TECNICA

FORMAZIONE DEL PETROLIO

Secondo le teorie più recenti si ritiene che il petrolio sia il prodotto della trasformazione degli organismi vegetali e animali, in seguito a complessi processi chimici e fisici che sono avvenuti nel corso di migliaia di secoli. I mari della terra sono stati popolati, per milioni di anni, da innumerevoli esseri viventi, soprattutto da organismi marini molto piccoli che oggi conosciamo con il nome di  plancton. Alla loro morte questi organismi precipitavano sui fondali e si mescolavano ai fanghi e ai detriti che, per l’erosione della crosta terrestre, i fiumi continuavano a trasportare al mare. I depositi sul fondo marino formati da organismi morti, dai detriti e dalle sostanze minerali, prendono il nome di: sedimenti.

In questi sedimenti, in assenza di aria e per l’opera di speciali batteri, a determinate condizioni di temperatura e di pressione gli organismi si sono decomposti in sostanze chimiche formate solamente da idrogeno e carbonio: gli idrocarburi.

I GIACIMENTI

Gli idrocarburi che si formarono potevano essere liquidi o gassosi essendo, comunque, più leggeri dell’acqua che impregnava le rocce e tendevano a risalire e a concentrarsi nella parte più alta delle stesse: queste rocce divennero delle rocce magazzino. Durante le diverse ere geologiche avvennero immani sconvolgimenti della crosta terrestre, e quelli che una volta erano fondali marini divennero terre emerse o viceversa, mentre le spinte provenienti dall’interno della terra causarono lo spostamento dei diversi strati rocciosi.

RICERCA DI GIACIMENTI

La ricerca dei giacimenti è condotta con rigore scientifico e sotto la guida di esperti geologi. I mezzi a loro disposizione sono diversi e gli strumenti sono perfetti e sensibili; le tecniche per la ricerca del petrolio sono: il rilevamento aereo fotografico e quello sismico a riflessione. Il rilevamento aereo fotografico mette in evidenza gli affioramenti rocciosi e ne indica la direzione e l’inclinazione. Si raccolgono poi campioni di terreno, in superficie e in profondità, che vengono esaminati in laboratorio per scoprirne le caratteristiche. Dopo questi studi preliminari, si passa ai controlli diretti. Il sistema più usato è quello sismico a riflessione. Si provocano nel terreno delle vibrazioni per mezzo di piccoli scoppi e si registrano l’intensità e la conformazione delle onde riflesse.

LA PERFORAZIONE

La perforazione di un pozzo petrolifero è una operazione complessa e costosa. Si innalzano le torri di trivellazione, armature che devono sostenere la trivella, una specie di grosso trapano che porta sulla cima uno scalpello chiamato: sonda di trivellazione. Il movimento di rotazione viene trasmesso da un potente motore ad una tavola rotante, che a sua volta fa girare le aste cave della trivella. Man mano che lo scalpello avanza perforando la roccia, si aggiungono nuove aste alla trivella. Nelle aste cave circola una corrente di fango sotto pressione che ha lo scopo di raffreddare la sonda e di trasportare alla superficie i frammenti della roccia perforata. Il fango inoltre impedisce al pozzo di franare e trattiene i liquidi. I detriti portati alla superficie sono attentamente studiati dai geologi per conoscere il tipo di roccia che in quel momento viene perforata. Finalmente, quando il pozzo raggiunge il giacimento, gli idrocarburi fuoriescono liberamente  spinti dalla pressione del gas. Si toglie allora la sonda di trivellazione, si inserisce un tubo di acciaio forato e si fissa alla testa del pozzo un complesso di valvole che regola il flusso del petrolio, chiamato: albero di Natale. In alcuni pozzi la pressione esistente che determina la fuoriuscita del petrolio può diminuire. In questi casi vengono installate delle pompe di estrazione.

GLI OLEODOTTI

Il petrolio grezzo estratto dal giacimento è immesso in grandi serbatoi di sedimentazione, dove depositano i fanghi, i frammenti di roccia e l’acqua. Viene poi portato attraverso apposite tubazioni chiamate oleodotti direttamente alle raffinerie. Un oleodotto è formato da grandi tubi di acciaio, i quali uniti tra loro coprono centinaia di chilometri.

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