Drums and wires è l'anno della svolta per il gruppo di Swindon. Intanto l'arrivo di una seconda chitarra, quella di Dave Gregory, e l'abbandono del tastierista Barry Andrews, cambiano radicalmente il sound degli XTC. Ed infatti Drums and Wires è un disco decisamente più elettrico e ritmato dei precedenti. Poi si cambia radicalmente produzione: da John Leckie si passa al famosissimo Steve Lillywhite (U2 e Simple Minds tanto per citare qualche nome celebre) il quale, per una volta, non ci mette troppo del suo nelle tecniche di ripresa ed incisione e forse Hugn Padgham, ingegnere del suono, riesce a far sentire la sua benefica influenza. Lillywhite ha infatti un gusto personalissimo nelle scelte di *sound*, scelte che non mi sono mai, dici mai, piaciute. Forse a lui piace far suonare i gruppi in modo grezzo, quasi fosse una registrazione casuale...il risultato è, secondo me, pessimo, perchè sembra di ascoltare una cassetta smagnetizzata attraverso un registratore mono :-) Non così, per fortuna, Drums and Wires, almeno la versione LP in mio possesso, che suona calda, dinamica e molto, molto convincente. Dopo questa breve divagazione tecnica, torno sul lavoro artistico degli XTC. Le canzoni contenute nell'album sono le seguenti:
Lato A
Making plans for Nigel (Moulding)
Helicopter (Partridge)
Day in Day out (Moulding)
When yoùre near me I have difficulty (Partridge)
Ten feet tall (Moulding)
Roads girdle the globe (Partridge)
Lato B
Reel by reel (Partridge)
Millions (Partridge)
That is the way (Moulding)
Outside world (Partdrige)
Scissor man (Partridge)
Complicated game (Partridge)
Da segnalare subito la presenza dell'hit Making plans for Nigel, nato per caso e con la parte di batteria suonata *rovesciata*: il timpano cade sul charleston e quello che doveva cadere sul charleston va sulla grancassa mentre il rullante rimane invariato. Seppure il brano sia a firma Moulding, il riff di chitarra, ripetuto, è di Andy e la trovata della batteria è del batterista stesso. Making plans for Nigel ha avuto un discreto successo di classifica, arrivando sino alla 19esima posizione nelle charts inglesi e questo testimonia che ormai Colin Moulding aveva imboccato la strada giusta di compositore maturo e personale, non più schiavo dell'influenza di Partridge. Non a caso un altro degli episodi più indovinati porta ancora la sua firma, quel Ten feet all pubblicato anch'esso come singolo di discreto successo. Andy da parte sua fa un po' quel che vuole, tirando fuori dal suo cappello magico perle lucentissime come When yoùre near me I have difficulty, giocata su un testo divertente ed un trascinante ritmo ska/reggae. E, a spiccare su tutte, il capolavoro Complicated game dove Patridge cita ampiamente quella cover di All along the watchtower di Dylan della quale vi ho parlato nella recensione del loro primo lavoro, White Music. Ritorna il canto fortemente sincopato e l'apparente difficoltà a terminare la pronuncia delle parole. Tutto questo in un crescendo che culmina in una sorta di ritornello chiuso da un riff di chitarra molto, molto particolare. Non si tratta di una canzone facile ma ammalia, avvolge, conquista dopo un paio di ascolti grazie alla sua struttura semplice ma complicata al tempo stesso, che si allontana dalla classica impostazione ritornello-ritornello-finale. Grande uso di echi e di effetti completano questo straordinario pezzo di genio partdrigiano. Il grande Andy si concede anche qualche sprazzo più introverso ed ermetico come la scomposta e dissonante Road girdle the globe che solo gli amanti degli XTC da lunga data possono apprezzare fino in fondo. Più fruibili Reel by reel e Helicopter sempre giocate sui ritmi di moda in quegli anni, ovvero ska e reggae. In Outside world spuntano persino alcune sonorità arabe ed i ritmi si fanno decisamente più veloci e rispuntano gli isterici fraseggi canori di Andy Patridge. Ma non fatevi trarre in inganno: Drums and wires è un autentico disco di arte XTC, non concede niente alle mode ed i ritmi sono piegati alla volontà dei compositori, tant'è che vi troverete a scoprire che si tratta di ska (ad esempio) solo ad un secondo ascolto. I richiami beatlesiani fanno capolino qua e là in qualche ritornello e poco più, mentre nella sua interezza Drums and Wires è da considerarsi un lavoro elettrico, nervoso e dove il ritmo e gli effetti strani la fanno da padrone...non a caso si intitola Drums and Wires, confermando la preferenza del quartetto di Swindon per titoli di due parole legati da una congiunzione...come vedremo nei lavori successivi (dischi e singoli). Anche in questo caso difficile dare una preferenza ad un brano piuttosto che ad un altro: non appena avete deciso che quello che state ascoltando è uno dei più riusciti, il successivo vi sorprende e vi conquista. Drums and Wires, disse Moulding, è quasi un juke-box, ci puoi trovare dentro di tutto. Scegliere diventa quindi praticamente impossibile. In fondo perchè si dovrebbe? Questo disco (e tutti quelli degli XTC) è nato senza pensare al singolo da piazzare in classifica ma piuttosto come un lavoro unitario, dove ogni brano ha pari dignità. A voi la scelta. Una piccola nota di richiamo alla copertina: compare per la prima volta una costante dei lavori degli XTC: la fissazione di Andy Partridge di nascondere il nome XTC all'interno della grafica. Stavolta il gioco è facile, visto che le tre lettere formano un viso stilizzato ma non sarà sempre così semplice. Andy era un amante di questo genere di raffinatezze e l'influenza di alcuni lavori dei Beatles, come Sgt. Pepper's..., è qui evidentissima. A dir la verità se date un'occhiata alla copertina di White Music, noterete come la scritta XTC compaia in modo un po' più subdolo: il corpo inclinato di Andy costituisce la X, il dito sulle labbra di Colin una piccola T e la C è data dalla posizione delle mani e della testa del quarto componente del gruppo. Questa sottigliezza scompare invece nella copertina di Go2.