Qualche tempo fa, un lettore mi scrisse dicendomi di considerare Facing You il vero capolavoro di Jarrett. Il motivo di questa sua esternazione, è che Jarrett nei concerti dal vivo non si renda conto quando sia il caso di terminare un pezzo, mentre nel disco in questione mette maggiormente a fuoco la composizione e non esagera in lirismi altrimenti fuori luogo.
Dischi come Koln concert e La Scala hanno la comune caratteristica di contenere dei brani che non esagero se li definisco ciclopici. Questi infatti sono caratterizzati da una durata effettiva di circa 20 min fino ai 40. Una tale mole di tempo effettivamente al primo ascolto sconcerta un pochino, almeno per me ascoltare per tanto tempo un solo pezzo non è facile, affiora una certa stanchezza e insofferenza verso quella musica apparentemente interminabile.
In seguito però le cose cambiano, la musica acquista un significato dove sembrava non averne, si riconoscono i momenti più intensi del concerto nelle note del piano, si intuiscono dei disperati passaggi da una melodia all'altra, si evidenziano passaggi di ricerca, in sostanza si vive il concerto stesso quasi come si fosse dal vivo.
Facing You, è il primo cd che Jarrett incide per la ECM nel 1972, prima di allora egli non si era mai cimentato in una registrazione da solo con il piano. Le esperienze musicali in studio, le fece sopratutto con i gruppi in cui aveva militato (Bacley, Charles Lloyd, Miles Davis) e forse è per colpa di questa inesperienza che, vi anticipo, il disco sembra riuscito in parte.
Il pianista che ho conosciuto io, è già maturo e consapevole delle proprie capacità tanto da cimentarsi in opere classiche, mentre quello che ho ascoltato ancora non sa (probabilmente) cosa sarà capace di fare.
L'ascolto di Facing You è stato molto particolare per me. E' il primo disco di Jarrett non registrato dal vivo e si sente. Effettivamente rispetto ai brani live la durata dei pezzi è di un terzo, ma a mio avviso manca qualcosa.
Riascoltando il disco riconosco lo stile di Jarrett. Il suo lirismo e il suo spiccato senso della melodia si ritrovano in tutti i brani, la voglia di ricerca anche, ma il tutto sembra (e lo è) troppo organizzato o studiato. Se abbiamo conosciuto Jarrett come animale da palcoscenico e ce ne siamo innamorati, il motivo è perchè dal vivo, Jarrett, supera se stesso e costruisce da un'idea delle vere e proprie cattedrali musicali.
In questo cd non ritrovo l'emozione, la sfida, la tensione tipica di tutti i dischi dal vivo in mio possesso. Sia da solo che con il trio Jarrett trasmette al pubblico delle sensazioni talmente intense che travalicano il supporto. In Facing You ascolto parecchie idee che magari sarebbero potute essere sviluppate in modo differente, quasi mi indispone il fatto che si limita a seguire uno spartito.
Jarrett rispecchia questo tipo di interpretazione nei dischi classici, dove si limita a suonare senza che la sua natura venga fuori. I brani di Facing You sono a tratti intrisi di energia e a tratti rilassati. Jarrett passa da questi differenti ritmi come se nulla fosse e nessun brano sembra essere fuori sincrono con l'intero album. Inventiva, tecnica, ricerca e anche virtuosismo hanno l'impronta inconfondibile della musica di Jarrett, solo che la musica è fine a sè stessa. Non deve coinvolgere la platea, non deve catturare l'attenzione, non deve lasciare senza respiro. E si sente.
Sono consapevole di aver forse parlato male di un disco che sicuramente è da lodare e che mi piace, ma non mi rapisce. Lo apprezzzo per la forma e la musica, ma è come una bellissima donna che tutti guardano ma che lascia freddi e non seduce, sembra manchi qualcosa e quel qualcosa è forse il pubblico che Jarrett continuamente sfida e ammalia.
Mi rendo conto che con questa recensione forse mi sono inimicato qualcuno, ma almeno ho detto ciò che penso. Faccio follie per quest'uomo, ma non per questo disco che comunque è davvero ben realizzato. Se cercate un cd storico del nostro beneamato acquistatelo tranquillamente, ne vale la pena sia per la qualità che per il semplice collezionismo, ma non aspettatevi il feeling dei concerti dal vivo.
A presto.
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