Strano destino quello di English Settlement, pubblicato inizialmente come doppio album in alcuni Paesi, come singolo in altri (compresa l'Italia, escludendo alcuni brani) ed infine ripubblicato una seconda volta come singolo ed poi come CD.
La produzione è ancora affidata alla cooperazione di Hugh Paghdam e degli stessi XTC.
Il totale delle canzoni presenti nella prima edizione (doppio LP) di English Settlement sono:
English Settlement è stato spesso considerato uno dei lavori più rappresentativi del gruppo di Swindon, forse perchè il primo doppio LP contenente molte canzoni, quindi ricco di spunti e idee originali.
Tuttavia io tendo a non dare a English Settlement un ruolo di particolare importanza nella produzione musicale degli XTC, se non quello di un episodio dove suoni del passato (dei primi anni) e bagliori della futura produzione coesistono in perfetta armonia.
Il disco infatti non scontenterà ne' gli amanti dei primissimi XTC ne' quelli che li hanno scoperti più tardi, coi lavori più beatlesiani e, se vogliamo, meno ostici.
I compiti compositivi sono per la maggior parte sulle spalle di Andy Partridge che, come al solito, sprizza inventiva e genialità ad ogni brano. Non v'è dubbio che Senses working overtime sia un capolavoro pop, singolo di discreto successo in UK, facilmente fruibile da chiunque, con un semplicissimo ritornello che si stampa indelebilmente nella memoria dell'ascoltatore.
L'uso abbastanza evidente di una nuova chitarra acustica, acquistata da Partdrige per l'occasione, accompagna tutte le sue composizioni del disco che quindi si rivela piuttosto acustico e quindi molto diverso dal predecessore Black Sea, più elettrico ed elettronico.
In Snowman si ritrovano alcuni echi di minimalismo degli esordi, che vengono fatti confluire magicamente in brevissime melodie essenziali ma di grande presa.
L'uso ancora ossessivo e solo apparentemente scoordinato della ritmica costituisce l'ossatura di questo intrigante brano, dove ogni tanto ricompare anche il tipico cantato sincopato alla Partridge.
Stessa sorte, amplificata, spetta al brano Melt the guns.
Ritornano le melodie più fruibili su No thugs in our house ed un accenno, quasi un eco lontano della futura, bellissima Ladybird può essere pregustato con Yacht dance: dolcissima composizione acustica che scorre via veloce grazie alla melodia quasi zuccherina ed alla base ritmica ancora una volta particolarissima.
Passando alle composizioni di Moulding c'è da osservare che stavolta non brillano per particolari doti di originalità, limitandosi a condire l'album con sprazzi di fresco pop ritmato e poco più. La più interessante rimane Ball and Chain, anch'essa singolo di dicreto successo in patria, ma anche English Roundabout, coi suoi ritmi ipnotici, conquista quasi al primo ascolto.
Secondo me English Settlement è ancora un album interlocutorio dove si mischiano le influenze del passato e ciò che gli XTC sarebbero diventati negli album successivi. Definirlo rappresentativo mi sembra eccessivo anche se forse uno dei suoi grandi pregi sta proprio nel fatto di fondere insieme due ere del gruppo di Swindon e pertanto può rappresentare un modo semplice (ma non troppo, come al solito) per farsi un'idea dello stile compositivo di una delle coppie più singolari della Musica pop moderna.
Dal punto di vista strettamente tecnico non c'è niente di nuovo da rilevare, salvo una certa tendenza a sonorità un po' più freddine ed asciutte, che spesso rieccheggiano nei dischi degli XTC.
La copertina è semplice ma ricercata: l'animale stilizzato che vedete riprodotto non è altro che le solite X, T e C legate insieme.
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