Eccoci di nuovo a leggere un Editoriale di Music on Tnt. Ultimamente ho parlato degli Mp3, in particolare di cosa sono tecnicamente e di un loro possibile uso a scopi pubblicitari indirizzato per inuovi artisti che vogliano farsi conoscere grazie a Music on Tnt.
Ma gli Mp3 hanno molti nemici, primi tra tutti i discografici, che spaventati dalla possibilità di vedersi annullare gli introiti derivati dalle vendite, hanno dichiarato guerra alla comunità di Napster.
Le maggiori case discografiche americane hanno infatti accusato questo programma (e chi lo ha inventato), di favorire la diffusione pirata di interi album dalla rete.
Per chi di voi non lo conoscesse, Napster è un programmino che permette di scaricare dalla rete praticamente ogni brano musicale esistente.
La banca dati di tutto questo ben di Dio sono quelli che usano materialmente il programma. In pratica chi si connette con la comunità di Napster mette a disposizione di tutti i brani Mp3 che ha nel pc di casa e nello stesso tempo, può scaricare i brani dagli altri pc connessi in quel momento.
Basta digitare l'artista e la canzone e di colpo appariranno tutti i possibili donatori e la velocità del loro modem.
La pecca di questo geniale programmino, è che permette di scaricare interi album senza pagare una lira di diritti d'autore. Gli avvocati difensori di Napster hanno risposto alla denuncia delle maJor contro-denunciandole accusandole di monopolio, e forse non hanno tutti i torti.
Il prezzo dei CD è esorbitante e, in barba a tutte le regole della concorrenza, è pressochè uguale senza distinzioni tra una casa discografica e l'altra. Questo se da un lato significa che (ad esempio) di Battisti esce un solo disco alla volta e solo sotto una major (quindi senza possibilità di concorrenza), dall'altra è palese la volontà di tenere alti i prezzi dei CD e non venire una volta per tuttte incontro a chi la musica la compra.
Il vero motivo della caduta libera delle vendite ufficiali di CD non è da imputarsi a fenomeni tipo Napster, ma alla politica dei prezzi a dir poco folle delle case discografiche. L'unico modo per combattere, e vincere, la pirateria è abbassare il prezzo dei cd e portarlo a livelli onesti, cioè 20-25000 lirette.
Senza questa presa di coscienza i discografici perderanno sempre più soldi, gli artisti si lamenteranno sempre di più, e i programmi del tipo Napster brulicheranno ovunque.
Se il merito di Napster è stato quello di spaventare i big delle major discografiche, la sua colpa è quella, innegabile, di favorire una illegale fonte di scambio di un bene, la musica, che gratis non può essere.
Una cosa è fare come quel pazzo dell'editore di Music on Tnt, che mette tutto on line gratis, e una cosa è permettere lo scambio gratuito di cose pubblicate per guadagnare. Questa si chiama pirateria, e non è legale. Quindi è da condannare.
Una soluzione potrebbe essere quella di far pagare una cifra simbolica per ogni download, ma la strada in questo senso è ancora irta di difficoltà.
L'unica cosa certa, è che il fenomeno internet e gli Mp3 non sono trascurabili e porteranno scompigli davvero impensabili al mercato discografico che conosciamo oggi.
Ovviamente noi speriamo che i prezzi scendano e guarderemo attentamente ogni nuovo sviluppo della vicenda.
A presto
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