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Nelle nostre regioni vengono coltivate molte varietà di albicocca con differenti periodi di maturazione. Le numerose varietà e l'ampia fascia di latitudine in cui l'albicocco viene coltivato rendono disponibile il suo frutto da maggio a luglio.
L'albicocca ha un basso potere calorico, variabile in funzione della proporzione di zuccheri presenti. Garantisce un buon apporto di minerali, in particolare di potassio. E', tra la frutta, la più ricca fonte di vitamina A: un paio di etti di albicocche soddisfa il fabbisogno quotidiano di un adulto. Debbo, però, far notare che la quantità di vitamina A fornita da una dieta normale è sicuramente più che sufficiente a garantire il raggiungimento dei quantitativi giudicati di sicurezza per questa vitamina. Infatti, numerosi ortaggi di colore giallo o verde contengono come l'albicocca una sostanza denominata provitamina A, che il nostro organismo trasforma in vitamina A. Sono poi fonti dirette di vitamina A numerosi alimenti di origine animale: uova, latticini, pesci e, in misura perfino eccessiva, fegato. Se mangiamo 100 g di fegato bovino accumuliamo nel 'nostro' fegato vitamina A sufficiente per dieci giorni!
Come per la frutta in genere, il momento ideale del consumo è uno spuntino lontano dai pasti principali, al fine di evitare disturbi digestivi, quali gonfiori addominali e fermentazioni. Le albicocche possono essere consumate ottimamente insieme a fragole, ciliegie, mele, pere, pesche e susine.
L'albicocca é un frutto consigliato anche a chi segue una dieta ipocalorica. I benefici che conseguono al suo consumo investono l'intero organismo, che migliora in quanto a forza, vitalità, resistenza alle malattie, equilibrio nervoso, visione notturna e capacità digestiva. D'estate consiglio a quasi tutti di mangiare albicocche in abbondanza. E' sconsigliato, invece, il consumo a chi ha problemi di metabolismo degli zuccheri e a chi ha calcoli ai reni, dato che l'albicocca contiene rilevanti quantità di acido ossalico. Dell'albicocca è possibile anche consumare il seme contenuto nel nocciolo legnoso. Tale seme viene chiamato armellina ed ha un sapore simile alla mandorla (l'armellina viene sostituita a quest'ultima in molte preparazioni dolciarie). Ma ne raccomando un consumo moderato, 10-15 semi alla volta. Infatti, l'albicocca, come le altre piante del genere Prunus, contiene una sostanza potenzialmente tossica, se assunta in quantità superiore a quella che il nostro organismo riesce naturalmente a disattivare.
Ne La finestra si trovano i riferimenti bibliografici: (2), (5), (6), (10), (22), (24), (28).