Wim Wenders nelle note di copertina di AINDA (colonna sonora
del film Lisbon Story, 1995), confessava di non essere stato mai così
influenzato dalla musica, prima di girare un film.
La storia del fonico Winter a caccia dei suoni della città,
diventava non solo un felice documento sullo stato del cinema al giro di
boa del suo primo secolo di vita, ma anche lo specchio e/o il suono di
Lisbona, quello rappresentato dalla musica dei Madredeus. Eppure prima
dell'improvvisa celebrità che la pellicola rendeva al gruppo portoghese
(qualcosa di simile è accaduto al Buena Vista Social Club, dopo l'omonimo
film dello stesso regista), pochi sapevano della loro esistenza, che aveva
prodotto fino a quel momento: OS DIAS DA MADREDEUS (1987); EXISTIR (1990);
O ESPIRITO DA PAZ (1994).
Un improvviso scoppio di popolarità che portava in breve
tempo i Madredeus in giro per il mondo, raccogliendo migliaia di
spettatori in concerti, spesso, sold - out.
Ora, loro rappresentano, ancor di più dopo la morte del mito
Amália Rodrigues, quell'anello di congiunzione tra passato e presente,
affinché una tradizione (quella del fado) possa far conoscere i suoi
aromi, magari conditi con una spruzzata di modernità: l'utilizzo
sempre più evidente del synth nella musica dei Madredeus ha raggiunto i
vertici in O PARAÍSO (1997), con non sempre convincenti risultati. Ed è
qui che i portoghesi si giocano gran parte della loro credibilità
artistica futura.
Come dimostra ampiamente questa raccolta (sono presenti due
inediti), il percorso musicale è stato coerente pur se gradatamente
mutato: sia nella line up della band (Teresa Salgueiro e Pedro Ayres
Magalhâes sono gli unici musicisti sopravvissuti alla formazione
originaria), nella tessitura timbrica (la fisarmonica e il violoncello,
via via accantonati e surrogati dal sintetizzatore, soprattutto nelle
esibizioni live) che nell'espressività vocale della Salgueiro (dalla
timbrica incolore degli esordi, A Vaca De Fogo, fino ai vertici di Ainda).
Dall'irruenza di O Pastor al morbido 5/4 di Guitarra,
dalla sospensione di Haja O Que Houver alla poesia di Ao Longe O
Mar, tutto riluce di quella spiritualità, da molti cercata, e che qui
è distillata in diciassette pezzettini di tempo isolati appositamente per
un consumo preferibilmente infinito…. |
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