Mi piace parlare di libri; sono un appassionato ed accanito lettore da quando avevo 6 anni e da allora non credo di essere andato da qualche parte senza aver avuto con me almeno un libro: ne tengo uno in auto, per emergenza, nella borsa che mi porto in ufficio e se devo viaggiare ne prendo un paio. Mi piace leggere libri, fumetti, giornali; da questo punto di vista credo mi si potrebbe definire onnivoro.
Un libro è spesso un prezioso compagno per adulti e bambini, sicuramente più stimolante delle videocassette che gradatamente hanno sostituito il raccontare ed il leggere nel rapporto tra padri e figli ma non lasciamoci ingannare: per quanto i colori dei cartoni animati possano essere brillanti, la storia divertente, la differenza, in molti casi è la stessa che c'è tra una pizza surgelata e precotta ed una fatta da un pizzaiolo di Posillipo (a proposito: ne esistono ancora? spero di si).
Un libro lascia spazio alla fantasia, la storia viene gradatamente costruita ed ambientata mentre la si legge, dall'immaginazione del lettore oltre che da quella dello scrittore.
Laddove il libro risulta stimolante, la videocassetta riduce a pigri spettatori di un qualcosa preconfezionato e che corre su binari prestabiliti e dai quali non è possibile deragliare. Il libro richiede impegno, attenzione ma ripaga ampiamente degli sforzi fatti.
Leggo molto (o meglio: non quanto vorrei) e volevo mettere di seguito una personale recensione dei libri che mi passano per le mani. Niente di pretenzioso ma da quando un libraio mi ha confessato che in alcuni casi viene dato alle stampe qualunque cosa pur di sottrarre spazio sugli scaffali alle case editrici concorrenti, credo che i lettori, visto anche l'elevato costo dei libri stessi, debbano pretendere una certa qualità; se quindi io cado nella trappola dei risguardi di copertina, perchè ad un altro ignaro e fiducioso lettore dovrebbe capitare la stessa cosa?
L'ultimo libro che ho letto è "L'isola del tesoro" di R.L.Stevenson. Se vi state chiedendo che
classe faccio vi dico subito che ho 38 anni e la scuola l'ho finita da un pezzo anche se non ho
mai smesso di leggere e studiare. Vi sembra strano che alla mia età legga ancora libri che
spesso vengono definiti narrativa per ragazzi? Io dico di no, non è strano, casomai ' strano è
confinare libri come questo nell'ambito della letteratura per i giovani: ben venga per i ragazzi
ma .....
L'edizione che ho letto è quella proposta da Adelphi al prezzo di 18.000 £ meno lo sconticinio
del libraio (non chiedetemi quanti euro) nella traduzione di Ludovico Terzi; per la verità il
libraio dal quale mi servo abitualmente avrebbe preferito un'altra edizione, per via di una
traduzione più efficacie (Dio ti ringrazio esistono ancora librai del genere) ma ne era al
momento sprovvisto e così....
Non è certo l'edizione che avevo letto da ragazzo; mi era stata regalata da mio zio, che l'aveva
salvata dal bidone dello sporco in cui sarebbe dovuta finire assieme agli altri pacchi di carta di
una cantina semi allagata. Aveva la rilegatura malandata ed alcune pagine smangiucchiate, ma
la copertina era magica: timoni, ancore bandiere inglesi, forzieri e pistole, tutto in miniatura
sparpagliato sul cartoncino giallino ed al centro una nave con le vele gonfie di vento e, per un
ragazzo di 12 anni, di avventure. Il libro fu divorato in poco tempo e poi letto e riletto fino a
quando, inspiegabilmente come spesso accade, sparì. Mai più cercato, fino a poco tempo fa.
Avevo appena finito di arrancare sulle 120 pagine di un libro le cui note di copertina
promettevano atmosfere mediterranee, spie, calore e caffè dentro ai quali il tempo scorreva a
ritmi diversi da quelli a cui siamo abituati; secondo me erano scritte meglio le note di
copertina del libro: a pagina 120 di caffè dal blando ritmo e di buona parte delle atmosfere
evocate neanche l'ombra, solo una serie di stereotipi presi dall'epopea delle spie incollati
assieme. Complimenti al notista ma non all'autore. Avevo bisogno di disintossicarmi dalla
bufala, c'ero rimasto troppo male e quindi in libreria cercavo qualcosa di sicuro ma non del
solito eccezionale Simenon. Era destino, forse, che fossi attratto da una copertina marrone che
in realtà mi ricordava, da lontano, un altro libro. Non ho esitato neanche quando il libraio mi
ha detto che si, era una buona edizione ma quella nella traduzione del ..... era un'altra cosa.
Saranno state le illustrazioni di N.C. Wyeth, forse quella in copertina con il giovane Hawkins
trascinato come una capra da un poderoso Long John Silver , ma ho amato istintivamente il
libro perché in un istante mi è ritornata in mano l'avventura, con un potere evocativo quasi da
mettere in ginocchio, quasi da essere sollevati e trasportati dentro alla botte delle mele in cui il
giovane protagonista, quasi sopraffatto dal terrore per la sua casuale scoperta, sente i piani
della ciurma dell'Hispaniola, in rotta verso la misteriosa isola, per prendere il tesoro di capitan
Flint. Ricordo pochi altri libri la cui narrativa scorra in modo così liscio, avvincente, di una
elegante semplicità ma di una forza descrittiva incredibile. Personaggi come Cane Nero e Billy
Bones, nel loro incontro alla locanda "Ammiraglio Benbow", in cui Jim Hawkins lavora,
l'incredibile Silver, il fantasma del leggendario capitano Flint sono scolpiti come nella roccia e
per lungo tempo hanno popolato, da ragazzo, fantasie e giochi. Che sorpresa ritrovare intatte,
dopo tanto tempo le medesime sensazioni, con quell'odore di salmastro e di rum (che peraltro
da ragazzo erano assolutamente immaginati in quanto ne il mare ne il rum erano a portata di
naso)che usciva dalle pagine. Sensazioni che ho provate solo con un altro libro "Tifone" di J.
Conrad. E Ben Gunn, il compagno di scorrerie di John Silver, abbandonato anni prima sulla
inospitale Isola del Tesoro, con il suo carico di disperazione e la tenerezza per la sua voglia di
formaggio, la sensazione da brivido che ancora provo al pensiero delle ultime pagine, in cui i
tre marinai superstiti tra gli ammutinati vengono abbandonati a loro volta, con le loro urla a
cavallo tra la follia, il rum e la febbre malarica, con quell'ultimo disperato gesto di sparare alla
nave che oramai si allontana. Dicevo con dispiacere all'inizio che il libro viene spesso messo
nella categoria "libri per ragazzi". Mi chiedo perché; forse perché definito un classico o magari
perché non ci sono scene efferate alle quali sembra difficile oramai rinunciare nei libri e nei
film, niente sesso. Non sono d'accordo. I personaggi terribili non mancano, anche se al nostro
palato, abituato magari a Sthephen King, non sembrano tali; un personaggio come Long John
Silver, potente, maestro di doppiezza e di intelligenza, traditore crudele ma dal tono di voce
rassicurante, pronto a blandire o a sferzare, pronto a rispettare ed a far rispettare le regole non
scritte di una cavalleria di assassini e predatori è una immagine forte e magnetica che affascina
tanto il giovane Hawkins quanto il lettore e poi Pew, il terribile cieco che da ragazzo mi aveva
atterrito e la sua fine orribile, con quel suo picchiettare il bastone, smarrito in mezzo ad una
strada abbandonato dai sui stessi compagni per finire straziato sotto gli zoccoli dei cavalli.
Chissà perché continuo a parlare dei personaggi negativi, forse perché quando si legge si
parteggia istintivamente per i buoni ed i cattivi rimangono sempre soli, a portarsi il fardello
della loro malvagità o forse perché, come dice il "Signor Lupo" in "Opplà" di Colin McNaughton
" Non guardatemi così, io sono il Gran Lupo Cattivo. E' il mio compito essere cattivo. Se io fossi
buono, leggere queste storie sarebbe troppo noioso, non è vero?"
P.S.
Il libro varrebbe la pena anche solo per le illustrazioni.
Se pensate che sia solo letteratura per ragazzi,provate poi a leggere anche la parte dedicata a
"L'isola del tesoro" in "Se un bambino una mattina d'estate" di Roberto Cotroneo: cambierete
idea.