Black Sea, uscito nel Settembre del 1980, è un disco interlocutorio. Ritmatissimo e pieno di vita, contrasta col titolo che farebbe pensare ad un lavoro intimista e tenebroso.
Ancora il binomio Lillywhite/Padgham come produttore/ingegnere del suono, rispettivamente e si sente. Il suono ricorda molto quello di Drums and Wires, sebbene le chitarre elettriche siano un po' più in evidenza qui, rendendo più rock questo quarto lavoro degli XTC. Alcune canzoni sono curiosamente quasi mixate l'una con l'altra a voler dare un senso di continuità a tutto il lavoro, decisamente più ben amalgamato del precedente.
Le canzoni contenute nell'album sono le seguenti:
Moulding stavolta firma solo due episodi, entrambi bellissimi, in particolare la scatenata Generals and Majors che richiama ancora una volta la sempre più evidente tendenza a utilizzare due parole ed una congiunzione per i titoli delle canzoni (si osservi anche Paper and Iron). Il tema della chitarra qui è di quelli che lasciano il segno: dannatamente semplice ma con una forza sconcertante.
Generals and Majors diventò un singolo di buon successo, confermando la maggiore capacità di Moulding a scrivere canzoni fruibili anche per il grande pubblico. Non sarà mai chiaro se Moulding ha composto solo due brani perchè in difetto di vena creativa o perchè Andy ha fatto la sua solita parte di leader/dittatore, è uno di quei dubbi che non saremo mai in grado di sciogliere.
Fatto sta che il sodalizio tra i due sembra non sia mai venuto meno, evidentemente la situazione di leadership di Partdrige andava bene anche a Colin.
E' quindi, più che mai, l'album di Partridge, questo Black Sea, e si sente. Basta ascoltare la nevrotica ed ipnotica Travels in Nihilon per rendersene conto: a un passo dalla psichedelia e la sperimentazione elettrica.
Quasi sette minuti di schegge impazzite messe in Musica, affascinanti ma un po' difficili da digerire. Questo brano così inusualmente lungo ha impedito il solito contenuto di 12 canzoni al quale ci avevano abituato: infatti Black Sea contiene solo 11 brani.
Partridge tuttavia è un genio e firma anche stavolta capolavori come Respectable street, Sgt. Rock (is going to help me) e Living through another Cuba, dai riffs indimenticabili e ritornelli che si incollano addosso per giorni interi.
Solo nel riff di apertura e nel ritornello di No language in our lungs si possono scoprire evidentissimi riferimenti beatlesiani che per il resto dell'album restano tuttavia piuttosto nascosti.
Partridge rispolvera spesso le sue amate dissonanze obbligando sempre ad un secondo ascolto per rendere il pezzo più godibile, ma questo è un marchio di fabbrica della fonderia XTC: melodie facili nascoste in mezzo a dissonanze ed apparenti stonature.
Black Sea è un disco molto maturo che gli appassionati degli XTC possono riscoprire a distanza di anni per le numerose perle contenute, ma che risulta a tratti troppo ermetico per l'ascoltatore casuale.
Lo consiglio solo dopo un buon rodaggio a base di lavori più semplici.
La copertina si fa stavolta più complicata: il gruppo è su quello che sembra un vecchio veliero (ma dotato di motore), l'abbigliamento somiglia a quello di antichi palombari. Ora la X di XTC è l'uccello che svolazza sopra le teste dei quattro, la T è l'albero della nave e la C è quella che sembra una mezza luna (ma che potrebbe essere una mongolfiera).
Il retro di copertina è simile, solo che il gruppo è stavolta di spalle e l'indicatore dei motori indica un *astern slow* mentre in copertina era posizionato su un *ahead stand-by*.
Molto ci sarebbe poi da dire sui disegni nascosti sullo sfondo ma solo la mente perversa di Andy ci potrà dare le giuste spiegazioni.
In definitiva Black sea è un lavoro maturo, con un senso compiuto ed un po' più difficile dei precedenti, in particolare stride il confronto coi più fruibili Drums and Wires e Go2. Ma i veri amanti dell'atipico quartetto di Swindon sanno che per poter apprezzare fino in fondo i capolavori sonori dei propri beniamini bisogna soffrire un po'.
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