una gabbia, allora è finita.
     
  161. La vita è un soffio che ti soffia via.
     
  162. Vive bene chi sa gestire l'arte della contraddizione, cioè colui che non tiene conto di alcun principio, men che meno di quello di non contraddizione.
     
  163. Ragioniamo in modo funzionale alla nostra sopravvivenza, che in senso lato significa anche i nostri interessi e la nostra convenienza. Le cose più assurde vengono perciò giustificate. Si giustifica tutto: dall'encierro al fatto che una scopata, di per sé sana, sia finalizzata al concepimento di un essere che per un tumore, un colpo apoplettico o qualche altro accidente o incidente comunque morirà nel dolore. Un pene eretto, se non si sta attenti, è una stele da camposanto.
     
  164. Noè ha perso una buona occasione!
     
  165. Con chi prendercela se Dio non c'è?
     
  166. Forse preferiremmo un Dio malvagio, da bestemmiare con paura ed orgoglio, piuttosto di questo nulla senza orecchi, che trasforma ogni nostro gesto verso o contro di lui in stupidità.
     
  167. C'è chi crede in Dio per poter giustificare le sue azioni dicendo: "Dio lo vuole!".
     
  168. Se la verità è il niente, può servire a qualcosa votarsi alla verità e alla sua propaganda?
     
  169. Come può resistere un uomo che si sa dimenticato per sempre da chi sapendolo innocente dovrebbe difenderlo, e si trova prigioniero a marcire a vita nel buio di un carcere sperduto in qualche parte altrettanto sperduta del mondo?
    Forse può sorreggerlo la fede; ma se è ateo, potrà egli reggere il peso del niente? E se non vorrà fingere sostituendo il nulla con Dio, allora sarà due volte prigioniero: della prigione e della coerenza alla verità.
    Tuttavia esistono questi santi.
    Santi inutili: non possono pregare per noi; non vorrebbero che pregassimo per loro.
     
  170. Se l'infinito ti sta stretto, è perché in qualunque posto ti trovassi, sai che non sarebbe mai sufficientemente distante dalla tua sofferenza.
     
  171. Se dicessimo alla gente le cose come stanno o, per non sembrare orgogliosi detentori di verità assolute, semplicemente ci limitassimo a pretendere la presa di coscienza da parte della gente delle sue stesse azioni, saremmo presi per pazzi; cioè la gente si difenderebbe da una pazzia smascherata caricando quella medesima pazzia su chi gliela ha rivelata.
     
  172. Secondo il Pragmatismo a certi problemi non si trova soluzione semplicemente perché non sono problemi (per esempio: dove sta il vento quando non soffia?). Ma allora il problema consiste nel perché ci facciamo dei problemi che non sono problemi.
     
  173. Quando l'uomo è passato dallo stato di scimmia a quello, appunto, umano? Quando ha cominciato a riprodursi scientemente, cioè a voler essere eterno come Dio. Un desiderio che nasceva dall'aver compreso che la morte lo riguardava inesorabilmente.
     
  174. E' la storia che ci mostra come la logica sia spesso una logica storica, legata cioè al tempo. Anzi, ai tempi.
     
  175. Se la Natura ha inventato tra un uomo e una donna l'amore per poter procedere attraverso la riproduzione, allora bisogna essere animali accorti, essere volpi: impossessarsi dell'esca senza cadere nella trappola. Rinunciare all'amore, fisico e non, sarebbe un autolesionismo sciocco e inutile.
    Salvare dunque capra e cavolo.
    Più precisamente chi rischia di ritrovarsi sotto il cavolo.
     
  176. Quando siamo sicuri della bontà della pena di morte, dovremmo chiederci con totale immedesimazione: "io farei da boia?". Se la risposta fosse affermativa e noi avessimo fede o stima in Cristo, dovremmo ulteriormente mettere alla prova la nostra affermazione e chiederci con totale onestà: "Cristo farebbe da boia?".
    Perché una cosa è sincera solo se siamo disposti a farla. Altrimenti, se ci limitiamo ad essere disposti a farla fare, c'è qualcosa che non va. Nella cosa. O in noi.
     
  177. Vivere è un'arte. Marziale.
     
  178. Il sentimento, contrariamente a quanto si pensa, sta spesso nella riflessione.

 

[Uroboro - Rassegna contemporanea, Edizioni Mediateca, Campi Bisenzio, 2000.]


 
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